Messa del Povero: nascita e sviluppo di un servizio |
Due documenti, in verità troppo brevi e scarsamente documentati, cercano di organizzare il racconto storico delle origini:
Il primo, "1933-1943: decennio di attività dei Catechisti alla Messa del Povero", sintetizza i primi dieci anni di attività;
il secondo, "Il quarantennio della Messa del Povero" firmato da fratel Gustavo, racconta l'esperienza nell'ottica dei Catechisti.
In entrambi nulla è detto di quanto avvenuto nel periodo 1928-1933, né ho rinvenuto documenti su questo periodo.
Pertanto ho pensato di considerare preistoria il periodo precedente il 1933 e storia quello che segue.
È il periodo che va dalle origini della Messa del Povero al 1933.
Un periodo del quale le uniche notizie che ho trovato riguardano la data d'inizio ed i protagonisti ( peraltro non concordanti nelle diverse fonti ), e la motivazione che sta all'origine della Messa del Povero.
Nulla sappiamo sull'organizzazione del "'servizio"
Sono ben tre le date riportate come inizio della Messa del Povero: 1922, 1928, 1933.
La prima data - 1922 - è riportata dal giornale L'Italia del 24.07.1937 che, in un ampio articolo celebrativo del bicentenario della canonizzazione di San Vincenzo de' Paoli, afferma che "è sorta questa eccellente istituzione della « Messa del povero », quindici anni or sono presso l'Opera Pia Lotteri di via Villa della Regina".1
Nessun'altra fonte fa riferimento a questa data per cui, stando ai documenti noti, non si capisce da dove sia stata presa.
La seconda data - 1928 - è riportata da numerosi documenti come la data d'inizio: "A Torino nel 1928 la Reverenda Sr. Luisa Beltramo ( … ) incominciò a raccoglierli nei giorni festivi in un locale sotterraneo dell'Opera Pia Lotteri in Torino, via Villa della Regina 21, per ascoltare la S. Messa e qualche parola di conforto".2
La terza data - 1933 - è quella che verrà in seguito considerata "ufficiale" in quanto, a partire da essa, si calcoleranno gli anni per le celebrazioni anniversarie: decennale ( 1943 ), ventennale ( 1953 ), venticinquennale ( 1958 ) e quarantennale ( 1973 ).
Questa data fa riferimento all'inizio della collaborazione/gestione della Messa del Povero da parte dei Catechisti: "La Messa del Povero ha 40 anni. É sorta nel 1933."
Così inizia la sintesi storica di frate Gustavo Furfaro nel fascicolo "Il quarantennio della Messa del Povero ".3
Se facciamo riferimento alla prima data - 1922 - nel 2008 ricorre l'86° anniversario.
Se facciamo riferimento alla seconda data - 1928 - nel 2008 ricorre l'80° anniversario.
Se facciamo riferimento alla terza data - 1933 - nel 2008 ricorre il 75° anniversario.
Il "titolo" di "fondatore"' della Messa del Povero è in ballottaggio tra Suor Luisa Beltramo4 e Suor Luisa Montaldo.5
Se teniamo presente l'organizzazione "gerarchica" degli Istituti Religiosi, è probabile che la Superiora, suor Luisa Beltramo, abbia dato mandato a suor Luida Montaldo di farsi carico dell'Opera.
Se poi consideriamo il "sostegno" iniziale dei canonici Stefano Bertola del Duomo di Torino e Bernardino Morino parroco del Corpus Domini, e successivamente la collaborazione attiva di fratel Teodoreto e dei Catechisti, possiamo ritenere che l'intuizione iniziale di suor Luisa ( Beltramo o Montaldo? ) fu sostenuta e concretizzata da un gruppo di persone.
Per questo credo che, più che di 2fondatore", sia il caso di parlare di "fondatori".
Una sola e precisa motivazione sta all'origine della Messa del Povero: "La Reverenda Sr. Luisa Beltramo, preoccupata della solitudine e dell'abbandono spirituale non meno che della indigenza materiale dei mendicanti che venivano a lei in cerca di soccorso, incominciò a raccoglierli nei giorni festivi in un locale sotterraneo dell'Opera Pia Lotteri in Torino, via Villa della Regina 21, per ascoltare la S. Messa e qualche parola di conforto."6
Un "progetto", quindi, che non nasce a tavolino ma come risposta ad un bisogno concreto di persone reali incontrate nella vita dì ogni giorno.
