Esercizi 4/11/1968
1 - Presenza dello Spirito Santo nella Chiesa di tutti i tempi.
2 - Lo Spirito Santo alla luce della "Lumen Gentium".
3 - Lo Spirito Santo e i doni gerarchici e carismatici.
4 - La Chiesa vive dei carismi dello Spirito Santo.
5 - Noi operiamo in virtù dello Spirito Santo.
6 - I Carismi di Fra Leopoldo.
7 - L'osservanza della Regola.
8 - I Detti a fra Leopoldo ci muovono a cogliere la nostra vocazione.
9 - Caratteristiche dell'amore dovuto a Gesù Crocifisso.
10 - La vocazione specifica di fra Leopoldo consiste nel rivelare al mondo l'amore di Gesù.
11 - Valore e significato dell'Unione.
12 - Significato dell'Insegna programmatica.
13 - Esaminarsi sulla base dei carismi dell'Unione.
14 - Le nostre forze devono essere dedicate a Gesù Crocifisso.
15 - Tutta la nostra vita deve fondarsi sul rapporto di amore verso Gesù Crocifisso.
Il predicatore Don Arbinolo ci ha presentato l'essenza della nostra vita di cristiani avvalendosi delle apparizioni e del messaggio della Madonna dei Poveri.
Don Arbinolo ci ha richiamato con ciò all'azione dello Spirito Santo nella Chiesa di tutti i tempi; infatti è lo Spirito Santo che ci è stato mandato perché rimanga sempre con noi.
Ricordiamo per esempio il discorso dell'Ultima Cena e la promessa di Gesù. ( Gv 16,5-15 )
È nello Spirito Santo che noi veniamo generati a Gesù, muoviamo verso Gesù e per mezzo di Gesù al Padre.
"Senza lo Spirito Santo non sapremmo nemmeno cosa chiedere" dice l'apostolo S. Paolo. ( Rm 8,26 )
Lo Spirito Santo, che è lo Spirito di Gesù e del Padre, ci introduce e ci cresce in Gesù e per Gesù al Padre.
Tanto la "Lumen gentium" come altri documenti, per esempio quello riguardante le missioni, parlano dello Spirito Santo.
Nella Lumen gentium 4 si dice infatti: "Compiuta l'opera che il Padre aveva affidato al Figlio sulla terra, il giorno di Pentecoste fu inviato lo Spirito Santo per santificare continuamente la Chiesa, e i credenti avessero così per Cristo accesso al Padre in un solo Spirito; questo è lo Spirito che dà la vita, è una sorgente di acqua zampillante fino alla vita eterna; per Lui il Padre ridà la vita agli uomini, morti per il peccato, finché un giorno risusciterà in Cristo i loro corpi mortali.
Lo Spirito dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come un tempio e in essi prega e rende testimonianza della loro adozione filiale".
Il Concilio continua dicendo: "Egli guida la Chiesa per tutta intera la verità, la unifica nella comunione e nel ministero, la istruisce e dirige con diversi doni gerarchici e carismatici, la abbellisce dei suoi frutti.
Con la forza del Vangelo fa ringiovanire la Chiesa, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione con il suo Sposo: poiché lo Spirito e la Sposa dicono al Signore Gesù: "Vieni".
Così la Chiesa universale si presenta come "un popolo adunato nell'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo".
Lo Spirito Santo dunque istruisce e dirige la Chiesa con i doni gerarchici, che ci provengono dal sacerdozio e dai superiori e l'abbellisce con i doni carismatici, come quelli, per esempio, manifestati alle veggenti della Madonna dei Poveri, come quelli dati ai nostri Servi di Dio, fr. Teodoreto, quale fondatore dell'Unione, e a fra Leopoldo per l'Unione e per noi.
La "Lumen gentium", a proposito dei doni carismatici, afferma al punto 7: "Uno è lo Spirito, il quale per l'utilità della Chiesa distribuisce la varietà dei suoi doni con magnificenza proporzionata alla sua ricchezza e alle necessità dei ministeri".
Quindi l'azione dei doni carismatici da parte dello Spirito Santo non è né misera né stentata, ma manifestazione della grandezza; infatti questi doni sono distribuiti con "magnificenza" proporzionata alla ricchezza di Dio e proporzionata alla necessità dei ministeri.
Tutta la Chiesa vive di carismi che sono i doni dello Spirito Santo.
Senza questi carismi, non sapremmo cosa domandare a Dio, né leggere con profitto il Vangelo, né partecipare con giovamento spirituale alle funzioni liturgiche.
