Leggenda di Santa Chiara Vergine |
[3183] 13. La povertà dello spirito, che è la vera umiltà, era un aspetto della sua assoluta povertà di ogni cosa.
Prima di tutto, all'inizio della sua nuova vita, fece vendere l'eredità paterna che aveva ricevuto e, senza trattenere per sé neppure la più piccola parte del ricavato, tutto distribuì ai poveri.
Da quel momento, lasciato fuori il mondo e arricchita interiormente nell'anima, corre libera e leggera, senza borsa, dietro a Cristo.
[3184] Così forte patto, infine, strinse con la santa povertà e talmente la amò, che nulla volle avere, se non Cristo Signore; nulla alle sue figlie permise di possedere.
Era convinta, infatti, che la preziosissima perla del desiderio del cielo, che aveva acquistato vendendo ogni cosa, non si può assolutamente possedere insieme con l'inquietante preoccupazione dei beni temporali.
Ripetendolo frequentemente, inculca nelle sue sorelle la convinzione che la loro comunità allora sarà gradita a Dio, quando sarà ricca di povertà e che resterà salda per sempre se difesa sempre dalla torre dell'altissima povertà.
[3185] Le esorta a conformarsi, nel loro piccolo nido di povertà, a Cristo povero, che la Madre poverella depose piccolino in un angusto presepio.
E questo particolare ricordo, quasi gioiello d'oro, tiene sempre appuntato al petto, perché la polvere delle cose terrene non trovi passaggio per entrare.
[3186] 14. Volendo che la sua famiglia religiosa si nominasse con il nome della povertà, impetrò da Innocenzo III di buona memoria il privilegio della povertà.
Quell'uomo magnifico, rallegrandosi dell'ardore così grande della vergine, sottolineò la singolarità del proposito, poiché mai era stato richiesto alla Sede Apostolica un privilegio di tal genere.
E, per rispondere con insolito favore all'insolita petizione, il Pontefice in persona, di sua propria mano, scrisse con grande letizia la traccia del privilegio richiesto.
[3187] Il signor papa Gregorio, poi, di felice memoria, uomo degnissimo della Sede quanto venerabile per meriti personali, ancora più intensamente amava con affetto paterno questa Santa.
E si studiava di persuaderla che acconsentisse a possedere qualche proprietà, per far fronte ad ogni eventuale circostanza e ai pericoli del mondo; ed anzi, gliene andava offrendo lui stesso generosamente.
Ma ella si oppose con decisione incrollabile e in nessun modo si lasciò convincere.
E quando il Pontefice le replicò: « Se temi per il voto, Noi te ne dispensiamo », « Santo Padre - ella rispose - a nessun patto e mai, in eterno, desidero essere dispensata dalla sequela di Cristo! ».
[3188] Accoglieva con grande letizia i frammenti di elemosina, i tozzi di pane che i questuanti riportavano e, quasi triste per i pani interi, era felice invece per quei pezzetti.
A che moltiplicare le parole?
Attendeva a conformarsi in perfettissima povertà al Crocifisso povero, così che nessuna cosa transitoria separasse l'amante dall'Amato, o ritardasse la sua corsa col Signore.
Ma ecco che mi vengono a proposito, qui, due miracoli, che questa innamorata della povertà meritò di operare.
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