Una storia a due: Gesù Crocifisso e Fra Leopoldo |
A Torino è cresciuto, in quel tempo, un vasto movimento eucaristico che promuove e diffonde il culto all'Eucaristia per la santificazione delle anime e della società.
Ispirate da Dio stesso, le sorelle Teresa e Giuseppina Comoglio, verso la fine dell'800, avevano propagato privatamente l'adorazione quotidiana, invitando un gran numero di persone a una visita anche brevissima, giornaliera, al SS.mo Sacramento.
Nel 1890, le buone sorelle l'avevano manifestata a Paolo Pio Perazzo, ferroviere di Porta Nuova, cattolico di primo piano, impegnato nell'Azione Cattolica e nel Terz'Ordine Francescano, affinché la facesse conoscere con le parole e con gli scritti, come subito aveva fatto.
Rapidamente l'adorazione quotidiana si era diffusa a Torino, in Italia e all'estero, con frutti grandi di bene.
Approvata dalla Chiesa, l'associazione aveva sede nella chiesa di S. Tommaso, annessa al convento francescano, cui appartiene fra Leopoldo.
Il buon frate si trova presto coinvolto, come egli stesso scrive: "Dopo due anni, il Padre Guardiano mi incaricò di andare nelle case religiose e educandati a distribuire i foglietti per l'adorazione quotidiana.
Continuai tutto maggio, giugno, luglio e agosto; alla fine del mese di luglio ( 1904 ), andai nelle case religiose sui colli di Valsalice; nel ritorno, strada facendo fui sorpreso da malore e oppresso dal caldo soffocante tanto che non potevo reggermi; mi portai a stento nella chiesa delle Sacramentine, là dove si trova ogni giorno Gesù Sacramentato esposto per le "40 ore"; speravo che Gesù mi prendesse con Sé in Paradiso, ma non era ancora l'ora.
Come Dio volle, mi portai in convento, dove mi ricordai che dovevo ancora soddisfare l'obbligo della preghiera; mentre recitavo il Vespro, mi prese sonno contro la mia volontà; rimasi così dieci minuti; a un tratto sento spingermi fortemente, mi desto, apro gli occhi e vedo un Frate che sale in alto con grande rapidità; la figura somigliava del tutto a quella di S. Francesco; mi scomparve ogni malanno e stanchezza; mi trovai così bene come se nulla fosse accaduto, cosicché il giorno appresso continuai di bel nuovo a distribuire i foglietti della visita a Gesù Sacramentato, opera voluta da Dio".
È evidente, da questa pagina autobiografica, che fra Leopoldo vive in un ambiente dove converge l'opera dell'adorazione eucaristica e operano dei veri apostoli dell'Eucaristia, quali lo stesso Parroco, P. Vincenzo Vallaro, e altri confratelli buoni e operosi, e numerosi laici alla ricerca della santità.
Tra questi laici, si distingue Paolo Pio Perazzo, diventato assai presto amico personale di fra Leopoldo, appena quest'ultimo è entrato in convento.
Fra Leopoldo si fa apostolo dell'Adorazione Eucaristica.
Lo fa assai volentieri, anche quando gli costa fatica - da quando era stato in fin di vita a Terruggia, non aveva più goduto di salute eccellente - lo fa per obbedienza, lieto di poter dichiarare: "Finita la mia missione, attendevo ai miei lavori del convento".
La volontà di Dio lo vuole frate cuciniere e lì tra pentole e fornelli, non altrove, dovrà santificarsi.
Intanto, ha ricevuto "una spinta" misteriosa per andare avanti.
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