Cronaca di Salimbene De Adam |
[2604] Incomincia il Libro del Prelato, che composi in occasione di frate Elia, e contiene, molte cose buone e utili.
Nell'anno 1238, indizione XI, io, frate Salimbene de Adam, della città di Parma, entrai nell'Ordine dei frati minori.
Era il 4 febbraio, festa di san Gilberto.
Fui accettato la sera della vigilia di santa Agata, nella stessa mia città, dal ministro generale, frate Elia.
Questi era in viaggio per Cremona, come messaggero di papa Gregorio IX all'imperatore, essendo egli amico particolare d'ambedue.
Un ambasciatore molto opportuno, poiché, come dice san Gregorio: « Quando si invia una persona che spiace a perorare, l'animo di chi è già adirato si volge al peggio ».
C'era là anche frate Gerardo da Modena, che si interpose perché fossi ricevuto, e fu esaudito.
Il podestà di Parma, Gerardo da Correggio, detto de' Denti perché aveva denti grossi, venne di persona con alcuni cavalieri al convento dei frati, a far visita a frate Elia.
Questi stava nella stanza ove mangiano gli ospiti, cioè dei forestieri, seduto su di un letto con cuscino, e aveva un grande fuoco davanti a sé e portava sul capo un berretto all'armena.
Neppure si alzò né si mosse quando il podestà entrò e lo salutò, come ho visto io con i miei occhi.
La cosa fu ritenuta da tutti una grande villania ...
[2605] 22. Il padre di frate Elia era di Castel de' Britti, nella diocesi di Bologna, la madre era invece di Assisi.
Prima che fosse frate, era chiamato Bombarone; confezionava materassi e insegnava ai bambini a leggere il salterio, e questo ad Assisi.
Entrato nell'Ordine dei frati minori, prese il nome di Elia, e fu due volte ministro generale.
Godeva il favore dell'Imperatore e del Papa.
Ma in seguito il Signore lo umiliò, secondo la parola della Scrittura: L'uno lo umilia e l'altro l'innalza.
E ciò avvenne l'anno seguente, come diremo, quando fu levato dall'incarico nel Capitolo generale tenuto alla presenza di papa Gregorio IX.
E ben se lo meritava, per le molte colpe ch'egli commise.
Ma cominciamo da quella villania che si è detto).
... Frate Elia aveva inoltre l'abitudine di parlare proverbiando.
Quando il podestà gli domandò dove era diretto e per quali faccende, rispose che egli era attirato e sospinto insieme: attirato dall'imperatore e sospinto dal Papa che ve lo mandava.
Come a dire che andava da un amico ad un altro amico.
La risposta fu ritenuta dagli uditori molto saggia.
[2606] La seconda colpa di frate Elia fu che ammise nell'Ordine molte persone inutili.
Ho dimorato nel convento di Siena due anni e vi erano 25 frati laici; stetti a Pisa 4 anni e ve n'erano ben 30.
Ma forse il Signore ha voluto questo per molte ragioni.
Prima di tutto perché quando si edificano palazzi o chiese o altre abitazioni, si collocano nelle fondamenta pietre non squadrate; quando poi le fondamenta affiorano dalla terra, si dispongono pietre tagliate e belle per dare splendore all'edificio
Ben si addice all'Ordine di san Francesco quanto il Signore promette alla sua Chiesa militante e trionfante, come dice Isaia, al capitolo 54,11: Poveretta, sbattuta dalla tempesta, senza consolazione, ecco, io ti rifabbrico sopra il diaspro e sopra lo zaffiro pongo le tue fondamenta.
Farò i tuoi merletti di rubino, le tue porte di pietre preziose.
utti i tuoi figli saranno discepoli del Signore, grande sarà la prosperità dei tuoi figli, sarai fondata sulla giustizia.
[2607] Seconda ragione è che il beato Francesco ha voluto imitare e seguire fino in fondo il Figlio di Dio ...
E il Signore ha voluto scegliere e chiamare i poveri perché non si potesse attribuire ai nobili e ai potenti, ai sapienti e ai ricchi, quello che egli stava per compiere ...
[2608] Terza ragione è perché così fu rivelato in visione al beato Francesco.
Si dice infatti nel capitolo III della sua Leggenda: « Un giorno, mentre stava in un luogo solitario a piangere con grande amarezza gli anni passati, sopraggiunse su di lui la gioia dello Spirito Santo, che lo rassicurò della remissione piena di tutti i suoi peccati ... ».
