Insegnamento
15-12-2007
1. Venne un uomo mandato da Dio, egli venne come testimone
2. La religione è la parte visibile della liturgia
3. Chi è questo uomo mandato da Dio? questo puoi essere tu
4. Ogni battezzato in quanto tale è convocato ed inviato
5. E come lo annunzieranno senza essere prima inviati?
6. Ascoltare la parola di Dio e farla riecheggiare dentro di noi
7. L'amore di Cristo ci spinge
8. Hai già ricevuto la tua ricompensa qui sulla terra
9. Non è semplicemente un arricchimento personale, ma una preparazione alla missione
10. Apostasia cioè il posto di Dio viene preso da …
11. Alla fede si è sostituita la religione
12. Qual è il motivo che mi spinge a darmi da fare?
13. Siamo chiamati ad ascoltare la parola del Signore
14. Il compito che ogni cristiano è chiamato a incarnare dentro di sè
15. Come mai i nostri giovani hanno scambiato il giorno con la notte?
16. Uno dei sette doni dello Spirito Santo è la fortezza
17. Il senso più profondo della passione di Cristo che siamo chiamati a vivere
18. Se il regno di Dio viene ad abitare dentro di te, sei una cosa sola con Gesù Cristo
19. Chi è tiepido è pregato di avvicinarsi al fuoco del Signore per la Cristo-terapia
20. Con l'Eucaristia siamo in comunione con Cristo e con coloro che con Cristo sono una cosa sola
21. È impossibile amare il prossimo se non riceviamo l'amore di Dio dentro di noi
22. Cristo-terapia: adorazione, intimità, preghiera e dialogo continuo
23. Non è una cosa impossibile vivere in intimità con il Signore
24. Non si fanno le cose che si sentono, ma le cose che sono giuste e gradite a Dio
25. La strada per seguire il Signore è in salita
Eccoci alla nostra breve riflessione per la quale vorrei partire da un brano abbastanza conosciuto, il prologo di san Giovanni, il protovangelo che ci dice così al cap. 1 ( Gv 1,1-6 ): "Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui".
Intanto vorrei rilevare che quanto stiamo leggendo qui, non stiamo facendo un'esegesi di questo testo, stiamo cercando di cogliere una luce, un suggerimento, una provocazione che ci giunge dall'ascolto della parola di Dio, quindi quello che stiamo facendo è un ascolto della parola del Signore, un ascolto che potrei dire mistico, esperienziale.
Il cristianesimo è la religione più mistica che esista al mondo, anche se tutti pensano che sia il Buddismo.
Perché purtroppo lo sappiamo bene, c'è tanta religione e poca fede nel cristianesimo, nel senso che i membri del cristianesimo preferiscono rivolgersi agli atti esteriori senza ricordare che gli atti esteriori senza un'adesione interiore sono semplicemente dei gesti, dei riti, cioè ciò che costituisce la religione.
La religione è la parte visibile della fede.
Se noi fossimo puri spiriti non avremmo bisogno di religione, avremmo una liturgia; gli angeli hanno una loro liturgia? Si, che consiste nel lodare.
Vi ricordate la visione di Isaia nel santo dei santi?
Appaiono i Cherubini, cadosh, cadosh, cadosh, santo, santo, santo, questa è la loro liturgia, cioè il modo di lodare e liturgia significa ufficio della lode.
Ma noi non siamo puri spiriti, noi siamo spiriti incarnati, unici, irripetibili, personali.
Questo vuol dire che tutto il nostro essere partecipa o dovrebbe partecipare di questa lode, di questa unione con il Signore.
Allora una fede senza le opere non è un'autentica fede, perché noi non siamo degli angeli, siamo degli uomini; questo vuol dire che la fede per essere autentica deve essere manifestata con le opere, non è solo un qualcosa di interiore.
Allora nell'espressione della liturgia autentica della persona umana c'è la preghiera interiore, l'unione con il Signore, che però si deve manifestare anche nelle azioni concrete, perché noi non abbiamo un corpo, non abbiamo una mente, noi siamo un corpo, noi siamo una mente, noi siamo uno spirito creato da Dio.
Ora qui, nell'accostare questo testo noi non facciamo lavorare solo l'intelligenza, prima di tutto ci lasciamo toccare da quello che può essere un messaggio che va bene per ciascuno di noi in questo tempo.
"Venne un uomo mandato da Dio".
Certo, qui san Giovanni Evangelista sta parlando del precursore perché deve dimostrare che il Verbo di Dio è veramente Dio che si è fatto carne, però noi possiamo cogliere questa frase come uno sprone, un pungolo, uno stimolo, una provocazione, chi è questo uomo mandato da Dio?
Certo nella storia della salvezza concretamente sappiamo che era Giovanni il Battista, che era parente di Gesù, però se noi dobbiamo cogliere questa parola come qualche cosa che il Signore sta inviando a noi, che cos'ha da dire questa frase: venne un uomo mandato da Dio.
Questa è una provocazione che il Signore lancia a tutti coloro che stanno ascoltando.
Chi è questo uomo mandato da Dio? Venne, vuol dire che aveva già una sua storia, però mandato da Dio.
Questo puoi essere tu.
