Ritiro del 11/5/1997
1 - Gesù è asceso con i segni della passione
2 - Il Verbo assume tutta la natura umana
3 - Io vengo per compiere la tua volontà
4 - L'attesa della creazione
5 - L'umanità ascende con Cristo
6 - Il corpo luogo della gloria di Dio
7 - Ciò che esiste non è destinato alla dissoluzione
8 - Il Padre ha un progetto
9 - E il cielo è rimasto aperto
10 - Rimprovero di avere contristato lo Spirito di Dio
"Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo". ( Mc 16,19 )
Gesù risorto è asceso al cielo con i segni della passione e attira a sé tutti.
Che cos'è che rende tanto particolare questa domenica e che relazione ha la grande solennità dell'Ascensione con il cammino che stiamo facendo nei ritiri di quest'anno?
Siamo arrivati quasi al termine del cammino pasquale, iniziato il mercoledì delle Ceneri, che ha il suo culmine nella domenica di Risurrezione, che continua la sua meditazione per cinquanta giorni, ma in questa domenica noi celebriamo il termine dell'opera del Verbo, la conclusione di ciò che il Verbo doveva compiere su questa terra: "Il Verbo si è fatto carne, ha posto la sua tenda in mezzo a noi e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito del Padre, pieno di grazia e di verità".
Il Verbo completa con l'ascensione il compito ricevuto da Dio Padre e cioè quello non solo di colmare la voragine infinita che si era aperta con il peccato, non solo di riportare tutto allo stato iniziale, ma di dare completezza al progetto del Padre: fare dell'uomo il proprio figlio.
L'uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio è fatto a immagine e somiglianza del Figlio e possiamo dire che l'opera della creazione giunge suo culmine nel giorno dell'Ascensione.
Perché nel giorno dell'Ascensione e non, per esempio, in quello della risurrezione?
Nel giorno della risurrezione noi abbiamo il compimento della salvezza, il culmine del momento soteriologico; nell'Ascensione ci viene rivelata tutta la storia della salvezza: dalla creazione all'ultimo giorno, o meglio, dalla creazione alla risurrezione di tutto, alla ricapitolazione di tutto.
Che cosa accade concretamente? Che Gesù, il Verbo, restando totalmente Dio, si fa uomo e assume tutta la natura umana, con tutti i pregi e con tutti i difetti della natura umana; tutte le sue capacità e abilità e tutto ciò che è invece debole, fragile.
Dal momento in cui il Verbo si è fatto carne, non è più possibile scindere la sua natura divina dalla natura umana; sono una cosa sola, pur restando totalmente distinte.
Questo è il mistero dell'incarnazione e in essa il Verbo compie tutta la sua esistenza come un SÌ totale: Gesù non disse mai no al Padre, qualsiasi cosa gli venisse proposta.
Disse sì già quando era ancora soltanto il Verbo: "Chi manderò, chi andrà per me? Eccomi, manda me. ( Is 6,8 )
Ciò che leggiamo nei salmi e nei profeti non è niente altro che la raffigurazione di questa tensione continua del Figlio ad essere un sì totale e nella sua incarnazione il Verbo continua ad essere il totalmente sì, risponde completamente alle aspettative del Padre.
Gesù, vero Dio e vero uomo, poiché nella divinità era stato un sì totale, era necessario che nell'incarnazione l'umanità assunta diventasse finalmente questo sì, fosse lo specchio che riflette la luce della gloria del Padre.
Se la Risurrezione è il ritornare nel seno del Padre, l'Ascensione è l'innalzamento della natura umana alla gloria del Padre, poiché in Gesù risorto sono risorte tutte le creature, ci dice Paolo.
Se leggete bene la lettera ai Romani vi rendete conto che "tutta la creazione attende gemendo come nelle doglie di un parto, la propria liberazione ad opera della rivelazione dei figli di Dio".
Dunque tutto ciò vedete: le piante, i fiori, tutto ciò che respira, tutto ciò che ha vita, aspetta da noi la propria redenzione.
Che cosa vuol dire che la creazione aspetta la nostra rivelazione?
La creazione aspetta che sia rivelato in noi il volto del Cristo risorto e aspetta che noi siamo coloro che rivelano il Cristo risorto.
Il comando che Gesù dà dopo la risurrezione, non è: vogliatevi bene, fate questo e quello, ma "Andate ed evangelizzate", portate il lieto annuncio.
Questo è molto importante.
