Sermoni sul Cantico dei Cantici |
1. Veniamo ora al libro, e diamo ragione delle parole della sposa e di quanto ne consegue.
Sono campate là come in aria, e pendono come staccate, senza principio.
E perciò bisogna premettere qualche cosa a cui si riallaccino.
Supponiamo dunque che coloro che abbiamo chiamato compagni dello Sposo siano venuti, come di solito, a visitare e salutare anche oggi la sposa, e l’abbiano trovata che brontolava ed era triste.
Meravigliati di ciò, le abbiano detto: « Che c’è di nuovo? Perché ti vediamo più malinconica del solito?
Quale la causa di questo inaspettato lamento?
Certamente, allorché distolta e traviata te ne andavi dietro i tuoi amanti, con i quali operavi il male, sospinta alla fine a tornare al tuo primo Sposo, non hai insistito con molte preghiere e lacrime per meritare di toccare almeno i piedi? ».
« Lo ricordo », risponde.
« E poi, ottenuto questo, e avendo ricevuto insieme con il bacio dei piedi il perdono dei peccati, ora, di nuovo fatta impaziente, e non contenta di tanta degnazione, ma avida di una maggiore familiarità, hai nuovamente chiesto e, ottenuto una seconda grazia con la stessa istanza con cui avevi impetrato la prima, di modo che, nel bacio della mano hai conseguito non poche e non piccole virtù ».
« Lo ammetto », dice.
Ed essi « Ma non sei tu che eri solita giurare e protestare che se ti fosse stato concesso di pervenire al bacio della mano, ti sarebbe bastato, e non avresti più chiesto altro? ».
« Sono io ».
« E dunque? Forse ti è stato tolto qualcosa di quello che avevi ricevuto? ».
« Nulla ».
« O temi che ti verrà rinfacciato alcunché della tua disordinata vita anteriore, che tu credevi tutto perdonato? ».
« No ».
2. « Su, dunque, dicci che cosa possiamo fare per te ».
« Non ho riposo, – dice – se non mi bacia con il bacio della sua bocca.
Grazie, per il bacio dei piedi e della mano; ma se egli si cura di me, mi baci con il bacio della sua bocca.
Non sono ingrata, ma amo.
Ho ricevuto, lo confesso, più di quanto meritavo, ma bramo ancora di più.
Sono trasportata dal desiderio, non dalla ragione.
Non vi stupisca la mia presunzione, mentre è l’affetto che mi spinge.
Il pudore ha le sue esigenze, ma l’amore ancora di più.
Non ignoro che l’onore del re ama la giustizia ( Sal 99,4 ); ma l’amore impetuoso non sa aspettare il giudizio, né si lascia moderare dal consiglio, né frenare dal pudore, né sottomettersi alla ragione.
Prego, supplico, imploro: Mi baci con il bacio della sua bocca.
Ecco, già da molti anni con la sua grazia, mi studio di vivere castamente e sobriamente mi applico alla lettura divina, resisto ai vizi, mi applico di frequente all’orazione, veglio contro le tentazioni, ripenso gli anni passati nell’amarezza del mio cuore.
Mi pare, per quanto dipende da me, di vivere in concordia con i miei fratelli, mi tengo soggetta all’autorità dei superiori, docile al comando dei seniori.
Non desidero le cose mie e me stessa.
Mangio il mio pane nel sudore della mia fronte.
Del resto, per quanto riguarda tutte queste cose, si tratta di consuetudine, per nulla di dolcezze.
Che altro sono, secondo quanto dice il profeta, se non una vitella di Efraim avvezza a fare la trebbiatura? ( Os 10,11 ).
Infine, secondo il Vangelo, chi fa solo quello che deve fare, è ritenuto servo inutile.
Osservo forse alla meglio i comandamenti; ma la mia anima, in questa osservanza è come una terra arida, senza acqua.
Affinché dunque il mio olocausto sia pingue, « Mi baci con il bacio della sua, bocca ».