Tu puoi essere un uomo, nel senso dell'umanità, che hai la tua storia personale, che provieni da situazioni diverse, da sofferenze, da sconfitte, da successi, la tua storia personale, vieni dal passato e ad un dato momento il Signore interviene nella tua vita e ti manda, sei mandato da Dio.
Quindi la prima cosa da riflettere, in questo giorno di ritiro, è che noi essendo qui in questo cammino che è un cammino di approfondimento cristiano, un approfondimento della dottrina, stiamo percorrendo un itinerario, una storia, illuminata dalla sapienza di Dio.
Veniamo dal passato, da altre situazioni, da luoghi e tempi diversi, ma siamo confluiti tutti qui perché il Signore ci ha radunati qui per fare cosa? Per mandarci.
È evidente che ogni battezzato in quanto tale è convocato ed inviato, perché tu fai parte dell'unico Corpo di Cristo che è la Chiesa e per quanto possa sembrare, specie nel nostro tempo, il compito della Chiesa è quello di evangelizzare.
Solo che tutti pensano che il compito dell'evangelizzatore sia riservato al sacerdote o alla suora o al religioso, in generale al missionario.
Tu pensi l'evangelizzatore = missionario; e tu non sei missionario?
Missionario vuol dire colui che ha una missiva, colui che è stato inviato e chi può dire che non è stato inviato?
Deve essere inviato, convocato dalla parola di Dio e inviato; però se ricordiamo bene, proviamo a prendere la lettera ai Romani ( Rm 10,14 ) si dice qualche cosa che è importante, che sicuramente indirizzato a coloro che hanno avuto questo ministero in maniera ufficiale, ma di cui tutti i battezzati fanno parte, perché tutti i battezzati in Gesù Cristo sono sacerdoti, re e profeti.
L'essere profeti interpella ciascuno dei battezzati nel suo compito di proferire, ma per capirci meglio sarebbe giusto dire profetare, ma per non cadere in qualche equivoco io dirò proferire.
Proferrere, portare a favore degli altri, da cui viene proferire e che è una derivazione di profetare; il profeta è colui che riceve qualcosa da Dio e lo porta agli altri.
Qui dice, riguardo agli altri: "Come potranno invocarlo senza aver prima creduto in Lui?
E come potranno credere senza averne sentito parlare?
E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi?
E come lo annunzieranno senza essere prima inviati?
Come sta scritto: Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene!
Ma non tutti hanno obbedito al vangelo.
Lo dice Isaia: Signore chi ha creduto alla nostra predicazione.
La fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo".
Ora voi capite che tutto questo sta alla base non solo di una ristretta cerchia di persone che nella Chiesa ad un certo momento sentono di dovere per intraprendere una strada particolare, quindi diventano insegnanti, diventano catechisti, diventano professori di teologia, ecc. no!
È un compito affidato a tutti i battezzati, il guaio è che pochi se ne rendono conto e tutti si sentono esonerati nel compito della testimonianza.
La testimonianza dipende dalla fede, dalla predicazione, la predicazione sulla parola di Dio.
Ora quello che state facendo qui in questi anni è ascoltare la parola di Dio, farla riecheggiare dentro di voi, perché voi siate questa cassa di risonanza che permette a tutto il popolo di Dio di ascoltare e di vedere attuata la parola del Signore.
Penso che non abbiate dimenticato che la parola catechizzare o catechismo dipende proprio da catecheo cioè far risuonare.
Questo vuol dire che siete una cassa di risonanza.
Se voi prendete un violino e gli togliete la cassa di risonanza e gli lasciate tutto il resto, avete ben da suonare le corde, ma non udirete niente; ugualmente con una chitarra.
Ora la parola di Dio di per se stessa è efficace, ma perché possa essere come parola è necessario che sia udita e perché sia udita è necessario che sia proclamata.
Ora come sarà proclamata questa parola di Dio? Con la bocca o con la vita?
Con entrambe, perché specie nel nostro tempo dove tutti siamo subissati da oceani di parole, non è più sufficiente fare delle opere è necessario anche spiegare perché si fanno.
Se noi ci occupassimo semplicemente di opere sociali come ce ne sono tante all'interno dell'esperienza ecclesiale, saremmo applauditi e osannati da tutti, perché in qualche modo facciamo ciò che agi altri non piace fare come cristiani, però rischiamo di essere fraintesi.
Allora le nostre opere diventano delle opere sociali, diventiamo degli assistenti sociali, invece quello che muove l'azione del cristiano non è la necessità, non è il bisogno, non è la sofferenza, solo, è soprattutto l'amore di Cristo che ci spinge.
Dice san Paolo nella sua lettera: "l'amore di Cristo ci spinge".
Chissà quante volte l'avete letto quando venite giù dalla Consolata, cosa c'è sopra il Cottolengo?
Caritas Crhisti urget nos, è l'amore di Cristo che ci spinge a fare tutte le cose che tutti gli altri non vogliono fare, non la necessità del bisogno, la sofferenza altrui.
Certo anche questo mi va tanto bene, ma deve essere chiaro la motivazione, perché se la motivazione non è chiara allora vuol dire che le cose che stiamo compiendo non le stiamo compiendo a maggior gloria di Dio, ma a maggior gloria nostra e questo è un rischio a cui si è costantemente esposti, non appena ci si mette a servizio dell'opera di Dio.