[2609] Quarta ragione è che questa stessa cosa era stata rivelata all'abate Gioacchino, il quale, parlando dei due Ordini futuri dice: « Sembra a me che l'Ordine più umile ( minor ) raccolga i grappoli della terra, perché introdurrà e incorporerà nella Chiesa chierici e laici; l'altro Ordine invece arruolerà soprattutto i chierici »
[2610] Se qualcuno poi domandasse: quale colpa ha dunque commesso frate Elia nell'accettare i frati laici, se eseguiva ciò che era stato stabilito dal Signore?
Risponderò: Quello che gli uomini fanno, giudicalo dall'intenzione che hanno.
Infatti, la passione di Cristo fu un'opera buona, anzi ottima, perché per essa siamo stati salvati e liberati; ma fu cosa empia per i Giudei che l'attuarono e poi non vollero credere a Cristo morto.
Allo stesso modo, se frate Elia accoglieva laici in grande quantità con l'intenzione di poter più facilmente dominare per mezzo loro e perché, una volta accettati, riempissero le sue mani portandogli denaro, dobbiamo dire con chiarezza che era giusto che, per questi motivi, fosse deposto da ministro generale ...
[2611] Terza colpa di frate Elia fu che promosse agli uffici dell'Ordine persone che non ne erano degne.
Costituì guardiani, custodi e ministri dei frati laici, cosa veramente assurda, perché c'era nell'Ordine abbondanza di buoni chierici ...
[2612] Quarta colpa fu che, in tutto il tempo del suo governo, non si fecero costituzioni generali nell'Ordine, mentre è per mezzo di esse che si conserva l'osservanza della Regola, si governa l'Ordine, si vive con uniformità e si compiono tante cose buone.
Perciò si applica bene a questo fatto quella nota che viene ripetuta tre volte nel libro dei Giudici nell'ultimo capitolo: In quei giorni non c'era re ( cioè non c'era legge ) in Israele ma ciascuno si regolava secondo il suo giudizio; perché sotto tre ministri generali l'Ordine non ebbe costituzioni generali, cioè sotto il beato Francesco e Giovanni Parenti e sotto Elia, che due volte governò e due volte danneggiò l'Ordine.
Sotto il suo governo infatti, molti frati laici portavano la chierica, mentre non sapevano neppure scrivere; alcuni dimoravano nelle città completamente rinchiusi in un eremitorio vicino alla chiesa dei frati, e avevano una finestrella nella parete, dalla quale conversavano con le donne, sebbene fossero laici, inetti ad ascoltare le confessioni e a dar consigli; ... alcuni se ne stavano soli, cioè senza il frate compagno, negli ospedali ...
Ho visto ancora altri che portavano sempre una lunga barba come gli Armeni e i Greci.
Alcuni come cingolo non avevano il cordone comune, ma una corda animata e fatta di fili attorcigliati in modi curiosi, e felice chi poteva procurarsela più bella! ...
Sarebbe troppo lungo ricordare tutte le villanie e gli abusi che ho veduto compiere; forse me ne mancherebbe il tempo, non avrei carta a sufficienza e darei ai lettori occasione di stanchezza e non di edificazione.
[2613] Se un frate laico vedeva qualche giovane che parlava latino, lo rimproverava e diceva poi a se stesso « Oh me misero! vuoi abbandonare la santa semplicità per questa tua sapienza delle sacre Scritture? ».
Io rispondevo dall'altra parte in questo modo: « La santa rusticità giova solo a se stessa, e quanto edifica la Chiesa di Cristo a motivo della sua vita, tanto nuoce ad essa se non sa resistere a quelli che la distruggono! ».
Veramente un asino vorrebbe che tutte le cose che vede siano asini!
[2614] ... In quel tempo i laici avevano la precedenza sui sacerdoti e in qualche eremitorio, dove tutti erano laici, eccetto un sacerdote o uno studente, volevano che anche il sacerdote avesse il suo turno in cucina.
Capitò così che il turno del sacerdote fosse di domenica; egli, entrato in cucina, chiuse con cura la porta e cominciò a cuocere i legumi, così come sapeva fare.
Ma giunsero dei secolari francesi e chiedevano insistentemente la Messa, e non c'era chi la celebrasse.
Vennero allora i frati laici in tutta fretta a picchiare alla porta della cucina, insistendo perché il sacerdote si recasse a celebrare.