Nel decreto sulle missioni si dice che lo Spirito Santo infonde nel cuore dei fedeli lo Spirito per la missione voluta da Gesù stesso. ( Conc. Ecum. Vat. II, Ad Gentes 4 )
Nella "lumen gentium" al punto 12 è scritto: "Inoltre, lo Spirito Santo non solo per mezzo dei Sacramenti e dei ministeri santifica il Popolo di Dio e lo guida e lo adorna di virtù, ma distribuendo e ciascuno i propri doni come piace a Lui, dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali, con le quali li rende adatti a pronti ad assumersi varie opere e uffici, utili al rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa, secondo quelle parole: "A ciascuno la manifestazione dello Spirito è data perché torni a comune vantaggio".
Chiunque di noi opera in modo valido, efficace dal punto di vista cristiano, nel suo campo di lavoro, nel suo campo professionale, nella Chiesa, opera in virtù dello Spirito Santo.
Con queste grazie speciali siamo resi dallo Spirito Santo pronti ad assumerci varie opere ed uffici.
Dobbiamo perciò e gratitudine e consolazione i carismi che possono essere ordinati, cioè semplici, o straordinari, cioè eccezionali.
I Carismi infatti sono dati soprattutto per sovvenire alle necessità della Chiesa.
I doni straordinari non si devono chiedere però imprudentemente né con presunzione si devono da essi sperare i frutti dei lavori apostolici; il giudizio sulla loro genuinità e sul loro ordinato uso, appartiene all'autorità ecclesiastica, alla quale spetta soprattutto non di dubitare, né di diffidare, né di spegnere lo Spirito, ma di esaminare tutto e di ritenere ciò che è buono.
Nel decreto per l'Apostolato dei laici c'è un punto interessante che ci potrà servire per fare un esame circa i carismi che noi abbiamo ricevuto.
Dice il decreto ( Conc. Ecum. Vat. II, Apostolicam Actuositatem 30 ): "Anzi ciascuno deve fattivamente prepararsi all'apostolato, cosa che urge maggiormente nell'età adulta.
Infatti, con il progredire dell'età, l'animo si apre meglio in modo che ciascuno può scoprire più accuratamente i talenti con cui Dio ha arricchito la sua anima, ed esercitare con efficacia quei carismi che gli sono stati concessi dallo Spirito Santo, a bene dei suoi fratelli".
Nella vita di fr. Teodoreto e di fra Leopoldo, noi assistiamo a questa maturazione, a questo crescendo, all'abbandono di tutto quello che poteva essere accessorio, per evidenziare il carisma e metterlo a profitto di tutti.
Gli scritti di fra Leopoldo mettono bene in evidenza lo sviluppo e la maturazione continua della sua vita.
Consideriamo ora i carismi di fra Leopoldo che, per l'azione materna della Vergine, ha avuto la missione di richiamare gli uomini a Gesù Crocifisso, dimostrandone l'amore e la misericordia infinita; missione che Egli ha compiuto con la Divozione . Adorazione, con la testimonianza e con l'esempio, con la vita fatta tutta corrispondenza di amore a Gesù Crocifisso.
I Carismi di fra Leopoldo sono stati fondamentali per i Catechisti, che devono essere i continuatori della Sua opera.
Fra Leopoldo ha ancora avuto un particolare carisma, che lo ha reso maestro di vita spirituale per i catechisti.
La corrispondenza alla nostra vocazione, ai carismi mediante cui essa ci è stata manifestate, comprende delle tappe successive.
Innanzi tutto c'è l'osservanza delle norme delle Regole le quali sono anche esse frutto dei carismi; però questa osservanza deve essere vivificata e approfondita in forza e alla luce dello Spirito espresso dall'insegna programmatica: Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.
È una insegna che fissa lo spirito, l'obiettivo sintetico in base al quale bisogna osservare le Regole; chi prescindesse dall'osservanza delle Regole per diventare sempre più Catechista del SS. Crocifisso e di Maria Immacolata commetterebbe l'errore di considerare le Regole da un punto di vista formale e non secondo lo spirito autentico, sostanziale, essenziale che le informa ed è espresso dall'insegna programmatica.
Spirito che deve essere alimentato in modo specifico tenendo presenti i detti a fra Leopoldo.