3. Parecchi di voi, mi ricordo, sono soliti lamentarsi anche con me nelle private aperture di coscienza, di un tale languore e aridità di spirito, e dell’ottusità della, loro mente, così stolta da essere incapace di penetrare le cose alte e sottili di Dio, e di non gustare affatto o poco la soavità dello spirito.
Che cosa sospirano questi tali se non il bacio?
Sospirano in verità e anelano verso lo spirito di sapienza e di intelligenza; dell’intelligenza, onde arrivare ( a comprendere ), della sapienza, per gustare ciò che avranno appreso.
Io penso che con questi santi sentimenti pregasse il Profeta quando diceva: Mi sazierò come a lauto convito e con voci di gioia ti loderà la mia bocca ( Sal 63,6 ).
Chiedeva proprio un bacio, e quel bacio nel cui contatto le labbra fossero ricolme di grazia spirituale, donde scaturisse quello che egli implorava: Della tua lode sia piena la mia bocca per cantare la tua gloria, tutto il giorno la tua grandezza ( Sal 71,8 ).
E quando ebbe gustato lo proclamò: Quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi per coloro che ti temono ( Sal 31,20 ).
Questo bacio ci ha trattenuto abbastanza, e io, a dire il vero, temo di non averlo spiegato abbastanza degnamente.
Ma passiamo al resto, perché quello si comprende meglio quando si riceve che a sentirne parlare.
4. Segue: Perché migliori del vino sono le tue mammelle, che spirano fragranza di ottimi unguenti( Ct 1,1-2 ).
Anche queste parole, di chi siano, l’autore non lo dice, lasciando a noi di interpretare liberamente a chi convengano.
A me non mancano ragioni per attribuirle sia alla sposa, sia allo Sposo, sia anche agli amici dello Sposo.
E dirò dapprima come convengano alla sposa.
Mentre essa parlava con essi ( i compagni dello Sposo ), apparve lui stesso del quale si stava parlando.
Egli si avvicina volentieri a coloro che parlano di lui.
È la sua abitudine.
Così ai discepoli che andavano a Emmaus si mostrò come giocondo ed eloquente compagno di viaggio.
E questo è quello che viene promesso nel Vangelo: Dove due o tre saranno radunati nel mio nome, io sono in mezzo a loro ( Mt 18,20 ); e per mezzo del Profeta: Prima che gridino ( a me ), io li esaudirò; mentre ancora parleranno, dirò: Eccomi ( Is 65,24 ).
Così dunque ora, non chiamato, si mostrò presente, e contento del loro discorso, ne prevenne la preghiera.
Penso che talvolta non aspetta neanche le parole, viene richiamato dai soli pensieri.
Dice infatti l’uomo che fu trovato secondo il cuore di Dio: Il Signore ha esaudito il desiderio dei poveri, il tuo orecchio ha ascoltato la preparazione del loro cuore ( Sal 10,17 ).
Anche voi badate a voi medesimi in ogni luogo, ben sapendo che Dio, che scruta i cuori e le reni, conosce tutte le cose vostre, lui che ha plasmato uno per uno i vostri cuori, e comprende tutte le vostre opere.
La sposa dunque, sentendo presente lo Sposo si ferma; capisce di essere stata sorpresa in sentimenti di presunzione e se ne vergogna, perché pensava che fosse meno da sfacciata riferire le cose dette, tramite messaggeri.
E subito, rivolta allo Sposo si sforza di scusare come può la sua temerità: Perché migliori del vino sono le tue mammelle, pii fragranti di ottimi unguenti ( Ct 1,1-2 ).
Come se dicesse: « Se sembro spingere ( troppo ) in alto i miei sentimenti, dipende da te, o Sposo, che con tanta degnazione mi hai allattato alle dolci tue mammelle, di modo che, sparito ogni timore, non per mia temerità, ma per il tuo amore, ardisco di più, forse, che non convenga.
Oso tuttavia, memore della tua pietà, non badando alla maestà ».
Questo sia detto per spiegare il filo del discorso.
5. Ora vediamo cosa significhino queste mammelle del Signore.
Due sono le mammelle dello Sposo, due le sorgenti dell’innata mansuetudine di lui, che aspetta cioè con pazienza il peccatore, e accoglie con clemenza il penitente.
