Processo di canonizzazione

Settima testimonia

[3041] 1. Sora Balvina de Messere Martino da Coccorano, monaca del monasterio de Santo Damiano, giurando disse: che essa testimonia fu nel monasterio de Santo Damiano trentasei anni e più, sotto lo regimento de la santa memoria de madonna Chiara, allora abbadessa del preditto monasterio, la vita e conversazione de la quale lo Signore Dio la adornò de molti doni e virtù, le quali per nessuno modo se poteriano contare.

[3042] 2. Imperò che essa madonna stette vergine da la sua natività; intra le Sore essa era la più umile de tutte et aveva tanto fervore de spirito, che voluntieri per lo amore de Dio averia portato el martirio per la defensione de la fede e de l'Ordine suo.

E prima che essa se infermasse, desiderava de andare alle parti del Marocco, dove se diceva che erano menati li frati al martirio.

Adomandata come sapesse le dette cose, respose che essa testimonia stette con essa per tutto lo preditto tempo, e vedeva et udiva lo amore de la fede e de l'Ordine che aveva la preditta madonna.

[3043] 3. E disse come essa era diligentissima e molto sollecita nella orazione e nella contemplazione e nella esortazione delle Sore; e circa de questo aveva tutta la intenzione sua.

[3044] 4. De la sua umilità e de la virtù delle sue orazioni e de l'asperità del vestire e del letto e de l'astinenza e del degiuno, disse tutto quello che ne aveva detto sora Filippa, eccetto che non le vide lo letto de li sarmenti, ma lo intese dire che lo aveva avuto per alquanto tempo.

Nondimeno vide che aveva lo letto de una tavola assai vile.

[3045] 5. Anche de lo lavare le sedie de le Sore inferme, disse quello medesimo che aveva detto sora Cecilia.

[3046] 6. De la liberazione de la città de Assisi, avendola assediata Vitale de Aversa e de la liberazione del monasterio da li Saraceni e da li altri inimici per le sue orazioni, disse quello medesimo che sora Filippa.

[3047] 7. Anche de li miraculi fatti verso le Sore sue, fatto sopra de loro lo segno de la croce con la mano sua, disse quello medesimo che la preditta sora Filippa.

Et aggiunse che similmente fu liberata sora Benvenuta da Perugia da quella infirmità de che aveva perduta la voce, da la preditta santa, la quale le fece lo segno de la croce.

Adomandata in quale modo lo sapesse, respose che lo udì da lei medesima.

[3048] 8. De lo amore e Privilegio de la povertà, disse quello medesimo che la preditta sora Filippa.

[3049] 9. Anche disse questa testimonia che essa udì da la preditta madonna Chiara che, nella notte de la Natività del Signore prossimamente passata, lei udì el mattutino et li altri divini uffici che se facevano in quella notte nella chiesa de Santo Francesco, come se essa fusse stata lì presente.

Unde diceva alle Sore sue: « Voi me lassaste qui sola, andando nella cappella ad udire el mattutino, ma lo Signore me ha ben provveduta, perché non me poteva levare del letto ».

[3050] 10. Et anche disse che essa udì da la preditta madonna la visione della mammella de santo Francesco, come dice sora Filippa.

[3051] 11. Anche disse essa testimonia che lei per la sua simplicità non saperia per alcuno modo dire li beni et le virtude che erano in essa, cioè: la sua umilità, la benignità, la pazienzia e le altre virtude, de le quali essa abbondava, in tanto che lei credeva fermamente che, da la Vergine Maria in qua, niuna donna fusse de maggiore merito che essa madonna.

Adomandata come sapesse questo, respose che de molte altre Sante aveva udito nelle loro leggende la santità loro ma de questa madonna Chiara vide la santità de la sua vita per tutto lo preditto tempo, eccetto uno anno e cinque mesi, nelli quali, per comandamento de essa madonna Chiara, stette nel monasterio de Arezzo, in compagnia de una donna la quale era stata mandata là.

Et essa testimonia, perché era nepote carnale de santa Chiara, attendeva diligentemente a la sua vita e costumi, la quale vita considerata, le pareva molto maravigliosa.

Adomandata perché le pareva maravigliosa, respose: per la molta astinenzia, la quale non pareva se dovesse potere fare da uomo, e per le altre quasi infinite maravigliose cose, le quali Dio operava per lei et in lei, sì come è detto de sopra.

Come liberò una Sora da dolore de febbre e da una postema

[3052] 12. Et aggiunse essa testimonia che lei medesima, essendo inferma, una notte era molto afflitta de uno grave dolore nell'anca; incominciò a dolerse e lamentarse.

Et essa madonna le domandò che aveva.

Allora essa testimonia le disse lo suo dolore, et essa Madre le si gettò diritto sopra quella anca nel loco del dolore, e poi ce pose uno panno che aveva sopra lo capo suo, e subitamente el dolore al tutto se partì da lei.

Adomandata quanto tempo fusse che questo era stato, respose: sono dodici anni e più.

Adomandata chi ce era presente, respose che era essa testimonia sola con lei in una camera, dove essa soleva stare alla orazione.

Del mese e del dì ovvero notte, non se recordava.

[3053] 13. Un'altra volta, innanti al preditto tempo, essa testimonia per la preditta santa Chiara fu liberata dalla febbre continua e da una postema che aveva nel petto dal canto destro, con ciò sia cosa che le Sore credettero che lei morisse.

E questo fu sono già venti anni.

Adomandata quanto la aveva avuta, respose: tre dì.

[3054] 14. Anche disse che essa testimonia udì da una donna che lo Signore la aveva liberata da cinque demoni, per li meriti della detta santa.

Adomandata donde era quella donna, respose che era da Pisa, secondo che diceva quella donna, la quale venne al monasterio dove se parla a le Sore, per rendere grazie a Dio et alla preditta santa.

Adomandata quanto tempo era, respose: sono circa quattro anni.

E diceva essa donna che li demoni dicevano: Le orazioni de quella santa ce incendono.

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