Esercizi del 1/5/1970
1 - Tutto proviene dall'amore di Dio
2 - La libertà è dono dell'Amore di Dio
3 - La consacrazione come testimonianza
4 - Considerazioni riguardanti l'Orientamento ascetico
5 - Considerazioni riguardanti l'orientamento mistico
6 - Anche l'offesa è sostenuta dalla perfezione di Dio
7 - Valore della riparazione
8 - La vocazione catechistica e la partecipazione
9 - Fra Leopoldo modello di crescita interiore
Il nostro tempo e le dimensioni spirituali perdute
Viviamo in un tempo che, pur avendo compiuto delle conquiste, ha perduto molte delle dimensioni passate, quali per esempio il senso della densità entitativa, della profondità inesauribile della singolarità e irripetibilità, della tangibilità delle cose che ci circondano, del mondo, soprattutto degli uomini, di noi stessi.
Ogni cosa, ogni uomo ci appaiono soltanto nei loro aspetti fenomenici; il mondo, i viventi ci appaiono estranei, amorfi, unicamente come una condizione, una situazione nella quale siamo immersi per vivere.
Noi dovremmo considerare ogni cosa, ogni avvenimento, ogni realtà, come proveniente dall'amore di Dio; nell'amore dovremmo cogliere il senso della nostra vita personale, degli uomini che ci circondano, della storia, di tutte le realtà.
Facciamo l'esame di coscienza per esaminare quando questa verità sia operante in noi, nel nostro modo di giudicare noi stessi, gli altri, il mondo, la vita, gli avvenimenti.
Amore presente in tutte le cose
L'Amore assoluto non ha limiti, è al di sopra di ogni legge.
È l'amore che domina tutte le cose, le pervade, le sorregge, le sostiene, è presente nel cielo e nella terra, nel santo come nel peccatore, in quel che ha di positivo e nella energia che lo costituisce.
Onnipotenza dell'Amore divino
È un amore sovrano, infinito, onnipotente.
Un amore che non può essere contenuto, contraddetto, smentito, un amore misericordioso che si inclina verso il misero; un amore soccorritore, sollecito, modello di ogni amore paterno e di ogni amore materno.
Amore che è infinita e onnipotente volontà di far essere, di dar vita, di far partecipare e di far crescere nell'essere.
Tutto esiste in quanto è parola, espressione di Dio.
Questo amore infinito si manifesta a noi in molteplici modo.
Il creato è manifestazione dell'Amore
Tutto il creato è manifestazione naturale dell'amore; tutto il mondo è impero totale di Dio.
Noi medesimi siamo una manifestazione dell'amore: le nostre mani, i nostri volti, i nostri occhi, il nostro corpo, i nostri sensi, la nostra intelligenza, la nostra stessa volontà ci danno il senso dell'amore di Dio, che ci fa essere a Sua immagine e somiglianza, ci rende liberi di consentire a Lui con merito ma anche di dissentire da Lui con demerito.
Gesù Crocifisso manifestazione più grande dell'Amore divino
Il dono della libertà è una dimostrazione dell'amore; dono che noi non sappiamo valutare nella sua grandezza, poiché dalla libertà traiamo spesso occasione di contrapporci a Dio e di rifiutare l'amore, la cui manifestazione più grande, più completa, più stupefacente è rappresentata da Gesù Crocifisso.
Dio ha talmente amato il mondo e quindi ciascuno di noi da dare il figlio Suo Unigenito affinché chiunque crede in Lui non perisca.
Nella prima lettera di Giovanni si legge: "Chi non ama non ha conosciuto Dio perché Dio è amore.
L'amore di Dio si è manifestato così: Dio inviò Il Figlio Suo Unigenito nel mondo, affinché noi vivessimo per mezzo di Lui.
In questo sta l'amore: noi non amammo Dio ma Egli amò noi e mandò il Figlio Suo a espiare i nostri peccati". ( 1 Gv 4,8-10 )
Vorrei sottolineare il concetto che non noi amammo Dio, ma che Dio amò noi.
Noi siamo infatti inclini ad accusare gli altri di non amarci, a pensare che essi debbano per primi dimostrarci il loro amore.
Il discorso dell'amore ci dispone facilmente all'accusa ed alla considerazione della nostra solitudine.
Chiusi nel nostro egoismo dimentichiamo che Dio ci ama e ci ha amati per primo, fino alla morte di croce.
