Fratel Teodoreto ( Prof. Giovanni Garberoglio ) |
La genialità della carità cristiana si è manifestata sovente in imprese veramente ... fuori serie.
In tale campo mi viene subito alla memoria il nome del Servo di Dio Padre Lodovico da Casoria, il san Francesco del secolo XIX, che a Napoli diede il via a un'innumerevole serie d'iniziative caritatevoli.
Pensò agli « accattoncelli » di Napoli stessa, ai moretti dell'Africa, ai vecchi pescatori per i quali costruì a Posillipo una graziosa casa proprio sull'acqua affine di non sottrarli al loro naturale elemento, al monumento a San Francesco con i tre grandi terziari italiani: Dante, Giotto, Colombo, alle anime del purgatorio ...
E non sapendo più che altro immaginare, tirò fuori quella che chiamò l'opera dei « casi disperati » e cioè dei nobili decaduti, vergognosi della loro povertà e perciò da nessuno soccorsi ...
Rientra nel genere di queste opere geniali la « Messa del povero », intorno alla quale - come una liturgia di carità, non meno bella della liturgia della fede e della preghiera - si svolgono i servizi più vari resi agli accattoni, compresovi quello di « barba e capelli »...
Ma a informare con brevità e precisione, qui non farò che citare il Bollettino « L'Amore di Gesù Crocifisso », come già fece lo stesso Fratel Teodoreto nella biografia di Fra Leopoldo:
« Tra le opere che la carità cristiana seppe far sorgere in favore dei diseredati, si deve annoverare anche la "Messa del Povero ".
A Torino, nel 1928, la compianta Suor Luisa Beltramo, superiora delle Figlie della Carità di via Villa della Regina 21, consigliata e sostenuta dal Rev. Canonico Stefano Bertola, incominciò a raccogliere alcuni mendicanti nei giorni festivi per farli assistere alla s. Messa e ascoltare dal celebrante qualche parola di conforto.
Dopo la funzione religiosa distribuiva loro minestra e pane.
I clienti crebbero ben presto di numero, fin verso il centinaio e le difficoltà si moltiplicarono.
La buona Suora chiamò in aiuto le sue Consorelle; ma non bastando le sole risorse della casa a tanta gente, bisognò far appello alla beneficenza pubblica.
Sorgeva inoltre la questione disciplinare e formativa: come avrebbero potuto le buone Suore guidare un centinaio di uomini e svolgere su di essi una efficace azione educativa?
Si imponeva la presenza di uomini e furono quindi chiamati in aiuto i Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, fondati dai Fratelli delle Scuole Cristiane e da Fra Leopoldo Maria Musso, O.F.M.
I Catechisti vennero: un gruppetto di Catechisti Anziani, già esperti nel trattare coi poveri per un lungo esercizio nelle Conferenze di S. Vincenzo.
Essi poterono sviluppare e completare l'opera con varie iniziative che li portarono ad un maggior contatto con gli assistiti e permisero di aiutarli più efficacemente in tutte le loro necessità spirituali e materiali.
Inoltre poterono aprire una nuova Sezione nella parte opposta della città, in via Saccarelli 2, presso la Casa di Misericordia, aumentando il numero degli assistiti da un centinaio ad oltre duecento.
Il numero dei presenti raggiunge ora i trecento.
In entrambe le Sezioni i poveri assistono alla S. Messa, ricevono l'istruzione religiosa catechistica e, quando è possibile, un'abbondante refezione calda.
Poi i Catechisti si trasformano in barbieri e prestano servizio di barba e capelli a questa gente, ispida per ordinario e trascurata, che per l'azione prestata assume tosto un più decente e gradevole aspetto.
Intanto, mentre i Catechisti barbieri lavorano e parlano coi loro clienti, ascoltandone le confidenze che la circostanza favorisce, altri apprestano un servizio di farmacia per medicare ferite; altri rammendano scarpe e abiti, anche col valido aiuto di Zelatrici, altri ancora svolgono opera di segretari prendendo nota di richieste svariate, come ricerca di lavoro o di ricovero, provvista di documenti, ecc.
Nei casi più gravi l'assistenza è prolungata anche fuori della riunione festiva.
Gli infermi sono visitati e in punto di morte sono assistiti da una compagnia appositamente costituita, alla quale partecipano gli stessi poveri, istruiti al soccorso vicendevole.
Ultimamente ( 1941 ), allo scopo di soccorrere tutti i mendicanti della città, i Catechisti pensarono di portare la loro opera anche al rifugio municipale di via Moncrivello, che è come la città dei poveri.
Quel rifugio, che rappresenta una magnifica provvidenza per gli accattoni, onora la città di Torino.
Vi mancava però l'assistenza religiosa ed è questa che i Catechisti desideravano portare.
Le autorità municipali accolsero volentieri la richiesta e oggi l'assistenza religiosa agli ospiti del rifugio cittadino è un fatto compiuto.
In un salone del rifugio si celebra nei dì festivi la S. Messa, durante la quale il celebrante non manca di rivolgere parole appropriate al folto uditorio di circa 300 poveri, molti dei quali si accostano ai santi Sacramenti.
Speciali cure si hanno dei bambini, fra cui molti furono preparati alla prima Comunione e alla S. Cresima ».
Fin qui ha scritto il Fratel Teodoreto.
Vediamo ora l'opera in cifre, sebbene solo di cinque in cinque anni, per non tediare:
Anno | Presenze | Cassa |
1933-34 | 960 | -- |
1938-39 | 4.950 | -- |
1943-44 | 12.753 | 43.477,80 |
1948-49 | 8.970 | 674.713,00 |
1953-54 | 11.000 | 863.249,00 |
Nel mondo degli accattoni ci sono elementi assai mutevoli: sono quindi decine e decine di migliaia di poveri in cui venne servito Gesù e che a Gesù furono spiritualmente avvicinati, pure alleviandoli nelle loro necessità materiali.
Il giorno del Giudizio universale dobbiamo perciò attenderci a solenni citazioni al merito da parte di quel Gesù che considera fatto a sé tutto ciò che si è fatto ai fratelli, soprattutto poveri e sofferenti.
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