"Tra le innumerevoli opere piccole e grandi che la carità cristiana seppe far sorgere, in ogni tempo ed in ogni luogo, in favore dei diseredati, si deve annoverare anche la « Messa del Povero ».
A Torino nel 1928 la Reverenda Sr. Luisa Beltramo, Superiora di quelle che vengono denominate col titolo glorioso e programmatica di « Figlie della Carità », preoccupata della solitudine e dell'abbandono spirituale non meno che della indigenza materiale dei mendicanti che venivano a lei in cerca di soccorso, e consigliata e sostenuta dal Rev.mo Canonico Stefano Bertola, del Duomo di Torino, incominciò a raccoglierli nei giorni festivi in un locale sotterraneo dell'Opera Pia Lotteri in Torino, via Villa della Regina 21, per ascoltare la S. Messa e qualche parola di conforto.
Il locale si addiceva alla condizione degli ospiti, non al desiderio della buona Suora e tanto meno all'Augusto Sacrificio che in esso si offriva, tanto più che dopo la funzione religiosa bisognava, nello stesso locale, distribuire minestra e pane, ma la ristrettezza della casa non poteva consentire di meglio.
I clienti crebbero ben presto di numero, fin verso il centinaio e le difficoltà si moltiplicarono.
La buona Suora chiamò in aiuto le sue consorelle tra cui si distinsero Suot Caterina Perego e Suor Luisa Montaldo, ma le sole risorse della casa non potevano bastare a tanta gente e bisognava far appello alla beneficenza pubblica."7
"È sorta questa eccellente istituzione della « Messa del povero », quindici anni or sono presso l'Opera Pia Lotteri di via Villa della Regina - diretta dalle Figlie della carità - durante un triduo di preparazione alla Pasqua tenuto ai poveri della parrocchia.
Le suore dell'Opera e il predicatore del triduo, can. Stefano Bertola, vedendo con quanta avidità quelle anime di derelitti ascoltavano la parola di Dio, e con quale gioia avevano celebrato la Pasqua, si domandarono se non sarebbe stata un'ottima cosa il radunarli ogni domenica.
Si decise senz'altro di tentare; e l'opera della Messa festiva per i poveri ebbe inizio.
Nei primi mesi i partecipcinti assidui erano pochi, forse una diecina; ma in seguito, poco alla volta, il numero andò sempre aumentando in modo davvero consolante, cosicché al secondo anno, specialmente d'inverno, si avevano ogni domenica e festa, un centinaio circa di assistenti."8
A partire dal 1933 i Catechisti si inseriscono gradualmente nell'Opera Messa del Povero fino ad assumerne la responsabilità diretta della conduzione sia organizzativa che economica.
Le motivazioni della "richiesta di aiuto" ai Catechisti da parte delle Suore sono molteplici ma tutte riconducibili alla carenza di forze in grado di rispondere ai bisogni crescenti dei poveri.
"Nel 1933, essendo venuto a mancare alle Suore ed al Sacerdote l'aiuto prezioso di un'anima eletta che ai poveri aveva consacrato tutte le sue energie, la Provvidenza dispose che alcuni Catechisti anziani dell'Unione del SS. Crocifisso offrissero la loro collaborazione."9
"Inoltre sorgeva la questione disciplinare e formativa: come avrebbero potuto le buone Suore guidare un centinaio di uomini e svolgere su di essi una efficace azione educativa?
Si imponeva la presenza di uomini e furono quindi chiamati in aiuto i Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata fondati dai Fratelli delle Scuole Cristiane.
I Catechisti vennero: un gruppetto di Catechisti Anziani, già esperti nel trattare coi poveri per un lungo esercizio nelle Conferenze di S. Vincenzo."10
« A Nostra Signora della Speranza, in Torino, si è iniziata, nel mese di ottobre scorso ( anno 1934 ) nella Casa delle Suore di Carità di quella Parrocchia, un'altra Sezione della Messa del Povero.
Essa è coadiuvata, come all'Opera Pia Lotteri, dai Catechisti della nostra Unione. »11
Dalla semplice collaborazione si passa rapidamente alla presa in carico dell'Opera da parte dei Catechisti di fronte all'impossibilità, da parte delle Suore, di continuare a farsi carico di un'Opera per loro troppo gravosa.
Una lettera12 del can. Bernardino Morino al can. Stefano Bertola evidenzia il problema e ipotizza la soluzione che verrà poi adottata.
