La santissima Trinità

31-08-2006

Luigi Cagnetta

Indice

1. La trinità esiste da sempre
2. Le creature sono convocate dalla parola efficace del creatore
3. Le creature sono chiamate all'esistenza per la bontà di Dio
4. La famiglia immagine della trinità
5. L'uomo è memoria, conoscenza, amore in quanto è spirito che conosce e ama se stesso
6. La struttura intima della vita spirituale
7. Io chi sono?
8. I profumi della bellezza di dio sono: la grazia, la gloria, la misericordia, la bontà
9. Lo splendore del cosmo che cosa ci offre
10. Nella passione di Gesù è presente la Trinità
11. Nel Getsemani cosa dice Gesù?
12. Gesù conferma di essere il figlio di dio e di compiere la volontà del padre
13. Il silenzio del padre, perché Gesù potesse sperimentare la solidarietà con i peccatori e redimerli in silenzio
14. Dialogo tra il Padre e lo Spirito

I temi:

- La santissima Trinità, le tre persone divine

- La famiglia, immagine della Trinità

- Dio è amore, la sua bellezza ci è rivelata dalla sua misericordia

- La Trinità è Gesù crocifisso.

Io ho articolato l'argomento nel quale cercherò di dire qualche cosa e questi quatto temi di lunghezza eccezionale, con una serie di domande e risposte.

Desidererei che alla fine di ogni lettura, se c'è la possibilità di sentire qualche obiezione, qualche domanda di chiarimento, qualche richiesta di approfondimento, se sarò capace lo farò, ma devo mettere subito in chiaro una cosa: io mi considero soltanto un abbecedario, non sono un'enciclopedia teologica di conoscenze spirituali, di morale.

La serie di domande e risposte possono offrire spunto per gli approfondimenti pratici, perché questo mi è stato richiesto.

1) La Trinità esiste da sempre

Per quanto riguarda il primo tema, la Trinità esiste da sempre e per sempre, non nasce via facendo e poi nasce il Figlio, poi nasce lo Spirito Santo.

Dio è Dio da sempre e da sempre è santissima Trinità.

Se è vero questo dovremmo trovare già delle tracce all'inizio della creazione, tracce di tutte e tre le persone, non di una sola: del Padre, il Dio che crea, e crea per mezzo del figlio e che già è adombrata l'azione dello Spirito Santo.

I chiarimenti non possono esserci tutti fin dall'inizio della creazione, questo non è possibile.

Dopotutto nella Bibbia ci sono soltanto gli inizi e poi gli sviluppi mano a mano che ci si avvicina all'avvento del Messia.

E vediamo la prima manifestazione è rivelata nello splendore della creazione; che cosa c'è?

2) Le creature sono convocate dalla parole efficace del creatore

Che le creature sono convocate dalla parola efficace del Creatore.

Dio disse: sia la luce, e la luce fu.

Dio disse per sette volte e per sette volte guarda contemplando ciò che ha fatto e lo giudica buono, bello, stupendo; a maggior ragione quando crea l'uomo e dice: la cosa più bella che ho fatto, a mia immagine e somiglianza.

Che cosa troviamo in questo inizio?

Non solo che tutto è stato fatto per mezzo del verbo: Dio disse sia la luce, Dio disse ecc. ecc.

Parla, quindi non è un Dio muto è un Dio che parla e la parola è quel verbo che in principio era Dio, che era presso Dio, e che senza di Lui nulla è stato fatto.

Tutto è stato fatto per mezzo di Lui.

Dio disse sia, solo le parole e il verbo non è un Dio muto è un Dio che parla e ce lo dobbiamo ricordare per alcune conseguenze che vengono e quindi non solo abbiamo il Verbo, Dio che parla, ma nell'istante stesso in cui crea, sin dall'inizio appare già adombrata la figura dello Spirito Santo ( Gen 1,2: lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque ).

Lo scrittore sacro non poteva parlare già dello Spirito Santo come poteva parlarne precisamente Gesù, però ispirato dice che lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque.

Ma c'è già un'altra affermazione che lo conferma, dal Salmo 104,30, il salmista parla di un ruolo dello Spirito di Dio nell'atto creativo; è scritto: mandi il tuo Spirito, sono creati e rinnovi la faccia della terra.

3) Le creature sono chiamate all'esistenza per la bontà di Dio

Ecco perché le creature sono convocate, chiamate all'esistenza per la bontà di Dio e un'artista che vede ciò che crea e vuole che ciò che ha creato lo riconosca attraverso la creazione.