Essi sono infatti l'azione dello Spirito Santo nell'Unione e ci permettono di leggere e di praticare il Vangelo, di capire Gesù; infatti nulla noi possiamo da soli: lo Spirito Santo che ha così agito in noi come Unione noi possiamo muoverci a leggere il Vangelo e a capire l'opera di Gesù nei nostri confronti, a cogliere la nostra vocazione.
I detti a fra Leopoldo ci suggeriscono che tutto in noi deve partire e operarsi come amore a Gesù Crocifisso.
Gesù ha voluto infatti che il bollettino dell'Unione fosse denominato "L'amore a Gesù Crocifisso".
Lo spirito per vivificare tutto, compresa la nostra conformità al titolo, la nostra vera osservanza delle Regole è appunto "L'amore a Gesù Crocifisso"; questo insegnamento di amore è la sostanza dei detti a fra Leopoldo.
L'esempio di fra Leopoldo ci offre le caratteristiche essenziali dell'amore col quale Gesù vuole essere amato da noi, amore che dobbiamo insegnare agli altri.
Amore fedele
Innanzitutto è un amore fedele. Ammonisce infatti Gesù: "Caro Leopoldo, guai a te se ti scosti dall'amore che ti porto: sarei obbligato a dar mano ad una sferza sopra di te" ( 24 maggio 1908 )
Amore totalitario
È un amore totalitario verso Gesù, che dice: "A tutti quelli che si sono spogliati di tutto, di roba, di tutte le persone - ossia del mondo - che si fecero nudi, poveri come S. Francesco d'Assisi per mio amore, a questi miei veri figli do tanta confidenza da formare un cuor solo, un'anima sola; sono rare le anime che vogliono essere tali ( 19 luglio 1908 )
Vi sono diversi passi che mettono in evidenza il concetto di totalitarietà di questo amore, eccone alcuni:
"Voglio che tu ti perda di santo amore sopra il cuore trafitto, come serafino in terra, e quando tu hai qualche momento libero, voglio che tu venga vicino al tuo Gesù sempre con la serenità angelica; bando alle miserie per l'amore del tuo Gesù; per l'amore del tuo Crocifisso soffoca con merito ogni contrarietà: ricordati che quelli sono momenti preziosi per cambiare l'amaro fiele e renderlo, con preparati virtuosi, miele dolcissimo" ( 10 settembre 1908 )
E ancora: "Amami con tutta l'effusione del tuo cuore; non ti pentirai mai di aver amato tanto il tuo Gesù, quando il demonio viene a metterti davanti i tuoi peccati o quadri tutt'altro che lodevoli, non dar retta.
Ricordati che amo molto che tu, prima che finisca il giorno, venga a salutarmi, come fai nel SS. Sacramento dell'Altare …" ( 25 agosto 1908 )
Amore ardente
Questo amore, oltre che totalitario, deve essere ardente: "Il mio e il tuo cuore in avvenire bruceranno di amore santo" ( 18 agosto 1908 )
È tutto il linguaggio dell'amore quello che ci viene riproposto fa fra Leopoldo; questo amore così poco compreso, questa scuola di amore verso Gesù.
Amore integro
Deve essere un amore integro; dice infatti Gesù: "Guarda, Leopoldo, se tu mi togliessi amore, anche minimamente, per darlo a qualche oggetto, io ti castigherei per amore; che è tale che ti ho donato tutto il mio Cuore". ( 13 settembre 1908 )
E ancora: "Ebbene, qualunque tentazione insana che cerca, tenta rubare il minimo amore al tuo Gesù, fuggila, scacciala, come se si trattasse di ripararti da una belva feroce che tentasse sbranarti ( 13 settembre 1908 )
Sono espressioni molto forti, che dicono tutta l'esigenza che Gesù ha verso di noi che lo amiamo.
Amore fiducioso
Deve essere un amore fiducioso. Fra Leopoldo aveva fatto la domanda:"Domandai al mio Gesù, se nella sua Misericordia mi fa salvo; il mio Gesù Crocifisso dolcemente mi rimproverò dicendomi: Guai a te, se oserai ripetere tale domanda! Dunque tutto quello che ti feci scrivere a che cosa serve?