Quando questi uomini di Galilea si trovano di fronte a Gerusalemme, non contemplano semplicemente Gesù che ascende al cielo, ma contemplano l'umanità salire al cielo ed è una cosa molto diversa.
Poiché Gesù ha assunto il corpo umano ed è salito al cielo con questo corpo.
Perché dopo la risurrezione Gesù non si è seduto subito alla destra del Padre, tanto che quando Maria Maddalena lo vuole toccare, dice: "No, non mi toccare, perché ancora non sono salito al Padre". ( Gv 20,17 )
Perché bisognava che gli apostoli e i discepoli e le discepole vedessero Gesù vivo, vedessero non il Verbo, ma il Verbo incarnato, lo vedessero nella sua umanità trafitta ma vittoriosa.
E Gesù passò quaranta giorni ad incontrare i suoi discepoli: appariva nel cenacolo, quando Tommaso lo vide lo vide vivo, con i segni della passione; appariva lungo le strade e i discepoli intanto si raccontavano a vicenda quello che avevano visto: Ci è apparso il Signore… è apparso a Pietro… è apparso ai due discepoli che stavano tornando a Emmaus… e si radunavano e il corpo di Cristo si riuniva; tant'è che Gesù apparve a più di 500 persone in una volta sola.
Forse Gesù amava la gloria, la fama, il farsi notare?
No, Gesù stava facendo un gesto profetico, un gesto di salvezza, un gesto che anticipava la fine dei tempi: si fa vedere con la propria umanità risorta.
Per quaranta giorni ha mangiato davanti agli apostoli per dimostrare di non essere un fantasma, si è lasciato toccare le piaghe.
Al termine di tutta questa catechesi, durante la quale spiega ai suoi quello che avevano detto di lui i profeti e come dovevano avverarsi queste profezie, dà compimento alla profezia iniziale: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza", ( Gen 1,26 ) non perché resti uomo, ma perché diventi Dio.
Ed ecco che tutta l'umanità ascende con Cristo al cospetto del Padre.
Non solo: non sale per restare prostrata davanti a lui, ma per sedersi con Gesù alla destra del Padre.
Ed è questo il fatto sconvolgente: che l'umanità non è oggetto del castigo di Dio, come neanche oggetto solo della sua misericordia, ma il nostro destino è sedere alla sua destra.
"Io compio opere grandi, ma chiunque è in me ne compirà di più grandi perché io vado al Padre".
Che significano queste parole? Sembra che non ci sia nesso tra le due cose, ma se ti ricordi dell'ascensione, allora ti ricordi anche che in Gesù, seduto come re vittorioso alla destra del Padre, c'è tutta l'umanità, ci sei anche tu.
È quello che san Paolo insegna nelle sue lettere, specialmente in quella ai Romani: morti con Cristo, risorti con lui, siamo già risorti perché il Verbo incarnato ha assunto tutta l'umanità, di tutti i tempi, perché tutto il peccato di tutti gli uomini di tutti tempi fu assunto e distrutto da lui sulla croce e la prova è che lui è risorto mantenendo però i segni della passione.
Ma come il nostro peccato continua a restare in noi finché non decidiamo di allontanarcene, così la nostra risurrezione non giunge a noi finché non la desideriamo.
E questa è la domenica del desiderio.
Guardate come si conclude questa lettura del primo capitolo degli Atti: "Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?", cioè: perché continuate a guardare il vostro futuro?
"Questo Gesù che è stato di tra di voi assunto al cielo", dunque gli angeli riconoscono che Gesù è stato assunto di tra di voi, cioè con la nostra natura umana.
Ebbene questo Gesù "tornerà nello stesso modo con cui l'avete visto andare in cielo".
Come l'avete visto salire al cielo? Con il suo corpo.
Bene, ritornerà con il suo corpo.
Poiché Dio ha pensato l'umanità con il corpo, dunque il corpo è ciò che dà gloria a Dio, è "luogo" della gloria di Dio.
E se Gesù ritornerà con il suo corpo glorioso, è perché questo mondo abbia la gloria che Dio vuole che abbia.
Ma allora questo mondo non è destinato alla distruzione.
Troviamo nella Scrittura: "Signore, tu fai meravigliose tutte le cose; perché se una cosa tu non l'amassi non l'avresti neanche fatta".