Scrive il can. Morino: "Oggi é stata da me la Rev.da Suor Maria della Beneficenza di N. Signora della Speranza e mi ha detto cose che mi hanno fatto riflettere su altre per cui giudico opportuno scrivertene per farne oggetto di riflessione, esame e determinazione con i buoni amici dei poveri e perciò del Signore.
Essa è venuta a dirmi:
1. che la sua Superiora ( a San Salvario ) non vuole che assuma alcuna responsabilità riguardo all'opera della messa del povero e perciò essa deve prestarsi a far la ministra, ma altri devano, e cioè i promotori dell'opera, provvedere e sostenere le spese, essa non deve, non può collettare questo scopo nella Parrocchia, perché povera ed i Signori sono già richiesti per altre opere, perché il Parroco non approva per timore di sottrazione di elemosine per la Chiesa poverissima, perché le Signore della Misericordia intendono dare per la ministra a favore dei poveri Parrocchiani e non per gli accattoni, quindi in conclusione domanda ai promotori dell'opera denari in proporzione delle spese vive da calcolarsi ogni volta.
2. Posto questo, resta scoperta la responsabilità dell'opera in quanto spese.
Chi l'assume? cioè chi pensa a provvedere come strumento di Provvidenza?
La Conferenza - L'Unione Catechistica del SS. Crocifisso?
Un gruppo di giovani col canonino Bertola ed il sottoscritto?
Parmi che la Conferenza non sia adatta perché subisce ma non agisce come dovrebbe per l'opera e credo che col andare del tempo bisogna distaccarla.
Non un gruppo di giovani ecc. perché l'Unione Catechistica parmi desideri assecondare quest'opera.
Dunque non resta che convenire con l'Unione per un intelligenza esplicita e programmatica, cercando o meglio sistemando l'opera come emanazione dell'Unione.
A me pare che la cosa non sia difficile, e la Provvidenza non mancherà, ma conviene dar forma a quest'opera la quale finora va avanti spalleggiandosi e lasciando praticamente tutta la responsabilità a voi senza sapere da chi dipendere ed a chi rivolgersi nei casi di difficoltà.
A viva voce spiegherò meglio il mio pensiero, desideroso di avere da voi spiegazioni per coordinare ogni cosa a fin di bene.
Frattanto per Domenica l'opera continuerà e qualcuno si assumerà le spese che la Provvidenza del Signore manderà; ma per assecondare consigli ed osservazioni fatte in proposito è necessario, dopo invocato lo Spirito Santo, decidere con semplicità ciò che è meglio in Domino.
Can. Bernardino Marino."
" Era Dio che per mezzo di questo nuovo, insperato aiuto voleva uno sviluppo sempre maggiore dell'Opera a Lui gradita.
Ed infatti il numero dei poveri partecipanti alla Messa festiva continuò ad aumentare, tanto che nel 1936 si senti il bisogno di fondare in barriera Milano, nella parrocchia di N S. della Speranza, una nuova sezione, anch'essa oramai molto numerosa."13
L'Opera prende rapidamente un crescente sviluppo sia nel numero di presenze che, soprattutto, nella varietà dei servizi offerti.
"Seguendo l'esempio del Divino Catechista che risanando i corpi tendeva alla salute delle anime, anche nella « Messa del povero » il beneficio temporale che si procura ha di mira il bene dell'anima.
Ogni domenica, infatti, prima di tutto si tiene da un Catechista una lezione di religione, di mezz'ora circa; segue la celebrazione delta S, Messa con breve omelia sul Vangelo, e dopo la funzione religiosa si offre ai poveri una modesta refezione, mentre alcuni Catechisti si improvvisano parrucchieri, segretari - corrispondenti ecc.
Vengono inoltre distribuiti indumenti, e si ha cura del vestiario per la pulizia e la rappezzatura.
Ai frequentatori più assidui e più formati furono anche tenuti degli esercizi spirituali in ritiri minimi."14
"Essi ( i Catechisti ) poterono sviluppare e completare l'opera con varie iniziative che li misero in maggior contatto con gli assistiti e permisero di aiutarli più efficacemente in tutte le loro necessità sia materiali che spirituali.
Inoltre poterono aprire una nuova Sezione in via Saccarelli n. 2, presso la Casa di Misericordia, aumentando il numero degli assistiti da un centinaio ad oltre duecento.
