9 - I peccati capitali: Invidia
Respingere i sentimenti di invidia e di gelosia
disprezzare i primi sentimenti che sorgono nel cuore
"Un cuore tranquillo è la vita di tutto il corpo, l'invidia è la carie delle ossa" ( Pr 14,30 )
schiacciarli come qualcosa di ignobile
"È malvagio l'uomo dall'occhio invidioso volge altrove lo sguardo e disprezza la vita altrui ...
Un occhio cattivo è anche invidioso del pane e sulla sua tavola esso manca" ( Sir 14,8-10 )
distrarsi occupandosi d'altro, riflettere, successivamente, sulle doti del prossimo: non dimunuiscono le nostre, ci possono essere di stimolo per imitarle
"... Dove guarda l'ospite, non stendere la mano; non intingere nel piatto insieme con lui.
Giudica le esigenze del prossimo dalla tua; e su ogni cosa rifletti." ( Sir 31,12-15 )
Riflettere:
siamo un solo Corpo in Cristo Gesù lui il capo, noi le membra e perciò ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri ( Rm 12,1-6 )
i beni di uno sono a vantaggio del bene comune, l'unico sentimento valido è quello di rallegrarci.
"Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto.
Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili.
Non fatevi un'idea troppo alta di voi stessi ... vivete in pace con tutti." ( Rm 12,15-16.18 )
"La carità è paziente ... benigna ... non è invidiosa ... non si vanta, non si gonfia ..." ( 1 Cor 13,4-7 )
La soluzione determinante per superarla: unirsi allo Spirito di Gesù nell'Eucaristia fonte di tutte le virtù, chiedere la grazia di poter partecipare di queste virtù e di essere liberati dal vizio che ci tormenta.
"Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza ...
Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri." ( Gal 5,13-26 )
che stimola ad imitare e anche superare le virtù del prossimo sorretti dall'azione della grazia di Dio stimolati dalla Carità verso Dio e verso il prossimo.
L'emulazione di distingue dall'invidia quando:
è onesta nell'oggetto, non deve mirare ai trionfi, deve guardare alle virtù degli altri per imitarle
è nobile nell'intenzione non cerca di trionfare sugli altri, umiliarli, dominarli, è uno sforzo per diventare migliori
perché Dio sia glorificato
perché la Chiesa sia più credibile
"Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli." ( Mt 5,16 )
è leale nei mezzi
rifiuta l'intrigo, l'astuzia e ogni altro procedimento illecito
porta all'impegno con la dedizione, il lavoro, con il buon uso dei doni della grazia
L'emulazione così intesa
è un riconoscere il proprio limite, la propria imperfezione
per prendere occasione dall'esempio degli altri
per fare di più e donare tutto
è un ottimo stimolo per impegnare tutte le proprie capacità
"Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo." ( 1 Cor 11,1; 2 Ts 3,7 )
è uno stimolo anche per gli altri perché facciano altrattanto
"Cerchiamo anche di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone." ( Eb 10,24 )
Tanquerey cap 4 n. 850-852