Le diverse questioni a Simpliciano |
Riguardo poi alla questione della Scrittura che proponi: Il re Davide entrò e sedette davanti al Signore, ( 2 Sam 7,18 ) che altro si deve intendere se non che sedette al cospetto del Signore?
O nel luogo dov'era l'Arca dell'Alleanza, per cui si può intendere una presenza più sacra e rispettabile del Signore; oppure si sedette per pregare: cosa che non può farsi convenientemente se non alla presenza di Dio, cioè nell'interno del cuore.
L'espressione davanti al Signore si può infatti intendere anche così: nel luogo non c'era nessuno a sentire l'orante.
Sia dunque a causa dell'Arca dell'Alleanza, o di un luogo segreto, lontano da testimoni, o a motivo dell'intimo del cuore, dov'era l'affetto dell'orante, è stato detto giustamente: Sedette davanti al Signore.
A meno che non ci sorprenda il fatto di aver pregato seduto: cosa che ha fatto anche il santo Elia, quando pregando ha implorato la pioggia. ( 1 Re 18,42-45 )
Questi esempi ci insegnano che non è prescritto come deve stare il corpo quando si prega, purché la mente, raccolta in Dio, esprima la sua intenzione.
Noi infatti preghiamo sia in piedi, come sta scritto: Il pubblicano invece stava a distanza; ( Lc 18,13 ) sia in ginocchio, come leggiamo negli Atti degli Apostoli; ( At 7,59; At 20,36 ) e anche seduti, come Davide ed Elia. Se poi non pregassimo anche distesi, non sarebbe scritto nei Salmi: Ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio, irroro di lacrime il mio letto. ( Sal 6,7 )
Quando uno infatti si atteggia a pregare, dispone le membra come la posizione del corpo gli si presenta più confacente alle circostanze per esprimere l'animo.
Ma quando invece uno non si atteggia ma il desiderio di pregare sgorga spontaneamente, quando all'improvviso viene alla mente qualcosa che suscita l'intenzione di pregare con gemiti ineffabili, qualunque sia la posizione dell'uomo, non si deve assolutamente differire la preghiera per cercare un luogo dove appartarci, dove stare in piedi o dove inginocchiarci.
Infatti l'intenzione dell'anima si crea da se stessa la solitudine e spesso dimentica anche in quale direzione o in quale atteggiamento quel momento abbia sorpreso le membra del corpo.
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