Fa' coraggio e mettiti in mente sempre che la Misericordia di un Dio non ha misure e rileggi ciò che ti feci scrivere, perché il dubitare è ingiuria che tu fai al tuo Gesù Crocifisso che ti ama immensamente, e se ti faccio scrivere questo pensiero è per incoraggiare tutti i miei figli a sperare nella Misericordia, nella bontà di un Dio Crocifisso che tende continuamente le braccia per abbracciare tutti quelli che a Lui si fanno vicino; con trasporto di immenso amore me li stringo all'immenso mio Cuore, sempre dando loro il bacio del perdono". ( 6 settembre 1908 )
Amore perenne
Deve essere un amore perenne. "Sta sempre vicino al mio Cuore, caro Leopoldo: amami tanto, in cambio di milioni di anime battezzate che non si danno pensiero di volgermi un atto di riconoscenza!" ( 7 ottobre 1908 )
e poi: "Fra noi, Leopoldo, né giorno né notte ci si lascerà mai!
La croce che porti sul petto portala sempre sulla parte del cuore nel riposo e avrai sonni quieti con il tuo Gesù".
Amore tenero
Deve essere un amore tenero oltre che ardente. "Ti piace, Leopoldo, dopo aver fatto l'Adorazione alle Sacre mie Piaghe delle mani e dei piedi, farla con più trasporto al mio Cuore?" ( 28 settembre 1908 )
"Bacia il mio Costato: domani il tuo Gesù bacia il tuo cuore, quando tu mi riceverai nella Santa Comunione". ( 15 ottobre 1908 )
Amore pieno
Deve essere un amore pieno. "Con la scusa che non sei capace, non mi lasciare lì, amami con tutte le tue forze, con tutta l'anima tua; così saprai amarmi: comprendi, figlio, quanto ti amo? " ( 16 ottobre 1908 )
"Voglio che tu mi ami con tutte le tue forze, con tutto il tuo cuore, incessantemente; se i peccati si fanno in questo mondo, voglio anime, che, come i serafini del cielo, mi seguano con l'orazione, finché facciano riparazione" ( 4 agosto 1908 )
Amore lieto
Deve essere un amore lieto: "Figlio, non ti turbare: prega e da questo mio Cuore Sacro non ti partire mai: intanto ti dico che parte della mia mestizia è perché non ti appressavi a me con quella ilarità angelica che mi hai promesso, che mi hai promesso!" ( 19 settembre 1908 )
Amore fecondo
È un amore fecondo: "Figlio mio, veggo il grande amore che tu mi porti sia nel SS. Sacramento che nel Crocifisso.
T'assicuro che per questo grande devoto ossequio al tuo Signore pioveranno le più belle benedizioni sopra tutte le tue azioni". ( 13 settembre 1908 )
Amore reciproco
Deve essere un amore reciproco. ed a questo proposito vi sono pagine veramente commoventi..
"Io sono tutto tuo come vuoi tu, e tu sei tutto mio, come voglio io?" ( 27 agosto 1908 )
"Leopoldo, sei capace di trovare altrove l'amore che sorpassi il mio?
Tu sei qui vicino a me, hai la pace serena nel cuore e l'anima tua esulta di gaudio angelico.
Siamo qui ambedue: amiamoci! Amore per amore: tu ami me, io amo te senza misura!" ( 14 ottobre 1908 )
Amore esclusivo
"Chi mi ama di cuore, veramente, con fede viva, e non ha altra mira che il suo Gesù, io lo faccio re del mio Cuore trafitto, che racchiude ogni varietà di grazie". ( 15 gennaio 1909 )
Ancora: "Se tu sapessi l'amore che ti porto, piuttosto che inquietarti e venir meno al mio amore, lasceresti sprofondare mondo et otmia, voglio dire che lasceresti andare il mondo con le sue bellezze, perché non c'è bellezza che possa stare a paragone di un'anima che ama Dio". ( 25 aprile 1909 )
Amore forte
Deve essere un amore forte. "Così piace a me, il tuo Gesù; è per vedere se mi vuoi proprio bene, se nelle contrarietà mi porti amore, che sarebbe merito grande". ( 20 dicembre 1908 )
"Guarda, Leopoldo, di amarmi tanto e non voglio, perché non ti va tutto a genio, che tu venga meno al mio amore: nelle prosperità e nelle pene fa che il tuo Gesù sia sempre il centro del tuo Cuore.
