Summa Teologica - II-II

Indice

Articolo 4 - Se i dubbi vadano risolti in senso favorevole

Pare che i dubbi non vadano risolti in senso favorevole.

Infatti:

1. Il giudizio deve conformarsi di preferenza a ciò che capita nella maggior parte dei casi.

Ma nella maggior parte dei casi capita che si agisca malamente: come infatti dice la Scrittura [ Qo 1,15 Vg ], « il numero degli stolti è infinito », dato che [ Gen 8,21 ] « l'istinto del cuore umano è incline al male fin dall'adolescenza ».

Perciò i dubbi vanno risolti più in senso cattivo che in senso buono.

2. S. Agostino [ De doctr. christ. 1,27.28 ] insegna che « vive da pio e da giusto colui che giudica le cose con rigore », senza pendere da nessuna delle due parti.

Ma chi interpreta favorevolmente ciò che è dubbio pende da una parte.

Quindi ciò non va fatto.

3. Si deve amare il prossimo come se stessi.

Ma per quanto riguarda se stesso uno deve risolvere i dubbi nel senso più sfavorevole, stando alle parole di Giobbe [ Gb 9,28 Vg ]: « Io temevo per tutte le mie azioni ».

Quindi i dubbi riguardanti il prossimo vanno risolti in senso sfavorevole.

In contrario:

A commento di quel passo di S. Paolo [ Rm 14,3 ]: « Chi non mangia non giudichi male chi mangia », la Glossa [ ord. di Agost. ] afferma: « I dubbi vanno risolti in senso favorevole ».

Dimostrazione:

Come si è già visto [ a. prec., ad 2 ], per il fatto che uno ha una cattiva opinione di un altro senza un motivo sufficiente, gli fa ingiuria e lo disprezza.

Ora, nessuno deve disprezzare un altro, o danneggiarlo in qualsiasi modo, senza una causa cogente.

E così quando non ci sono indizi evidenti della malizia di una persona dobbiamo giudicarla buona, risolvendo i dubbi in senso favorevole.

Analisi delle obiezioni:

1. Può anche darsi che chi interpreta in senso favorevole si sbagli più spesso.

È meglio però sbagliare spesso conservando una buona opinione di gente malvagia piuttosto che sbagliare più raramente facendosi una cattiva opinione di qualche persona buona: poiché in quest'ultimo caso si fa un torto, mentre non lo si fa nel primo.

2. È diverso giudicare le cose e giudicare le persone.

Infatti nel giudizio sulle cose non consideriamo il bene o il male dalla parte della cosa di cui giudichiamo, alla quale il nostro giudizio, qualunque esso sia, non reca danno, ma si considera solo il bene o il male di chi giudica, a seconda che egli giudica con verità o falsamente: poiché, secondo il Filosofo [ Ethic. 6,2 ], « il vero è il bene dell'intelletto, e il falso è il suo male ».

Per cui ciascuno si deve sforzare di giudicare le cose per quello che sono.

- Invece nel giudizio che diamo sulle persone consideriamo il bene e il male specialmente dalla parte di chi viene giudicato, poiché da ciò dipende che egli sia ritenuto degno di onore, se giudicato buono, o di disprezzo, se giudicato cattivo.

Perciò in questo giudizio dobbiamo tendere a giudicare buono il prossimo, a meno che non ci sia in contrario una ragione evidente.

Il giudizio falso poi col quale uno pensa bene di un altro non implica per lui un male intellettuale, come non contribuisce alla perfezione del suo intelletto il conoscere la verità dei singoli contingenti: ciò riguarda invece la bontà del suo affetto.

3. La Analisi di un dubbio in senso favorevole o sfavorevole può essere attuata in due modi.

Primo, mediante una qualche supposizione.

E in questo caso, quando siamo tenuti a mettere un riparo a qualche male, sia nostro che altrui, è bene supporre il peggio, per ricorrere a un rimedio più sicuro: poiché un rimedio efficace contro un male più grave a maggior ragione serve contro un male minore.

- Secondo, si può risolvere un dubbio in senso favorevole o sfavorevole mediante una definizione o determinazione.

E in questo caso nel giudizio sulle cose ci si deve sforzare di valutare ciascuna cosa per ciò che è, mentre nel giudizio sulle persone si deve propendere per il meglio, come si è detto [ nel corpo e ad 2 ].

Indice