Ritiro del 17/10/1995
1 - Vogliamo, guidati dallo Spirito Santo, meditare il Padre nostro
2 - Signore insegnaci ad amare
3 - In Gesù crocifisso è concentrato tutto l'amore del Padre per le sue creature
4 - Come imparare a pregare
5 - La preghiera nel silenzio non solo si fa parola ma anche si rivela
6 - Pregare è lodare e benedire il Signore
7 - Ascolta, Signore, la mia voce; io grido: abbi pietà di me, rispondimi
8 - Lodate il Signore
9 - Preghiera di liberazione, preghiera di gioia
10 - È grande la tua bontà, Signore
11 - Dio è Padre nostro, che ci dona sicurezza
12 - Egli veglia sui passi dei giusti
13 - Il Signore è il nostro scudo e il nostro liberatore
14 - Chi sono io
15 - Gli rendo grazie
Io non vengo in mezzo a voi "con sublimità di parola" direbbe san Paolo, ma, spero, con la conoscenza di Gesù crocifisso.
Vogliamo insieme, guidati dallo Spirito Santo, animati dalla sua potenza, guidati dalla sua luce, riflettere, meditare sulla preghiera più bella che Gesù ci ha insegnato, il Padre nostro.
In Lc 5,11 gli apostoli chiedono a Gesù: "Signore insegnaci a pregare".
Pensiamo che siano rimasti affascinati da Gesù che si ritirava ogni giorno in preghiera, entrava in contemplazione, in adorazione e vogliamo imparare anche noi a pregare, mettendoci alla scuola di Gesù, chiedendogli che ci insegni a pregare.
Crediamo di saper pregare, ma forse non lo facciamo ancora come Gesù ci ha insegnato, affidandoci naturalmente allo Spirito santo, perché possa farci gustare la preghiera del cuore: non si prega con le labbra, ma con il cuore, centro vitale di una persona.
Il cuore è solo un muscolo, ma noi diciamo che tutto parte dal cuore; se una persona ha delle sofferenze al cuore non si sente bene, non è più vivace, non ha più la vitalità che sarebbe bello e importante e giusto che una creatura avesse.
Ecco allora che vogliamo rivolgere a Gesù questa supplica: "Signore, insegnaci ad amare", perché imparare a pregare significa entrare in un dialogo d'amore tra la creatura e il Creatore, tra Dio Padre e i suoi figli, tra l'uomo e Dio; pregare significa amare, significa guardare colui che ci ama.
Dove c'è un cuore che prega lì c'è Gesù che ama, c'è lo Spirito Santo che ama; occorre invocare sempre lo Spirito Santo prima della preghiera, perché susciti nel nostro cuore la gioia della preghiera, la bellezza della preghiera, la necessità della preghiera.
Dunque io prego quando davvero amo e il banco di prova c'è dopo la preghiera: se saprò amare vuol dire che avrò saputo pregare.
La giornata viene scandita dalla preghiera e il suo banco di prova è l'amore verso il Signore e verso le creature con le quali siamo a contatto durante la giornata; e non dimentichiamo che la migliore preghiera è quella in cui vi è più amore, ci direbbe p. De Foucauld.
Pensate come diventa bella la preghiera che Gesù ci ha insegnato se ci mettiamo tutto l'amore di cui siamo capaci, certo coi nostri limiti, la nostra povertà, la nostra cultura.
Invocando sempre lo Spirito Santo su di noi, è importante quando preghiamo dare calore alla preghiera.
Non c'è preghiera dove c'è freddezza, ci deve essere calore, l'amore dona calore e perciò dona vita.
E poi ecco la croce: in Gesù crocifisso è concentrato tutto l'amore del Padre per le sue creature.
Gesù in croce, nel momento culminante della sua vita donata per amore, dirà: "Padre, tutto è compiuto", tutto il tuo amore è stato consumato in questa croce.
Sulla croce non Gesù morto dobbiamo vedere, non ci direbbe nulla, scandalizza il mondo un Dio morto; dobbiamo vedere Gesù che dona amore misericordioso alle sue creature, Gesù sofferente.
Per non sentirci soli nel soffrire; lui soffre con noi, anzi, la nostra sofferenza unita alla sua diventa un cammino possibile, altrimenti c'è la disperazione.
Allora la croce andrebbe vista sotto un'altra ottica.
