Maestro di vita oltre la scuola

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Il senso del soprannaturale

Come i Catechisti siano riusciti ad imprimere un si elevato senso di spiritualità nella loro opera, lo si può comprendere ricordando l'impostazione originale data da Fr. Teodoreto ai primi gruppi di Catechisti.

L'intento suo, elaborato e perseguito fin dal lontano 1910-11, era di formare un'Associazione di alunni ed ex alunni, aventi per programma oltre che un'attività apostolica, la santificazione personale da raggiungersi con l'intensa pietà, l'assiduo studio e pratica del Vangelo, la fedeltà rigorosa ai doveri familiari e sociali...

Fin dalla sua origine dunque, nell'Unione Catechisti non figurano quelle forme esteriori di diporto o di svago che contraddistinguono le Associazioni giovanili parrocchiali, rionali e sportive.

Fr. Teodoreto molto chiaramente ripeteva ai suoi giovani: "Il Signore vuole da voi un servizio speciale; voi farete bene, se seguirete il suo richiamo".

"Il Signore vuoi fare di voi dei santi: voi dovete essere i primi nell'amare il Signore".

Un'associazione simile, poteva sembrare fin d'allora una pia illusione.

Infatti lo stato degli spiriti di quel tempo è ben ritratto da quanto scrive in proposito, il Fr. Angolino Guyot:

«Mentre il Fr. Teodoreto meditava la formazione e costituzione dell'Opera commessagli, se ne discorreva poco in casa; a nessuno, erano note le intenzioni e le direttive di marcia ch'egli aveva ricevuto dal - chiamiamolo così - Quartiere Supremo.

«Un giorno il Direttore ( Fr. Teodoreto ) mi invita a colloquio, e mi espone in linee molto generali, e allora imprecise, il progetto di stabilire un'Associazione di ex alunni che sarebbero dovuti diventare Catechisti: in fine il caro Direttore chiese il mio parere in proposito.

«Nel corridoio dove si stava parlando, rintronavano ancora gli echi delle allegre chiassate delle squadre ginniche fondate - e non soltanto in Torino, ma in molte altre città d'Italia - dal dinamico Fr. Biagio: nel teatrino sottostante recitavano tuttora alcuni fra gli artisti preparati, anni addietro, con sacrificio diurno e notturno, dai Fratelli Bonifacio, Andrea e Gregorio; l'ambiente, l'aria, il clima in cui mi ero trovato entrando nella Comunità di S. Pelagia, dopo un soggiorno all'estero, mi sembravano talmente permeati di vita tumultuante che - in quel luogo e con gli elementi sottomano - ritenevo inattuabile qualsiasi forma di attività extra e parascolastica che non copiasse supergiù le precedenti.

«Senza alcuna esitazione risposi al caro Fr. Teodoreto che, se si voleva attirare i giovani ad attività catechistica, bisognava pure offrire loro qualche attrattiva adatta per la loro età, senza di che, o non si sarebbe potuto cominciare o, nel migliore dei casi, li avremmo stancati precocemente.

«Il Direttore mi invitò a specificare quali attrattive io ritenessi adatte per il caso in questione.

La mia risposta fu pronta e ricca di suggerimenti: Ricreatorio, sport, gare e competizioni con associazioni similari; conferenze culturali religiose e sociali...

Si dia molto ai giovani, per chiedere qualche cosa in compenso.

«Il Fr. Teodoreto mi ascoltò pazientemente sino in fondo; e poi mi disse semplicemente: Non questo vuole Gesù Crocifisso da questi giovani.

La venerazione verso il mio santo interlocutore mi trattenne a fior di labbra la risposta quasi dispettosa che mi sentivo dentro in quel momento : Se Gesù Crocifisso vuole la cosa, ci deve mettere Lui le mani benedette, perché noialtri... ».

Quel noialtri lasciato in sospeso dice tutto lo stupore e persino l'incredulità che allora molti provavano di fronte a una iniziativa cosi marcatamente soprannaturale.

Eppure Fr. Teodoreto aderiva pienamente al messaggio di Fra Leopoldo che lo avvertiva, da parte di Gesù Crocifisso: «Siano guardinghi a non cercare svaghi di passeggiate di piacere, il che sarebbe inganno del demonio in questa pia Unione tanto seria e santa, eccetto che si tratti di un vero pellegrinaggio col trionfo del santo Rosario». ( 22 maggio 1914 )

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