Carta di lavoro della Casa di Carità Arti e Mestieri |
Chi resiste in Casa di Carità è una persona con una marcia in più.
Docente
Resistere significa saper rinnovare l'entusiasmo.
Docente
La resistenza sta nel sopportare di chiedersi in continuazione: "È per me? Riuscirò a farlo?"
La resistenza sta anche nel sopportare gli inevitabili dubbi dovuti ai nostri umani limiti.
Docente
Da noi resiste chi sente ti lavoro come una cosa che deve essere ben fatta.
Docente
Resistere non è rifiutare il cambiamento, irrigidirsi contro di esso, ma accettarne la sfida!
Docente
Sento che in Casa di Carità c'è un progetto più grande di me e delle mie aspettative.
Devo resistere perché qui c'è qualcosa che va oltre noi …
Docente
Sentirsi davvero utili a qualcuno: non riesco a farne a meno e questo è uno dei motivi per cui mi sforzo di resistere in Casa di Carità.
Docente
Un nostro direttore chiedeva spesso a noi insegnanti: "Come va?"
E si stupiva, addirittura diffidava, di chi rispondeva: "Tutto bene!"
Direttore
Quando lavoravo fuori non vedevo il fondo dell'officina dalla polvere di ghisa che c'era.
Uscivo stanco, ma con la soddisfazione e la semplice serenità del lavoro svolto bene, dello stampo eseguito.
Oggi alle volte esco da qui distrutto. Eppure …
Docente
Vi sono due tipi di coraggio: quello necessario per incominciare qualcosa e quello che occorre per durare nel proprio intendimento, il coraggio cioè di perseverare.
Si chiama allora resistenza o perseveranza.
Ed è la qualità di chi resta costante in una decisione presa e vi investe volontà ed energia in vista della realizzazione del suo progetto.
Telamone è chiamata la statua d'uomo che nelle porte esterne d'un edificio, per esempio ai lati d'un portone, funge da colonna o pilastro.
Spesso ha le fattezze di un uomo possente, il corpo gravato da pesi enormi, le braccia muscolose impegnate a reggere e sostenere un balcone, un architrave.
È una figura che bene simboleggia la virtù della fortezza.
Forte è colui che intraprende, che ha coraggio.
Ma forse ancora più forte è colui che sa sopportare, che sa reggere, che riesce a portare a termine ciò che ha intrapreso.
Senza cedere, senza arrendersi.
La fortezza è forza unita alla pazienza.
Fortezza è convivere con forze esterne e circostanze più grandi e potenti di noi, restando con i piedi ben saldi a terra, senza cedere alle lusinghe dell'avventura o ai sussurri della rinuncia.
È sopportare, con pazienza, situazioni e costrizioni che ci impongono i loro tempi, ci avvolgono nei loro ritmi.
Il massimo della fortezza consiste poi nel sapersi reggere, nel fare i conti con i proprio dubbi e vincerne le paure.
Un po' come il telamone che accetta la prova e regge e sostiene e sfida il tempo.
L'Unione Catechisti, fondatrice con i Fratelli S. C. della Casa di Carità, è sorta ed è tuttora un'opera di perseveranza della scuola cristiana e, più in generale, del catechismo cattolico.
Nella Casa di Carità dobbiamo essere forti di tale perseveranza.
Presidente
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