Ma quegli rispose: « Andateci voi e cantate Messa, perché io faccio la cucina, che voi non volete fare! ».
E così furono coperti di vergogna, riconoscendo la loro miseria ...
Perciò giustamente, con l'andar del tempo, furono ridotti a contare ben poco, essendo stato quasi proibito di accettarli, per la ragione che non avevano saputo capire l'onore che era loro tributato e perché l'Ordine dei frati minori non ha bisogno di tanta moltitudine di frati laici! ...
Infatti ordivano sempre insidie a noi ( chierici ).
Io ricordo che nel convento di Pisa volevano presentare al capitolo questa proposta: che quando si accettava un chierico si accettasse anche un laico.
Ma non furono ascoltati e neppure esauditi, perché era una cosa molto sconveniente.
[2615] Devo dire però che nel tempo in cui io fui accettato, trovai nell'Ordine molti uomini di grande santità, orazione, devozione, contemplazione, e di vasta cultura.
Poiché questa unica cosa buona ebbe frate Elia, che si fece promotore dello studio della teologia nell'Ordine.
Quando io entrai nell'Ordine, l'Ordine aveva trent'un anno di vita; e vidi il primo frate dopo il beato Francesco e altri della prima generazione.
[2616] Quinta colpa di frate Elia fu che non volle mai visitare di persona l'Ordine, ma dimorava sempre o ad Assisi o in un certo convento che aveva fatto costruire nella diocesi di Arezzo, bellissimo e ameno e dilettevole, convento che si chiama tuttora Celle di Cortona ...
[2617] Sesta colpa fu che amareggiava e disprezzava i ministri provinciali se non riscattavano le sue vessazioni mandando tributi e doni per lui ... e li teneva sotto il suo bastone con modi così duri che avevano terrore di lui, come il giunco quando è percosso dall'acqua, o come trema l'allodola quando lo sparviero la insegue e tenta catturarla.
Non c'è da stupirsi perché, come è detto nel libro I dei Re, 25: egli era figlio di Belial, così che nessuno poteva parlargli.
E davvero nessuno osava dirgli la verità e rimproverargli la sua vita e le sue opere malvagie, ad eccezione di frate Agostino da Recanati e di frate Bonaventura da Iseo.
Perciò con leggerezza copriva di disprezzo i ministri che venivano accusati di falsità dai suoi complici, sparsi per tutte le province dell'Ordine certi frati laici, pieni di malizia, pestiferi e ostinati ...
Li deponeva dall'ufficio, anche senza nessuna colpa e li privava dei libri e del diritto di predicare e di confessare.
Ad alcuni poi mandava il cappuccio lungo ( capperone ) e li faceva girare dall'Oriente all'Occidente ...
Riassumendo, al tempo di frate Elia i ministri erano sottoposti a questi tre malanni: venivano calunniati, venivano sottoposti a giudizi violenti e ingiusti, e veniva sconvolta la giustizia nelle loro province ...
Quanto al terzo malanno, è cosa nota, e lo vidi io con i miei occhi, che Elia collocava in ogni provincia un visitatore, che stava ivi tutto l'anno e girava per la provincia, come fosse il ministro, e in alcuni conventi si fermava, lui col suo compagno, fino a 25 giorni o anche un mese o più o meno secondo il suo capriccio; e va detto che le province erano più piccole di quanto siano ora.
E chiunque voleva presentare accuse contro il suo ministro, lo poteva fare ed era ascoltato da questi visitatori.
E quello che il ministro ordinava per la sua provincia, il visitatore poteva annullarlo o togliere o aggiungere, a suo giudizio ...
E quello che è più grave: Elia mandava dei visitatori che fossero esattori piuttosto che correttori, perché premessero sulle province e sui ministri, per strapparne tributi e doni ...
Fu con questo sistema che i ministri provinciali in quel tempo fecero fondere a loro spese presso Assisi una campana per la chiesa di San Francesco, grande e bella e sonora, che io ho visto; essa, assieme ad altre cinque campane, riempiva tutta la valle con mirabile concento ...
[2618] Allora l'Ordine dei frati minori fece giungere la sua voce a papa Gregorio IX, poiché frate Elia nella sua perversità sottoponeva tutti a molteplici angherie.
E il Papa ascoltò questo clamore dell'Ordine e lo depose ... e volle che presto si facesse una nuova elezione ...