Giovanni continua dicendo: "Noi abbiamo contemplato l'amore e abbiamo conosciuto e creduto all'amore che ha Iddio per noi; Dio è amore e chi dimora nell'amore, dimora in Dio e Dio dimora in Lui". ( 1 Gv 4,16 )
La Vergine è frutto dell'Amore divino
La stessa Vergine Immacolata, dopo Gesù, è il frutto più eccelso dell'amore creatore e redentore di Dio, che ha dato con Maria il dono incommensurabile di una maternità per la Chiesa.
Alla luce di tali verità qual'è il significato e valore profondo della nostra consacrazione catechistica e secolare?
Noi dovremmo sempre e dovunque, con costanza e fedeltà, essere testimoni e annunciatori, con la parola e con l'azione, di queste fondamentali verità: che Dio è l'Amore, che Dio ci ama e ama ciascun uomo personalissimamente fino alla morte di croce, che tutti siamo, viviamo e operiamo nell'amore.
Che cosa significa per noi fare dell'apostolato e comunque dare alla nostra vita una rilevanza apostolica continua?
Qual'è l'obiettivo che noi vogliamo perseguire basandosi su questa essenziale e primordiale verità?
La nostra permanenza nel mondo nella condizione secolare e laicale è animata da questo impegno, da questo spirito?
O cede essa ad un compromesso, cercando di conciliare la nostra fedeltà a Dio e l'attaccamento a noi stessi?
Qual'è il senso della nostra consacrazione?
Consacrazione è la realizzazione dell'essere per Dio
Già negli Esercizi passati abbiamo trattato questo tema ed abbiamo concluso che la consacrazione è la realizzazione piena e consapevole del nostro essere per Dio; e specifichiamo ora maggiormente: essere per l'amore di Dio, che ha manifestato il Suo amore in tanti modi e soprattutto per mezzo del Figlio Suo unigenito morto per noi sulla croce.
Veramente noi vogliamo essere per Dio amore? per la Sua gloria, per la Sua manifestazione?
Vogliamo veramente che gli uomini Lo accettino, Lo riconoscano, vivano di Lui?
Vi è questo desiderio profondo in tutto quello che diciamo e facciamo? è questa la motivazione della nostra vita? della nostra consacrazione?
Vivere per l'Amore divino
Siamo dei consacrati per costituire una categoria privilegiata che, per aver rinunciato a qualche cosa, desidera una particolare considerazione, un trattamento speciale rispetto alla Chiesa, al mondo? oppure siamo dei consacrati per non vivere più per noi ma per l'amore e aiutare gli altri a vivere per esso?
Vorrei sottolineare l'importanza di ripensare il nostro orientamento ascetico per tutto ciò che riguarda il distacco dalle cose, la spogliazione, la purificazione di base; per esempio durante l'esame di coscienza come consideriamo le nostre colpe, anche veniali, qualche volta deliberate o semi deliberate, le imperfezioni?
Le colpe degli uomini sono un'offesa all'Amore divino
Nella considerazione delle nostre colpe, siamo coscienti di aver offeso e respinto l'amore di Cristo Crocifisso?
Di avere, in qualche modo, rigettato quel sangue vivificante, "freschissimo e caldissimo"?
Così S. Caterina definiva il sangue di Cristo.
Oppure il nostro esame di coscienza si limita alla constatazione dei nostri peccati, avendo più l'occhio a noi stessi che a Dio?
Come combattiamo le nostre tentazioni, la superbia della vita, la concupiscenza degli occhi, cioè il possesso dei beni di questo mondo, la concupiscenza della carne, il desiderio di godimento non solo sensibile, ma anche psicologico, tutte le spinte disordinate al piacere, all'egoismo, all'orgoglio?
Abbiamo pensato che ogni volta che indugiamo in questa concupiscenza ci chiudiamo all'amore?
Come reagiamo di fronte alla sensualità imperante, non solo della carne, ma anche dello spirito, di fronte al godimento indebito che offende la legge di Dio?
Sentiamo noi una tristezza infinita per l'Amore profanato?
Riflettiamo abbastanza sul fatto che questi uomini, che traggono godimenti indebiti da contatti, esposizioni, impudicizie, non si amano, ma che si sfruttano l'un l'altro?
Tutte queste persone umane, figlie di Dio, redente dal sangue di Cristo, sono fatte esibire per allettare i sensi, per perdersi.
Qual'è la nostra considerazione dell'amore umano? Come valutiamo il demonio?
Pur essendo Dio che con il Suo amore lo fa essere, esso continuamente bestemmia Dio e opera perché anche gli altri Lo contraddicano e Lo rifiutino.
Esistenza di volontà avverse a Dio
Ci rendiamo conto dell'esistenza di volontà avverse a Dio, che con la loro propaganda, i loro insegnamenti, le loro azioni segrete attentano alla salvezza degli uomini?