E ancora, lo Spirito è raffigurato nel soffio della bocca di Dio, Gen 2,7 è scritto: dà la vita insufflando, alitando; quell'alito, quel soffio è sempre riferito allo Spirito.

Se questa è la situazione già iniziale, che cosa dovrebbe fare l'uomo?

Non sto parlando dell'uomo credente, l'uomo deve contemplare, cantare, ritrovare lo stupore guardando la creazione.

E che cosa deve fare il credente?

Contemplare il creato e anche ascoltare un messaggio, udire una voce paradossale e silenziosa, "i cieli narrano la gloria di Dio e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento".

Tutto quello che Dio ha creato non è scritto, non è un linguaggio, è un linguaggio e sono parole di cui si può udire il suono.

Io ho messo già al positivo, Salmo 18,25, ma che cos'è questa natura creata?

Un evangelo che ci parla di Dio, in fatti Sapienza 13,5 dice: dalla grandezza e bellezza delle creature, per analogia si conosce il Creatore.

Domanda: questa contemplazione dove deve condurci?

A riscoprire la nostra fraternità con la terra, altroché ecologisti semplicemente, a cui siamo legati a partire dalla nostra stessa creazione, Gen 2,7 e se la natura non è violentata, umiliata, distrutta, sappiamo quello che sta avvenendo, ritorna ad essere sorella dell'uomo.

4) La famiglia immagine della Trinità

Stamattina se ne parlava già, io inserirò soltanto poche cose, tenete bene a mente ciò che ha detto don Mauro.

Sia ieri, sia stamattina durante l'omelia, quando celebravamo l'Eucaristia, ci sono soltanto tre cose, è una variante del modo di parlare della vita spirituale, ma non è qualcosa di più rispetto a ciò che abbiamo sentito.

Allora, si può parlare della famiglia come immagine della Trinità, solo per analogia, facendo un confronto, un paragone, trovando degli elementi comuni sapendo, senza dimenticare che le due realtà sono completamente diverse: da una parte il Creatore e dall'altra le creature.

Quanto grande sia la somiglianza, a immagine e somiglianza di Dio, tanto maggiore è la differenza.

Noi saremo sempre creature segnate con questo sigillo, ma saremo sempre creature, Lui è sempre l'autore, Colui che ha dato qualcosa di sé, ma quanto basta per partecipare alla vita divina.

La domanda è che cos'è lo Spirito umano?

È memoria, conoscenza e amore, sia in sé per ogni uomo, per ogni Spirito umano, sia nel rapporto con Dio.

Perché questa triade: memoria, conoscenza, amore?

5) L'uomo è memoria, conoscenza, amore in quanto è spirito che conosce e ama se stesso

L'uomo è memoria conoscenza amore in quanto è Spirito che conosce e ama se stesso, rivelando così di essere una unità spirituale.

Delle tre dinamiche non se ne può togliere una, o tutte e tre o niente, non possiamo dire: ne basta una o due, no tutte e tre. Vedremo perché.

Poiché creato a immagine di Dio, la forza spirituale su che cosa si fonda?

Sul movimento della sua conoscenza di Dio e proprio perché è memoria, conoscenza e amore di Dio è anche memoria conoscenza amore di sé: non possiamo non amare noi stessi!

Non è possibile, perché disprezzeremmo di essere creature di Dio, l'atto creativo di Dio.

Quindi noi dobbiamo fare ottima accoglienza già di noi stessi, non voglio dire superbia, stravaganza, non voglio dire niente, soltanto l'amore di sé perché io sono amato; io esisto non perché penso, io esisto perché sono pensato, dice un filosofo francese; pensato da Dio, sono stato creato.

Quali sono le conseguenze, che cosa deriva dalla bellezza dell'amore trinitario?

Deriva la comunione interpersonale, possiamo anche capovolgere la domanda, per una vera, sempre più vera comunione spirituale dei coniugi, da dove deve ricavare l'input per iniziare e proseguire, sia pure in un certo modo no?

Dalla bellezza dell'amore trinitario.

Quindi questa comunione spirituale è tra il marito, la moglie e il terzo che è il figlio, ma il terzo è anche l'altro, tutti gli altri.

Nei rapporti sociali troviamo ancora l'altro, nei rapporti interpersonali.

Certamente diversi i rapporti tra coniugi e ciascuno dei due verso il o i figli, ma sono sempre rapporti interpersonali con gli altri, con il prossimo che hanno tutti per il credente, devono avere tutti lo stesso riferimento, se non sbagliamo ogni cosa.

