Atti degli Apostoli |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
A Tessalonica. Difficoltà con i Giudei |
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1 Seguendo la via di Anfìpoli e Apollonia, giunsero a Tessalonica, dove c'era una sinagoga dei Giudei. | ||||||
2 Come era sua consuetudine Paolo vi andò e per tre sabati discusse con loro sulla base delle Scritture, |
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3 spiegandole e dimostrando che il Cristo doveva morire e risuscitare dai morti; il Cristo, diceva, è quel Gesù che io vi annunzio. |
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4 Alcuni di loro furono convinti e aderirono a Paolo e a Sila, come anche un buon numero di Greci credenti in Dio e non poche donne della nobiltà. |
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5 Ma i Giudei, ingelositi, trassero dalla loro parte alcuni pessimi individui di piazza e radunata gente, mettevano in subbuglio la città. Presentatisi alla casa di Giàsone, cercavano Paolo e Sila per condurli davanti al popolo. |
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6 Ma non avendoli trovati, trascinarono Giàsone e alcuni fratelli dai capi della città gridando: « Quei tali che mettono il mondo in agitazione sono anche qui e Giàsone li ha ospitati. |
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7 Tutti costoro vanno contro i decreti dell'imperatore, affermando che c'è un altro re, Gesù ». |
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8 Così misero in agitazione la popolazione e i capi della città che udivano queste cose; | ||||||
9 tuttavia, dopo avere ottenuto una cauzione da Giàsone e dagli altri, li rilasciarono. | ||||||
Nuove difficoltà a Berèa |
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10 Ma i fratelli subito, durante la notte, fecero partire Paolo e Sila verso Berèa. Giunti colà entrarono nella sinagoga dei Giudei. |
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11 Questi erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalinica ed accolsero la parola con grande entusiasmo, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano davvero così. |
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12 Molti di loro credettero e anche alcune donne greche della nobiltà e non pochi uomini. | ||||||
13 Ma quando i Giudei di Tessalonica vennero a sapere che anche a Berèa era stata annunziata da Paolo la parola di Dio, andarono anche colà ad agitare e sobillare il popolo. | ||||||
14 Allora i fratelli fecero partire subito Paolo per la strada verso il mare, mentre Sila e Timòteo rimasero in città. |
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15 Quelli che scortavano Paolo lo accompagnarono fino ad Atene e se ne ripartirono con l'ordine per Sila e Timòteo di raggiungerlo al più presto. | ||||||
Paolo ad Atene |
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16 Mentre Paolo li attendeva ad Atene, fremeva nel suo spirito al vedere la città piena di idoli. | ||||||
17 Discuteva frattanto nella sinagoga con i Giudei e i pagani credenti in Dio e ogni giorno sulla piazza principale con quelli che incontrava. |
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18 Anche certi filosofi epicurei e stoici discutevano con lui e alcuni dicevano: « Che cosa vorrà mai insegnare questo ciarlatano? ». E altri: « Sembra essere un annunciatore di divinità straniere »; poiché annunziava Gesù e la risurrezione. |
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19 Presolo con sé, lo condussero sull'Areòpago e dissero: « Possiamo dunque sapere qual è questa nuova dottrina predicata da te? | ||||||
20 Cose strane per vero ci metti negli orecchi; desideriamo dunque conoscere di che cosa si tratta ». | ||||||
21 Tutti gli Ateniesi infatti e gli stranieri colà residenti non avevano passatempo più gradito che parlare e sentir parlare. |
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Discorso di Paolo davanti all'Areòpago |
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22 Allora Paolo, alzatosi in mezzo all'Areòpago, disse: « Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dèi. | ||||||
23 Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un'ara con l'iscrizione: Al Dio ignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio. |
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24 Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell'uomo |
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25 né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. |
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26 Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio, |
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27 perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. |
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28 In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: Poiché di lui stirpe noi siamo. |
