Carta di lavoro della Casa di Carità Arti e Mestieri |
Questo documento rappresenta il risultato di un lavoro volto ad evidenziare i valori fondanti del nostro essere alla Casa di Carità e quindi del nostro lavoro, del rapporto e dell'impegno con gli allievi.
Si tratta di un lavoro fortemente partecipato: è stato costituito un gruppo di progettazione, nel quale erano rappresentate tutte le componenti del personale; sono state consultate direttamente 70 persone, riunite in 8 gruppi di testimonianza; puntualmente sono stati informati tutti e richiesti suggerimenti e valutazioni personali.
Un documento condiviso, che rappresenta un po' il vissuto di tutti noi, le motivazioni che ci spingono, i valori che ci animano: l'essere riusciti a parlarne, a scriverne è già in sé un grande risultato perché significa comunque un superare la tentazione all'intimismo, al considerare certi valori come patrimonio personale, da non divulgare, da non confrontare.
Anzi, l'aver scoperto negli altri le stesse motivazioni, gli stessi valori ha generato entusiasmo, ha fatto sentire le persone più vicine, più unite, più uguali.
Storie, esperienze, collocazioni geografiche, situazioni locali diversissime si sono ritrovate in un confronto e in un rapporto estremamente positivo che ha saputo produrre il bene, senza cedere alla tentazione di attorcigliarsi in spirali di confronti e recriminazioni localistiche.
E nelle testimonianze, a volte così semplici, quasi umili, c'è tutta la Casa di Carità, il pensiero di fr. Teodoreto, i detti di fra Leopoldo, l'attività dei Catechisti ( mi limito a ricordare Cesone e Tessitore ), tradotti in operosità concreta, fattiva.
C'è il richiamo fermo ai fondamenti, al carisma, alla storia della Casa di Carità, c'è la consapevolezza della realtà odierna e la tensione al futuro, alle nuove sfide che questa società in così rapida evoluzione ci propone costantemente.
Se così è, se tanto siamo riusciti a proporre alla nostra riflessione, allora nulla sarà più come prima: la consapevolezza del nostro impegno diventa reale, il terreno di confronto delle opinioni risulta nitido e definito, il livello della comunicazione ( allievi, famiglie, colleghi, aziende, realtà ecclesiale, enti territoriali ) assume profondità e dimensione valoriale.
Se così non fosse, se non verificassi tangibilmente, concretamente questi effetti di positiva ricaduta, vano sarebbe stato il lavoro, una mera esercitazione formale il documento; l'entusiasmo di tutti coloro che vi hanno lavorato in modo più o meno diretto, e le considerazioni di molti che hanno ritenuto di farmi giungere il loro pensiero, mi rendono certo della positività dell'iniziativa.
Iniziativa, comunque, non eludibile, perché si pone in stretto riferimento al tema della qualità ed alla conversione del nostro sistema secondo le norme previste dalla Vision 2000.
Si tratta di una prima esplicitazione della Carta dei Valori che era stata posta a premessa del nostro Manuale della Qualità, e rappresenta il concreto, fattivo contributo del personale tutto a una "missione condivisa" di una vera "Comunità educante".
Questo credo possa essere il senso profondo di un lavoro che rappresenta una base di partenza per affermare in senso sempre più solidale la nostra partecipazione sincera e condivisa al carisma dell'Opera e al Messaggio dei nostri Padri Fondatori.
Voglia il Signore, per l'intercessione di Gesù Crocifisso e Risorto e di Maria Immacolata, concederci fortezza e perseveranza nel miglioramento e nel compimento della Sua Opera.
È mio dovere rivolgere un particolare e sentito ringraziamento al dott. Alberto Peretti, che ha saputo con competenza e sensibilità accompagnare il lavoro del gruppo di progettazione.
Il suo apporto di alto contenuto professionale ed umano è stato particolarmente apprezzato.
Un grazie sincero a tutti coloro che nella Casa di Carità a diverso titolo hanno con impegno partecipato e condiviso questo progetto.
Motivi di riconoscenza profonda ho per Bruno Giraudo, cui sono stato legato da una pluriennale intesa professionale e che ancora mi onora della sua amicizia: ho ammirato la perseverante, martellante costanza con cui ha difeso e portato a compimento il progetto nel quale fermamente credeva.
Il suo esempio mi conforta e mi sprona a credere sempre nelle grandi potenzialità della Casa di Carità e del personale tutto.
Attilio Bandone
Direttore Generale
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