Per una semplice ragione, molto comprensibile: quando fai una cosa buona gli altri se ne accorgono, però non sempre capiscono il motivo per cui tu la stai facendo e soprattutto se tu non sei chiaro con te stesso nel motivo per cui stai facendo una certa cosa, potresti dare un'impressione sbagliata.
Allora che ci siano delle necessità è fuori di dubbio, che tu faccia queste cose solo perché ci sono delle necessità non è la motivazione giusta, non è la motivazione piena.
Fai queste cose perché le fai al Signore, le fai per Lui, le fai con Lui, le fai a Lui.
Se questa motivazione non è chiara, guarda che prima o dopo capiterà che tu ti approprierai della gloria e delle motivazione che tu stai facendo per dare gloria a te stesso.
E Gesù direbbe: "hai già ricevuto la tua ricompensa qui sulla terra".
Ora il compito di evangelizzare è un compito che appartiene alla Chiesa e appartenere alla Chiesa non vuol dire che è stato demandato solo ad alcuni membri della Chiesa.
Ogni singolo individuo che compone il corpo mistico che è la Chiesa ha questo compito.
C'è forse una cellula del tuo organismo che fa una cosa diversa da quanto il tuo organismo ha bisogno?
Se questo succede vuol dire che c'è una malattia in atto, ma la malattia non è la norma.
Quando tutto funziona bene l'organismo concorre a che tutto il corpo funzioni bene.
Quando nell'organismo mistico che si chiama Chiesa, ci sono solo alcune cellule che si danno da fare per estendere il regno di Dio e tutte le altre pensano al loro piccolo orticello, che cosa sta succedendo? La divisione.
Si sta squartando il Corpo di Cristo che è la Chiesa.
Si esteriormente sembra che sia un corpo unitario, nella pratica quando il cristiano invece che concorrere all'edificazione del regno di Cristo pensa semplicemente ai fatti propri, allora non sta affatto collaborando con l'estensione del regno di Dio e in pratica anche se noi non lo vediamo, sta squartando il Corpo di Cristo.
È cruda questa immagine, ma è realistica, perché o siamo consapevoli che come battezzati siamo un solo corpo ed è il Corpo di Cristo, si chiama corpo mistico qui sulla terra; nell'aldilà si chiama corpo reale.
Gesù stesso dice: nell'aldilà non ci sarà più il matrimonio perché tutti saranno in Dio e Dio sarà in tutti.
Quindi ora è il tempo del corpo mistico, dopo la morte è il tempo del corpo spirituale reale di Gesù Cristo.
Siamo una cosa sola con Lui in Lui e per Lui, però senza confusione, in una totale unione, ma senza confusione.
Ora tutto questo serve per capire che quello che stiamo facendo in questi mesi, in questi anni per coloro che sono già da anni, non è semplicemente un arricchimento personale, che è già una grande cosa, ma è soprattutto una preparazione alla missione.
State tranquilli per adesso nessuno di voi ha ricevuto la missione di andare in Africa o chissà dove; io credo che la missione più difficoltosa da affrontare sia in mezzo a noi.
Tanti missionari che sono andati in quello che noi chiamiamo terzo e quarto mondo, quando tornano dicono di avere nostalgia di quel clima non di quelle situazioni di vita, ma di quel clima di fame e sete di Dio.
Questa fame e questa sete di Dio che dove viviamo noi è stata perduta, si sta perdendo a grandi passi, purtroppo anche tra i membri del corpo mistico che è la Chiesa.
Quanti sono i cristiani che voi vedete alla domenica che sono entusiasti di quello che stanno facendo? e che usciti fuori dalla Chiesa discorrono tra di loro delle grandi opere che il Signore compie, di come loro lo hanno sentito vivo nella loro vita?
Quanti sono questi cristiani che non vedono l'ora di comunicare a qualcuno queste cose?
Se ne trovate uno fate come Diogene, prendete una lanterna dategliela, e dite ecco, porta anche tu la luce nel mondo.
Stiamo vivendo un tempo di grande regressione nella convinzione della fede e stiamo molto attenti perché sia Gesù che gli apostoli, Paolo nella lettera ai Tessalonicesi oppure nella lettera a Timoteo, Gesù nel Vangelo di Luca, ecc. parlano di questo tempo, perfino nell'Apocalisse se ne parla dove si dice che è il tempo della grande "apostasia", quando cioè il posto di Dio viene preso dallo spirito di questo mondo.
Certo potremmo benissimo immaginare come in un film di fantascienza che lo spirito dell'anticristo sia qualcosa di terrificante ecc. se questo avverrà, avverrà nei tempi di Dio in un certo modo, ma che stiamo vivendo il tempo del raffreddamento della fede, questo è fuori di ogni tipo di dubbio e l'apostasia è rinunciare alla propria fede in vista di qualche altro tipo di fede.
C'è qualche altro tipo di fede all'orizzonte che alletta di più gli uomini del nostro tempo e dei nostri luoghi, che non la fede in Gesù Cristo crocifisso e risorto?
Si, qual è? Il benessere, il disimpegno, l'individualismo, il relativismo, ecc.
L'apostasia più grande è il fatto che sul trono di Dio si è seduto l'IO; ha cacciato Dio e su quel trono si è seduto l'io, che ha come corte tutte quelle manifestazioni.
