Maestro di vita oltre la scuola

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Nella scuola popolare

Riprese pertanto ad insegnare in quelle scuole gratuite di S. Pelagia in Torino dove aveva compiuto il suo tirocinio.

Diciamo subito che in Torino Fr. Teodoreto svolgerà la sua attività per tutti i sessantadue anni che gli rimasero da vivere, e cioè dal 1892 ( anno del congedo militare ), al 1954 (anno della sua morte ).

Si sposterà temporaneamente per recarsi a Grugliasco e a Rivalta per le brevi sostituzioni dei Direttori del Noviziato e dello Scolasticato.

Era felice di esercitare il suo ministero tra i figli del popolo nelle scuole di S. Pelagia.

Questa grande Casa, tra via S. Massimo e via delle Rosine, fu la prima sede della Provincia religiosa Piemontese, e comprendeva un considerevole numero di Fratelli, che si recavano nei vari quartieri della città, nelle scuole elementari della ROMI ( Regia Opera Mendicità Istruita ) che erano frequentatissime.

Le scuole della ROMI, fondate da re Vittorio Amedeo III° di Sardegna alla fine del XVIII° secolo, erano le uniche in Torino ed erano state tutte affidate ai Fratelli delle Scuole Cristiane da re Carlo Felice fin dal 1829.

Comprendevano la sede centrale in via delle Resine e altre sezioni o quartieri staccati a Borgo Dora, Borgo S. Salvario, S. Felice, Madonna della Consolata.

Il quartiere in cui si recava ad insegnare Fr. Teodoreto era quello di S. Salvario che distava considerevolmente dalla sede centrale della Comunità.

Il tragitto lo faceva a piedi, naturalmente, sia nell'andata che nel ritorno, e con qualunque tempo.

Con fedeltà cronometrica, Fr. Teodoreto, lasciando la soglia di via delle Resine, unitamente al Confratello e collega di scuola, senza indugio, intonava il Rosario con lo stesso fervore con cui, poco prima, s'era accostato alla Mensa eucaristica.

Per non destare l'attenzione dei passanti, i nostri due maestri, rispondendo alternativamente, marcavano un po' la voce sopra le prime parole d'ogni ripresa: Ave Maria... Santa Maria... mormorando le altre a voce bassa.

Ma siccome Fr. Teodoreto, oltre la voce, teneva bassi anche gli occhi, accadde una volta che nel camminare, i due rosarianti si trovarono accanto ad una giovane signora, che faceva la medesima strada.

Costei cercò di affrettare il passo per scompagnarsi; lo stesso pensiero ebbe Fr. Teodoreto, che solo dopo qualche tempo, non sentendo più rispondere alle sue invocazioni, si volse a guardare il compagno divenuto ostinatamente silenzioso, e si accorse d'essere guardato anche lui, ma non già dal Fr. Andrea, che seguiva divertito a vari passi di distanza, bensì da una gentile viandante..., muta per stupore e forse anche per edificazione.

Alla momentanea confusione espressa da un breve rossore, nonché alla spontanea risatina del Confratello, fece eco nella mente di Fr. Teodoreto il detto di S. Paolo: «La vostra modestia sia nota a tutti gli uomini; il Signore ci è vicino» ( Fil 4,5 ).

In seguito, divenne proverbiale la sua modestia, tanto che un suo grande ex allievo, il futuro Generale dott. Gigi Lanfranco, Presidente dell'Associazione Nazionale Alpini, incontrandolo per via e dopo molto tempo, pur desiderando intrattenerlo, vedendolo cosi raccolto e con le labbra atteggiate a preghiera, non osò fermarlo nel timore di rompere l'incanto che produceva l'andatura di un santo.

A qualcuno poté sembrare persino esagerata una tale modestia; in realtà c'era in Fr. Teodoreto il senso vivo della presenza di Dio, talmente che egli disciplinava ogni movimento e ogni discorso, così da rendersi sempre più degno di Dio che tutti ci guarda e tutti ci ascolta.

Questa presa di coscienza della presenza di Dio, nostro creatore, «nel quale viviamo, ci moviamo e stiamo» ( At 17,28 ), gli ispirava un ineffabile sentimento di fiducia e di sicurezza.

Vedere Dio: divenire eminente nella preghiera come chi ha altrove la sua città, è stata la méta da raggiungere che Fr. Teodoreto s'era proposto fin dal Noviziato.

Ma non è soltanto nella pietà e nel raccoglimento che egli cercava di perfezionarsi; anche nel campo specifico della scuola e della cultura, desiderava rendersi sempre più idoneo e disponibile.

Cosi, dopo aver seguito privatamente tutto il corso di lezioni, impartite dai Professori della Regia Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, si abilitò all'insegnamento del Disegno nelle scuole medie e superiori.

Quest'ultimo titolo gli valse, in seguito, l'incarico di maggiori responsabilità, come quella di Direttore didattico e di Ispettore rionale.

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