Matteo |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
Le Beatitudini |
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1 Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. |
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2 Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: | ||||||
3 « Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. | ||||||
4 Beati gli afflitti, perché saranno consolati. |
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5 Beati i miti, perché erediteranno la terra. |
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6 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. |
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7 Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. | ||||||
8 Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. |
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9 Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. | ||||||
10 Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. |
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11 Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. |
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12 Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi. |
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Sale della terra e luce del mondo |
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13 Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà rendere salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. |
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14 Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, |
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15 né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. |
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16 Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli. |
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Il compimento della legge |
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17 Non pensate che io sia venuto per abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. |
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18 In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure uno iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. |
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19 Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimo e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. |
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La nuova giustizia superiore all'antica |
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20 Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. |
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21 Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto al giudizio. |
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22 Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. |
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23 Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, |
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24 lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. | ||||||
25 Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. |
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26 In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo! | ||||||
27 Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; |
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28 ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. | ||||||
29 Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nelle Geenna. |
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30 E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna: | ||||||
31 Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio; |
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32 ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. |
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33 Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; |
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34 ma io vi dico: non giurare affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; | ||||||
35 né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. |
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36 Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. |
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37 Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno. |
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38 Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; |
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39 ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; | ||||||
40 e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. |
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41 E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. | ||||||
42 Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle. |
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43 Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; |
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44 ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, |
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45 perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. |
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46 Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? |
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47 E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? |
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48 Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. |
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Indice |
5,1-7,29 | Il discorso sul monte È il primo dei cinque grandi discorsi sul Regno. Il "monte" ha un valore simbolico: richiama il Sinai, la santa montagna dell'Antico Testamento. Gesù convoca sul monte ( Mt 5,1 ) tutto Israele ( Mt 4,25 ) e davanti a esso proclama in maniera definitiva la volontà di Dio. 5,1-12 Le beatitudini ( Lc 6,20-23 ) Gesù proclama l'amore di Dio per ogni uomo, specie per il povero: beato perché oggetto della predilezione di Dio. Dietro le beatitudini sta la figura di Gesù, che le ha vissute in pienezza. 5,1-2 Dove predicò Gesù il suo sermone? 5,1 Gesù ha esposto lo spirito nuovo del regno di Dio ( Mt 4,17+ ) con un discorso inaugurale; Mc lo ha omesso ( Mc 3,19+ ); Mt e Lc ( Lc 6,20-49 ) ne presentano due redazioni differenti. Luca ha soppresso, come meno interessante per i suoi lettori, ciò che concerneva le leggi o le pratiche giudaiche ( Mt 5,17-6,18 ); Mt invece vi ha inserito anche parole pronunziate in altre occasioni ( vedere i loro paralleli in Luca ), per ottenere un programma più completo. Nel discorso composito così ottenuto, sono trattati cinque temi principali: 1. quale spirito deve animare i figli del regno ( Mt 5,3-48 ); 2. con quale spirito essi devono « perfezionare » le leggi e le pratiche del giudaismo ( Mt 6,1-18 ); 3. il distacco dalle ricchezze ( Mt 6,19-34 ); 4. le relazioni con il prossimo ( Mt 7,1-12 ); 5. entrare nel regno con una scelta decisa e che si traduca in opere ( Mt 7,13-27 ). - montagna: una delle colline vicino a Cafarnao. |
5,3 | La povertà in spirito è la disposizione interiore di chi pone tutte le sue sicurezze in Dio solo. Qual è la prima beatitudine? Beati: l'AT usa talvolta formule di felicitazione come queste, a proposito di pietà, saggezza, prosperità, timor di Dio ( Sal 1,1-2; Sal 33,12; Sal 127,5-6; Pr 3,3; Sir 31,8, ecc. ). Gesù ricorda, nello spirito dei profeti, che anche i poveri hanno parte a queste « benedizioni »: le prime tre « beatitudini » ( Mt 5,3-5; Lc 6,20-21+ ) dichiarano che uomini, considerati comunemente sventurati o maledetti, sono felici, perché sono preparati a ricevere la benedizione del regno. Le beatitudini successive interessano più direttamente l'atteggiamento morale dell'uomo. Altre beatitudini di Gesù: Mt 11,6; Mt 13,16; Mt 16,17; Mt 24,46; Lc 11,27-28, ecc. Vedere anche Lc 1,45; Ap 1,3; Ap 14,13, ecc. - i poveri in spirito: traduzione letterale; BJ più liberamente: « Coloro che hanno un'anima da poveri ». Il Cristo riprende la parola « povero » con la sfumatura morale già percepibile in Sofonia ( cf. Sof 2,3+ ), esplicitata qui con l'espressione « in spirito », assente in Lc 6,20. Indifesi e oppressi, gli « umili » o i « poveri » sono disponibili per il regno dei cieli: tale è il tema delle beatitudini ( cf. Lc 4,18; Lc 7,22; Mt 11,5; Lc 14,13; Gc 2,5 ). La povertà sta alla pari con l'« infanzia spirituale », necessaria per entrare nel regno ( Mt 18,1s; Mc 9,33s, cf. Lc 9,46; Mt 19,13sp; Mt 11,25sp: il mistero rivelato ai « piccoli », nêpioi; cf. anche Lc 12,32; 1 Cor 1,26s ). Ai poveri, ptôichoi, corrispondono ancora gli umili, tapeinoi ( Lc 1,48.52; Lc 14,11; Lc 18,14; Mt 23,12; Mt 18,4 ), gli « ultimi » opposti ai « primi » ( Mc 9,35 ), i « piccoli » opposti ai « grandi » ( Lc 9,48; cf. Mt 19,30p; Mt 20,26p; Lc 17,10 ). Sebbene la formula di Mt 5,3 sottolinei lo spirito di povertà, presso il ricco come presso il povero, ciò che il Cristo considera generalmente è una povertà effettiva, in particolare per i suoi discepoli ( Mt 6,19s, cf. Lc 12,33s; Mt 6,25p; Mt 4,18sp, cf. Lc 5,1s; Lc 9,9p; Lc 19,21p; Lc 19,27, cf. Mc 10,28p; cf. At 2,44s; At 4,32s ). Egli stesso dà esempio di povertà ( Lc 2,7; Mt 8,20p ) e di umiltà ( Mt 11,29; Mt 20,28p, Mt 21,5; Gv 13,12s; cf. 2 Cor 8,9; Fil 2,7s ), e si identifica con i piccoli e gli infelici ( Mt 25,45, cf. Mt 18,5sp ). |
5,4 | Essere nel pianto indica soprattutto la sofferenza per gli ostacoli posti dal mondo all'adempimento della volontà di Dio. |
5,5 | La terra allude anzitutto a quella data in dono da Dio a Israele, ma qui è simbolo dei beni messianici:
Sal 37,11. i miti oppure « gli umili ». Ripreso dal Sal 37 secondo i LXX. Il v 5 è il v 4 in BJ ( cf. volg. ) perché potrebbe essere solo una glossa del v 3; la sua omissione ridurrebbe il numero delle beatitudini a sette ( cf. Mt 6,9+ ). |
5,6 | Per giustizia si intende in primo luogo l'adempimento di ogni dovere verso Dio: Mt 1,19; Mt 3,15; Lc 1,6. |
5,8 | Nella Bibbia il cuore è la sede dell'intelligenza e della volontà. La purezza di cuore equivale perciò alla purezza delle intenzioni. |
5,10-12 | La beatitudine della persecuzione è una novità del vangelo. |
5,11-12 | Bisogna essere un masochista per avere gioia nelle prove? |
5,12 | i profeti prima di voi: i discepoli sono i successori dei profeti ( cf. Mt 10,41; Mt 13,17; Mt 23,34 ). |
5,13-16 | Sale della terra, luce del mondo ( Mc 9,50; Lc 14,34-35 ) |
5,15 | Vedi anche
Mc 4,21;
Lc 8,16;
Lc 11,33. Il moggio aveva la forma di un mastello poggiato su tre o quattro piedi. Nell'antichità il moggio era un mobiletto a tre o quattro piedi. Qui sarebbe questione di nascondere la lampada sotto questo mobiletto, un po' come sotto il letto di Mc 4,21p, non di spegnerla coprendola con un moggio moderno. |
5,17-20 | La Legge e il suo compimento (
Lc 16,17 ) 5,17 La "giustizia" insegnata da Gesù ( Mt 5,6 ) porta a compimento le esigenze più profonde dell'Antico Testamento. Legge e Profeti erano le prime due grandi parti della Bibbia ebraica; per estensione, indicano tutto l'Antico Testamento. Gesù non viene né a distruggere la legge ( Dt 4,8+ ) e tutta l'economia antica né a consacrarla come intangibile, ma a darle, con il suo comportamento, una forma nuova e definitiva, dove si realizza infine nella pienezza ciò verso cui la legge stessa era avviata ( cf. Mt 1,22+; Mc 1,15+ ). Ciò si applica in particolare della « giustizia » ( v 20, cf. Mt 3,15; Lv 19,15; Rm 1,16+ ), « giustizia perfetta » ( v 48 ), di cui le sentenze antitetiche dei vv 21-48 danno parecchi esempi significativi. Il precetto antico diventa interiore e raggiunge perfino il desiderio e il movente segreto ( cf. Mt 12,34; Mt 23,25-28 ). Nessun punto particolare della legge deve essere dunque omesso, a meno che non sia stato portato così al suo compimento ( vv 18-19; cf. Mt 13,52 ). Si tratta meno di alleggerimento che di approfondimento ( Mt 11,28 ). L'amore, in cui già si riassumeva la legge antica ( Mt 7,12; Mt 22,34-40p ), diviene il comandamento nuovo di Gesù ( Gv 13,34 ) e compie tutta la legge ( Rm 13,8-10; Gal 5,14; cf. Col 3,14+ ). 5,17-18 Che cosa pensava Gesù della legge dell'Antico Testamento? |
5,18 | Lo iota è la più piccola lettera dell'alfabeto ebraico; con trattino si traduce qui una parola greca ( keraia ) che indica un segno grafico piccolissimo. Introducendo con amen (= in verità, cf. Sal 41,14+ e Rm 1,25+ ) alcune sue parole, Gesù ne sottolinea l'autorità ( Mt 6,2.5.16, ecc.; Gv 1,51, ecc. ). - neppure un iota o un segno dalla legge: alla lettera « non uno iota, non un piccolo tratto »; BJ traduce: « un puntino sull'i ». |
5,19-20 | Pur allontanandosi dalla rigidità dei farisei, il discepolo di Gesù deve compiere la volontà di Dio ( la giustizia ) con la cura più grande. |
5,21-26 | Collera e riconciliazione (