Ora questa è o non è la grande apostasia? Si che lo è, perché purtroppo questo sta toccando ogni strato dell'esperienza cristiana, non appena il popolo di Dio!
Anche quelli che nella Chiesa solitamente erano i più impegnati e persino tra i religiosi, il clero; le religiose, ci sono molte persone che vivono la loro fede semplicemente come una seria di abitudine di compiti da svolgere non con l'entusiasmo.
Che cosa è successo? È successo che alla fede che porta con sé la fiducia, si è sostituita la religione, un insieme di cose da fare, ma che non hanno alcuna relazione con un incontro personale, avvincente, affettuoso e affettivo con il Dio eterno onnipotente e infinito che senza smettere Dio si è fatto carne.
Manca questa relazione personale con Dio; c'è ritualità c'è ubbidienza, non sempre, però quello che manca è un rapporto affettivo con il Signore.
Senza questo rapporto affettivo con il Signore, senza un senso di presenza, un senso di dialogo continuo, un senso di interdipendenza, senza questo tipo di ascolto, tutto il resto che viene fuori è solo formalismo.
Quindi ci sono doveri da compiere e per di più si compiono solo quei doveri che hanno la possibilità di metterti in luce; spesso accade che si trovano decine di persone disposte ad andare a leggere le letture in chiesa, anche se non sanno dare un senso minimo a quanto viene letto, però fai una fatica nera a trovare le persone a spolverare i banchi della chiesa quando ce n'è bisogno.
Vero? Perché quello non è visibile.
Troviamo decine di persone disposte a fare il catechismo, ma non le troviamo disposte a verificare se quello che stanno dicendo è veramente qualche cosa che fa parte della loro vita e stanno approfondendo la parola del Signore.
Quindi lo spirito di missionarietà è gravemente ammalato per il fatto che le persone come nel giardino dell'eden, avendo usufruito dell'albero della conoscenza del bene e del male, credono di non aver nessun bisogno di approfondire il loro rapporto personale con il Signore.
Noi siamo già a posto, che bisogno abbiamo di affrontare queste cose? sono cose che sappiamo già, che bisogno c'è di approfondire questo e quest'altro?
In realtà invece se avete ascoltato bene qui in questo capitolo della lettera ai Romani ( Rm 10,17 ): "la fede dipende dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo".
Diciamocelo chiaro, se la parola di Gesù Cristo abita viva dentro al cuore di una persona, quella persona diventa un testimone della fede ossia tutto ciò che fa è una manifestazione di quello che Gesù dice nel suo Vangelo.
Allora uno dei primi punti su cui riflettere personalmente e individualmente potrebbe essere questo.
Mi sto accorgendo che sto cercando di darmi da fare in tante cose all'interno della Chiesa, nella mia comunità parrocchiale ecc. perché? Per quale motivo?
Qual è il motivo che mi spinge a darmi da fare? Oppure, perché non mi do da fare come dovrei darmi da fare?
Come mai non sento la necessità di rendermi disponibile per l'estensione del regno di Dio?
Ma allora la parola di Dio dentro di me c'è? Non c'è?
Cosa sta producendo dentro di me questa parola di Dio?
E se non ci sono i frutti della parola di Dio, dove sono piantato io, lungo i corsi delle acque o in mezzo a un deserto?
Di che cosa si stanno cibando le mie radici, poiché il Vangelo dice che l'albero si riconosce dai frutti?
Ora esaminiamo i frutti che io sto producendo.
Sono frutti di concordia? Sono frutti di edificazione? Sono frutti di pace? Sono frutti di stima reciproca?
Allora vuol dire che io mi sto nutrendo della parola del Signore.
Ricordate nella lettera ai Galati ( Gal 5,22 ) dice così: "il frutto dello Spirito ( ha questo sapore ): amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, mitezza, dominio di sé.
Verificare su questa griglia se questo frutto c'è nella mia vita e se manca qualcosa, come mai?
Perché se la fede dipende dalla predicazione che viene fuori dalla parola di Dio, allora io che parola di Dio ho dentro di me?
Di che cosa mi sono appropriato? Mi metto ad ascoltare quello che dice la parola di Dio oppure mi metto solo a sentire?
Io posso sentire un battito di mani e mi da anche fastidio, ma se vado a un concerto, vado ad ascoltare quello che mi viene fatto ascoltare e non voglio perdere neanche una nota, perché voglio rendermi conto cosa suonano i violini, cosa suonano i controfagotto, ecc., questo è ascoltare, prestare fede a ogni aspetto, non solo all'aspetto immediato.
La grande massa dei cristiani della domenica vanno avanti per inerzia solo per quello che sentono, ma voi siete chiamati ad ascoltare la parola del Signore, perché deve diventare talmente florida dentro ciascuno di voi che voi siete come quegli alberi piantati lungo quel corso di acqua che esce dal tempo della porta orientale, nel profeta Ezechiele, che dopo un po' di tempo è diventato un fiume tanto profondo, le cui acque risanano i mari.
Nell'Antico Testamento il mare rappresenta il luogo del peccato, tutto il peccato veniva gettato in fondo al mare; era il luogo dove abitava il Leviatan, un mostro diabolico che rappresentava il male.
