Esercizi del 2/5/1970

Domenico Conti

1 - La carità fraterna è il fondamento dell'Unione
2 - Scopo dell'Unione è il progresso della carità
3 - La carità fraterna è confidenza con Dio
4 - La carità fraterna è partecipazione dell'Amore di Gesù
5 - La carità fraterna è volontà di partecipazione
6 - Dal modo d'essere nell'Unione dipende il modo d'essere nella Chiesa
7 - Esame del movente delle nostre azioni
8 - La gioia profonda deve animarci

1 - La carità fraterna è il fondamento dell'Unione

Vorrei intrattenervi oggi sul concetto di carità fraterna, di cui si parla nel primo detto che riguarda l'Unione, quello del 29 agosto 1908: "L'Ordine che sorgerà sia coltivato sopratutto con la pietà, la reciproca assistenza e umiltà, con l'attività e modestia e grande carità fraterna in unione a Gesù Crocifisso portare la croce con gaudio".

L'importanza di questo detto e la particolare rilevanza che si dà alla carità fraterna attraverso l'aggettivo "grande", saranno confermate in altri detti concernenti l'Ordine.

La carità fraterna ha il primato su tutto, ed è il fondamento dell'Unione, secondo la volontà del Signore.

La nostra comunità di catechisti ha un fine ed un'autorità comuni, norme e mezzi riconosciuti e approvati dalla Chiesa.

Tra le regole comuni che tutti dobbiamo osservare, particolare significato ha la carità fraterna, che determina l'essere stesso dell'Unione.

La carità fraterna permette di realizzare il fine dell'Unione

Infatti l'Unione esiste nella misura in cui esiste in noi la carità fraterna, che ci permette di realizzare il fine del nostro Istituto.

Possiamo ripetere per l'Unione quello che il Concilio, nel Perfectae charitatis al punto 8, dice dell'istituzione di vita religiosa, cioè che la vita dell'Unione è essenzialmente opera della carità; carità innanzi tutto di Dio verso di noi che ci ha chiamati ad un comune intento, ad una comune famiglia e poi carità di noi verso Dio, carità fraterna tra di noi e di noi con tutti gli uomini.

2 - Scopo dell'Unione è il progresso della carità

Lo scopo dell'Unione è il progresso della carità verso Dio, verso il prossimo, verso l'umanità tutta, verso la Chiesa.

Carità che dipende dal grado di unione con Cristo perché essa è sempre e solo partecipazione della carità di Cristo.

Per questo nel detto fondamentale dell'Unione si dice: "In unione a Gesù Cristo portare la croce con gaudio".

Rapporti tra carità fraterna e carità verso Dio

Cerchiamo ora di esaminare i rapporti fra la carità fraterna e la carità verso Dio.

Compreso nella sua profondità il concetto che l'Amore è Dio e che l'amore in noi proviene da Dio, riflettiamo sull'insegnamento di S. Giovanni che ci dice: "Guardate che immenso amore ci ha dato il Padre che siamo chiamati figli di Dio e tali realmente siamo"; e poi così ci ammonisce: "È questo il messaggio che ascoltaste fino dal principio, non come Caino che era dal maligno e uccise il fratello suo e per quale motivo se non perché le opere sue erano malvagie e quelle del fratello erano sane?

Noi amando i fratelli sappiamo di essere passati dalla morte alla vita.

Chi non ama dimora nella morte.

Chiunque odia il fratello suo è omicida e sapete che nessun omicida ha la vita eterna dimorante in lui … Carissimi, amiamoci l'un l'altro perché l'amore è da Dio e chiunque ama è generato da Dio ed è da Dio, chi non ama non ha conosciuto Dio perché Dio è amore". ( 1 Gv 3,11-24 )

Importantissimo è il passo seguente: "Iddio nessuno mai l'ha contemplato, se ci amiamo scambievolmente Dio dimora in noi e il suo amore in noi è giunto a perfezione". ( 1 Gv 4,16 )

Sono parole che mettono in evidenza come la carità fraterna sia importantissima per lo stesso amor di Dio.

Dio ci ordina di osservare il Suo comandamento, cioè di amarci vicendevolmente; dunque se vogliamo amare Gesù dobbiamo praticare il Suo comandamento; chi non pratica il Suo comandamento, non ama Dio.