Vuol dire che tutto ciò che esiste non è destinato alla dissoluzione, a tornare nel nulla, altrimenti Dio non lo avrebbe neanche creato; ma tutto ciò che esiste è destinato alla ricapitolazione nel Cristo, che è qualcosa di diverso dalla fine del mondo come distruzione ed esplosione finale di tutto.
Il libro dell'Apocalisse ci dice che la Gerusalemme nuova scende dal cielo sulla terra: vuol dire che la gloria di Dio abiterà questa nostra terra, vuol dire che questa nostra terra è destinata a ospitare la gloria di Dio, che tutto ciò che respira ha questo destino: "Ogni essere vivente dia lode al Signore" ( Sal 150,5 ), cioè ogni essere che ha vita in sé, ogni essere che respira la ruah Jahvè, lo Spirito di Dio, il soffio di Dio.
Nella seconda narrazione della creazione trovate che l'uomo viene formato dalla polvere della terra, ma egli non è uomo finché Dio non gli soffia il suo spirito.
Nell'Ascensione questa umanità viene portata al cospetto di Dio; non come colui che deve essere giudicato, ma come colui che sta dalla parte di Dio, come colui che giudica: "Il giudizio di questo mondo è stato già pronunciato, il principe di questo mondo è già stato giudicato; e il giudizio è questo: il Verbo è venuto sulla terra ma i suoi non l'hanno accolto".
Il giudizio è questo: non accogliere il Verbo del Dio vivente.
Come si fa ad accoglierlo? Basta saperlo, basta conoscerlo, basta leggere?
No; in At 1,4 è scritto: "Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre".
Quale, se nella Bibbia troviamo più di ottomila promesse di Dio?
Gesù non dice di attendere l'adempimento di una delle promesse del Padre, ma la promessa del Padre.
Vuol dire che è la promessa che compie tutte le promesse, l'unica attorno a cui tutto gira, l'unica che permette al disegno del Padre di essere completo.
Il Padre ha un progetto, Gesù Cristo è la realizzazione di questo progetto e la sua completezza prevede un'altra Persona, lo Spirito santo: "Quella, disse, che voi avete udita da me e cioè Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo fra non molti giorni".
Battezzati, cioè immersi, come una spugna nel mare; essa è viva, può espletare tutte le sue funzioni solo e unicamente perché è immersa nel mare.
Così è per la natura umana: è veramente tale solo ed unicamente se è immersa nello Spirito Santo.
Quando Gesù cominciò la sua vita pubblica?
Dopo il battesimo al Giordano, dove avvennero due cose importanti: Gesù si immerge nell'acqua e dunque nella natura umana, nel peccato che tutti gli uomini lasciavano simbolicamente nel Giordano; ma nello stesso tempo viene completamente immerso nello Spirito Santo e sente una voce dal cielo: "Tu sei il mio Figlio diletto".
Se il progetto di Dio Padre è che noi tutti siamo figli e se Gesù per sentirsi dire: "Tu sei il mio Figlio diletto, io oggi ti ho generato" deve prima immergere la sua natura umana nello Spirito Santo, questo vuol dire che noi, se vogliamo essere veramente uomini, dobbiamo diventare figli di Dio e lo possiamo essere solo se immersi nello Spirito di Dio.
Perché è la ruah Jahvè che ti dà la vita di Dio, ma è anche lo Spirito Santo che ti fa essere figlio ( Rm 8,17 ): "Noi non abbiamo ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma lo spirito da figli di Dio", per mezzo del quale Dio non lo chiamiamo più Dio, ma Abbà, Padre.
"Uscito dall'acqua, si aprirono i cieli e si udì una voce che diceva: Tu sei il mio Figlio diletto".
L'aprirsi dei cieli significa essere immersi nello Spirito e tu devi desiderare il battesimo nello Spirito Santo, che non è un nuovo sacramento, è lo stesso che hai ricevuto quando qualcuno ti teneva in braccio, ma dato che Dio rispetta la tua libertà, sei tu che a un certo momento devi decidere se lasciarti plasmare dallo Spirito di Dio.
Nel momento del sì di Maria, che è un'eco del sì di Gesù nel seno della Trinità, si è aperto il cielo e il Verbo è disceso e si è fatto carne; e dal quel "buco", per così dire, il Verbo è risalito portando con sé tutta l'umanità.
E il cielo è rimasto aperto, quell'apertura non si è chiusa affinché noi potessimo ricevere la promessa del Padre: "Manderò a voi un altro Consolatore", ( Gv 16,7 ) cioè, secondo l'etimologia della parola, uno che ti cammina al fianco.