Ora le acque che escono dal tempio, dalla parte orientale, sono acque che risanano addirittura il mare e le piante che sono lungo questo corso di acqua, producono frutto dodici mesi l'anno, che vuol dire sempre e le sue foglie sono medicamentose.
Questa è un'immagine profetica per tutti coloro che hanno un orecchio profetico, per rendersi conto che cosa il Signore si sta aspettando da ciascuno di noi, non solo perché siete venuti in questa scuola e quindi ricevete molto materiale e molto nutrimento spirituale.
Questo è un dono che il Signore vi ha fatto, questo sarebbe il compito che ogni cristiano sarebbe chiamato a impersonare, a incarnare dentro di sé.
Un ascolto sincero attento di quello che il Signore sta dicendo nella sua parola; come si può fare questo ascolto?
Si cerca di entrare nel significato di quanto si sta leggendo; si chiede consiglio, ci si reca dal Padre spirituale.
Chi vuole fare un cammino spirituale, se vuole, per adesso riesce ancora a farlo; certo che più passa il tempo e più la grande apostasia si va dilagando, nel senso che si sta perdendo il senso della fede intesa come un rapporto personale con il Signore che si manifesta anche visibilmente nelle strutture di chiesa, man mano che questo profumo si va esaurendo, diventa più difficile compiere un cammino, allora si usano i surrogati: la religiosità, l'eclettismo, il sincretismo, si mettono insieme tante cose diverse e disparate, perché queste ti anestetizzano nel tuo bisogno di eternità e quando non esiste neanche il sincretismo religioso, allora ci sono altri dei che vengono con il loro anestetico a togliere il languore dell'eternità, a come dire, ad alleviare la fame di Dio; gli altri dei sono l'edonismo, cioè la ricerca dei piaceri, ogni genere di piacere; poi c'è l'affermazione di sé, la vanità, la vanagloria.
Allora tutti questi dei hanno le loro liturgie, cercano di anestetizzare la fame dell'eternità che pur tuttavia rimane, perché tutti sentono un grande disagio interiore, quello che hanno trovato non è capace di colmare la fame e la sete di Dio.
Ma non essendoci nessuno che sta dando loro la testimonianza e la speranza, vanno a finire in un circolo vizioso, in un labirinto e non riescono a trovarne l'uscita.
In questo labirinto, in questo circolo vizioso che cosa accade? che cercano disperatamente un senso nella loro vita e non lo trovano, allora il terrore diventa tale per cui è molto meglio anestetizzare anche la vita quotidiana, quindi si vive di notte.
Come mai i nostri giovani hanno scambiato il giorno con la notte? come mai il tempo del sabato sera è il tempo della trasgressione; come se negli altri giorni non ci fosse la trasgressione, ci fosse tutta la rettitudine.
Per di più si vive di notte e non di giorno, perché nelle tenebre si ha l'impressione di poter fare ciò che nessuno può verificare.
Ma le tenebre sono chiare come il giorno dice il salmo e tu vedi chiaramente anche nel colmo del buio.
Ora tutto questo ci fa capire che c'è un profondo disagio a livello sociologico, a livello individuale, a livello psicologico, a livello sociale, perché?
Per una sola ragione: tutti cercano Dio e ce ne sono pochi che dicono agli altri dove sta Dio.
Voi siete tra questi pochi, quelli che siete chiamati da Dio, come abbiamo sentito qui nel prologo di san Giovanni, dove al posto del nome Giovanni potete mettere il vostro nome, veniste voi, il suo nome era Giovanni il cui significato è forza di Dio, quindi è tutto un programma.
Potreste avere questa forza di Dio che viene dentro di voi, perché siete battezzati, viene Dio stesso con la sua forza.
Uno dei sette doni dello Spirito Santo non è forse la fortezza?
Che non è solo un opera di difesa, ma è anche un'opera di attacco.
Con il dono della fortezza puoi combattere contro il demonio, nel nome di Gesù Cristo e puoi opporre ai tentacoli del nemico che vuole estendere il suo regno a discapito del regno di Cristo.
Tu puoi piantare sui tentacoli del nemico di Dio la Croce di Cristo, perché per quella Croce che è stato vinto il mondo.
Non ti ricordi forse il tempo di Mosè, quando l'accampamento fu invaso dai serpenti? cosa fece Mosè?
Fece un serpente di rame, lo infilzò nel bastone e lo piantò in mezzo all'accampamento, per dire: ecco cosa ti succede? Sei messo allo spiedo.
Allora fare questa rappresentazione era, come dire, una forma di esorcismo: ecco cosa succede al male, è piantato in Croce perché sia distrutto.
Certo che quell'immagine di Mosè che mette il serpente in mezzo all'accampamento è un'immagine cristologia, parla della salvezza di Gesù Cristo: Egli prendendo su di sé tutto il male, tutte le ribellioni di tutti gli uomini di tutti i tempi, senza averne alcuna colpa si è fatto "la maledizione", come ne parla il profeta Isaia, "tanto era orrendo il suo stato che gli occhi degli uomini non erano in grado di sopportarne la vista" e questa immagine è stata applicata a Gesù in Croce poiché a causa di tutto quello che gli hanno fatto la sua vista era ributtante.