6) La struttura intima della vita spirituale

Domanda: quale deve essere la struttura intima della vita spirituale?

Ho detto una variante, l'accesso, la possibilità di entrare e partecipare alla comunione trinitaria e allora la vita spirituale deve divenire che cosa?

Una immersione nella bellezza della vita della divina carità che comincia con il battesimo, ma se facciamo una riflessione precedente guardando il creato, dovremmo già sentire odore di Verbo, stupendo, magnifico.

Sono ammantate di splendore le giustizie, le bontà, le opere che tu hai creato e chi può essere tra le opere create più bello di ogni uomo?

Il tema immagine di Dio, che cosa ci richiede visto che si fa riferimento al credente immagine di Dio?

La ricostruzione di tale immagine: Dio ci offre la mano e noi dobbiamo rispondergli dicendo eccomi.

La ricostruzione di tale immagine che dopotutto se si fa attenzione e si parla seriamente con chiunque, questa ricostruzione di sé al meglio è aspirazione irresistibile della icona umana al suo originale.

Se ci poniamo la domanda: ma io chi sono? Da dove vengo? Dove vado?

Tre interrogativi inequivocabili, indimenticabili, ineludibili, se ci sono troviamo la risposta.

7) Io chi sono?

Io chi sono? Devo sapere da dove vengo, l'origine e l'approdo dove vado, se no io esisto, va bene, cent'anni va bene, aggiungiamo anni alla vita no!

Bisogna aggiungere vita agli anni, cioè vita spirituale, perché nessuno può dire io vivrò cent'anni e poi?

Io centoventi e poi? E chi potrebbe dire io muoio a vent'anni?

Non troviamo nessuno. Quindi abbiamo la ricostruzione e dopotutto qual è il più grande desiderio di un uomo?

Vorrei vedere Dio! chiedetelo a chiunque, qualche sciocco lì per lì può anche rispondere: a me non interessa, ma se lo fate ragionare un poco chi è Dio che ti fa superare la morte?

Ah! allora non finisce tutto così. Vi racconto un episodio.

Madre Teresa di Calcutta e le sue sorelle andavano a reclutare ammalati, moribondi, appestati.

Un giorno lei incontra una donna poco più che quarantenne abbandonata coperta di piaghe, se la prende tutta in uno straccio e la porta alla casa madre e la cura.

L'ammalata rifiuta le cure, ma lei sorridente con tanta tenerezza continua, continua a curarla fino al momento in cui questa povera donna dice: i miei mi hanno abbandonata, mi hanno lasciato per strada come un sacco di rifiuti, un essere ripugnante, non più capace di stare in famiglia a godere i rapporti famigliari, perché tu ti prendi tanta cura di me?

Perché io in te vedo Dio, l'amore di Dio.

La donna dice: quando andrò lassù a Dio dirò ti ho visto che tu sei amore; e dove?

Lo sapeva dire benissimo dove quando e chi glielo ha fatto vedere.

Voi capite che Dio amore è possibile farlo vedere attraverso di noi.

Se si fa vedere attraverso di noi, è Gesù, il meglio, il super e chi più di Lui.

Ultima considerazione secondo la Bibbia la bellezza viene considerata come un insieme di profumi.

8) I profumi della belelzza di Dio sono: la grazia, la gloria, la misericordia, la bontà

C'è una varietà di termini per definirla e dice che i profumi di questa bellezza di Dio sono la grazia, la gloria, la misericordia, la bontà, termini biblici, qui non ci sono aggiunte non ce ne possono essere.

Non posso dare indicazioni perché sarebbero tante.

Dio è amore.

La sua bellezza ci è rivelata dalla sua misericordia che ci redime e ci santifica.

Chi lo dice? Giovanni nella 1 Gv 4,8: "È l'amore che viene da Dio, la forza interiore che ci spinge ad amarci l'un l'altro, ma per amare bisogna prima nascere dall'amore per desiderare Dio conoscerlo e avere la forza di amare l'altro".

Questa è la vera filantropia divina. Dio ha manifestato di essere amore; con l'incarnazione del verbo, parola di Dio, gli occhi devono essere rivolti sempre al Figlio che dà la vita; proprio Giovanni dichiara fermamente quello che fu fin dal principio: l'ho visto con i miei occhi, l'ho contemplato con i miei occhi, l'ho toccato con le mie mani, l'ho udito con le mie orecchie e io, noi, gli apostoli, attestiamo e annunziamo quanto vi dico, perché chi crede abbia la vita eterna.