Queste considerazioni riguardano l'orientamento ascetico; vi sono poi tutte le riflessioni concernenti l'orientamento mistico, lo sviluppo della nostra vita sempre più cristiforme, vita in cui l'amore deve essere il movente dei nostri pensieri liberamente pensati, il movente delle nostre valutazioni.
Chiediamoci perciò se le nostre scelte, le nostre decisioni, siano sempre motivate dall'amore oppure siano il frutto di una frenesia che ci spinge ad agire per il gusto dell'azione.
L'amore è il fine che veramente ci prefiggiamo di raggiungere, di manifestare, di comunicare?
Ci proponiamo di stringerci sempre più nell'amore, che è Dio, in Cristo Gesù?
I punti della Regola
Esaminiamo ora i punti particolari della nostra regola e riflettiamo se li adempiamo con obbedienza: un appunto, tratto dagli scritti di S. Giovanni Batista de La Salle, sollecita ad "esaminarsi a considerare ogni cosa con lo spirito di fede, secondo Dio amore, proveniente da Lui, con Lui".
Tutto ciò che accade proviene da Dio Amore
Desidero sottolineare tale passo perché esso ci sollecita a compiere ogni azione avendo come mira Dio, a riconoscere come proveniente dalla Sua mano tutto ciò che accade, non solo le cose liete ma anche le tristi, le pene, le difficoltà, le incapacità, i limiti, i dolori fisici e morali, la malattia, la morte.
È morto ieri notte un santo prete: P. Cervetto, prete della Missione veramente santo, morto di leucemia alle Molinette; dopo che gli fecero conoscere la diagnosi della malattia egli celebrò una Messa di ringraziamento e continuò ad esercitare un apostolato di fiducia, di totale abbandono nelle mani di Dio; l'esempio di una così illimitata fiducia in Dio fece convertire due medici e parecchi ammalati del reparto.
Sino all'ultimo momento di vita, pur soffrendo molto, si affidò tutto all'amore, alla volontà di Dio.
Il suo Superiore disse poi che era il migliore religioso di tutta la provincia sotto tutti gli aspetti e soprattutto quello della santità.
Egli credeva veramente ed accettava tutto quanto gli accadeva come proveniente da Dio.
Ricordiamo che anche l'offesa, benché nasconda una volontà malvagia, è sostenuta dalla perfezione di Dio.
Quindi, pur soffrendo per il male che l'uomo fa, per l'atto ingiusto, dobbiamo considerare al di sopra e al di là di tutto, l'amore di Dio, che sempre ci sollecita al perdono.
La reazione emotiva, che dipende molto dal carattere, dal temperamento, dalle disposizioni di salute e dalle condizioni psicologiche del momento, può causarci un turbamento ed uno sconcerto improvvisi; tuttavia, passata tale reazione e riacquistato il dominio di noi stessi, dobbiamo mostrarci capaci di una giusta valutazione, con la mente fissa all'amore di Dio.
Dobbiamo trarre speranza e fiducia, non dalle nostre forze o dalla situazione in cui viviamo, ma dalla bontà infinita di Dio che tutto avvolge e penetra.
Tutte le cose sono sostenute dall'amore, sono immerse nell'Amore.
In che cosa consiste il nostro spirito di zelo e come concepiamo il nostro apostolato catechistico?
È la carità di Cristo che ci sospinge verso il prossimo?
Soltanto considerando il prossimo come oggetto dell'amore divino che tutto lo pervade e attrae, noi realizziamo pienamente l'azione apostolica che ci è stata affidata.
Abbandoniamoci invece all'ispirazione e alla decisione personale, senza preoccuparci della volontà di Dio, la nostra azione sarà destinata al fallimento, all'illusione, all'inganno.
Quale valore diamo alla riparazione? È essa veramente un'apertura all'Amore, affinché esso non vada perduto e trovi in noi consolazione per il rifiuto degli altri?
La castità per una maggiore disponibilità all'Amore
Quale significato diamo al voto di castità che suggella la nostra consacrazione?
È questo voto semplicemente una rinuncia alle nozze?
Oppure comporta da parte nostra un impegno spirituale maggiore, una più intensa disponibilità all'amore?
La povertà per assumere somiglianza con l'Amore
E la povertà, serve solo per praticare un certo distacco dei beni di questo mondo?
Oppure deve essa aiutarci ad assumere una somiglianza con l'Amore incarnato?
L'obbedienza è fiducia in Dio
Come affrontiamo il problema dell'obbedienza che in un certo modo suggella queste virtù e questi voti?