Ma capitemi bene, non possiamo fare come tutti gli altri che si limitano ad affrontare la passione di Cristo dal punto di vista sensibile: oh! Poverino quanto ha sofferto.
Quello non è nient'altro che la conseguenza dell'aver preso su di sé la ribellione, perché tutti i peccati di tutti gli uomini, di tutti i tempi non è nient'altro che la ribellione nei confronti di Dio.
Egli diventa la ribellione visibile, quel tipo di ribellione che essendo peccato sembra invisibile, Egli è divenuto la visibilità della ribellione nei confronti di Dio, Egli è stato quel serpente di Mosè che è stato infilzato, perché chiunque guardasse fosse liberato dal male, Egli ha preso su di sé la ribellione e l'ha uccisa morendo come Sansone, muore Sansone con tutti i Filistei, si è preso su di sé tutto il male, perché morendo Lui il male fosse distrutto.
Allora questo è il senso più profondo della passione di Cristo che noi siamo chiamati a vivere, non semplicemente per ritornare lì, ma per andare avanti da lì, perché quello è il punto dell'umanità nuova e l'umanità nuova vive non più per se stessa, quindi sul trono di Dio ha cacciato via l'usurpatore che si chiama "io".
Colui che vive nella vita nuova per il sangue versato dall'Agnello, ha cacciato via l'usurpatore che si era seduto sul trono di Dio, l'io, e ha incoronato Gesù Cristo re e Signore di tutta la storia.
Allora Cristo re è l'agnello immolato che siede sul trono e siede sul libro dei sette sigilli.
Il libro del segreto di tutto ciò che esiste, Lui è il re, vuol dire che il segreto di tutto ciò che esiste è proprio lui, l'Agnello, proprio come dice il Vangelo di san Giovanni nel suo prologo.
"Colui che viene dopo di me mi è passato davanti, lui è la vita, la luce degli uomini, nulla è stato fatto senza di Lui, e tutto ciò che esiste è stato fatto per mezzo di Lui.
Tutto ha il suo centro di significato nella presenza di Gesù.
Il vostro compito di ascoltare, di imparare non è solo quello di sapere, è soprattutto quello di vivere, perché il vivere quello che voi ascoltate diventa la vostra testimonianza, la vostra profezia, il vostro essere profeti.
Quando quello che trovate scritto, quello su cui avete riflettuto, quello su cui vi siete soffermati, diventa una cosa normale dentro di voi, vuol dire che il regno di Dio si sta stabilendo nella vostra esistenza e quindi anche il vostro modo di agire cambia, non perché ve lo imponete, devo fare questo, devo fare quell'altro, ma perché se il regno di Dio viene ad abitare dentro di te, tu agisci naturalmente in quel modo, diventa parte di te stesso, perché tu finalmente hai capito chi sei: sei una cosa sola con Gesù Cristo, in Gesù Cristo, per Gesù Cristo.
Per te è naturale esprimerti nel suo modo di pensare, nel suo modo di agire, allora tu diventi il profeta, colui che proferisce con parole e con gesti tutta quella che è la vita di Dio.
Tu sei chiamato a essere profeta non solo a fare il catechista nella tua parrocchia; sarebbe ridicolo che un cristiano cominciasse a pensare di fare questa scuola e poi faccio il catechista.
Già, il catechista vuol dire chi fa riecheggiare e non è che una sala da concerto sia capace a far risuonare un suono solo quando c'è l'assemblea seduta nella platea; anche quando la platea è vuota, tutti i loggioni sono vuoti e l'orchestra deve suonare, la sala da concerto funziona lo stesso, si o no?
Questo vuol dire che tu come profeta non sei chiamato ad apparire cioè a fare le cose quando gli altri ti vedono, quando sei investito di un compito tale specifico e puntuale, ma tu sei così, tu non puoi smettere di essere così perché sei realmente così.
Tu non smetti di essere uomo o essere donna quando nessuno ti vede; tu lo sei costitutivamente e quindi non puoi che esprimere te stesso nella tua essenza qualunque cosa tu stia facendo.
Ora tutto questo itinerario ci spinge a verificare se quello che stiamo facendo qui è semplicemente un compito esteriore oppure se "lo zelo per la tua casa mi divora"; se manca questo zelo allora vuol dire che c'è qualche cosa di molto grave nel cammino spirituale, vuol dire che sto facendo le cose per un dovere e questo al Signore non fa ne caldo né freddo, anzi, dice nell'Apocalisse: "poiché non sei né caldo ne freddo ho cominciato a vomitarti dalla mia bocca".
Chi è tiepido è pregato di avvicinarsi al fuoco del Signore, per riscaldarsi.
Se ti manca la Cristo-terapia è evidente che tu diventerai tiepido.
Se non ti avvicini alla luce, se tu non ti avvicini al fuoco che rischiara, che risplende, ma tu che non sei fuoco finirai per raffreddarti.
Lettera agli Ebrei ( Eb 12,18-25 ): "Voi infatti non vi siete accostati a un luogo tangibile né a un fuoco ardente … voi vi siete invece accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli …
Guardatevi perciò di non rifiutare Colui che parla, ecc. ecc".