Ora va, corri a ricevermi nella S. Comunione". ( 5 ottobre 1908 )
Sempre sulla forza di questo amore Gesù dice: "Figlio mio, se tu non avessi sempre qualche Croce da portare, non potresti avere grande amore: le Croci sono rialzo al mio immenso amore; e questo valga anche per i fratelli tuoi". ( 25 ottobre 1909 )
Amore di consolazione
È anche un amore di consolazione: "Leopoldo, mi fai piangere di consolazione per vedermi da te tanto amato". ( 29 novembre 1909 )
Amore apostolico
È un amore apostolico: "Sai perché io ti voglio tanto bene? perché oltre che con la preghiera e con l'esempio, mi fai amare per quanto puoi dalle persone con il mezzo della Divozione, e quando viene il tempo di far noto al Santo Padre il Papa che estenda per tutto il mondo l'Adorazione alla Croce e al SS. Crocifisso, ripeto di nuovo, che se il mondo non dà ascolto, mando un grande flagello". ( 19 novembre 1908 )
La Madonna dice ancora a Leopoldo: "Fa come fai ora: amalo e fallo amare con la Divozione a SS. Crocifisso e invitando le persone a praticarla, così camminerai a passi di gigante nella via della santità, traendo da così amabile tesoro, virtù preziose ( per te e per il mondo ) ". ( 5 novembre 1908 )
Amore nuziale
È un amore nuziale.
Esattamente 18 giorni dopo la professione solenne di Fra Leopoldo Gesù dice: "Segna, figlio mio: oggi venerdì 14 maggio è il più bel giorno di tua vita, perché il tuo Gesù Crocifisso, per le suppliche di mia Madre Maria SS., conferma lo sposalizio dell'anima tua con me, tuo Gesù Crocifisso". ( 14 maggio 1908 )
Il nostro amore verso Gesù Crocifisso deve avere tutte queste caratteristiche, ma soprattutto deve essere l'amore stesso di Gesù per noi; noi dobbiamo amarLo del Suo stesso amore, un amore che Lui ci ha portato e ci porta.
Nelle parole di Gesù si delinea la vocazione specifica di fra Leopoldo: "Tutti i Santi io ho scelto come tanti fiori di grato odore, ma di diversi profumi; a uno ho concesso grande penitenza, all'altro grande amore e dolore della mia Passione, ad altri grande pentimento dei loro peccati e d'essere penitenti; ad altri il dono della preghiera continua, tanto da diventare grandi Santi, ad altri il dono d'avvicinare anime al mio Cuore e trarle salve con la mia grazia, e per te, mio Leopoldo, ho scelto di darti il mio immenso amore, sofferenze e lavoro: questa è la via che hai da seguire per arrivare nella terra dei viventi là dove il tuo Gesù amorosamente ti aspetta". ( 14 settembre 1908 )
Quindi, fra Leopoldo è stato chiamato ad essere una particolare rivelazione al mondo dell'amore che Gesù porta a ciascuno di noi, amore che Gesù ha effuso con particolare abbondanza in fra Leopoldo.
Gesù vuole essere riamato con quel medesimo amore, e vuole che quel medesimo amore sia diffuso nel mondo.
Vorrei ancora leggervi le parole che la Madonna dice a fra Leopoldo: "Figlio mio, se mi sono fatta Patrona dell'Opera, - si parla del grande Ordine che verrà - è per l'appunto affinché mio Figlio venga amato e non più disprezzato e strapazzato orribilmente". ( 13 dicembre 1908 )
Questo detto mette in evidenza come sia difficile trovare, al di fuori dell'Unione, un'altra opera che richiami in modo così specifico l'umanità di Cristo e il Suo amore.
Questa vocazione si realizza in tutte le condizioni di vita, anche nella condizione di secolare e di laico; credo anzi che per i laici non vi siano altre opere così schematicamente orientate.
Riflettiamo sul significato della nostra insegna programmatica: "Unione Catechisti di Gesù Crocifisso e di Maria Immacolata" e sul valore del distintivo che ci ha lasciato fr. Teodoreto.
Esaminiamoci bene sulla base dei carismi che sono a fondamento dell'Unione, carismi che mirano al nostro bene e, attraverso di noi, al bene della Chiesa; consideriamoci sulla base dei doni che lo Spirito Santo ha fatto all'Unione, doni di cui si consustanzia la nostra vocazione catechistica.
Domandiamoci quale spirito ci muova e quale scopo animi il nostro tentativo di corrispondenza alla nostra vocazione.
Che cosa cerchiamo noi veramente di fronte alle diverse circostanze della vita, liete o tristi che siano?
Di fronte ai giorni che verranno? A che cosa aspiriamo nel nostro cuore?
Che cosa ci ripromettiamo, che cosa ci auguriamo, per noi e per gli altri?
Come, perché, con quale spirito avviciniamo la Regola?
Perché siamo dell'Unione? Perché vogliamo continuare ad essere dell'Unione?
