Ritiro del 5/10/1969
1 - Introduzione
2 - Lo spirito di Riparazione
3 - Trascendenza e riparazione
4 - La riparazione e la gloria
5 - Il peccato e la riparazione
6 - Riparazione e consolazione
7 - La riparazione e l'amore
8 - Pericolo da evitare
9 - La riparazione e l'orazione
10 - La Madonna e il Rosario
11 - La riparazione e la contemplazione
12 - Conclusione
Siamo nel mese di ottobre e il tema che mi è stato assegnato è quello che riguarda il S. Rosario e la riparazione.
Il S. Rosario è una delle pratiche fondamentali facente parte della regola per noi Catechisti, ed è ancora fortunatamente molto diffusa nella chiesa.
La riparazione è uno degli spirato fondamentali della nostra Unione.
La riparazione oggi
Oggi si parla sempre meno di riparazione anche, purtroppo a causa degli errori teologici e spirituali che furono commessi in questo campo.
Secolarizzazione e riparazione
Come ci ha già ricordato il Predicatore, siamo in clima di secolarizzazione della Chiesa e del mondo, secolarizzazione non sempre ben intesa per quello che ha di positivo.
Questa secolarizzazione smorza veramente il senso della trascendenza di Dio e della sua distinzione dal mondo e dalla storia degli uomini.
Errori della secolarizzazione
Secolarizzazione che ci fa cadere in una mostruosa identificazione, anzi in una stranissima identità con Dio: l'identificazione è infatti un processo a cui si può tendere al limite, mentre l'identità è un'eguaglianza, è un risultato ormai conseguito tra l'uomo e Dio.
Dio in fondo è ridotto all'uomo e alle cose dell'uomo.
Identità mostruosa, non soltanto perché si priva Dio delle sue prerogative, addirittura della sua distinzione dal mondo, della sua trascendenza, ma anche perché si fa la caricatura dell'uomo, deformandolo.
È importante riprendere coscienza, la consapevolezza illuminata della riparazione religiosa, proprio per ricuperare un po' di più il senso della trascendenza di Dio e della sua distinzione dal mondo.
Trascendenza e distinzione che non significano separazione e indifferenza di Dio nei confronti dell'uomo, a sua volta divenuto indifferente verso Dio, ma che sono l'unica garanzia per la Sua immanenza, per la Sua presenza intima.
L'intimità in Dio
Dio può essere ed è più intimo di quanto noi possiamo essere a noi medesimi, proprio perché è trascendente, cioè qualitativamente al di là dell'uomo.
Ed in virtù di ciò può essere più intimamente nell'uomo di quanto l'uomo riesca ad esserlo.
La sua trascendenza non va a detrimento della sua vicinanza e della sua immanenza, ma ne è il fondamento.
Impossibilità della completa intimità per l'uomo
Noi, siccome ci trascendiamo soltanto in parte, non riusciamo ad essere completamente intimi.
Oggi, più che in altri tempi, si sente lamentare la solitudine e l'isolamento dell'uomo, la incomunicabilità dell'uomo con l'uomo proprio perché manca il riconoscimento della trascendenza di Dio, che è la Sua immanenza in noi e che fonda anche l'intimità tra noi.
Occorre riprendere coscienza di ciò che significa e di ciò che vuol essere la riparazione religiosa.
Il concetto di riparazione è un concetto di ripristino, di ricompensazione, di equilibrio, di ristabilimento.
È un aspetto della redenzione, volto soprattutto ai rapporti dell'uomo verso Dio: è il ripristino in noi della gloria di Dio, per quanto è dato a noi di ripristinarla.
Gloria è manifestazione celebrativa di colui che viene glorificato, manifestazione in noi della grandezza di Dio - magnalia Dei.
ì gli Apostoli, ricevendo lo Spirito Santo con il dono delle lingue, hanno manifestato Dio.
Gloria che è manifestazione celebrativa dell'amore salvifico di Dio e della Comunione beatificante che è Dio in se stesso, ed è legata al concetto di comunione e partecipazione.
Dio non ci vuole soltanto spettatori, ma ci vuole partecipi di sé, vuole fare uno con noi, vuole riempirci di sé, vuole divinizzarci: ecco il progetto di identificazione!
L'iniziativa è Sua, non nostra: è Lui che ci identifica a sé, perché essendo simili a Lui diventassimo anche noi, nella comunione con Lui, manifestazione delle sue grandezze operate e rivelate per mezzo del suo amore.
Riparare significa ripristinare tutto questo in noi, impegnarsi, lavorare, darsi perché questa gloria dell'amore di Dio che si denuncia nel suo disegno verso di noi, si manifesti nell'accettazione della comunione che Lui ci offre, dell'amore che Lui ci dà.
