La « Santa regola » |
1 Come cellerario del monastero si nomini tra i membri della comunità un fratello saggio, maturo, sobrio, temperante, non orgoglioso, non insolente, non pigro, non prodigo,
2 ma pieno di timor di Dio: sia insomma come un padre per la comunità.
3 Abbia cura di tutti.
4 Non faccia nulla senza il permesso dell'abate:
5 ne esegua fedelmente gli ordini.
6 Non contristi i fratelli.
7 Se uno gli chiede qualcosa senza ragione, non lo umilii con il disprezzo, ma pacatamente e con parole persuasive gli spieghi il rifiuto che è costretto a dargli.
8 Si preoccupi della sua propria anima, non dimenticandosi mai del detto dell'Apostolo: « Coloro che avranno ben servito, si acquisteranno un grado onorifico » ( 1 Tm 3,13 ).
9 Abbia speciale cura dei malati, dei fanciulli, degli ospiti e dei poveri, sapendo che di essi darà conto nel giorno del giudizio.
10 ( Il cellerario ) tratti le suppellettili e i beni del monastero come farebbe con i vasi sacri dell'altare;
11 non ritenga nessuna cosa di poco conto.
12 Inoltre non sia avaro né prodigo né dissipatore delle sostanze della comunità.
Faccia tutto con moderazione e con il permesso dell'abate.
13 Possegga soprattutto l'umiltà; e se non può dare la cosa che gli viene richiesta, abbia almeno una risposta buona,
14 come dice la Scrittura: « Una buona parola vale più di ogni dono prezioso » ( Sir 18,17 ).
15 Curi tutti gli affari affidatigli dall'abate e non presuma immischiarsi in quelli che gli vengono proibiti.
16 Fornisca ai fratelli la quantità di cibo stabilita, senza arroganza o ritardo, per non scandalizzarli, ricordando, secondo la parola divina, ciò che merita « colui che ha scandalizzato uno di questi piccoli » ( Mt 18,6 ).
17 Se la comunità è numerosa, si diano al cellerario alcuni aiutanti, affinché possa compiere il proprio dovere con serenità.
18 Si distribuisca o si richieda quanto necessario ad ore opportunamente stabilite, affinché nella casa di Dio nessuno si turbi o si rattristi.
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