Altre testimonianza Francescane |
[2660] 1. Nell'anno 1224 fu confermata la Regola e vita dei frati minori da papa Onorio.
Nello stesso anno, dopo la festa della Natività della Vergine gloriosa, i frati minori sbarcarono in Inghilterra, presso Dower, quattro chierici e cinque laici.
Furono giudicati uomini semplici e spregevoli, per la ragione che in quel tempo i pazzi di quella regione vestivano quasi alla stessa maniera.
Un certo burlone disse: " Se sono dentro il loro cuore quali appaiono esteriormente, ritengo che siano migliori di tutti quelli che ci sono in giro ".
[2661] 2. Porterò qui due esempi per dimostrarti quanto erano ritenuti spregevoli.
Sbarcati in quella regione, nelle vicinanze di Dower, domandarono ospitalità come mendicanti ad un nobile signore e furono accolti come degli sconosciuti.
Egli perciò li rinchiuse in una stanza ben solida, sbarrandone l'uscita con spranghe, in attesa di vedere chiaro sul loro conto discutendone il mattino con i vicini.
Quei frati, stanchi come sono, dormono tranquilli tutta la notte; allo spuntare del giorno, pensando di poter uscire, trovano invece la porta chiusa e pazientemente aspettano fino a che, a giorno avanzato, sono condotti davanti alla moltitudine raccolta come ad uno spettacolo, per essere interrogati sui motivi per i quali erano arrivati nell'isola.
Essi esposero la loro religiosa intenzione.
Ma uno dei maggiorenti disse che erano spie e ladri.
Subito uno di loro porgendo con volto lieto la sua corda, disse: " Ecco, se tali ci giudicate, la corda è pronta per appenderci al patibolo ".
Bastò questo perché tutti rientrassero in se stessi e dicessero: " Non possono avere intenzioni perverse questi che tanto spontaneamente si offrono a subite la morte! ".
[2662] 3. Una cosa del genere capitò anche non lontano da Oxford al gruppo che vi era appena giunto.
C'era un cavaliere che, guardando con orrore la loro vita e criticandola, ovunque poteva li diffamava.
Ora avvenne che nell'imminenza della festa della Natività del Signore, colui che presiedeva ai frati, li mandò distinti in gruppetti a spargere la semente salvifica del Signore su quella terra.
Due di essi, arrivati ad una selva vicina, si avventurarono per una strada nel fango sbiancato dalla neve e nella neve gelata, lasciando segni di sangue sulle loro orme, senza ch'essi se ne accorgessero.
Il più giovane dei due domandò all'altro: " Vuoi, padre, che io canti per alleviare il tuo faticoso cammino? ".
Appena quello disse di sì, il giovane intonò la " Salve, regina di misericordia ".
A caso veniva per quella strada, senza ch'essi lo sapessero, quel cavaliere poco benevolo.
Finito ch'ebbe il canto alla gloriosa Vergine, mentre il cavaliere osservava quelle orme di sangue lasciate dai loro piedi nudi, quasi applaudendo a se stesso quel frate più giovane chiese al più anziano: " Fratello, ho cantato bene l'antifona? ".
Allora d'improvviso il cavaliere entrò nel loro discorso dicendo: " Certamente, in nome di Dio!
Possa riuscire tutto bene a voi che vedo comportarvi alla maniera degli apostoli, pazienti nella sofferenza e gioiosi nelle avversità ".
E subito, detto questo, saltò giù da cavallo, corse loro incontro e, piegate le ginocchia, chiese perdono dei giudizi temerari fatti su di loro.
I frati l'accolgono con bontà e ben volentieri perdonano se qualcosa ha commesso contro di loro.
Allora il cavaliere riprese la parola: " Come segno del nostro patto di pace già concluso, amorosamente vi chiedo di voler venire alla mia casa, che non è molto distante da qui e di benedire mia moglie e la mia famiglia ".
Quelli acconsentono e vanno con lui e rendono tutti più felici con la loro presenza.
Allora quell'ospite devoto mette a disposizione dei frati e delle loro necessità se stesso e le sue cose da qui in poi per sempre.
E non venne meno alla sua offerta fino alla fine dei suoi giorni.
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