E papa Gregorio lo depose perché non fosse ministro generale, perché era un grande distruttore dell'Ordine di san Francesco e voleva con la frode e la violenza tenere il governo dell'Ordine contro la volontà dei ministri e custodi, ai quali spetta, secondo la Regola, fare l'elezione.
[2619] Settima colpa di frate Elia fu che voleva vivere splendidamente, tra comodità e magnificenza e aveva palafreni pingui e robusti e sempre andava a cavallo, fosse pure per passare da una chiesa all'altra distanti solo mezzo miglio, diportandosi contro il precetto della Regola ...
Aveva ancora giovanetti secolari come donzelli, alla maniera dei vescovi, vestiti con abiti di colori sgargianti, e l'assistevano e servivano in tutto.
Raramente poi mangiava in convento con gli altri frati, ma nella sua camera, da solo.
Aveva anche un suo cuoco particolare, ... aveva una sua famiglia speciale di 12 o 14 frati, che teneva con sé al convento delle Celle ...
Del gruppo di frate Elia era poi un certo Giovanni, detto delle Lodi, frate laico, duro e violento, torturatore e carnefice pessimo, che, su ordine di Elia, dava la disciplina ai frati, senza misericordia ...
[2620] Ottava colpa di frate Elia fu che volle tenere in mano l'Ordine con la violenza, e per poter raggiungere questo scopo ricorse a molte astuzie: la prima è che cambiava frequentemente i ministri affinché non avvenisse che radicandosi troppo potessero insorgere con più forza contro di lui; la seconda è che eleggeva ministri quei frati che riteneva suoi amici; la terza è che non celebrava Capitoli generali, se non in forma parziale, cioè dei soli frati al di qua delle Alpi; non convocava gli ultramontani per paura che lo deponessero.
[2621] Quando piacque a Dio, dal quale provengono tutte le cose buone: questi e quelli si riunirono insieme e lo fecero deporre, così che poteva applicarsi a lui quel versetto di Geremia: Ho chiamato i miei alleati, ma essi mi hanno tradito.
Perché si attuasse questo raduno di tutti i ministri in Capitolo generale per deporre frate Elia, molto si adoprò frate Arnolfo, inglese, dell'Ordine dei minori, uomo santo e letterato, zelatore e promotore dell'Ordine, che era in quel tempo penitenziere nella curia di papa Gregorio IX.
[2622] Nona colpa fu che, avendo saputo che era in progetto questa riunione dei ministri per deporlo, spedì « obbedienze » a tutti i frati laici più robusti che riteneva suoi amici, perché facessero di tutto per non mancare al Capitolo.
Sperava infatti di avere nei loro bastoni una buona difesa.
Ma frate Arnolfo lo seppe e fece ordinanza, con l'autorità di papa Gregorio, che venissero al Capitolo generale solo i frati che ne avevano il diritto e il dovere in base alla Regola, con compagni idonei e prudenti, e fece annullare tutte le obbedienze diramate ai laici da frate Elia.
Il Papa stesso intervenne al Capitolo e ascoltò i pareri dei frati circa la deposizione di Elia e l'elezione di frate Alberto da Pisa come suo successore nel generalato.
[2623] In quel Capitolo si stilarono anche una gran moltitudine di costituzioni, ma piuttosto disordinatamente.
Più tardi vi mise ordine frate Bonaventura, ministro generale, e vi aggiunse poco di suo, ma determinò in qualche punto le penitenze.
In quello stesso anno ci fu una grandissima eclisse di sole, come ho osservato con i miei occhi.
[2624] Decima colpa di frate Elia fu che, dichiarato decaduto, non prese la cosa con umiltà e pazienza, ma parteggiò in tutto per l'imperatore Federico, che era stato scomunicato da Gregorio IX, cavalcando e dimorando con lui, assieme ad alcuni frati del suo gruppo, con l'abito dell'Ordine.
Cosa che ridondava a scandalo per il Papa, la Chiesa e l'Ordine, soprattutto perché l'imperatore in quei giorni era già stato ... Mancano le pgg. 2118 - 2119
[2629] Quanto ho scritto di frate Elia può bastare.
Era nostra intenzione trattare dei ministri generali dell'Ordine di san Francesco a loro luogo; ma frate Elia, che fu uno di loro e dal quale fui ricevuto all'Ordine, offriva materia storica troppo abbondante.
Per questo motivo ho voluto sbrigarla subito ora, e così, deposto questo carico, proseguirò più agevolmente il resto della storia ...
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