Non ci spaventa più la croce, perché lì c'è l'amore, l'amore intenso di Dio; c'è il cuore misericordioso di Gesù sempre aperto per le sue creature: "Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi donerò il mio amore.
È la carica di vita che rafforza il vostro cammino, che rinnova il vostro cuore, che rilancia la vostra vita".
Ogni giorno dobbiamo chiedere allo Spirito santo che rilanci la nostra vita, allora non invecchiamo; certo con gli anni sì, ma con il cuore no.
Diamo calore alla preghiera se vogliamo gustare la preghiera più bella e più pregata al mondo: il Padre nostro.
Sarà proprio il Padre nostro che animerà i nostri ritiri quest'anno e vedrete che se davvero ci affideremo allo Spirito santo faremo delle scoperte meravigliose, grazie a questa grande preghiera che Gesù ha donato all'umanità.
Ma come imparare a pregare?
Un grosso interrogativo che tutti pongono e si pongono è: come imparare a pregare?
La risposta è semplice: a pregare si impara pregando; non ci sono libri, volumi, che insegnino a pregare.
Ad amare si impara amando non chinandosi su volumi dove è analizzato il termine "amore".
Per imparare a pregare, bisogna mettersi in ginocchio, chiedendo allo Spirito Santo che ci renda presenti a Gesù, a Dio Padre buono.
Entrare in preghiera significa cercare colui che ci ama, la fonte dell'amore; significa amare colui che ci cerca, come la pecorella smarrita per la quale Gesù non si dà pace: ne hai 99, non ti bastano?
No, ne manca una e quella là forse sono io, sei tu, siamo noi.
Così preghiamo nel Sal 27,8: "Il tuo volto, Signore, io cerco"; e sant'Agostino ci dice: "Non lo cercheresti se egli non ti avesse cercato per primo".
La preghiera allora è silenzio che si fa parola, non è un silenzio vuoto che dice nulla e che spaventa molti giovani.
Questa mattina con il Sal 94 abbiamo pregato: "Ascoltate oggi la sua voce".
Ascoltatela, aprite il vostro cuore al Signore, non induritelo, accogliete il dono della sua parola.
La preghiera, se non entra nel silenzio, non può accogliere la voce del Signore.
La preghiera nel silenzio non solo si fa parola, ma anche si rivela: "In principio era il Verbo, la Parola, e il Verbo era presso Dio e Dio era il Verbo… e il Verbo divenne carne e abitò in mezzo a noi e noi contemplammo la sua gloria, una gloria pari a quella dell'Unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità".
Ecco il Maestro: Gesù è colui che rivela la verità - è la verità -, è fonte di vita e di grazia - è la vita - e la sua gloria è la croce e la croce è la nostra gloria, la nostra salvezza.
"Tutto per mezzo di lui è stato fatto", tutto porta l'impronta dell'amore di Dio; nel cuore di ogni creatura c'è il sigillo dell'amore di Dio.
Oh, se riuscissimo a scoprire davvero questo, se ci credessimo, quanto saremmo molto più rispettosi, quanto più ci ameremmo come Gesù desidera, pregando il Padre!
"In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini" - lo Spirito Santo che illumina la mente, il cuore.
"La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta".
Cristo ci rivela il mistero del Padre e del suo amore, non tanto a parole, ma per mezzo della croce.
Non abbiate paura ad accogliere il Cristo, ci dice Giovanni Paolo II, e l'ha gridato al mondo intero: "Non abbiate paura!".
Gli uomini dei nostri giorni sembra invece che abbiano paura.
Pregare è lodare e benedire il Signore.
Così preghiamo con il Sal 86,10: "Grande tu sei e compi meraviglie, tu solo sei Dio", sei il Signore della mia vita: "Non avrai altro Dio fuori di me".
Ci dimentichiamo di questo e quanti di noi peccano contro questo primo comandamento; pochi lo confessano, ma quanti peccano contro questo comandamento, affidandosi al caso, all'occultismo, alla magia, alla chiromanzia, allo spiritismo o a sensitivi e cartomanti.
E sono tanti, anche tra i cristiani, più di quanti pensate.
"Riconoscete che il Signore è Dio; egli ci ha fatti e noi siamo suoi" ( Sal 99,3 ), figli in Cristo Gesù.
"Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore": ecco la nostra giornata come deve essere vissuta.
Dobbiamo stare in chiesa tutto il giorno per lodare il Signore?