Qual'è il nostro atteggiamento di fronte a coloro che interpretano la Regola e guidano l'Unione? Di fronte alle loro decisioni e a ciò che ci danno?
Che cosa attendiamo e cerchiamo dai superiori? Che cosa vogliamo da essi?
Esaminiamo lo spirito nostro quando siamo immersi nelle cose tristi.
Che tipo di reazione avviene dentro di noi?
Che arco di percorso ha la vicenda interiore nostra allorché siamo in difficoltà?
Chiediamoci anche quale sia il nostro atteggiamento di fronte alle cose liete, e con quale spirito veramente noi rispondiamo a quello che ci dà letizia e gioia.
Offriamo tutto il nostro tempo a Gesù?
Abbiamo veramente compreso la perennità d'amore che Gesù vuole da noi, oppure riserviamo per noi una parte del tempo che dovremmo dedicargli.
Neanche un momento deve essere riservato a noi.
Quale è quindi l'impegno del nostro tempo? Con quale spirito noi lo determiniamo e che cosa ci proponiamo?
Circa l'impiego delle nostre forze fisiche, psichiche, spirituali, cos'è che ci muove ad amministrarle e a prendere delle decisioni?
Con che spirito esaminiamo giovani ed anziani, rispettivamente il crescere e il declinare delle forze?
Le nostre forze nella loro crescita, nel loro declino, nella loro conservazione, devono essere dedicate a Gesù Crocifisso che non è conosciuto, che non è amato.
Il nostro cuore è in modo esclusivo e totalitario offerto a Gesù?
Così, dandoci agli altri, ci daremo non più soltanto col nostro cuore e il nostro amore, ma col cuore e l'amore di Gesù; guardiamoci bene dal dare agli altri il nostro amore soltanto perché daremmo un sostegno che non regge, un frutto che non nutre.
Consideriamo queste cose ricordando che dobbiamo osservare la Regola sulla base del titolo, il quale a sua volta deve essere vivificato sui detti a fra Leopoldo.
Solo così capiremo bene che cosa il Signore vuole darci e come vuole da noi essere corrisposto.
Se noi manterremo questa coerenza, questa fedeltà sostanziale, credo che avremo grazie e benedizioni; altrimenti ci attenderà un avvenire molto buio e molto triste, soprattutto molto sterile per quel che riguarda la vita dell'Unione.
Facciamo ancora una riflessione: chi, se non avessimo avuto fra Leopoldo, ci avrebbe così tanto sollecitato verso Gesù Crocifisso?
Chi ci avrebbe insegnato quelle meraviglie verso l'amore, che Gesù ci vuole e che noi gli dobbiamo?
Saremmo noi stati in grado, da soli, con le nostre forze, con le nostre energie, di slanciarci verso il Signore e di presentare al mondo queste cose?
L'Unione stessa non esisterebbe e ciò che vi è di caldo, di vivo, di fecondo, lo dobbiamo a fra Leopoldo e a fr. Teodoreto che fedelmente ha accettato le cose secondo il suo carisma di Fondatore e ha nutrito l'Unione con quel nutrimento preparato dal Signore.
Esaminando la lunga storia dell'Unione, sin dal 1914, comprenderemo che quanto di valido, di vivo, di suggestivo, di salvifico vive ed opera in noi è frutto di essa.
Quanti richiami, quante sollecitazioni, sulle basi di questi testi, quanti inviti dal Signore!
Queste discussioni continue sulla Divozione!
Se non avessimo questo mezzo pratico, cosa potremo fare da soli?
Per un'azione di educazione all'amore intorno a noi, come gruppo, come Istituto, come Famiglia, cosa sapremmo noi?
Cerchiamo perciò di cogliere tutta l'importanza dell'azione dello Spirito Santo a nostro favore per il bene della Chiesa e di considerare tutto da questo punto di vista.
Queste cose non ci restringono, ma aprono e ci introducono a Gesù, sulla base del rapporto fondamentale che Lui vuole stabilire con noi: rapporto di amore, di intimità, rapporto da cui tutta la nostra vita spirituale deve partire, crescere, svilupparsi.
A tutta la nostra vita apostolica Gesù vuole dare questa impostazione, questo orientamento, questo stile.
Leggiamo e riflettiamo ancora sulle parole che Gesù ci rivolge proprio in prima persona:"Amami, amami con tutto te stesso, con tutte le tue forze; fa conoscere questo mio amore al mondo… sta sempre con me, non dividere mai il tuo cuore dal mio …".