Quindi abbiamo una testimonianza diretta non una ispirazione del salmista, che vado a ricordare; salmo 135: "è la bellezza del creato che canta l'amore di Dio" e questo amore ha uno splendido salutare ritornello: eterna è la sua misericordia, perché eterna è la sua bellezza e inoltre spando su tutte le creature la mia tenerezza, salmo 144,1-13.

9) Lo splendore del cosmo che cosa ci offre

Domanda: attraverso lo splendore del cosmo, che cosa possiamo ricavare o lo splendore del cosmo che cosa ci offre?

Il primo segno visibile della carità divina, non dimentichiamolo, non perché lo sto dicendo io, il primo segno della carità di divina è: eterna la sua misericordia perché sei buono, perché su tutte le creature spandi la tua tenerezza e dunque prima di scoprire Dio che si rivela nella storia di un popolo, c'è una rivelazione cosmica, come un fatto di missione, sia per la nostra contemplazione, per la nostra gioia, sia per dirla agli altri; c'è una rivelazione cosmica aperta a tutti, offerta all'intera umanità dall'unico Creatore; basta guardare, anche chi non ha occhi, ma quello è cieco spirituale, però voglio vedere se sotto un cielo stellato nessuno dica o possa dire: sto bene qui, non parlo, sto zitto.

Un tramonto, guardo, bello, stupendo, sto zitto.

Anche se non parla dentro di sé si lascia penetrare, non lo interroga, non dice: tu come mai sei un bel tramonto?

No è il tramonto che gli dice: vedi quanto sono bello.

Il sorgere del sole dice: mi vedi quanto sono bello?

Non ti piaccio, non ti soddisfo, non ti ricreo mentalmente e spiritualmente, non ti rinfranco dalle fatiche?

Distenditi, riposa, contempla e vedrai, altro che psicoterapeuta!

C'è una esortazione: esiste un messaggio divino segretamente inciso nel creato, segno della fedeltà amorosa di Dio che dice ciò che serve all'essere vivente.

Contemplando non sono parole, non è suono, cioè noi lo possiamo dire, se ci lasciamo pervadere dalla bellezza delle cose create.

Ancora, c'è una esortazione da Sap 13,5 e Rm 1,20: dalla grandezza e bellezza delle creature si può conoscere il creatore; l'uomo di buona volontà lo può.

La Trinità è Gesù crocifisso.

Nel battesimo, nella passione, nell'ascensione, nella risurrezione non è mai solo.

Nella Trinità nessuna persona agisce da sola, sono tre persone, distinte per le funzioni, ma intimamente armonizzate, una per tutte,tutte per una.

Non c'è altro messaggio.

10) Nella passione di Gesù è presente la Trinità

La gloria della Trinità nella passione.

Qui vorrei aspettarmi qualche domanda, ma se non viene la potrei provocare, ma non la faccio.

Da dove dobbiamo partire per verificare se nella passione di Gesù, è presente la Trinità, la gloria della Trinità, la potenza della Trinità.

Partiamo dal cenacolo, dove però già aleggia l'ombra del tradimento; dai discorsi di Giovanni, l'apostolo che Gesù ha amato tanto, che cosa dice?

Ne sottolinea il legame profondo e la reciproca immanenza, io nel Padre e il Padre in me, questa reciproca immanenza.

Gesù dice: se conoscerete me, conoscerete anche il Padre.

Tommaso dice: mostraci il Padre e ci basta, allora non mi hai conosciuto?

Chi vede me vede il Padre, credetemi io sono nel Padre e il Padre è in me, Gv 14,7.9.11.

Rivolto al Padre Gesù ribadisce: Padre santo custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola come siamo noi, Gv 17,11.

Non solo conferma l'unità intima tra il Padre e il Figlio; Gesù vuole, chiede al Padre, che questo avvenga anche per noi; Noi a fare intimità come la fa Gesù con il Padre.

Questa è una cosa da capogiro, però questo è Vangelo, queste sono affermazioni di un testimone, noi vi annunziamo ciò che abbiamo visto, ciò che abbiamo contemplato, ciò che abbiamo toccato con le mani, siamo stati con Lui.

Ed era un uomo come noi: sentiva la fatica, sentiva la sete; si fermò al pozzo di Sicar, faceva caldo era stanco, sudato.

Se non fosse così, non sarebbe vero uomo, non sarebbe vero Dio ma vero uomo che avverte tutte le fatiche, tutte le sofferenze, tutte le umiliazioni che possono avvenire in ogni uomo.

È perfettamente uomo.

Allora con questa fiducia assoluta nel Padre, Gesù si avvia a donare il suo primo atto di amore.