No, iniziamo la giornata con la preghiera perché tutta la giornata diventi preghiera, nel mio lavoro, nel mio servizio.
"Lodate il Signore perché è buono, perché eterna è la sua misericordia" ( Sal 112,3 ).
"Lodate il Signore, loda il Signore anima mia; loderò il Signore per tutta la mia vita, finché vivo canterò inni al mio Dio" ( Sal 135,1 ).
Quante volte abbiamo pregato questo salmo, ma quante volte abbiamo cercato di incarnare questa preghiera, affidandola, naturalmente, allo Spirito Santo?
"Ascolta, Signore, la mia voce; io grido: abbi pietà di me, rispondimi" ( Sal 145,1-2 ) - quanti di noi stanno gridando per ottenere delle grazie speciali, quante volte aspettiamo delle risposte che non arrivano.
Tante persone vengono da me a dire: Ma abbiamo pregato tanto… E io rispondo: Continua, continua.
"Di te ha detto il mio cuore: cercate il suo volto, il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto" ( Sal 26,6.7-9 ).
Il volto di Dio è il volto dell'amore: Dio ha tanto amato il mondo da donare Cristo Gesù, suo Figlio unigenito, perché il mondo sia salvato e con grande amore e fiducia continuiamo ad amare e lodare il Signore
È bello anche il Sal 104,1-5: "Lodate il Signore e invocate il suo nome, proclamate tra i popoli le sue opere ( con la vita, non tanto a parole ), cantate a lui con canti di gioia, meditate tutti i suoi prodigi: eterna è la sua misericordia.
Gloriatevi del suo santo nome".
"Gloriatevi": e noi tante volte ci vergogniamo di fare il segno di croce, di pregare in famiglia, di farci riconoscere cristiani.
"Cercate il Signore e la sua potenza, cercate sempre il suo volto; ricordate le meraviglie che ha compiuto, i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca".
E san Paolo dirà: "Tutto posso in colui che mi dà forza".
Non è stato facile per Paolo essere quello che è divenuto grazie alla potenza e alla grazia dello Spirito Santo.
È stupenda allora la preghiera dell'Esodo, preghiera di liberazione, preghiera di gioia.
Anche noi siamo in esodo, carissimi fratelli e sorelle: "Mia forza e mio canto è il Signore, egli mi ha salvato" e continua il suo cammino di salvezza, giorno dopo giorno, perché Dio non cessa mai di amare, guai se non fosse così!
Senza l'amore di Dio l'uomo e l'universo cesserebbero di esistere.
"È il mio Dio e lo voglio lodare, è il Dio di mio padre e lo voglio esaltare".
Quando siamo deboli, fragili, sconfortati, delusi, facciamo nostra questa preghiera dell'Esodo: Dio è Padre provvidente, Dio ha sempre il suo sguardo di amore rivolto alle sue creature.
"Dio è per noi rifugio e forza, aiuto sempre vicino nelle angosce.
Il Signore degli eserciti è con noi, nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore, egli ha fatto portenti sulla terra" ( Sal 45,2.8-9 ).
Vedete a volte non sappiamo come pregare, basta prendere i salmi, qualche versetto è sufficiente per tutta la giornata: "Dio è buono, il suo amore è da sempre.
Quanto è grande la tua bontà, Signore, la riservi per coloro che ti temono ( cioè a coloro che ti amano, che corrispondono al tuo amore ), ne ricolmi chi in te si rifugia davanti agli occhi di tutti" ( Sal 31,20 ).
"Ne ricolmi"! Dio Padre dona in Gesù nello Spirito Santo sempre abbondantemente, è fonte inesauribile di grazie, di doni.
Poco fa abbiamo invocato lo Spirito Santo e abbiamo chiesto che colmi i nostri cuori dei suoi sette doni, sette per dire pienezza di doni.
Tutto è dono. Chi di noi può comprare la vita o la fede?
Chi può aggiungere anche un solo giorno alla sua vita?
Quando il Signore ci chiama, ce ne andiamo, senza poter dire: Aspetta un momento!
"Devo andare a seppellire mio padre", dice il Vangelo. No, Gesù non aspetta, quando è ora ti chiama.
Dio è Padre nostro, che ci dona sicurezza; non può vacillare colui che da Dio Padre si lascia sostenere e amare.