Perché ripristino? Perché riparazione? Perché c'è stato il peccato che va considerato nei suoi aspetti di offesa, di oltraggio e di disonore di Dio.
Il peccato come disonore di Dio nel senso che esso è rifiuto dell'amore, della gloria e della manifestazione di Dio in noi, che avviene mediante la comunione con Lui.
Il grande ed unico riparatore è Gesù e Gesù Crocifisso, il quale è sempre rivolto al Padre per ripristinare la gloria che è indissolubile e inscindibile dal resto degli uomini.
Gesù Crocifisso è, anche nei suoi dolori e patimenti, nella sua umanità, nella sua umiliazione fino alla morte di croce, la rappresentazione viva e palpitante della gravità offensiva ed oltraggiosa del peccato.
Carattere offensivo del peccato
Per meglio comprendere il carattere offensivo ed oltraggioso del peccato basta considerare l'umanità oltraggiata, crocifissa e disonorata di Gesù.
Umanità di Gesù Crocifisso che è anche l'espressione della sua grande volontà di riparazione redentrice.
Il peccato è un oltraggio a tutte le creature, a tutti i santi del Cielo, e in primo luogo alla Vergine, la Madre di Dio, la comediatrice, la corredentrice, la coriparatrice, che deriva tutto il suo potere di coredimere e di coriparare da Cristo, che è l'unica sorgente.
La riparazione, tenendo presente l'umanità di Gesù, si esprime anche come consolazione di Dio.
Quante volte, nei detti di Fra Leopoldo, si legge "consolami".
Consolazione di Dio nell'umanità di Cristo, che è un'umanità sofferente, che patisce, che è offesa!
Lo stare con Gesù Crocifisso, lo stare con Lui, il compatire con Lui: ecco perché la riparazione si presenta anche come sostituzione, come continuazione cioè dell'opera riparatrice di Cristo, quasi un volere alleggerire i suoi patimenti per mettere noi al posto suo.
È un concetto molto complesso che si può soltanto via via capire nella orazione perché è il Signore che ci illumina.
La riparazione è un tema che ci introduce nelle intenzioni più profonde di Cristo, nelle confidenze Sue: ecco perché Fra Leopoldo parla tanto di intimità, evidenziando la delicatezza di rapporti, tutta la ricchezza, tutta la polivalenza d'amore.
Coloro che parlano genericamente d'amore non ne colgono questi aspetti.
Essi parlano astrattamente d'amore e non sono abituati a tendere l'orecchio del loro spirito per capire le intenzioni di Cristo, di Gesù.
Essi hanno presente vagamente, astrattamente il disegno salvifico del Padre, ma non sono vicini all'umanità di Gesù attraverso cui questo disegno si attua e quindi non sono in ascolto di tutte le ricchezze di prospettiva, di intenzione, di sentimento che sono in Gesù.
Aspetti che trovano un esempio notevole in Fra Leopoldo.
La riparazione può partire dalle considerazioni che ne denunciano e ne fondano lo spirito autentico.
Questo per non incorrere in errori spirituali-teologici che hanno sempre in radice qualche cosa di guasto dal punto di vista morale e spirituale.
Consideriamo le parole del Sacro Cuore a S. Margherita Alacoque e capiremo perché la riparazione, l'amore per Cristo Crocifisso prenda le mosse dalla constatazione che l'Amore non è amato: ecco il Cuore che ha tanto amato gli uomini e che gli uomini non hanno riamato.
La riparazione è la considerazione della grandezza di Dio e in modo particolare dell'amore, che è la massima espressione di Dio attraverso la croce e che è come la via per la comunicazione all'uomo di Dio e delle sue grandezze.
Il rifiuto dell'amore
Il rifiuto di corrispondere all'amore è l'oltraggio all'amore.
C'è qualcosa di più oltraggioso che offrire l'amore a una persona, l'amore più puro, più durevole, più intenso che possiamo e vedere questo amore rifiutato?
Rifiuto non soltanto dell'amore, ma di noi stessi, che ci offriamo attraverso l'amore?
Se l'amore non è amato non può operare, non può salvare, né realizzare la comunione con Dio e perciò manifestare la sua potenza, la sua grandezza e quindi essere glorificato.
Definizione di riparazione
Riparare dunque significa accettare e riconoscere questo amore, permettergli di operare fino in fondo dentro di noi, di prendere l'iniziativa dentro di noi, in modo che si realizzi la nostra risposta più fedele e più completa, anche in nome degli altri, perché l'amore è sempre sostitutivo.
Quando si ama una persona non ci si accontenta di renderla persuasa del proprio amore, ma ci si sforza anche di ricompensarla del non amore degli altri, si cerca di raccogliere quel poco d'amore che c'è negli altri e di metterlo in lude.
La riparazione è quindi segno di una vita cristiana adulta e matura.
