Carta di lavoro della Casa di Carità Arti e Mestieri |
Dobbiamo parlare di noi, lavorare su di noi.
Occorre investire sull'uomo!
Docente
Penso sovente alla parabola dei talenti.
Quante volte non viene sfruttata una persona e trascurate le sue potenzialità solo perché per riuscirci occorrerebbe discutere con lui, ascoltarlo di più …
Docente
Mi occupo anche di orientamento e di stage.
Vengono spesso a parlarmi, io li ascolto, e quando escono mi sembra di aver subito un prelievo di sangue.
Docente
Essere al servizio significa ascoltare.
Docente
Colleghi che mi erano sembrati rigidi, con una cena informale hanno dimostrato tutta la loro umanità.
Segretaria
Al mattino esco da casa tranquilla.
Da noi non c'è un grande distacco tra famiglia e lavoro.
Segretaria
Ero tutta indaffarata, di corsa nel corridoio.
Probabilmente il Direttore ha colto il mio momento di difficoltà.
"Forza!", mi ha detto, appoggiandomi una mano sulla spalla.
Una cosa forse da nulla, ma mi ha colpito e mi ha aiutato ad andare avanti.
Segretaria
Il Direttore del mio Centro, sotto Natale, in un momento per tutti difficile, ha chiamato noi donne, ci ha consegnato un regalino corredato da un bigliettino diverso per ciascuna di noi.
È stata una cosa che mi è rimasta nel cuore.
Segretaria
Forse basta poco per rispettare gli altri: ad esempio se arriva un utente allo sportello mentre si sta telefonando, basta interrompere per poco la telefonata e dire: "Sarò tra lei tra un attimo", per far capire che ci siamo accorti di lui e che lo consideriamo.
Segretaria
In che cosa consiste il rispetto? Molto semplicemente nel volgersi a guardare, nel non essere ciechi, nell'avere occhi e orecchie per accorgersi che non si è soli e che attorno a noi ci sono gli altri e che meritano uno sguardo, un gesto, una nostra attenzione.
Meritano ciò che noi meritiamo: di essere riconosciuti nella nostra integrità di persone portatrici di pensieri, sentimenti ed emozioni.
Il rispetto è una via umanissima e immediatamente praticabile per riconoscere il nostro prossimo ed evitare di offendere coloro che ci circondano.
Offendiamo qualcuno non solo quando lo ìnsultiamo con una parola o un gesto, ma quando facciamo come se non esistesse, quasi ci fosse invisibile o non fosse altro che una macchina, una sorta di automa senza storia, carattere, personalità.
Lo offendiamo quando non abbiamo più occhi e cuore in grado di vedere che qualcosa potrebbe ferirlo o farlo soffrire, quando non gli riconosciamo la possibilità di avere proprie idee e opinioni, sentimenti ed emozioni, quando non ci accorgiamo più del ruolo da lui giocato all'interno della comunità di lavoro.
Dal Diario di fra Leopoldo, 25° detto sulla Casa di Carità, dell' 11 ottobre 1920, ore 7.30 di sera, nel Santuario: "Questi carìssìmi giovani voglio trarli tutti a me." - Detto di Gesù Sacramentato.
Presidente
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