Quanti giovani sono insicuri, hanno una psiche molto fragile: ecco allora i matrimoni che vanno in rovina, le scelte di vita non ci sono, si cerca di vivere, senza fare delle scelte ben precise, senza impegnarsi completamente in queste scelte.
"Il mio cuore esulta nel Signore, la mia fronte si innalza grazie al mio Dio…
Non c'è santo come il Signore, non c'è rocca come il nostro Dio…
Sui passi dei giusti egli veglia, ma gli empi svaniscono nelle tenebre" ( 1 Sam 2,1.2.9 ).
Gesù ci inserisce in quest'ottica nei confronti del Padre: colui che veglia, che è attento e che accompagna.
Noi crediamo di essere soli, ma non è vero; a volte ci sentiamo soli pur essendo insieme, perché c'è anche la malattia della solitudine; ci dimentichiamo che Dio veglia su di noi, che Dio è con noi.
E allora di che cosa dobbiamo aver paura?
Noi siamo cari a Dio, perché siamo figli suoi, sue creature, sua proprietà nell'amore: "Essi diverranno, dice il Signore degli eserciti, mia proprietà nel giorno che io preparo; avrò compassione di loro come il padre ha compassione del figlio che lo serve" ( Mal 3,17 ).
Ecco Dio Padre: è lui il creatore, il Signore di tutto ciò che esiste e ha compassione delle sue creature.
Il Signore è anche il nostro scudo e il nostro liberatore, colui che ci ripara dal male: "Tengo i miei occhi rivolti al Signore, perché libera dal laccio il mio piede" ( Sal 25,15 ).
Il demonio continua a tenderci insidie e pertanto la preghiera deve essere un'arma forte nel nostro cuore, per difenderci dal nemico che "si aggira cercando chi divorare" ( 1 Pt 5,8 ).
"Io non lascerò mai di combattere fino a tanto che non vedrò sconfitti i miei avversari" ( Sal 18,38 ).
La nostra vita è un continuo combattimento, ma non dobbiamo cessare di combattere, pregando, purificando il nostro cuore per mezzo del sacramento della riconciliazione, arricchendolo con l'eucaristia.
E poi ancora stupendo quanto preghiamo nel Sal 138,1-4.15-16: "Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo, ti sono note tutte le mie vie, la parola non è ancora sulla mia lingua e tu, Signore, la conosci tutta.
Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra".
Che bello! Dio che tesse le creature.
Io sono stato tessuto da Dio, in tutti i minimi particolari.
"Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro.
I miei giorni erano fissati quando ancora non ne esisteva uno": dal momento in cui Dio ci ha amato, noi siamo entrati nell'esistenza, nella vita; la nostra vita è frutto del suo amore.
D'altronde anche la vita umana: se non c'è amore non c'è vita.
E allora se la preghiera non accompagna la mia vita, non mi immerge sempre più nel Padre per Cristo nello Spirito Santo, io posso essere ancora me stesso?
Chi sono io? Tanti si pongono questo interrogativo, ma poi non ci pensano su e non dedicano del tempo per capire chi sono.
"A te grido, o Signore, non restare in silenzio, mio Dio, perché se tu non mi parli io sono come chi scende nella fossa.
Sia benedetto il Signore che ha dato ascolto alla voce della mia preghiera.
Il Signore è mia forza e mio scudo il Signore, ho posto in lui la mia fiducia.
Mi ha dato aiuto ed esulta il mio cuore, con il mio canto gli rendo grazie", con la mia preghiera, naturalmente nello Spirito Santo.
Gesù rimprovera nel vangelo chi non sa rendere grazie: uno solo, su dieci lebbrosi, è tornato a lodare e a ringraziare il Signore per la guarigione che ha ricevuto.
Non abbiamo ancora imparato a rendere grazie; a chiedere sì, tutto è dovuto oggi, ma si dimentica che dobbiamo anche dare e ringraziare e benedire il Signore.
Concludiamo qui. Mi pareva che fosse indispensabile dedicare un po' di tempo per capire cosa può significare pregare.
Era un grande desiderio degli apostoli e dei discepoli ed è un grande desiderio nel cuore di tutta l'umanità, anche di coloro che sembra non desiderino o non sappiano cosa significa pregare.
Allora ecco: "Signore, insegnaci a pregare", questa richiesta così forte che dobbiamo fare anche noi in questo cammino di ritiri spirituali di quest'anno.
La Madonna ci accompagni, lei che è la Madre della preghiera, ci sostenga e ci aiuti. Così sia.