Talora anzi il numero dei presenti alla Messa raggiunge i trecento.
In entrambe le Sezioni i poveri assistono alla S. Messa, ricevono l'istruzione religiosa e, quando è possibile una abbondante refezione calda.
Poi i Catechisti si trasformano in barbieri e prestano servizio di barba e capelli a questa gente, d'ordinario irsuta e trascurata cosicché dopo qualche tempo hanno un aspetto più ordinato e decente.
Intanto mentre i Catechisti barbieri lavorano e parlano coi loro clienti, ascoltano le confidenze, che la circostanza favorisce, altri apprestano un servizio di farmacia per medicare le ferite che spesso affliggono i poveri.
C'è poi chi rammenda scarpe e abili, questi ultimi col valido aiuto di alcune Zelatrici dell'Unione SS.mo Crocifisso, e chi svolge l'opera di segretario, prendendo nota di qualsivoglia richiesta, come ricerca di lavoro o di ricovero, provvista di documenti, ecc., per cercare poi di soddisfarvi.
Nei casi più segnalati l'assistenza si prolunga anche fiori della riunione festiva.
Gli infermi sono visitati e in punto di morte sono assistiti da una compagnia appositamente costituita, alla quale partecipano gli stessi poveri, istruiti al soccorso vicendevole.
Ultimamente, allo scopo di soccorrere tutti i mendicanti della città, i Catechisti pensarono di portare la loro opera anche al rifugio municipale di Via Moncrivello che è come una minuscola città dei poveri e dove si trova il maggior numero dei mendicanti di Torino.
Quel rifugio, forse unico nel suo genere in tutta Italia, rappresenta una magnifica provvidenza per gli accattoni e onora certamente la nostra città, che in fatto di beneficenza non è seconda a nessun'altra, anzi è all'avanguardia e vanta degli incontestabili primati.
Però mancava in esso l'assistenza religiosa ed è quello che i Catechisti desideravano portare, giacche « non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola di Dio ». ( Lc 4,4 )
Le autorità municipali accolsero volentieri la richiesta e oggi l'assistenza religiosa agli ospiti del rifugio cittadino « Arnaldo Mussolini » è un fatto compiuto.
In tutti i giorni festivi si celebra la Santa Messa appositamente per i poveri in un salone del rifugio.
Il celebrante non manca mai di rivolgere un discorso appropriato al folto uditorio di circa 300 persone molte delle quali si accostano ai Santi Sacramenti.
Speciale cura si ha dei bambini, molti dei quali furono preparati alla Prima Comunione."15
Sorgono in seguito, accanto all'opera di assistenza, altre iniziative quali « la Filodrammatica tra i poveri stessi, facendo loro riprodurre lavori che inculchino ed encomino la vita di lavoro e di stabilità nel lavoro stesso, la pace della buona coscienza, l'utilità del risparmio, ecc. » e « Un'altra attività iniziata in quest'anno 1938 è il laboratorio volontario delle zelatrici di Gesù Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, per ricoprire il meglio possibile le membra sofferenti dei nostri mendicanti ».16
« Una attività che alla Messa del Povero si è sempre tenuta viva, è la assistenza ai suoi moribondi, in modo che nessuno, grazie al SS. Crocifisso e Maria SS. Immacolata, è morto finora senza la parola di conforto del sacerdote e i Sacramenti di nostra santa Religione.
Però non si era ancora costituito un piccolo gruppo di volenterosi Mendicanti e di Catechisti i quali dessero il nome in modo fisso all'Opera di Assistenza ai poveri degenti, e qualora i cari malati morissero, si interessassero per l'accompagnamento al Camposanto.
Oggi, certamente con la gioia infinita del SS. Crocisso, è un fatto compiuto.
Questa "Compagnia della buona morte" possiamo chiamarla cosi, avrà per iscopo santo di vegliare sulla salute dei nostri frequentanti la Messa del Povero e se i loro mali sono tali da richiedere l'ospedale, essi medesimi solleciteranno di esservi trasportati e così avrà inizio la vera missione della predetta Compagnia ».17
Nel 1939, viene annunciata l'apertura di una nuova Sezione nella Parrocchia di San Donato che tuttora esiste.18
In periodo di guerra l'attività si estende al Dormitorio Municipale di Via Moncrivello: « È nata così la Messa del Povero di via Moncrivello nella sua terza edizione, in aggiunta alle altre due di via Villa della Regina e di via Cibrario.