3 - La carità fraterna è confidenza con Dio

La carità fraterna ci dà anche tanta confidenza nei nostri rapporti con Dio; difatti S. Giovanni dice: "In questo l'amore è giunto per noi a perfezione perché abbiamo già sicurezza per il giorno del giudizio perché tali anche noi siamo in questo mondo come Egli è". ( 1 Gv 4,17 )

L'amore allontana il timore; chi teme non è arrivato alla perfezione dell'amore.

Quindi chi ama perfettamente il suo prossimo non ha paura del giorno del giudizio.

La carità fraterna rende simili a Dio

Il perfetto amore allontana la paura perché esso ci rende simili a Dio e il simile non teme il simile.

Se uno dice: "Io amo Dio e odia il fratello suo è mentitore; chi non ama il fratello suo che vede, non può amare Iddio che non vede". ( 1 Gv 4,20 )

Nel discorso dell'ultima cena c'è una parte importante riguardante la carità fraterna: "Vi dò un comandamento nuovo di amarvi gli uni gli altri come io ho amato voi, così amatevi gli uni gli altri, da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli perché io splenderò in voi, voi sarete simili a me, sarete veri imitatori miei, per cui la vostra presenza è la presenza mia". ( Gv 15, 8-17 )

Carità fraterna per la conformazione a Dio

Sempre nel discorso dell'ultima cena vi sono delle frasi che ci permettono di rilevare la centralità della carità fraterna per la nostra conformazione a Dio.

"Ciò che glorifica il Padre mio è che portiate molto frutto.

Se osservate i miei comandamenti rimarrete nel mio amore" ( Gv 15,8 )

Vi è qui l'esortazione a portare frutto rimanendo nell'amore di Gesù e amandoci scambievolmente come Lui ci ha amati

E ancora dice Gesù: "Non vi chiamo più servi perché il servo ignora ciò che fa il suo padrone, vi ho chiamati invece amici perché tutto ciò che è uscito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi; non siete voi che avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto rimanga affinché il Padre vi dia ciò che chiederete nel mio nome.

Questo vi domando: che vi amiate l'un l'altro". ( Gv 15,15 )

Quindi la carità fraterna è essenziale per la crescita del nostro amore verso Dio.

4 - La carità fraterna è partecipazione dell'Amore di Gesù

Esaminiamo ora che cosa sia la carità fraterna.

Dal Vangelo si deduce che essa è una partecipazione e imitazione dell'amore di Gesù per noi e per tutti gli uomini; quindi, partecipando e imitando quell'amore, nelle nostre relazioni vicendevoli, si pratica la carità fraterna.

Consideriamo ora alcuni aspetti della carità che partecipa della carità di Cristo.

La carità fraterna è un amore di iniziativa

Innanzi tutto essa è un amore di iniziativa, un amore che non si regola sul "do ut des", aspettando di ricevere per dare.

Questo concetto viene chiarito nella prima lettera di Giovanni in cui si dice: "Da che cosa abbiamo conosciuto l'amore, dal fatto che Egli diede per noi la sua vita". ( 1 Gv 4,16 )

Perciò chi di noi trova pretesto della mancanza o presunta mancanza di carità dei suoi confratelli per non amare è veramente in errore, perché la carità è un amore di iniziativa.

Infatti: "Non noi amammo Iddio ma Egli amò noi".

La carità fraterna è un amore senza condizioni, senza limiti.

È un amore che racchiude in sé la volontà di far essere il confratello e farlo crescere secondo Dio, nella sua specifica vocazione di uomo e di cristiano.

L'amore fa essere, è suscitatore, rinnovatore e creatore.

Non sarebbe una genuina volontà di far essere quella che si accompagnasse all'invidia, alla gelosia.

È una volontà ausiliatrice, di solidarietà vicendevole, di aiuto.

Nella "Perfectae charitatis" si dice che uno degli scopi della vita religiosa organizzata è di porgere ai membri l'aiuto della comunione fraterna nella milizia di Cristo. ( Perfectae charitatis a punto 15 )

Gli aiuti ai fratelli devono essere dati secondo una gerarchia di fini

Gli aiuti possono essere: materiali e psicologici e devono essere dati secondo una gerarchia di fini.

Chi dà per distogliere il confratello dal suo impegno spirituale, anche senza volerlo, non è veramente ispirato da una volontà ausiliatrice.

