Leggenda dei tre compagni

Capitolo XIV

Del capitolo che si celebrava due volte l'anno

nel luogo di Santa Maria della Porziuncola

[1466] 57. Ottenuto dall'abate il luogo di Santa Maria, Francesco stabilì che vi si celebrasse il Capitolo due volte l'anno: a Pentecoste e nella festa di san Michele in settembre.

A Pentecoste si riunivano a Santa Maria tutti i frati e trattavano su come potessero meglio osservare la Regola inviavano dei frati nelle diverse regioni a predicare, altri distribuivano nelle loro province.

Francesco dirigeva all'assemblea le ammonizioni, riprensioni e direttive che gli sembravano conformi al volere di Dio.

E tutto quello che esprimeva loro a parole, lo realizzava con premura e affetto nel suo comportamento.

[1467] Egli venerava i prelati e i sacerdoti della santa Chiesa, rispettava i signori, i nobili e i ricchi, ma amava profondamente i poveri, partecipando con tenerezza alle loro sofferenze.

Si mostrava servitore di tutti.

Benché fosse sopra l'intera fraternità, designava uno di quelli che vivevano con lui come suo guardiano e padrone, e gli obbediva con umiltà e devozione, per fugare da sé ogni occasione di orgoglio.

Si faceva piccolo in mezzo agli uomini, curvando il capo fino a terra, allo scopo di meritare al cospetto di Dio di essere esaltato in mezzo ai santi e agli eletti.

[1468] Era instancabile nell'esortare i fratelli all'osservanza fedele del Vangelo e della Regola, come avevano promesso, e specialmente a mostrarsi reverenti e devoti agli uffici liturgici e agli ordinamenti ecclesiastici, ascoltando fervorosi la Messa, adorando con la massima devozione il corpo del Signore.

Volle fossero onorati in maniera particolare i sacerdoti, che amministrano sacramenti così venerandi e sublimi: dovunque li incontrassero, dovevano chinare il capo davanti a loro e baciar loro le mani; se poi li vedevano a cavallo, esigeva si baciasse loro le mani, non solo, ma addirittura gli zoccoli del cavallo cui stavano in groppa, per reverenza verso i poteri sacri di cui sono insigniti i ministri di Dio.

[1469] 58. Insisteva perché i fratelli non giudicassero nessuno, e non guardassero con disprezzo quelli che vivono nel lusso e vestono con ricercatezza esagerata e fasto, poiché Dio è il Signore nostro e loro, e ha il potere di chiamarli a sé e di renderli giusti.

Prescriveva anzi che riverissero costoro come fratelli e padroni: fratelli, perché ricevono vita dall'unico Creatore; padroni, perché aiutano i buoni a far penitenza, sovvenendo alle necessità materiali di questi.

E aggiungeva: " Tale dovrebbe essere il comportamento dei frati in mezzo alla gente, che chiunque li ascolti e li veda, sia indotto a glorificare e lodare il Padre celeste ".

Era suo vivo desiderio che tanto lui quanto i frati abbondassero di opere buone, mediante le quali il Signore viene lodato.

E diceva: " La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori.

Non provocate nessuno all'ira o allo scandalo, ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia dalla vostra mitezza.

Questa è la nostra vocazione: curare le ferite, fasciare le fratture, richiamare gli smarriti.

Molti, che ci sembrano membra del diavolo, possono un giorno diventare discepoli di Cristo ".

[1470] 59. Francesco muoveva rimproveri ai suoi fratelli troppo duri verso se stessi, e che arrivavano allo sfinimento a forza di veglie, digiuni, orazioni e penitenze corporali.

Certuni infatti, per reprimere l'ardore dei sensi, si infliggevano tormenti così crudeli, da sembrare animati da suicidio.

L'uomo di Dio vietava simili eccessi, ammonendo quei fratelli con amorevolezza e richiamandoli al buonsenso, curando le loro ferite con la medicina di sagge istruzioni.

Nessuno dei fratelli intervenuti al Capitolo osava parlare di argomenti mondani: s'intrattenevano sulle vite dei santi Padri e sui mezzi più idonei per ottenere più copiosa ed efficace la grazia del Signore Gesù Cristo.

Se qualche fratello presente al Capitolo era afflitto da tentazione o tribolazione, ascoltando Francesco parlare con tanta dolcezza e fervore, e vedendo come si comportava, si sentiva libero dalle tentazioni e mirabilmente alleviato dalle tribolazioni.

Parlava con loro immedesimandosi nella loro situazione, non come un giudice quindi, bensì come un padre comprensivo con i suoi figli e come un medico compassionevole con i propri malati.

Sapeva essere infermo con gli infermi, afflitto con gli afflitti.

Tuttavia quando era il caso castigava quelli che commettevano delle infrazioni, infliggeva le meritate punizioni ai recidivi e ai riottosi.

[1471] Finito il Capitolo, il Santo benediceva i frati tutti, e assegnava ciascuno alle diverse province.

Concedeva l'incarico della predicazione a quanti, chierici o laici, avessero lo Spirito di Dio e le capacità richieste.

Ed essi, ricevuta la sua benedizione, con grande intimo gaudio, si spargevano per il mondo come pellegrini e stranieri, nulla portando nel viaggio all'infuori dei libri indispensabili per recitare le ore liturgiche.

Dovunque s'imbattessero in un sacerdote, non importa se ricco o povero, degno o indegno, s'inchinavano umilmente in segno di reverenza.

Al momento di cercare chi li ospitasse, preferivano rivolgersi ai sacerdoti anziché ai laici.

60. Se però non trovavano ospitalità presso i sacerdoti, andavano in cerca di persone spirituali e timorate di Dio, in casa delle quali alloggiare decorosamente.

Così facevano per tutte le città e i paesi che si proponevano di visitare, finché il Signore ispirò ad alcuni uomini pii di apprestare per i frati delle dimore.

In seguito furono costruite appositamente per essi delle case nelle città e nei paesi.

Il Signore comunicava loro la sua parola e il suo spirito a seconda delle circostanze, così che potessero proferire discorsi che penetravano acuti nei cuori sia dei giovani che degli anziani.

Molti, abbandonando il padre e la madre e ogni loro avere, seguivano i frati indossando il saio dell'Ordine.

Allora fu davvero inviata sulla terra la spada della separazione, quando i giovani si facevano religiosi, lasciando i genitori nelle miserie di questo mondo.

Quelli che venivano ricevuti nell'Ordine erano condotti da Francesco, per ricevere dalle sue mani l'abito religioso con umiltà e devozione.

[1472] Non erano solo gli uomini a entrare nel movimento, ma anche molte vergini e vedove, toccate dalla predicazione dei frati e seguendo il loro consiglio, si rinchiudevano a fare penitenza nei monasteri delle loro città e paesi.

E fu scelto un frate con l'incarico di essere loro visitatore e direttore.

Anche gli uomini ammogliati e le donne maritate, non potendo svincolarsi dai legami matrimoniali, dietro suggerimento dei frati, praticavano una più stretta penitenza nelle loro case.

In tal modo per mezzo di Francesco, perfetto adoratore della Trinità, la Chiesa di Dio fu rinnovata da questi tre Ordini, come era stato prefigurato dal restauro delle tre chiese, eseguito dal Santo.

Ciascuno di questi tre Ordini fu approvato, a suo tempo, dal sommo pontefice.

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