Lc 12,58-59 ) 5,21-22 Citazione di Es 20,13 e Dt 5,17. La legge di Dio educa l'intimo dell'uomo, ne dirige i pensieri più segreti. La Geènna era una piccola valle a sud di Gerusalemme, immagine popolare dell'inferno, a motivo dei rifiuti che vi bruciavano continuamente. inteso oppure udito: l'insegnamento tradizionale era impartito oralmente, soprattutto nelle sinagoghe. |
5,22 | Perché Gesù disse di non chiamare qualcuno "pazzo" quando lui stesso lo fece? stupido: BJ traduce: « cretino ». La parola aramaica raqa significa: « testa vuota », « senza cervello ». - sinedrio: qui il gran sinedrio che aveva sede a Gerusalemme, in opposizione ai semplici « tribunali » ( vv 21-22 ) sparsi nel paese. - pazzo: BJ traduce: « rinnegato ». Al primo significato del termine greco, « insensato », l'uso ebraico aggiungeva una sfumatura molto più grave di empietà religiosa. |
5,27-32 | Adulterio e fedeltà 5,27 Citazione di Es 20,14 e Dt 5,18. |
5,28 | Gesù intende riportare l'uomo a un amore puro, come è quello di Dio, non possessivo e non lesivo dell'altro. |
5,29-30 | Vedi
Mt 18,8-9;
Mc 9,43-47. In forma paradossale Gesù afferma la necessità di difendersi contro ogni occasione di peccato e il dovere di amare Dio con tutta la propria persona. Dobbiamo veramente tagliare la mano o il piede, oppure cavare l'occhio, se pecchiamo? |
5,31 | Citazione di Dt 24,1. |
5,32 | Nessuna reale eccezione alla indissolubilità del matrimonio:
Mc 10,11-12;
Lc 16,18;
1 Cor 7,10-11. Per unione illegittima si intende l'unione illecita, proibita dalla Legge. Mt 19,3-9. |
5,33-37 | Sì, sì; no, no 5,33-35 Es 20,7; Nm 30,3; Dt 23,22. |
5,34 | Non è mai giusto giurare? |
5,37 | sì, sì; no, no: BJ ha: « sì? sì; no? no ». Questa formula, apparentemente ben conosciuta ( cf. 2 Cor 1,17; Gc 5,12 ), può spiegarsi in diversi modi: 1. veracità: se è sì, dite sì; se è no, dite no; 2. sincerità: il sì della bocca ( o il no ) corrisponda al sì ( o al no ) del cuore; 3. solennità: la ripetizione del sì o del no sarebbe una forma solenne di affermazione o di negazione, che deve bastare e dispensare dal ricorrere al giuramento che impegna la divinità. |
5,38-48 | Vendetta, perdono, amore (
Lc 6,27-36 ) 5,38-42 L'antica legge del taglione ( Es 21,23-25; Lv 24,19-20; Dt 19,18-21 ) voleva essere un superamento del principio della vendetta indiscriminata ( quale è espressa ad es. in Gen 4,23-24 ). Gesù porta ancora più avanti l'esigenza di vita fraterna: occorre strappare dal cuore la radice stessa della vendetta, per giungere fino all'amore del nemico, imitando Dio. |
5,39 | Dobbiamo rinunciare a tutto? vi dico di non opporvi: si tratta ( vedere gli esempi dei vv 39-40 ) del male da cui si è colpiti personalmente; è proibito opporgli resistenza a modo di vendetta, rendendo male per male secondo la regola giudaica del taglione ( v 38; cf. Es 21,25+: Sal 5,11+ ). Gesù non proibisce né di opporsi con dignità agli attacchi ingiusti ( cf. Gv 18,22s ) né, ancor meno, di combattere il male nel mondo. |
5,40 | toglierti: a titolo di pegno ( cf.
Es 22,25s;
Dt 24,12s ) È chiaro che qui Gesù dà uno stile volutamente paradossale al suo pensiero ( cf. Mt 19,24 ). |
5,43 | Citazione di
Lv 19,18. Gli Ebrei tendevano a considerare come loro prossimo soltanto i connazionali. Perché l'Antico Testamento dice di odiare i nemici? E dove lo dice? La seconda parte di questo comandamento ( « odierai il tuo nemico » ) non si trova, tale e quale, nella legge né si potrebbe trovare. Questa espressione, forzata, di una lingua povera di sfumature ( l'originale aramaico) equivale a: « Non devi amare il tuo nemico ». Confrontare Lc 14,26 e il suo parallelo Mt 10,37. Tuttavia si trova, in Sir 12,4-7 e negli scritti di Qumran ( 1 QS 1,10, ecc. ), una detestazione dei peccatori che non è lontana dall'odio; a simili espressioni ha potuto pensare Gesù. |
5,44 | vostri nemici: un'aggiunta precisa: « fate del bene a coloro che vi odiano ». - persecutori: un'aggiunta porta: « e per coloro che vi maltrattano » ( cf. Lc 6,27s ). |
5,46 | I pubblicani riscuotevano le imposte per conto dell'autorità romana. Per la loro collaborazione con i pagani e poiché spesso indulgevano alle prevaricazioni e alla frode erano considerati pubblici peccatori; il loro mestiere, esercitato con esosità, votava al disprezzo pubblico ( cf. Mt 9,10; Mt 18,17+ ). |