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29 Essendo noi dunque stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all'oro, all'argento e alla pietra, che porti l'impronta dell'arte e dell'immaginazione umana. |
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30 Dopo esser passato sopra ai tempi dell'ignoranza, ora Dio ordina a tutti gli uomini di tutti i luoghi di ravvedersi, |
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31 poiché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare la terra con giustizia per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti ». |
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32 Quando sentirono parlare di risurrezione di morti, alcuni lo deridevano, altri dissero: « Ti sentiremo su questo un'altra volta ». |
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33 Così Paolo uscì da quella riunione. | ||||||
34 Ma alcuni aderirono a lui e divennero credenti, fra questi anche Dionìgi membro dell'Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro. |
Indice |
17,1-15 | Difficoltà di Paolo a Tessalònica e a Berea 17,1 I missionari seguono il percorso della via Egnatia: passano per Anfìpoli e Apollònia senza predicare, probabilmente perché non ci sono sinagoghe, e arrivano a Tessalònica, oggi Salonicco, capoluogo della provincia di Macedonia. |
17,4 | Alcuni di loro: fra i quali forse Aristarco, uno dei compagni più fedeli di Paolo ( cf. At 20,4; Col 4,10 ). - greci credenti in Dio: BJ adotta la lezione testimoniata dal testo occ.: « come anche un buon numero di credenti in Dio e di greci ». Questa variante suppone una distinzione fra i « credenti in Dio » ( cf. At 10,2+ ) e i « greci » fino a questo momento non ancora raggiunti dalla propaganda giudaica. La cristianità di Tessalonica sarà composta principalmente di pagani convertiti ( cf. 1 Ts 1,9-10, ecc. ). |
17,5 | alla casa di Giasone: forse quello di Rm 16,21. |
17,7 | c'è un altro re, Gesù: veramente i cristiani evitavano di dare al Cristo il titolo di basileus ( « re » ), che spettava all'imperatore: preferivano piuttosto quello di « Cristo » ( Messia ) e di « Signore » ( Kyrios ). |
17,10 | fecero partire Paolo: questa partenza non fece cessare la persecuzione a Tessalonica ( cf. 1 Ts 2,14 ). |
17,15 | di raggiungerlo al più presto: Luca abbrevia e semplifica. Timoteo dovette accompagnare Paolo, dal momento che Paolo lo rinvierà da Atene a Tessalonica ( 1 Ts 3,1s ), da dove ritornerà, con Sila, per raggiungere Paolo a Corinto ( At 18,5 ). |
17,16-21 | Paolo ad Atene 17,16 Atene: come grandezza, condizione economica e popolazione, era in una fase di decadenza, ma esercitava sempre un grande fascino culturale per il suo passato. Atene … la città piena di idoli: centro spirituale dell'ellenismo pagano, agli occhi di Luca Atene era un simboló, come lo manifesta il discorso di Paolo, l'unico esempio, conservato in Atti, della sua predicazione ai pagani e unico caso nel quale lo vediamo fare ricorso alla sapienza profana per combattere il paganesimo. |
17,17 | sulla piazza principale: è il solo caso esplicitamente ricordato in Atti di una predicazione di questo genere ( cf. però At 14,7s ). |
17,18 | Gli epicurei fondavano la conoscenza sulla sola percezione sensoria, ritenevano il mondo frutto del caso e avevano una concezione puramente materialista dell'uomo; sul piano etico spingevano alla ricerca di una vita pacifica evitando il dolore e restando indifferenti ai turbamenti. Gli stoici pensavano il cosmo come una creatura vivente animata dal logos divino; tutto era determinato da un destino, e quindi a livello etico miravano all'impassibilità attraverso il dominio delle passioni. - questo ciarlatano: il termine ( nel gergo ateniese ) significa propriamente: « raccoglitore di semente ». Designava anche un uccello beccasemi, o la cornacchia. Lo si applicava pure all'accattone, che trova il cibo dove può e al parolaio che ripete, come un pappagallo, luoghi comuni. - annunziatori di divinità straniere: sono gli stessi termini usati per accusare Socrate. Gesù e la risurrezione: cf. v 32. Si prende la parola « resurrezione » come nome di una dea ( Anastasis ), consorte di Gesù. |
17,19 | È difficile stabilire se con Areòpago si intenda la piccola collina di Ares, a nord-ovest dell'acropoli, oppure il "consiglio" che costituiva l'alta corte giudiziale di Atene e che nel passato si riuniva in quel luogo, da cui aveva preso il nome, ma che al tempo di Paolo teneva le sue sedute in un edificio nell'agorà della città. lo condussero sull'Areòpago: Il testo può intendersi in due maniere: o i filosofi hanno condotto Paolo « sulla collina dell'Areòpago », ossia in un luogo appartato per ascoltarlo con comodo; oppure, meglio ancora, l'hanno condotto « davanti ( alla corte de ) l'Areòpago ». |