Una doppia, dico, dolce soavità sgorga dal petto del Signore Gesù, cioè la longanimità nell’aspettare e la facilità nel perdonare.
E senti come questa non sia una mia invenzione.
Leggi infatti circa la longanimità: O ti prendi gioco della ricchezza della sua bontà, della sua tolleranza e della sua pazienza?
E ancora: O ignori che la bontà di Dio ti spinge alla conversione? ( Rm 2,4 ).
Per questo appunto rimanda a lungo la sentenza di condanna, nella speranza di offrire un giorno la grazia del perdono al penitente.
Non vuole infatti la morte del peccatore, ma che si converta e viva.
Portiamo degli esempi, anche riguardo all’altra mammella, che si è detto essere la facilità nel perdonare.
Leggi anche questa: In qualsiasi momento il peccatore manderà un gemito ( di pentimento ) il suo peccato gli verrà rimesso ( Ez 33,12 ).
E ancora: Abbandoni l’empio la sua strada e l’uomo iniquo i suoi pensieri, e faccia ritorno al Signore e avrà pietà di lui; torni al nostro Dio, perché è molto incline al perdono ( Is 55,7 ).
Bellamente Davide ha espresso insieme le due cose dicendo: Longanime e molto misericordioso ( è il Signore ) ( Sal 103,8 ).
La sposa confessa di aver sperimentato questa doppia bontà, la qual cosa le ha dato fiducia tanto da osare di chiedere il bacio, dicendo: « Che c’è da meravigliarsi, o Sposo, se sono così presuntuosa a tuo riguardo, io che ho sperimentato quanta abbondanza di dolcezza nelle tue mammelle?
Io infatti sono portata a osare, non dalla fiducia nei miei meriti, ma dalla soavità delle tue mammelle ».
6. In quanto a quelle che dice: Le tue mammelle sono migliori del vino, significa: « L’abbondanza della grazia che fluisce dalle tue mammelle è più efficace per il mio profitto spirituale che non la dura ammonizione dei prelati ( superiori ).
Né solamente sono migliori del vino, ma più profumati di ottimi unguenti, perché non solo tu nutri i presenti con il latte dell’interiore dolcezza, ma cospargi anche gli assenti con il grato odore della buona reputazione, ricevendo buona testimonianza da quelli che sono dentro e da quelli che sono fuori.
Hai, dico, dentro latte e fuori unguenti: perché non vi sarebbero coloro che ristori con il latte, se prima non li avessi attratti con il profumo ».
Ma di questi unguenti, se hanno qualche significato degno di considerazione, si vedrà in seguito, quando giungeremo dove è detto: Correremo all’odore dei tuoi unguenti ( Ct 1,3 ).
Ora, come avevamo promesso, vediamo se le sopradette parole che abbiamo messo in bocca alla sposa, convengano allo Sposo.
7. Mentre la sposa parlava dello Sposo, avevo detto, ecco che egli appare, annuisce al suo desiderio, le dà il bacio, e adempie in lei la parola della Scrittura: Hai soddisfatto il desiderio del suo cuore, e non hai respinto il voto delle sue labbra ( Sal 21,3 ).
E lo prova dal turgore delle sue mammelle.
Di tanta efficacia, infatti, è il bacio santo, che da esso, appena ricevuto, la sposa concepisce, e le mammelle ne forniscono una prova gonfiandosi quasi ripiene di latte.
Quelli che si applicano di frequente all’orazione hanno sperimentato quello che dico.
Spesso ci accostiamo all’altare con cuore tiepido e arido, e insistiamo nell’orazione.
Perseverando in essa, improvvisamente viene infusa la grazia, il petto si gonfia, un’ondata di devozione riempie le viscere; e se uno preme, ( le mammelle ) non tarderanno a far rifluire abbondantemente il latte della dolcezza concepita.
Dica dunque ( lo Sposo ): « Hai, o sposa, quanto hai chiesto; ne è il segno che le tue mammelle sono diventate migliori del vino: da questo conoscerai di aver ricevuto il bacio, dal sentire cioè di aver concepito.