Gesù ha detto di non temere quelli che ci tolgono la vita del corpo, ma di temere quelli che ci possono togliere, con quella del corpo, la vita dell'anima.

Tutto deve essere dato con una gerarchia di fini anche perché il confratello non indulga nella tiepidezza, nel disimpegno.

5 - La carità fraterna è volontà di partecipazione

La carità fraterna è una volontà di partecipazione che si traduce in una vicendevole comunicazione di beni, a cominciare da quelli spirituali, intellettuali a tutti gli altri.

La carità fraterna è volontà di comunione

La carità fraterna è una volontà di comunione, una volontà di unione che si cementa, si fortifica su questa terra per realizzarsi pienamente in cielo, dove saremo insieme nell'eternità con quell'ordine di vicinanza che ci è dato dal fatto di appartenere a una stessa famiglia spirituale.

Uno dei criteri infallibili per giudicare dell'autenticità del nostro prodigarsi verso i nostri confratelli è il seguente: esaminare se noi desideriamo realmente stabilire coi confratelli un'unione che si formi su questa terra e che duri per tutta l'eternità; accettare di essere con loro per godere insieme della visione di Dio.

Se questo desiderio di fratellanza non ci anima realmente, il nostro amore verso Dio e verso il prossimo, non è autentico.

Carità fraterna per la crescita della carità apostolica verso la Chiesa

La carità fraterna, oltre ad essere fondamentale per la nostra stesa crescita verso Dio, è essenzialmente per la crescita della nostra carità apostolica verso la Chiesa.

Non è possibile sviluppare il proprio amore verso al Chiesa prescindendo dall'amore verso i confratelli.

Vorrei a questo proposito ricordare quanto ho letto nelle "Lettere a Berlicche" di Quellinis che, pur essendo morto protestante, era molto vicino alla Chiesa cattolica.

Berlicche riceveva delle lettere da un diavoletto che era alle prime armi nel tentativo di corrompere un uomo e portarlo alla perdizione; questo giovane diavolo diceva: "Guarda che non riesco, i suoi sensi non si accendono, alla sua superbia rinuncia: allora lascio".

L'ultimo consiglio dato dal diavolo è questo: "Lascia che lui, a modo suo, si entusiasmi, si accenda di impegno, di sdegno per le ingiustizie che riguardano persone lontane e di zelo perché queste ingiustizie siano superate, ma che non vede come lui è ingiusto e duro verso coloro che gli sono vicini, per esempio quelli della sua famiglia; se ottieni questo, sarà tuo".

6 - Dal modo d'essere nell'Unione dipende il modo d'essere nella Chiesa

Tale ragionamento può anche applicarsi per la nostra Unione: dal nostro modo di essere nell'Unione, dipende il nostro modo di essere nella Chiesa.

Infatti noi siamo nella Chiesa mediante l'Unione, che è una comunità approvata dalla Chiesa.

Il nostro modo di essere nell'Unione e la stessa Unione dipendono dalla nostra carità fraterna: l'Unione c'è e noi siamo in essa nella misura in cui c'è la carità fraterna fra di noi.

La carità fraterna facilita il contatto con Cristo

Ciò non abolisce il nostro diretto contatto con la Chiesa e con Cristo capo e sposo della Chiesa, ma anzi lo facilita in quanto la carità fraterna sgorga sempre dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo.

Una falsa carità fraterna potrebbe essere quella che ci chiude alla Chiesa, alla sua vita, alle sue esigenze.

Una solidarietà che allontanasse dalla vita della Chiesa sarebbe inautentica perché divergerebbe da quella di Cristo che ha dato la vita per la Chiesa.

La nostra carità fraterna è autentica nella misura in cui si apre alla Chiesa e al Suo servizio.

La carità fraterna è efficacia apostolica

La carità fraterna è l'efficacia apostolica verso tutto il mondo considerato nella sua concretezza storica; il nostro amore verso il mondo, l'efficacia del nostro impegno, la nostra dedizione per la salvezza del mondo dipendono strettamente dalla nostra carità fraterna.

Difatti se non amiamo chi ci è accanto, confratello in Cristo, come possiamo sperare o credere di amare chi ci è lontano?

