L'ideale cristiano e religioso |
1 - La Carità ci unisce a Dio.
Questa unione, se ci viene accordato il corrispondente soccorso attuale, ci dà un gusto intimo di Dio presente, una soavissima esperienza.
Questo gusto ci mette in grado di giudicare delle cose divine secondo la loro causa prima, cioè secondo Dio medesimo di cui sperimentiamo la dolce presenza.
Questo giudizio è l'ufficio del dono della sapienza.
Nello stesso tempo questo gusto di Dio ci facilita la penetrazione delle verità divine che ci fa distinguere dagli errori e dai concetti impropri che vi si potrebbero mescolare.
Questa semplice visione più profonda delle cose divine ci è concessa mediante il dono dell'intelletto.
Quale sarà quindi l'ufficio del dono della scienza?
La Carità, il cui primo scopo è di unirci affettuosamente a Dio, ha come seconda funzione quella di farci amare le creature per Dio.
Se essa perciò ci procura un'esperienza intima di Dio, ci procura pure un gusto divino delle creature che dobbiamo amare per Dio.
Con lo sperimentare, in tal modo, le creature che dobbiamo riferire a Dio, diventiamo capaci, col dono della scienza, di apprezzare le loro proprietà, le loro perfezioni, come i loro difetti, il loro nulla, le loro imperfezioni.
Il dono della scienza ci mette perciò in grado di dare un vero giudizio paragonabile a quello del dono della sapienza, ma inferiore ad esso, poiché risale dalle creature a Dio, dagli effetti alla causa.
Questo giudizio del dono della scienza supera immensamente, per elevazione, quello che procede dalla scienza umana.
Il suo fondamento non è l'analisi filosofica degli elementi che compongono gli esseri creati, ma la conoscenza sperimentale che gli fu dato di farne.
Così per un istinto soprannaturale potente e sicuro, l'anima discerne nelle creature i rapporti che possono avere coll'Essere increato.
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