È noto come in via Moncrivello ci sia da tempo il dormitorio Municipale … nello stesso gruppo di case sorge pure il Ricovero Municipale e quindi sono in tutto varie centinaia di persone di tutte le età, tutte bisognose o di aiuti materiali o più ancora di aiuto morale ».19
È via Moncrivello che i Catechisti trovano modo di estendere la loro azione anche sui numerosi ragazzi che vi si trovano: « un buon numero di essi sono preparati alla Prima Comunione per iniziativa dei Catechisti, efficacemente coadiuvati dalle instancabili Figlie della Carità ».20
Nel dopoguerra l'attività della Messa del Povero prosegue tra le grandi difficoltà conseguenti alla diffusa povertà ed alla domanda di aiuto di un numero sempre crescente di bisognosi.
"La Messa del Povero continua nelle due Sezioni di via Villa della Regina e di via Cibrario: la frequenza si aggira sui 200 poveri complessivamente ogni domenica.
Il sabato, in via Villa della Regina, vede radunati una quarantina di Poveri per il servizio di pulizia e per la assistenza medica offerta generosamente da due Dottori.
Un triplice impegno anima chi ne vive lo spirito: Impegno di assistenza religioso-catechistica, impegno di animazione cristiana, comprensione umana e formazione sociale, impegno di assistenza materiale.
Si tennero anche per alcuni anni, corsi di Esercizi Spirituali chiusi per gruppi di Poveri.
Così pure fu offerto a un buon numero di Poveri l'occasione di partecipare a Pellegrinaggi a Lourdes e a Banneux, alla Vergine dei Poveri.
Continua il Pellegrinaggio annuale che, a chiusura dell'attività, nel mese di giugno, vede circa un centinaio di Poveri in gita a qualche Santuario: è giornata di forte spiritualità e anche di svago e di serena distensione.
Feste particolari sono sempre occasione per far meno sentire la solitudine a questi nostri fratelli e per dare un senso di famiglia anche a chi da molto non lo vive più: la nostalgia di un po' di calore umano e l'acuto e intimo desiderio di sentirsi parte di una società in cui la comprensione umana e la carità cristiana abbiano ancora un loro significato si fanno meno sentire nelle semplici e sentite festicciole che in date circostanze si organizzano con Lotterie che servono a dar loro un piccolo dono che gradiscono molto, perché non più abituati a riceverne.21
Il seguito, e fino ai nostri giorni, è sufficientemente noto.
Mi limito a ricordare alcuni fatti salienti su cui sarà utile un'attenta riflessione in vista della programmazione futura.
Al gruppo dei religiosi ( Catechisti, Fratelli, Suore, Salesiani, … ) si sono affiancati dei giovani volontari e/o obiettori di coscienza, provenienti da diverse esperienze.
Per alcuni anni è stata attiva, all'interno della Messa del Povero, la Fraternità dei Volontari Lasalliani.
Tutte le precedenti sezioni sono state chiuse per inadeguatezza dei locali e la Messa del Povero ha traslocato nell'unica sede del "Centro Andrea".
Il 4 maggio del 1991 il gruppo dei volontari, religiosi e laici, ha costituito con atto notarile l'Associazione "'Opera Messa del Povero" che nel 1991 ha ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica privata da parte della Regione Piemonte.
La crescita esponenziale di immigrati extra-comunitari e non, e la corrispondente forte diminuzione di italiani.
