L'ideale cristiano e religioso |
1 - Come il dono della pietà viene in aiuto alla virtù della giustizia, così il dono della fortezza aiuta la virtù infusa della fortezza.
Il carattere di questo dono è di rendere l'uomo capace di intraprendere e di condurre a buon fine le più difficili azioni, di sopportare con una instancabile pazienza ogni sorta di dolore e di persecuzione e di affrontare qualunque pericolo.
Certo la virtù della fortezza si applica allo stesso oggetto che il dono; essa lascia tuttavia nell'anima una certa debolezza.
Per vincere le difficoltà, affrontare i pericoli, sopportare l'avversità, la virtù si basa in parte sopra le risorse umane, in parte sopra le risorse soprannaturali e divine.
Ma, non essendo che una virtù, non possiede mai completamente queste risorse divine e agisce sempre in modo umano.
Il dono supplisce a questa deficienza della virtù della fortezza, togliendo all'uomo questa esitazione istintiva, questa naturale debolezza che la virtù stessa non giunge mai a vincere del tutto.
A questo scopo essa si serve della forza di Dio come se fosse la sua, o piuttosto è lo Spirito Santo che, con la sua mozione, ci riveste della sua potenza e ci fa energicamente e costantemente tendere e senza timore verso il nostro fine.
Così si spiega pure come il solo dono della fortezza tiene le veci di questa molteplicità di virtù richieste per affrontare tutte le difficoltà e cimentarsi con tutti i pericoli.
Il fondamento infatti su cui si appoggia il dono della fortezza non è qualcosa di umano e perciò di limitato, è la potenza dello Spirito Santo stesso che, da sola, può guarire tutte le nostre debolezze, ritemprarci per tutte le difficoltà.
Indice |