Diario di Cesone

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19 gennaio 1950

Amore di Dio ( 867 )

Colloquio col Fr. Teodoreto

Gli espongo il guaio Garbolino, domestico assunto per compiere un'opera buona segliendolo dalla strada e dalla locanda, e che ci chiama "sfruttatori" che camuffano una convivenza.

Ci tratta - dice Fr. Teodoreto - come hanno trattato e trattano Gesù dopo che ebbe beneficato il mondo.

Sto leggendo la vita di Suor Consolata, Cappuccina, molto bella dove si nota un crescendo d'amore.

Il suo « Gesà, Maria vi amo, salvate anime » non è una giaculatoria, ma un atto d'amore perché prolunga lo stato d'amore durante le azioni nostre fatte per amore.

Aggiungo anch'io - continua Fr. Teodoreto - qualche volta il nome Giuseppe, ma non sempre per non incappare nella tentazione del demonio che suggerisce "è troppo lunga".

É bella perché l'ha inventata il Signore.

Gli comunico l'assegnazione di tre parrocchie a ciascun Catechista per la costituzione e la cura dei gruppi degli Zelatori, da indirizzarsi anche come appoggio della Compagnia della Dottrina Cristiana.

É la realizzazione piena della Sua idea - mi dice Fr. Teodoreto.

Il Signore ce l'ha data.

Si avvererà così il detto che l'Unione si espanderà in tutte le parrocchie del mondo.

Poco per volta, ci vuole tempo.

Gli dico di Solero e della sua assunzione, mi rimanda alle decision del Presidente.

Gli faccio presente le nostre difficoltà finanziarie, molto gravi e lui soggiunge: "La Casa di Carità è un altro Cottolengo".

Mi saluta sulla porta della camera sorridendo, scusandosi di non potermi accomagnare: "Devo mettere i denti per andare a tavola".

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