Testimonianze successive alla morte |
[2271] 1. Nel periodo in cui era vescovo di Ostia, Ugolino istituì e portò a compimento i nuovi Ordini dei Fratelli della Penitenza e delle Suore Recluse.
Ma anche l'Ordine dei minori, quando moveva incerto i suoi primi passi, egli guidò, elaborando per loro una nuova Regola, dando così forma a quel movimento ancora informe, e designando il beato Francesco come ministro e capo.
2. Sotto la direzione di lui questi frati minori crebbero talmente di numero che, col favore della divina potenza non c'è paese al mondo, per quanto piccolo, che sia privo della loro venerabile presenza ( consortio ).
[2272] Invero, oltre alle cose, meritevoli di grande ammirazione, che egli concesse per venire incontro, con paterna liberalità, alle necessità dei frati, per le predette Signore ( recluse ) fece costruire un monastero a Roma, il monastero di san Cosma, e ( altri ) in Lombardia e in Toscana, sostenendo l'onere di innumerevoli spese con sovvenzioni personali, e provvedendo alle necessità dei singoli.
Quelle poi che accogliendo la divina ispirazione tramite l'impegno della sua predicazione, avevano abbandonato i parenti e la casa, non piegate neppure dalle lacrime dei propri figli, e avevano commutato la superbia del mondo e le ricchezze temporali con i rigori dell'estrema povertà, e il tessuto di veste preziosa con le spine pungenti di aspra lana, una volta salito al soglio pontificio, le raccoglieva come figlie, le venerava come madri, e sovveniva alla loro indigenza con più larghi aiuti ...
[2273] 3. ... In quel tempo, il beato Francesco dalla città di Assisi risplendeva quasi stella nuova nel firmamento della Chiesa per chiarità di miracoli.
Il santissimo papa Gregorio ordinò una diligente indagine su di essi e, vista la relazione veridica dei testimoni, li approvò.
Poi, ascoltando il consiglio dei fratelli cardinali, si recò ad Assisi ( da Perugia ove era ).
Era il giorno 4 ottobre del secondo anno del pontificato di lui.
Rivestito di paramenti preziosi e contornato dai venerabili cardinali e dai prelati dei diversi gradi, in mezzo ad una moltitudine confluita da tutte le parti del mondo, tra lo sventolio delle palme e le luci dei ceri, egli svolse un profondo discorso, su questo tema: « Come la stella del mattino tra le nubi, e come il sole splendente nei suoi giorni, così egli risplendette nella casa del Signore ».
Quindi si diede lettura pubblica dei miracoli.
Finalmente il beatissimo Pontefice, in un profluvio di lacrime, decretò che il beato Francesco, che era stato in vita servitore del Crocifisso e del Crocifisso aveva portato nel cuore e nel corpo i segni delle stimmate fosse inscritto nell'albo dei Santi.
Tre giorni dopo fece ritorno a Perugia.
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