11) Nel Getsemani cosa dice Gesù?

Allontana da me questo calice, no, sia fatta la tua volontà, fino in fondo.

Non c'è una ribellione e non è un fatto ormai è obbligato, no, poteva cambiare strada dopo l'ultima cena.

Ma l'aveva detto già nell'ultima cena: questo pane è il mio corpo dato per voi; sangue della nuova alleanza versato per voi per la remissione dei peccati.

Questo il giovedì, la sera del giovedì.

Il calice lo berrò.

Gli diranno: ci metti alla tua destra e alla tua sinistra? No!

 Ma siete disposti a bere il mio calice?

Cioè dell'amarezza, delle sofferenze.

Questo lo possiamo, bene, accadrà.

E accade, ma quanto a dire tu a destra e tu a sinistra, questo spetta al Padre mio, ma il primo a bere il calice amaro è stato Lui.

Che cosa avviene ancora dopo?

12) Gesù conferma di essere il Figlio di Dio e di compiere la volontà del Padre

Gesù afferma di voler compiere la volontà del Padre, Mc 14,36.

Durante il dialogo processuale col sommo sacerdote Gesù conferma di essere il figlio di Dio.

Se avesse detto: forse ho esagerato, scusami, dammi quattro calci e mandami via, ho esagerato.

Di fronte alla morte, se tu dici di essere il figlio di Dio noi ti liquidiamo.

E Gesù dice: tu lo dici, lo sono, anzi e aggiunge: "vedrete il figlio dell'uomo sedere alla destra di Dio e poi scendere sulle nubi del cielo" Mt 26,63-64.

E quando sarà sulla croce che cosa diranno gli spettatori sarcasticamente?

Vorrebbero vedere se la confidenza in Dio, Dio lo liberi. se è vero che adesso deve dimostrare che Dio lo ha ascoltato liberandolo, ma in quel momento che cosa si verifica invece il silenzio di Dio.

Molti esegeti hanno dato l'interpretazione da strapazzo con tutta la cultura che hanno!

13) Il silenzio del Padre, perché Gesù potesse sperimentare la solidarietà con i peccatori

Perché quel silenzio del Padre?

Perché Gesù potesse pienamente sperimentare la solidarietà con i peccatori e redimerli in silenzio.

E forse che Gesù non sapeva?

Gesù sapeva, perché era in continuo contatto col Padre e sulla croce che cosa accade?

Gesù continua a intrattenere il suo intimo dialogo con il Padre, altro che silenzio!

Senza smarrire l'atteggiamento fiducioso del figlio che è una cosa sola con il Padre: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Ma qui la risposta è l'uomo peccatore, è il peccato che lo fa sentire lontano da Dio, abbandonato da Dio.

Gesù lo dice, se noi lo comprendiamo è così, se no.

Che cosa dice in questo dialogo costante: "nelle tue mani consegno il mio Spirito"; altro che disperazione! Lc 23,46 da confrontare con Salmo 31,6.

14) Dialogo tra il Padre e lo Spirito

A questo dialogo costante tra il Padre e il figlio chi partecipa?

Anche lo Spirito, ce lo dice la lett. agli Eb 9,14: Cristo offrì se stesso a Dio per mezzo di uno Spirito eterno.

Il quarto vangelo connette strettamente il dono del Paraclito con la dipartita, cioè Gesù dice: vi dico la verità, è bene per voi che io me ne vada affinché vi doni il Consolatore, Gv 16,7.

Dopo la morte di Gesù nell'acqua che sgorga dal suo costato trafitto è possibile riconoscere un simbolo, dono dello Spirito, Gv 7,37-39.

In breve il Padre glorifica suo figlio dandogli la capacità di comunicare lo Spirito a tutti gli uomini; qual è l'impegno?

Alla Trinità che si rivela anche nel giorno del dolore dobbiamo elevare la nostra contemplazione.

Ancora, questa contemplazione a che cosa deve essere riferita in modo particolare?

Al costato trafitto del crocifisso in quanto, mi permetto di fare una citazione, "quando vuoi riposare ti autorizzo ad appoggiare il tuo capo sul mio cuore, sul mio costato trafitto, perché dice Gesù, è un oceano di bellezza, in cui tu puoi trovare ristoro, tu e tutti gli assetati di giustizia nonché il riposo e le derisioni, le umiliazioni, le afflizioni tutto quello che di grave e di insulti ci può pervenire.

Gesù praticamente ci invita e dice: "venite e riposate perché il mio giogo è leggero, è soave, venite a me che io sono mite e umile di cuore".