Indice |
1 | Dal giornale « L'Italia » del 24-7-1937 "È sorta questa eccellente istituzione della « Messa del povero », quindici anni or sono presso l'Opera Pia Lotteri di via Villa della Regina - diretta dalle Figlie della carità - durante un triduo di preparazione alla Pasqua tenuto ai poveri della parrocchia. Le suore dell'Opera e il predicatore del triduo, can. Stefano Bertola, vedendo con quanta avidità quelle anime di derelitti ascoltavano la parola di Dio, e con quale gioia avevano celebrato la Pasqua, si domandarono se non sarebbe stata un'ottima cosa il radunarli ogni domenica. Si decise senz'altro di tentare; e l'opera della Messa festiva per i poveri ebbe inizio. Nei primi mesi i partecipanti assidui erano pochi, forse una diecina; ma in seguito, poco alla volta, il numero andò sempre aumentando in modo davvero consolante, cosicché al secondo anno, specialmente d'inverno, si avevano ogni domenica e festa, un centinaio circa di assistenti." |
2 | Da "1933-1943: decennio di attività dei Catechisti alla Messa del Povero" "A Torino nel 1928 la Reverenda Sr. Luisa Beltramo, Superiora di quelle che vengono denominate col titolo glorioso e programmatico di « Figlie della Carità », preoccupata della solitudine e dell'abbandono spirituale non meno che della indigenza materiale dei mendicanti che venivano a lei in cerca dì soccorso, e consigliata e sostenuta dal Rev.mo Canonico Stefano Bertola, del Duomo di Torino, incominciò a raccoglierli nei giorni festivi in un locale sotterraneo dell'Opera Pia Lotteri in Torino, via Villa della Regina 21, per ascoltare la S. Messa e qualche parola di conforto." |
3 | Cfr. Fratel Gustavo Furfaro, Il quarantennio della Messa del Povero. |
4 | Da "1933-1943: decennio di attività dei Catechisti alla Messa del Povero" "A Torino nel 1928 la Reverenda Sr. Luisa Beltramo, Superiora di quelle che vengono denominate col titolo glorioso e programmatico di « Figlie della Carità », preoccupata della solitudine e dell'abbandono spirituale non meno che della indigenza materiale dei mendicanti che venivano a lei in cerca di soccorso, e consigliata e sostenuta dal Rev.mo Canonico Stefano Bertola, del Duomo di Torino, incominciò a raccoglierli nei giorni festivi in un locale sotterraneo dell'Opera Pia Lotteri in Torino, via Villa della Regina 21, per ascoltare la S. Messa e qualche parola di conforto. La buona Suora chiamò in aiuto le sue consorelle tra cui si distinsero Suor Caterina Perego e Suor Luisa Montaldo, ma le sole risorse della casa non potevano bastare a tanta gente e bisognava far appello alla beneficenza pubblica |
5 | Dalla lapide scoperta nella Sezione dei Santi Angeli nel 1958 ( XXV° della Messa del Povero ): A perenne ricordo di Suor Luisa Montaldo F.D.C. che con l'aiuto del Sen. G. Agnelli fondava a Torino nel MCMXXVIII la Messa del Povero. I Catechisti Anziani del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacola nel XXV annuale della sua attività in unione con i loro poveri memori e riverenti posero. 1° giugno MCMLVIII |
6 | 6 Da "1933-1943: decennio di attività dei Catechisti alla Messa del Povero" "A Torino nel 1928 la Reverenda Sr. Luisa Beltramo, Superiora di quelle che vengono denominate col titolo glorioso e programmatico di « Figlie della Carità », preoccupata della solitudine e dell'abbandono spirituale non meno che della indigenza materiale dei mendicanti che venivano a lei in cerca di soccorso, e consigliata e sostenuta dal Rev.mo Canonico Stefano Bertola, del Duomo di Torino, incomincia a raccoglierli nei giorni festivi in un locale sotterraneo dell'Opera Pia Lotteri in Torino, via Villa della Regina 21, per ascoltare la S. Messa e qualche parola di conforto." |
7 | Cfr. "1933-1943: decennio di attività dei Catechisti alla Messa del Povero" |
8 | Cfr. il giornale « L'Italia » del 24-7-1937 |
9 | Cfr. il giornale « L'Italia » del 24-7-1937 |
10 | Cfr. "1933-1943: decennio di attività dei Catechisti alla Messa del Povero" |
11 | L'Amore a Gesù Crocifisso, n. 5, 1935 |
12 | La lettera autografa, conservata nell'archivio dei Catechisti, porta la data del 25 novembre 1935 |
13 | Cfr. il giornale « L'Italia » del 24-7-1937 |
14 | Cfr. il giornale « L'Italia » del 24-7-1937 |
15 | Cfr. "1933-1943: decennio di attività dei Catechisti alla Messa del Povero" |
16 | L'Amore a Gesù Crocifisso, n. 2, 1938 |
17 | L'Amore a Gesù Crocifisso, n. 4, 1938 |
18 | Cfr. Fratel Gustavo Furfaro, Il quarantennio della Messa del Povero. |
19 | L'Amore a Gesù Crocifisso, nn. 1-2, 1942 |
20 | L'Amore a Gesù Crocifisso, nn. 4-5, 1942 |
21 | Cfr. Fratel Gustavo Furfaro, Il quarantennio della Messa del Povero. |