Comincia innanzitutto con lo stare attenti e aperti all'azione e al disegno di Dio, per Cristo Signore, col lottare per disporsi a cogliere e a ricevere l'amore di Dio, quasi a volerlo assorbire tutto per non lasciarlo cadere senza corrispondenza.
Lasciarlo sfogare e operare questo amore in modo che abbia in noi l'iniziativa e possa, il più rapidamente possibile, pervaderci e riempirci, possa fruttificare, traboccare nel doppio senso di manifestarsi e comunicarsi agli altri.
La riparazione non sta tanto nel fare qualcosa da offrire a Dio, ma nel cogliere quanto ci viene da Dio.
Tutto infatti viene da Dio; sarebbe una grave presunzione pensare che sia l'uomo a iniziare i suoi rapporti con Dio.
Non possiamo sostituire in senso pieno Cristo Signore.
Il dire: "tutti ti dimenticano, eccetto io", dimenticando che questo sentimento, se ha qualche cosa di buono è già dono e frutto dell'amore di Dio, è una stortura.
Una riparazione così intesa è amara, dura, si traduce in certi atti, tristi, senza consolazione, con il puro senso dello spogliamento, della scarnificazione.
Essa non è durevole, favorisce l'alimentazione della superbia e ci chiude anche la comprensione degli altri.
Pericolo dell'ascetismo che parte da noi
Guardiamoci dall'ascetismo che parte in primo luogo da noi e non dal riconoscimento dell'azione, del piano e dell'iniziativa di Dio.
Se non incorreremo in questi errori, daremo una particolare direzione, un particolare accento, una particolare carica a quanto noi facciamo e corrisponderemo all'Amore, assecondandone il senso, la direzione e lo scopo.
L'amore abita personalmente in noi con lo Spirito Santo.
Per una visione cristiana della secolarizzazione, cioè in Cristo, per Cristo, con Cristo, è indispensabile più che mai vedere noi stessi, la società, la Chiesa, il mondo, nell'amore di Dio che proviene da Dio.
Amore, che pervade, sostiene, redime il mondo destinato alla comunione con Dio e perciò alla manifestazione di Dio.
Il sacro
Ad una sacralità puramente formale, giuridica, di istituzione, per cui un oggetto, un paramento, una persona, con una investitura particolare, si dicono sacri, cioè riservati per il culto e per l'onore di Dio, subentrerà una sacralità sostanziale.
Tutto, essendo destinato al trionfo dell'amore di Dio, diventa sacra; infatti in ogni cosa, nel mondo degli uomini, nella società, lavora Dio.
Quindi senza l'amore che è Dio e che proviene da Dio, noi non amiamo veramente, durevolmente, fattivamente e comunque non con quella pienezza salvifica che è nel disegno di Dio.
Anche l'inserimento e l'azione nel mondo d'oggi devono essere alimentati da questo spirito di riparazione, per essere pronti a ricevere l'azione dell'amore di Dio.
Azione che opererà in noi e che fruttificherà in noi, che si comunicherà agli altri affinché Dio abbia la Sua gloria che è gloria d'amore e di comunione.
La riparazione richiede il massimo d'attenzione su Dio, attenzione che non si può avere senza un grande spirito e una grande pratica di orazione.
Attenzione su Dio e su tutte le cose perché la riparazione ha un risvolto che investe anche tutte le creature.
La riparazione è la migliore manifestazione dello spirito filiale: infatti, così come un figlio adulto non guarda più solo al padre per domandargli determinate cose, per volergli bene, ma si investe dei problemi del padre, così noi ci investiamo dell'amore e della gloria del Padre.
Disposizione che richiede il massimo di maturità.
E se intendiamo la maturità come senso di responsabilità, come fedeltà al proprio compito, come decisione piena ed irrevocabile di adempiere il proprio ruolo nella vita, ci accorgiamo che sono rari gli uomini che la raggiungono anche solo parzialmente.
Ed è proprio lo spirito di riparazione, compreso e coltivato convenientemente, che servirebbe moltissimo ad una maturità religiosa, cristiana ed anche umana.
Un giovane, che abbia veramente lo spirito di riparazione, sarà più corresponsabile in famiglia, sul luogo di lavoro, nell'ambiente dove vive.
Tutto teso a cogliere le presenze, i valori di quell'ambiente, delle persone che frequenta e che gli sono vicine, cercherà di custodirle, poiché considererà tutto come proveniente dall'amore di Dio.
Senza lo spirito di riparazione tutto viene rigettato e rifiutato.
Quindi la riparazione richiede il massimo di attenzione, di maturità cristiana, di distacco, di condizione di figlio di Dio e di orazione personale.