17,22-34 | Discorso di Paolo nell'Areòpago 17,22 Allora Paolo … disse: dopo un esordio di circostanza ( vv 22-23 ), Paolo sviluppa l'annunzio del vero Dio, in antitesi alla concezione pagana: 1. Dio ha creato l'universo; non si può quindi pensare che egli abiti in un tempio o che abbia bisogno del culto che gli si rende ( vv 24-25 ); 2. Dio ha creato l'uomo e l'ha circondato di benefici; è assurdo equipararlo a oggetti materiali ( le statue, vv 26-29 ). Il discorso termina con un invito alla conversione, nella prospettiva del giudizio ( vv 30-31 ). Le due parti del discorso hanno una punta anti-idolatrica. Paolo s'ispira agli schemi abituali della propaganda monoteistica del giudaismo ellenistico ( cf. At 14,15-17; Sap 13-14; Rm 1,19-25; Ef 4,17-19 ). |
17,23 | Al Dio ignoto: i pagani dedicavano altari « agli dèi ignoti », nel timore di attirarsi il risentimento di qualche divinità di cui si fosse ignorata l'esistenza. Paolo dà un senso diverso alla dedica: il senso biblico dell'ignoranza dei pagani, che non conoscono Dio ( 1 Ts 4,5; 2 Ts 1,8; Gal 4,8; 1 Cor 15,34; Ef 4,17-19; 1 Pt 1,14; Ger 10,25; Gb 18,21; Sap 13,1; Sap 14,22 ). E si difende anche dall'accusa di predicare una divinità straniera. |
17,24 | Il riferimento è a
Is 42,5 e la visione di fondo richiama
Gen 1,1-2. come se avesse bisogno di qualche cosa: idea familiare al pensiero greco e al giudaismo ellenistico, che peraltro corrisponde a un antico tema biblico ( cf. 1 Cr 29,10s; 2 Mac 14,35; Sal 50,9-13; Am 5,21, ecc. ). |
17,26 | La concezione sottostante è quella dell'Adamo biblico, in cui è visibile l'unità di origine e di destino del genere umano. da uno solo: BJ traduce: « da un unico principio ». Altre varianti: « da un solo sangue » o « da una sola nazione » o « da una sola razza ». - l'ordine dei tempi: alla lettera: « tempi determinati », espressione che allude specialmente alle stagioni, il cui succedersi regolare assicura agli uomini quanto è necessario alla vita ( At 14,17; cf. Gen 1,14; Sap 7,18; Sir 33,8 ). - i confini del loro spazio o « i limiti dell'abitazione degli uomini » ( BJ ) sono probabilmente quelli che separano la terra abitabile dalle acque dell'abisso ( Gen 1,9-10; Sal 104,9; Gb 38,8-11; Pr 8,28-29; cf. Ger 5,22-24; Sal 74,17 ). Secondo un'altra spiegazione, si tratterebbe dei tempi e delle frontiere che Dio ha assegnato ai vari popoli ( Gen 10; Dt 32,8s ). In ogni modo si tratta dell'ordine dell'universo, atto a condurre alla conoscenza di Dio. |
17,27 | Lo spirito greco considera la natura una manifestazione del divino: per questo Dio non è lontano dall'uomo. Vedi Sap 13,1-9; At 14,17; Rm 1,19-20. Dio: BJ con il testo occ. traduce: « la divinità » ( cf. v 29 ); un'altra variante legge: « il Signore ». |
17,28 | Citazione dai Fenomeni del poeta Arato ( III sec. a.C. ); ma il verso si trova anche nell'Inno a Zeus dello stoico Cleante ( III sec. a.C. ). dei vostri poeti: il testo occ., adottato da BJ, ha semplicemente: « alcuni dei vostri ». Altra variante: « dei vostri saggi ». - di lui stirpe noi siamo: citazione derivata da Fenomeni 5, di Arato di Soli, poeta originario della Cilicia ( III sec. a.C. ). Anche lo stoico Cleante, Inno a Zeus, 5 ( III sec. ) si esprime quasi nella stessa maniera. La predicazione monoteistica giudaica a questo proposito ricorreva al fatto che l'uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio ( Gen 1,26-27; Sap 2,23; Sir 17,1-8 ) per dimostrare l'assurdità del culto agli idoli. La citazione nelle Scritture di scrittori greci significa che anche questi scrittori erano ispirati? |
17,29 | l'impronta dell'arte e dell'immaginazione umana: Paolo si ispira a un vecchio tema della propaganda anti-idolatrica ( cf. Is 40,20+ ). |
17,30 | L'ignoranza riguarda la rivelazione del Dio biblico. |
17,31 | giudicare la terra con giustizia: cf.
Sal 9,9;
Sal 96,13;
Sal 98,9. È nella prospettiva del giudizio che gli apostoli esortano al ravvedimento ( cf. specialmente At 10,42-43; 1 Ts 1,10 ). - col risuscitarlo dai morti: la resurrezione del Cristo è una garanzia per la nostra fede nella sua missione di giudice e di salvatore, alla fine dei tempi ( cf. Rm 14,9; 2 Tm 4,1; 1 Pt 4,5 ). |
17,32 | Ti sentiremo .., un'altra volta: nel mondo greco, anche fra i cristiani, l'argomento della resurrezione incontrò molte difficoltà per superare i pregiudizi esistenti ( cf. 1 Cor 15,12s ). I membri del sinedrio di Gerusalemme condannavano e perseguitavano il messaggio cristiano; gli areopagiti di Atene si accontentano di riderne. Lo scacco di Paolo fu quasi totale. D'ora in poi la sua predicazione rifiuterà i paludamenti della sapienza greca ( 1 Cor 2,1-5 ). |
17,34 | Dionigi membro dell'Areòpago: i lettori di Luca dovevano conoscerlo. La leggenda si è impadronita di lui, specialmente dopo che un autore del sec. V ( lo PseudoDionigi ) ha messo i propri scritti mistici sotto il suo nome. È' stato anche identificato con san Dionigi, primo vescovo di Parigi ( III sec. ). |