Un'autentica fede nell'Amore deve anche comportare il desiderio di imitare Gesù che si è fatto obbediente fino alla morte di croce.
La fiducia nell'Amore si manifesta con la nostra completa obbedienza a Dio, che deve poter disporre della nostra vita secondo la Sua volontà
Ad Abramo è stato chiesto un atto di fiducia nell'amore essenziale: il sacrificio del figlio suo, figlio che gli era stato promesso e dato come principio di una progenie sterminata.
Ed Abramo ha obbedito, affrontando con fiducia ciò che per lui era una terribile prova e dimostrando così il suo illimitato abbandono in Dio, non solo sul piano emotivo, ma anche concreto.
Chi mette delle condizioni a Dio non crede veramente che Dio è l'Amore, poiché la fiducia all'amore richiede l'esclusione di ogni condizione.
L'obbedienza trova la sua ragione d'essere, non tanto nell'aiuto che ci può venire dal Superiore nel prendere certe decisioni e nel fare determinate scelte, ma nella disponibilità che essa crea in noi verso l'amore.
L'amore ci guida anche attraverso una creatura
Amore che ci guida, anche attraverso una creatura costituita per amore verso di noi e rappresentante di Dio: è infatti un'opera di amore far sì che gli uomini possano essere maestri gli uni agli altri.
L'amore è volontà di partecipazione e quindi alle Sue creature Dio partecipa in qualche modo le Sue attribuzioni di Padre, Guida, Pastore.
Il momento della partecipazione è fondamentale per la nostra vocazione catechistica.
La nostra consacrazione ci impegna ad annunciare l'amore e a suscitarlo negli altri.
La secolarità
Quale significato diamo alla nostra secolarità?
Ha essa veramente lo scopo di far riconoscere ed accettare l'amore che opera ovunque, anche nei luoghi di lavoro, di impegno civile, nella famiglia?
Tutto infatti è destinato ad essere una manifestazione dell'amore, ad aiutare la comunione di tutta l'umanità, ad estendere il regno di Dio amore.
Come giudichiamo la crisi attuale, presente nella Chiesa, nell'umanità?
Sentiamo dentro di noi semplicemente del rancore, della paura, del disprezzo?
Oppure la nostra tristezza nasce dalla constatazione che l'amore non è riconosciuto?
E questa tristezza suscita in noi il desiderio di operare affinché esso sia accettato e corrisposto?
Siamo sempre animati dalla certezza che il trionfo dell'amore sarà mansueto e salvifico?
Gli esercizi di pietà
Alla luce di queste riflessioni, disponiamo il nostro animo a considerare gli esercizi di pietà, non solo come dei puri doveri prescritti, ma come degli incontri privilegiati con l'Amore.
Così la Messa, l'Eucaristia, al visita a Gesù crocifisso hanno lo scopo di far crescere Dio in noi.
Cerchiamo di rispondere, ogni giorno di più, all'amore di Gesù Crocifisso, di compierne la volontà, i comandamenti, i consigli.
Prendiamo a modello, per la nostra crescita interiore, Fra Leopoldo che con tanto fervore rispose all'amore di Gesù.
Ricordiamo soprattutto le sue parole: "Tu ami me ed io amo te", parole che sottolineano come l'amore parte da Dio e non da noi, amore che noi dobbiamo ricambiare.
Combattere lo scoraggiamento
Combattiamo lo scoraggiamento con tutte le nostre energie perché esso è un veleno mortale per la nostra fede, per la nostra corrispondenza all'amore.
Lo scoraggiamento infatti ci impedisce di valutare giustamente le cose, ci dispone alla disperazione.
Il Signore infatti, apparendo ai suoi, raccomandò: "Non si turbi il vostro cuore". ( Gv 14,27 )
Queste parole non racchiudono un consiglio, ma un imperativo.
La coscienza del male compiuto, della disobbedienza a Dio, non deve schiacciarci e gettarci nella disperazione, ma essere occasione, proposito di nuova vita.
Proprio nel momento in cui Dio ci illumina, ponendoci di fronte ai nostri peccati, noi abbiamo la prova più decisiva del Suo amore.
Egli ci illumina infatti, non per condannarci, ma per redimerci e salvarci.
La troppa commiserazione per noi stessi nasconde una superbia sottile, perfida, velenosissima che ci consuma davanti a Dio.
Nei momenti di maggiore scoramento, rivolgiamoci con fiducia a Dio, dicendoGli: il mio peccato è grande, ma la tua misericordia è più grande, perdonami.
E poi, con impegno, con umiltà, disponiamoci a riparare le nostre colpe e a crescere nell'amore di Dio.