Infatti a Fra Leopoldo che chiede: "Dolcissima mamma, insegnami tu il modo di fare riparazione, affinché il tuo nome SS. sia onorato e santificato", viene risposto: "ti consiglio il S. Rosario e la giaculatoria: sia benedetta la S. ed Immacolata Vergine Madre di Dio". ( 13 ottobre 1908 )
In tutte le manifestazioni straordinarie della Madonna, come a Lourdes e a Fatima, il Rosario viene sempre presentato come pratica di riparazione.
Come è composto il S. Rosario
Il Rosario è composto di contemplazione, di misteri e di orazioni vocali: Padre nostro, Ave Maria, Gloria.
La contemplazione del mistero, cioè del disegno, dell'amore e dell'iniziativa di Dio, predispone al ricevimento dell'Amore e diviene più intenso e vibrante proprio dalla constatazione che questo Amore non è amato né accettato.
Il Mistero e il Rosario
C'è tutta una preparazione dall'Annunciazione alla Croce, che è l'ultimo dei primi dieci misteri, a cui segue il trionfo del mistero che è veramente al centro del Rosario e della vita cristiana.
Ai misteri dolorosi che culminano nel quinto mistero relativo alla Crocifissione, seguono i misteri gloriosi che sono i frutti della croce e i misteri che rappresentano Gesù come il capolavoro della redenzione e Maria la madre dell'umanità redenta.
Le preghiere che seguono indicano, mi pare, non solo il desiderio di continuare la contemplazione ma la volontà di risposta a questo disegno di amore e la volontà di impegno.
Si dice infatti: "Sia fatta la tua volontà, venga il tuo regno" e "Ave Maria … prega per noi peccatori"
Papa Giovanni XXIII in una sua enciclica sul Rosario raccomandava vivamente questa pratica e proponeva la meditazione del mistero per una riflessione su noi stessi e sul rapporto tra noi e il disegno di Dio. ( Giovanni XXIII, Grata recordatio )
La contemplazione è vera quando comporta degli aspetti di lode, di adorazione, uno slancio di riparazione e di domanda.
Rosario e liturgia
Il Rosario, anche se non è preghiera liturgica, è molto importante per la Chiesa.
Infatti la preghiera liturgica deve gran parte della sua efficacia dentro di noi alla sua preparazione e alla sua continuazione.
Il Concilio e il Rosario
Perciò il Concilio confortato nel suo giudizio da secoli di testimonianza cristiana, dai santi, dai Papi e dai Pastori, raccomanda così caldamente il Rosario.
Il Santo Rosario, oltre ad essere un ottimo esercizio di preparazione alla liturgia, che è sorgente di vita per la Chiesa, è un approfondimento della Chiesa stessa che si costituisce come tale proprio nell'occasione della celebrazione liturgica attorno all'Eucaristia.
Il Rosario, con la considerazione del mistero, quindi delle intenzioni di Dio, e sottolineando con l'uso del "noi" l'aspetto comunitario, dà un'apertura universale, ecclesiale, mondiale alla nostra preghiera, che non è semplicemente ristretta ad un rapporto tra noi e Dio.
Il Rosario è soprattutto meditazione del mistero che ci è stato dato per farci riflettere sull'azione dell'amore di Dio e per disporci a riceverlo offrendo tutti noi stessi.
Lasciamo che il Signore ci confidi i suoi segreti, ci faccia partecipi delle sue intenzioni, ci dia il suo movente.
Stiamo molto vicini al Signore nell'umanità crocifissa di Gesù, che è aperta e quindi massimamente comunicante e che dà il suo movente.
Stiamo molto vicini al Signore nell'umanità crocifissa di Gesù, che è aperta e quindi massimamente comunicante e che dà con il sangue la vita, le Sue idee, il Suo amore, le Sue intenzioni, il Suo slancio, il Suo ardore ed infine l'Eucaristia.
Recitiamo perciò il Rosario, cercando di penetrare nella profondità del mistero di Dio, che è mistero di amore e mistero di gloria.
Luogo del Rosario
La Chiesa è il luogo più adatto per recitare il Rosario perché il mistero di Dio vi è quanto mai evidente e presente e più facile ne riesce la contemplazione.
Innovare nella ripetizione
Recitiamo tuttavia il Rosario ovunque, per strada, in casa, cercando di innovare nella ripetizione.
Infatti l'amore, per sua natura, è ripetitivo e la ripetizione è innovativa.
L'amore deve essere ripetitivo, perché approfondisce continuamente e così facendo si accresce.
La ripetitività nel Rosario e nell'Amore
Così è infatti tra gli innamorati, tra le persone che si vogliono bene, che non si stancano mai di dirsi e di esprimersi il loro amore.
Non condanniamo perciò come meccanica la ripetizione, che sarà meccanica solo se noi la rendiamo tale.
In questa luce, il Rosario sarà una preghiera fondamentale di riparazione e la riparazione sarà l'aspetto adulto, maturo della vita e della preghiera cristiana.