Maestro di vita oltre la scuola

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Le grandi divozioni

Abbiamo già constatato con quanto ardore Fr. Teodoreto abbia accolto, praticata e propagata la Devozione a Gesù Crocifisso, il che ci dimostra che la sua pietà è quella di andare a Dio per mezzo di Gesù Cristo, Mediatore e Redentore, orientandola in modo concreto nel divino amore.

Ed è in questo ambito della sublime carità che si muove la sua vita ascetica, culminante nella fedeltà e dedizione di tutto se stesso a Dio, fedeltà manifestata fin dai primi anni della sua vita religiosa, maturata poi nel desiderio affettuoso di fare in tutto la sua santa Volontà.

Dopo Gesù Crocifisso, il grande oggetto del suo amore fu la Vergine Maria, con tutta la sua tenerezza, la sua importanza formativa della sensibilità religiosa e la sua funzione specifica nella vita spirituale.

L'umile e sincera confessione da lui fatta circa il dolce richiamo direttamente avuto dalla S.S. Vergine, ci rivela quanto fosse viva e tenera la divozione verso di Lei.

Come già il Fondatore S. Giov. Batt. De La Salle, il quale si sentiva indicibilmente rapito dinanzi ai privilegi della divina Maternità e agli altri titoli della sua partecipazione redentrice, cosi Fr. Teodoreto rimaneva commosso e conquiso nell'invocare la Vergine Immacolata.

Di qui l'estrema cura da lui usata per conservare anche all'esterno, la purezza che gli irradiava l'anima e gli illuminava i pensieri.

Aveva infatti acquistata una completa padronanza dei sensi, e se ne accorgevano coloro che lo osservavano nel suo incedere modesto e sereno, cosi da convincere come la serena purezza di spirito e di corpo avesse già da tempo messo in lui il suggello dei suoi atti, divinizzandoli.

Un attento osservatore del Noviziato di Rivalta, ci descrive il portamento in questi termini: «Il volto sorridente e tranquillo faceva intravedere la grande pace e serenità dell'anima sua.

Il capo leggermente inclinato in avanti, lo sguardo fisso a terra, sulle labbra un lieve sorriso, che incitava silenziosamente ed effondeva coraggio.

Molto umile nel vestire, ma di un ordine e d'una nettezza straordinaria.

I suoi occhi brillavano di una inconfondibile gioia spirituale.

Parlava al cuore con il suo comportamento, e quella piccola predica, se vogliamo chiamarla così, valeva ogni altra esortazione e ogni altro insegnamento».

Il pensiero di Maria Immacolata procurava al Fr. Teodoreto una tenerezza spirituale così intensa da doverla comunicare anche agli altri; per cui la divozione alla Madonna gl'imprestava i temi delle sue conferenze, e i Confratelli e i Catechisti rimanevano ammirati dalla sua calda insistenza nel raccomandare il ricorso alla Madre di Gesù.

Gli erano noti e familiari i colloqui di Maria S.S. con il Servo di Dio Fra Leopoldo, nella cui biografia, da lui scritta, quei colloqui sono riportati con estrema diligenza.

Naturale quindi che facesse proprie le raccomandazioni della Madre celeste: «Quelli che amano adorare il mio Divin Figlio Gesù Crocifisso, non solo ne hanno il merito da mio Figlio, ma io, sua Madre, spando nel loro cuore le più dolci consolazioni». ( 15 agosto 1908 )

E altrove: «Figlio, conservati sempre puro e calmo per facilitare l'intimità con me e col mio divin figlio Gesù». ( 9 febbraio 1909 )

«Beati saranno quei Fratelli delle Scuole Cristiane che s'interesseranno della pia Unione del S.S. Crocifisso e che coopereranno in favore di essa secondo il cuore di Dio». ( 12 gennaio 1918 )

Nella grande intrapresa che stava compiendo in ordine alla nuova Istituzione, Fr. Teodoreto sentiva il potente aiuto che la Madonna gli forniva per superare le difficoltà che incontrava.

Per questo volle che il nome della Vergine S.S. figurasse anche nel titolo ufficiale dell'Istituto dei Catechisti che si denomina appunto del S.S. Crocifisso e di Maria S.S. Immacolata; e stabili inoltre che il giorno della festa patronale dei Catechisti fosse 1'8 dicembre.