Ora quanto è scritto qui nella lettera agli Ebrei è qualche cosa di veramente importante perché qui sta dicendo che non ci siamo accostati a dei riti e non ci siamo accostati solo a delle immagini che ci parlavano poi del Messia che verrà, noi veniamo dopo, noi ci siamo già accostati al Messia e non ci siamo solo accostati al Messia, noi siamo entrati dentro di Lui e Lui è entrato dentro di noi.
L'Eucaristia è questo mistero incredibile, per cui assumiamo ciò che diventiamo, assumiamo il Corpo di Cristo; assumere l'Eucaristia vuol dire che faccio la comunione con Gesù Cristo e con tutto il suo corpo.
Quindi assumendo l'Eucaristia io mi metto in condizione si essere in comunione con Gesù Cristo e con tutti coloro che con Gesù Cristo, in Gesù Cristo e per Gesù Cristo sono una cosa sola, quindi mi metto in comunione con tutte le anime che sono in Paradiso, con tutte le anime che sono in Purgatorio e con tutte le anime che sono sulla terra, non con quelle che sono all'inferno, mi raccomando, perché il Corpo di Cristo che è la Chiesa vive in tre situazioni diverse: i tre stati della Chiesa.
Chiesa militante, Chiesa purgante, Chiesa trionfante.
Assumere l'Eucaristia significa mettersi nella condizione di essere in comunione con Gesù Cristo e con tutta la Chiesa, quindi io assumo l'Eucaristia e dico sono in comunione con te suocera mia, sono in comunione con te mio superiore, mio vescovo, mio priore ecc.
Alle suore, sono in comunione con te Signore e con la mia superiora, sono in comunione con te Signore e con mio marito, ( ma se ne è andato con un'altra donna! ), ma io ho un sacramento che mi lega a quella persona! Se quella persona ha sbagliato non vuol dire che la debbo odiare, posso soffrire, ho una grande ferita, ma questo non mi da il diritto di escludermi dal Corpo di Cristo perché sto odiando.
Potrò chiedere al Signore la misericordia e la forza di essere capace di perdonare e di pregare per i miei nemici, ma se odio allora vuol dire che non sto facendo nessuna comunione con Gesù Cristo e certamente non sto facendo nessuna comunione con le persone che sono inserite nel Corpo di Cristo.
Poi, che siano persone sante qui sulla terra o che non lo siano, il mio compito non è giudicare il loro grado di santità è quello di come un vaso comunicante, ricevere io perché ricevano loro.
Perché se non è chiaro il principio del vaso comunicante come posso dire che sono Corpo di Cristo che è la Chiesa?
Sapete quando non funziona il vaso comunicante?
Quando si chiude il rubinetto, quando il tubicino non permette agli altri vasi di ricevere quello che tu ricevi, allora che cosa succede?
Che puoi continuare a ricevere, ma agli altri non arriva niente e quindi sprechi solo tutto, perché tutto traboccherà.
Allora essere in comunione significa mantenere aperta la comunicazione tra noi e Dio, tra noi e il prossimo.
Non è la cosa più facile di questo mondo, perché è impossibile amare il prossimo se non riceviamo l'amore di Dio dentro di noi, siete d'accordo?
Perché senza l'amore di Dio dentro di noi come facciamo ad amare il prossimo che non è tanto come Dio?
Certo che è facile amare Gesù, perché tanto Lui è buono, ti fa degli sgarbi Gesù?
No, ma il prossimo si, ti pesta i calli, ti risponde male, se ne frega di quello che dovrebbe fare e te lo fa fare a te, ti pare che questo sia facile da vivere se non c'è la forza di Dio dentro di te che te lo fa fare?
Ora, assumere l'Eucaristia, fare la Cristo-terapia significa diventare con Gesù Cristo una cosa sola non solo al momento dell'Ascensione, anche nel momento dell'offerta.
Gesù Cristo non ha chiuso il rubinetto della comunicazione tra noi e Lui quando era in Croce.
Poteva essere arrabbiato? poteva essere deluso? poteva essere amareggiato?
Poteva essere schifato dell'umanità? Eppure Lui nonostante che potessero esserci questi sensi di avversione dentro di sé, non quello che sento, ma quello che voglio sia fatto, non la mia volontà, ma la tua: io voglio volere quello che vuoi tu.
Guardate che è diverso, non io sento volere quello che vuoi tu, io voglio volere quello che vuoi tu, per questo sulla Croce Lui dice: perdona loro perché non sanno quello che fanno.
Ora la Cristo-terapia che è fatta di adorazione eucaristica, che è fatta di preghiera continua, che è fatta di dialogo continuo anche quando stai guidando la macchina, che è fatto di un legame con il Signore continuo, attraverso questa Cristo-terapia tu diventi veramente incandescente dell'amore di Cristo e tu riesci a vivere e a concretizzare quelle cose che umanamente tu stesso sei convinto di non riuscire a fare.
Sei convinto che se ti facessero qualche cosa tu non perdoneresti, ma se diventi incandescente dell'amore di Cristo, non è più il tuo amore che perdona, ma il suo.
E così via dicendo, tutto ciò che ti sembrerebbe impossibile vivere per la tua natura umana, quando vivi nella Cristo-terapia cioè nella dolce intimità con il Signore che vuol dire stare con Lui, pensare a Lui, parlare con Lui, ascoltare Lui, fare tutte cose che devi fare ugualmente almeno falle insieme con Lui, non c'è mica niente di più sapete!
