Una storia a due: Gesù Crocifisso e Fra Leopoldo |
Gli hanno pure scattato la foto quel giorno, forse l'unica che abbiamo di lui, frate minore.
È lì, finalmente, dove lo ha voluto Dio, da tutta l'eternità, pago di vivere nel lavoro, nella preghiera, nel nascondimento, ignoto al mondo, noto a Dio solo, lieto di essere disprezzato e ritenuto un nulla per suo amore.
Ora anche l'abito proclamerà a tutti che appartiene a Gesù solo.
Con un nome nuovo, comincia vita nuova: la vita del consacrato, dell'uomo tutto di Dio.
Per ora è in prova, un piccolo terziario, un "fraticello" laico: ma lui è venuto per questo: per farsi tutto "vittima" ( "ostia"! ) non sacerdote.
Il Signore gli indicherà passo passo la via.
Il 21 gennaio 1901, fra Leopoldo viene mandato nel Convento-parrocchia di S. Tommaso, nel centro di Torino: lì avrebbe lavorato come cuoco a servizio della comunità e avrebbe compiuto il suo noviziato.
Lì sarebbe rimasto sino all'ultimo giorno.
Alla sua età - 50 anni - è osservato con maggiore attenzione: come farà ad adattarsi a una regola piuttosto rigorosa, quando per tanto tempo nel mondo ha goduto di piena libertà su se stesso?
Si vedrà. Intanto lavori e faccia il suo dovere.
Non è neppure novizio, è soltanto un terziario che fa il postulante in attesa di essere accolto in noviziato.
Che fa fra Leopoldo? Lo dice lui: "Facevo con l'aiuto di Dio quanto mi era possibile per osservare la santa regola del Padre S. Francesco".
I confratelli di "S. Tommaso", si rendono conto che è un uomo di preghiera, e molto laborioso.
Si trovano ad avere un cuoco eccezionale, come non c'era mai stato.
Si pensa pertanto di aver acquistato "un buon elemento", assai utile alla comunità.
Nel mondo ha già compiuto un lungo cammino di santità. Gesù lo chiama a salire ancora: sali più in alto.
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