Cosi ne scrive lo stesso Fratel Teodoreto nel Segretario di Gesù Crocifisso: «L'intervento frequente della SS. Vergine nelle cose dell'Unione dimostrò che Ella voleva essere, come scrisse più volte Fra Leopoldo nel suo Diario, la Protettrice dell'Opera.

Inoltre quando portai alla Curia Arcivescovile il medesimo Regolamento per ottenerne l'approvazione, il compianto Canonico Alasia mi disse: Se al titolo principale dell'Unione, ne aggiunge un altro della SS. Vergine, si potrà ottenere dal Superiore Generale dei Gesuiti, l'aggregazione di questa alla "Prima primaria" della SS. Annunziata di Roma, che è ricchissima di indulgenze.

Per le sopra esposte ragioni, al titolo di Unione del SS. Crocifisso si aggiunse quello programmatico di Maria SS. Immacolata.

«Il 9 maggio 1914, S. Em. il Card. Agostino Richelmy, Arcivescovo di Torino, erigeva canonicamente l'Unione, approvando ufficialmente i Regolamenti e ne otteneva, in data 12 maggio, l'aggregazione alla Prima primaria della SS. Annunziata di Roma».

Nel constatare l'intensa pietà e devozione di Fr. Teodoreto verso Maria S.S. ci sovviene pure della sua tenerezza per il grande S. Giuseppe e per l'Angelo Custode, dimostrandosi, anche in questo, fedelissimo figlio del De La Salle, il quale amava ripetere le parole di S. Teresa: «Conoscendo per lunga esperienza il meraviglioso potere che S. Giuseppe ha presso Dio, vorrei persuadere tutti d'invocarlo con culto particolare e di amarlo con filiale dolcezza».

Le virtù del Santo patrono della Chiesa universale e della Congregazione lasalliana, divennero frequente argomento della sua meditazione e delle sue riflessioni.

Alla di Lui protezione consacrò i suoi alunni e i Catechisti, come pure tutti gli interessi dell'apostolato cristiano.

Voleva che si desse gran risalto, anche esteriormente, alla celebrazione della sua festa, e che si fosse fedeli ad onorarlo durante il mese di marzo a Lui consacrato.

E S. Giuseppe fu generoso con Fr. Teodoreto, e divenne la sua Provvidenza, come vedremo parlando delle realizzazioni compiute in seno all'Unione Catechisti.

Nell'abitudine della preghiera continua, Fr. Teodoreto invocava spesso gli Angeli dei suoi Fratelli e degli alunni, raccomandando ad essi le loro anime e la loro salute eterna.

Parlava al suo Angelo Custode come se realmente lo vedesse.

Confermava che molte volte aveva superato difficoltà e pericoli per sé e per gli altri, ricorrendo direttamente all'Angelo Custode.

Abbiamo raccontato il pericolo piuttosto grave da lui scampato quando era ancor giovinetto, allorché col nipotino Tamlin, cadde dall'alto ciliegio su cui s'era arrampicato per nutrire i piccoli di un nido abbandonato.

Ma un altro episodio raccontava volentieri lui stesso in spirito di riconoscenza verso il suo Angelo.

Ce lo riferisce Fratel Leone: «Un giorno, durante una gita a Pessinetto non sentendosi molto in forze, si era fermato a leggere, seduto sopra una roccia.

Qualcuno, presa una scorciatoia alle sue spalle, smosse una grossa pietra che rotolò a precipizio verso di lui.

Un confratello, intuì il pericolo e terrorizzato di quel che poteva succedere, invocò l'Angelo Custode di Fr. Teodoreto, stando a vedere la fine col cuore sospeso.

E la fine fu meglio che nelle commedie "a lieto fine".

Il masso, sempre rotolando e balzando con crescente velocità, giunto a poche decine di metri, batté in uno spuntone roccioso sporgente dal terreno, si frantumò in due parti che si fermarono una a destra e l'altra a sinistra del Fr. Teodoreto».

Si può davvero affermare che la fede viva di cui era animato Fratel Teodoreto, lo faceva vivere abitualmente nella società degli spiriti celesti, come viveva sereno in quella degli uomini.

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