Per questo anche le tue mammelle ti si sono inturgidite, divenendo per l’abbondanza del latte migliori del vino della scienza secolare, la quale inebria, ma per la curiosità, non per la carità: riempie, non nutre: gonfia, non edifica: ingolfa, non ristora ».
8. Ma concediamo anche ai compagni ( dello Sposo ) di ragionare così: « A torto, dicono, tu mormori contro lo Sposo, perché quello che già ti ha dato vale di più di ciò che tu chiedi.
Quello infatti che tu domandi fa piacere a te: ma le mammelle con le quali tu nutri i piccoli che partorisci, sono migliori; cioè, più necessarie del vino della contemplazione.
Altro è infatti ciò che rallegra il cuore di un sol uomo, altro quello che edifica molti.
Poiché, se Rachele è più bella, Lia è più feconda.
Non voler dunque insistere troppo nei baci della contemplazione, perché sono migliori le mammelle della predicazione ».
9. Mi viene in mente anche un altro senso che non avevo proposto e che voglio ricordare ora.
Perché non potrebbero queste parole convenire maggiormente a quelli stessi ai quali ( la sposa ) presiede con sollecitudine, quasi madre e nutrice per i propri piccoli?
Difatti le anime ancora giovanette e tenere non tollerano con pace che essa se ne stia nella quiete, mentre desiderano di venire da lei istruiti più a fondo nella dottrina e formati dai suoi esempi.
Non sono queste quelle delle quali, in seguito, si reprime l’inquietudine, dove con severa ammonizione si comanda loro di non svegliare la diletta fino a che essa non lo voglia?
Queste, dunque, sentendo la sposa bramare i baci, cercarsi un luogo solitario, fuggire il pubblico, evitare le turbe e preferire la propria quiete alla cura di loro stesse: « Non far così, dicono, non così, perché c’è più frutto nelle mammelle che negli amplessi.
Per mezzo di esse infatti ( le mammelle ) tu ci strappi dai desideri carnali che militano contro l’anima; ci strappi dal mondo e ci acquisti a Dio ».
Questo dunque significano le parole: Perché sono migliori del vino le tue mammelle.
« Le spirituali delizie, dicono, le tue mammelle stillano per noi, vincono la voluttà della carne che, a guisa di vino, ci teneva ubriacate ».
10. E bene paragonano gli effetti carnali al vino.
Come infatti l’uva, una volta spremuta, non ha più nulla da dare, ma è destinata a perpetua aridità, così la carne, nel torchio della morte viene prosciugata di ogni suo diletto, e non rinverdisce più ad altri piaceri.
Onde il Profeta: Ogni carne è fieno, e ogni sua gloria è come fiore di fieno.
Si seccò il fieno, e il fiore cadde ( Is 40,6-7 ); e l’Apostolo: Chi semina nella carne, dalla carne anche mieterà corruzione.
Il cibo è per il ventre e il ventre per i cibi; ma Dio distruggerà questo e quelli ( Gal 6,8; 1 Cor 6,13 ).
Osserva poi che non solo alla carne, ma anche al mondo si adatti questo raffronto.
Difatti, anch’esso passa con la sua concupiscenza; e avendo fine tutte le cose che sono nel mondo, della loro fine non vi sarà fine.
Non così delle mammelle.
Queste infatti allorché sono svuotate, tornano a riempirsi dalla fonte del petto materno, e così porgono nuovo alimento.
Giustamente perciò si dicono migliori dell’amore della carne o del secolo le mammelle della sposa, le quali non inaridiscono mai per il numero dei lattanti, ma sempre traggono in abbondanza dalle viscere della carità nuovo alimento da far fluire ancora.
Scorrono infatti fiumi dal suo ventre, e c’è in essa una fonte di acqua che sale alla vita eterna.
Alla lode delle mammelle si aggiunge la fragranza degli unguenti, perché non solo saziano il palato, ma spandono una buona reputazione dei frutti.
In un altro sermone mostreremo quali siano le mammelle, di quale latte turgide, di quali unguenti cosparse, con l’aiuto di Cristo, che con il Padre e lo Spirito Santo vive e regna Dio per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
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