Se manchiamo agli impegni di oggi con chi ci è vicino, come potremo riuscire in un impegno verso gli uomini che ci sono lontani?

Dalla testimonianza della nostra carità fraterna dipende la conversione di molti uomini che riconosceranno Cristo in noi.

Al cap 17 si dice infatti: "Non prego per questi soltanto ma anche per coloro che crederanno in me per mezzo della loro parola … " ( Gv 17,20 )

Dobbiamo quindi considerare bene quale spirito ci animi nei rapporti vicendevoli con i confratelli; la nostra carità è infatti partecipazione della carità di Cristo, partecipazione che avviene nello Spirito Santo.

7 - Esame del movente delle nostre azioni

Quando stiamo per intraprendere qualcosa, dobbiamo esaminare bene quale movente ci spinga, che cosa si voglia ottenere.

Purificazione del cuore

Dobbiamo essere a questo proposito molto scrupolosi e praticare un'ascetica notevole per la vera e propria purificazione del cuore.

Cerchiamo perciò di opporci al maligno che ci spinge verso la concupiscenza, verso le tentazioni, facendoci apparire buono quanto invece è cattivo; ricordiamo anche che, pur essendo buono il fine, può essere cattivo il movente.

Se per esempio nella nostra vita consacrata la nostra attenzione, per quel che riguarda i rapporti vicendevoli, è stata sempre incentrata sulla cosa o intenzione e non sul movente, evidentemente siamo stati tratti in errore e facilmente abbiamo ceduto all'orgoglio, all'invidia, alla gelosia.

Quindi esaminiamo il movente e i frutti del nostro operato.

S. Paolo, nell'epistola ai Galati, ci elenca, senza però esaurire l'argomento, i frutti della carne e i frutti dello spirito.

In questa accezione, carne è la volontà che si oppone a Dio: superbia, demonio, concupiscenza, fornicazione, impurità e dissolutezza.

L'impurità

Nelle nostre relazioni col prossimo, coi confratelli, avvertiamo in noi delle spinte verso l'impurità?

L'impurità è sovente il frutto di una delusione: chi ha subito un torto dai fratelli è portato spesso a sfogare la propria umiliazione in essa.

Domandiamoci perciò se il nostro impegno, male inteso, ci abbia inclinati alla fornicazione, alla dissolutezza, alla idolatria, alla magia, alle inimicizie, al rancore.

Chiediamoci se noi, nell'Unione, tendiamo a formare dei gruppi senza alcuna legittimità, a suscitare invidie, discordie, gelosie.

Se noi saremo veramente animati dalla carità, qualunque sia l'oggetto della nostra scelta,e quantunque rifiutati, contraddetti, calpestati, cresceremo sempre di più nell'amore e in noi non prevarranno né la delusione, né lo scoraggiamento, né l'amarezza.

Gesù ci ha amati fino alla fine e la Sua carità si è alimentata di tutte le ingratitudini e di tutte le incomprensioni, del tradimento, dell'abbandono.

8 - La gioia profonda deve animarci

Una gioia profonda deve sempre animarci, anche nella sofferenza, perché si è con Dio; seppure turbati, la pace profonda, la longanimità, la benignità, la mitezza, la temperanza devono crescere nei nostri cuori.

S. Paolo ci esorta a non cercare la vana gloria provocandoci e invidiandoci a vicenda; e per consolarci e sponarci in questi propositi, ricordiamo sempre gli appelli di Gesù Cristo attraverso Fra Leopoldo e Fratel Teodoreto.

Se saremo grandi nella carità fraterna non temeremo nessuno, né avremo paura del giudizio, perché saremo simili a Dio: potremo così trapassare all'altra vita con serenità e fiducia.

Già Socrate diceva che è molto meglio ricevere un male che farlo.

Noi siamo al di là e al di sopra di una saggezza naturale umana, per quanto grande essa sia; siamo alla saggezza di Cristo, di cui partecipiamo anche l'amore.

Noi, che siamo cristiani, abbiamo avuto la grande incomparabile vocazione di essere chiamati ad una consacrazione, che deve avere per oggetto la carità fraterna.

Proponiamoci perciò di vivere la autentica carità, che non verrà mai meno; infatti, mentre la fede e la speranza passeranno, la carità, tanto elogiata da S. Paolo e richiestaci da Cristo, non avrà mai fine.