Non è una cosa impossibile vivere un'intimità con il Signore, non è qualche cosa che è riservato ai monasteri di clausura stretta; vivere alla presenza del Signore è per tutti ed è alla portata di tutti, basta ricordarsi che Lui è lì, solo i tuoi occhi non lo vedono, hai solo da dirglielo: ciao Signore, come va? Adesso facciamo questo, facciamo quell'altro.
Ti sembrerà una cosa da bambini? Deo gratias, perché il Signore ha detto: se non tornerete bambini non entrerete nel regno dei cieli.
Il cammino non è qualche cosa di riservato ai professori di teologia o ai grandi santi o ai grandi mistici, il cammino è riservato a tutti i furbi e se c'è qualche furbo in questa assemblea ne prende nota: come faccio a vivere alla presenza del Signore?
Gli parlo, anche nella mia mente, lo ascolto, mi ricordo le sue parole, mi ricordo quello che c'è scritto nel Vangelo.
Allora in questa situazione io applico questo modo di fare, questo modo di dire, questo modo di pensare e in questo modo tu diventi il testimone della fede di Cristo dove tu sei.
Madre Teresa di Calcutta diceva che se tu perderai il calore della fede molti fratelli e sorelle moriranno di freddo.
Se tu invece vivi la Cristo-terapia l'adorazione di Gesù re e Signore dei secoli, tu diventi incandescente come Lui, il tuo cuore diventa incendiario di amore come l suo e tu porti il suo amore in mezzo agli altri.
Una piccola cosa, per concludere, riporto all'inizio il discorso, è necessario in questi tempi di confusione che, non solo tu dia l'azione della testimonianza, ma tu dia anche la motivazione.
Come i genitori non sono dei buoni genitori se educando i loro figli non gli dicono: ti castigo o ti sgrido per questo, questo, e quest'altro motivo, così tu non sei un buon evangelizzatore se accompagnando i tuoi gesti non dici, per esempio: ti perdono, perché il Signore ci perdona; ti aiuto, perché io vedo in te la presenza di Gesù, ecc.
È necessario che sia chiara la motivazione, perché quelli che non sanno distinguere la destra dalla sinistra comincino a capire che cos'è la destra e cos'è la sinistra, perché quelli che sono abituati al latte spirituale comincino a svezzarsi e a capire che non si fanno le cose che si sentono, ma si fanno le cose che sono giuste, buone, a Lui gradite e sante.
Questo è il cammino di colui che è diventato con Gesù Cristo una cosa sola, perché Gesù Cristo avrebbe potuto benissimo vivere in una maniera ineccepibile senza dare nessuno insegnamento, sicuramente non sarebbe morto in Croce.
Invece dando gli insegnamenti e dicendo: "perché io ho il potere di rimettere i peccati, perché io e il Padre siamo una cosa sola, perché se io volessi manderei legioni di angeli in mia difesa", se Lui non avesse detto tutto questo il Sinedrio non si sarebbe mica arrabbiato, perché avrebbero detto: quello si che è una persona santa. Invece dicendo questo hanno dovuto ammettere: questo è una persona che ci dice delle cose tremende e Gesù dice: volete andarvene anche voi?
E Pietro risponde: solo tu hai parole di vita eterna; quello che ci dici è pazzesco, però è anche vero che non c'è nessuno che ci dice delle cose di questo genere, quindi di fronte a quello che dici Tu non c'è che una posizione, una scelta: o con Te oppure diventare gelidi come il mondo.
Certo che camminare dietro al Signore può anche non essere la cosa più facile del mondo.
Ricordatevi che camminare dietro al Signore è sempre una strada in salita, a volte più ripida a volte meno ripida, qualche volta in piano, ma non è mai in discesa, perché la strada che è in discesa va dal nemico di Dio, all'inferno.
Quindi mettetevi pure il cuore in pace, volete seguire il Signore?
Camminerete in salita, camminare in salita significa anche avere a che fare con altre persone che sgomitano, perché non vogliono che tu cammini in salita.
Gli da fastidio la tua rettitudine, il tuo cammino e cercheranno di bloccarti in tutti i modi, così hanno la scusa per dire: visto?
Non era poi una situazione così approvabile, perché neanche quella persona l'ha fatto.
Invece tu resisti, come dice qui al versetto 4 della lettera agli Ebrei ( Eb 12,4 ), non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato, questo è il cammino del cristiano.
Questo è il cammino del cristiano, ma a maggior ragione di tutti voi che avete sentito il richiamo del Signore che vi dice vieni a spartire con me il compito dell'estensione del regno di Dio su questa terra, io e te facciamo a metà, camminiamo insieme, io ti do' la mia forza e la mia salvezza tu non devi fare altro che portarla ai fratelli e sorelle, come?
Con le tue caratteristiche, con il tuo carattere, con la tua sensibilità, col tuo modo di fare, col tuo modo di essere, con la tua cultura, nel luogo dove tu abiti, ma con le mie parole e con la mia mentalità.
Fa pure come ti pare, basta che la tua mentalità sia diventata la mia, poi usa tutti i doni e carismi che ti ho dato per l'estensione del mio regno.
Sia lodato Gesù Cristo.