Perché un altro? Perché il primo Consolatore è Gesù, il Verbo incarnato, che cammina a fianco dell'umanità e la porta accanto alla divinità salendo al cielo; ma poi ecco la promessa del Padre, il battesimo nello Spirito Santo ecco cioè "un altro Consolatore, un altro che vi cammina accanto e che porta a compimento il disegno del Padre, come lo ha portato a compimento in me, dice Gesù.
"Lo Spirito del Signore è su di me, mi ha consacrato con l'unzione" ( Is 61,1 ), mi ha riempito di Spirito per essere totalmente uomo, veramente uomo.
L'uomo che segue il peccato è un uomo falso, è un uomo finto, non è un vero uomo, perché non rispetta il progetto di Dio, è dia-volo, diviso in se stesso, schizofrenico.
Nel battesimo nello Spirito Santo, l'uomo riacquista la sua unità, non c'è più soluzione di continuità tra natura naturale e progetto di Dio; la natura naturale diventa finalmente ciò che dev'essere.
In questo tempo che ci separa dal nostro compleanno, perché voi sapete che la Chiesa è nata il giorno della Pentecoste, in questo tempo voi dovete veramente domandarvi, come battezzati e come membri dell'Unione Catechisti che hanno una particolare e meravigliosa adorazione dei segni della Passione ( che non sono scomparsi dall'umanità di Cristo dopo la risurrezione ), se l'apertura attraverso la quale passa il Consolatore e trasfigura la vostra umanità, cioè il foro prodotto dalla lancia che ha trafitto il cuore di Dio, l'unico cuore che Dio ha, sia ancora il canale di comunicazione tra la maestà di Dio e l'umanità perché sia trasfigurata dall'acqua dello Spirito sgorgata dal costato di Cristo.
E dunque tutto il cammino della Chiesa, tutto il cammino dell'Unione Catechisti potrà essere nuovo, rinnovato, ringiovanito solo e unicamente nella misura in cui ogni singolo desidera questa immersione nello Spirito Santo, perché è lui che ci rivela Gesù, che ci parla di Gesù, è lui che ci plasma e ci fa diventare altrettanti Gesù.
Non altro: né la tua buona volontà né le tue pratiche di pietà, né le tue sofferenze…, solo lo Spirito Santo.
Troverete spesso nella Bibbia il rimprovero di avere contristato lo Spirito di Dio.
Dio Padre può sopportare un'offesa a se stesso; Gesù può sopportare un'offesa fatta a lui, ma come tu non sopporteresti mai un'offesa fatta a tua mamma, perché ti ferisce nel più profondo di te stesso, così Gesù e il Padre non possono sopportare che ti dimentichi dello Spirito Santo o lo tratti come una cosa e non come una Persona.
Questo è ciò che uccide l'amore di Dio, ciò che gli fa dire: Posso perdonare tutto meno il peccato contro lo Spirito Santo.
E dunque se tu vuoi che la tua vita cristiana abbia una svolta radicale, non devi contristare lo Spirito Santo, ma avere con lui una relazione personale; tutto il resto - persino essere un altro Gesù Cristo, persino avere le stimmate - vale solamente da quanto lo Spirito è in relazione viva con te, dipende dalla tua comunione con lui.
Nella lettera agli Ef 2 troverai: "La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre e la comunione con lo Spirito Santo sia con tutti voi"; vuol dire che ciò che Dio Padre e Gesù si aspettano da tutti coloro che vogliono essere "vero uomo" è la comunione con lo Spirito Santo, da cui dipende ogni tipo di cammino: l'Unione Catechisti, le suore di clausura, gli sposati, i sacerdoti…
E la Chiesa è da troppi secoli che se lo sta dimenticando, dall'editto di Costantino; i Padri del IV e V secolo si lamentavano perché non c'erano più le manifestazioni dello Spirito Santo che avete letto nei primi quattro capitoli degli Atti degli Apostoli.
Concludo. Come avete constatato, noi abbiamo fatto quasi tutto il cammino di quest'anno non scegliendo le letture, ma accogliendo ciò che lo Spirito di Dio aveva predisposto per noi chissà da quando.
Attraverso le letture liturgiche Dio ci ha parlato, esse sono state profezia per noi e siamo stati in comunione con lo Spirito Santo. Oggi pomeriggio dovremo cercare di conoscere meglio chi è questo Spirito Santo.