Giovanni |
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
Prologo |
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1 In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. |
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2 Egli era in principio presso Dio: | ||||||||
3 tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. |
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4 In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; |
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5 la luce spende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. |
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6 Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. | ||||||||
7 Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. |
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8 Egli non era la luce, ma doveva rendere testimonianza alla luce. | ||||||||
9 Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. |
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10 Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. | ||||||||
11 Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. | ||||||||
12 A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, |
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13 i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. |
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14 E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. |
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15 Giovanni gli rende testimonianza e grida: « Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me ». |
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16 Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. |
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17 Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. |
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18 Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre lui lo ha rivelato. |
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II Il ministero di Gesù |
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1. L'annunzio della nuova economia |
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A. La settimana inaugurale |
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La testimonianza di Giovanni |
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19 E questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: « Chi sei tu? ». |
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20 Egli confessò e non negò, e confessò: « Io non sono il Cristo ». |
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21 Allora gli chiesero: « Che cosa dunque? Sei Elia? ». Rispose: « Non lo sono ». « Sei tu il profeta? ». Rispose: « No ». |
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22 Gli dissero dunque: « Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso? ». |
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23 Rispose: « Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia ». |
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24 Essi erano stati mandati da parte dei farisei. | ||||||||
25 Lo interrogarono e gli dissero: « Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il Profeta? ». | ||||||||
26 Giovanni rispose loro: « Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, |
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27 uno che viene dopo di me, al quale io non sono degno di sciogliere il legaccio del sandalo ». |
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28 Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. |
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29 Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: « Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! |
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30 Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. |
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31 Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele ». |
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32 Giovanni rese testimonianza dicendo: « Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. |
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33 Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua, mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. |
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34 E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio ». |
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I primi discepoli |
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35 Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli |
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36 e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: « Ecco l'agnello di Dio! ». | ||||||||
37 E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. | ||||||||
38 Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: « Che cercate? ». Gli risposero: « Rabbì ( che significa maestro ), dove abiti? ». |
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39 Disse loro: « Venite e vedrete ». Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio. |
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40 Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. | ||||||||
41 Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: « Abbiamo trovato il Messia ( che significa il Cristo) » | ||||||||
42 e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: « Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa ( che vuol dire Pietro ) ». |
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43 Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: « Seguimi ». | ||||||||
44 Filippo era di Betsàida; la città di Andrea e di Pietro. |
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45 Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: « Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nàzaret ». |
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46 Natanaèle esclamò: « Da Nàzaret può mai venire qualcosa di buono? ». Filippo gli rispose: « Vieni e vedi ». |
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47 Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: « Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità ». |
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48 Natanaèle gli domandò: « Come mi conosci? ». Gli rispose Gesù: « Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico ». |
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49 Gli replicò Natanaèle: « Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele! ». |
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50 Gli rispose Gesù: « Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste! ». |
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51 Poi gli disse: « In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo ». |
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Indice |
1,1-18 | Prologo 1,1 Verbo corrisponde al greco Logos, "Parola", un termine polivalente e d'uso comune nella filosofia greca di quel tempo, ma che Giovanni intende alla luce dell'AT ( Pr 8,22-36; Sir 24,1-29 ) e della tradizione cristiana. Aprendo questo inno, in cui valorizza materiale tradizionale, con le parole In principio era il Verbo, Giovanni ci fa subito comprendere che Gesù è la trasparenza del Padre. Essere il rivelatore del Padre non è soltanto il compito terreno, missionario, di Gesù, ma l'identità profonda della sua persona. L'AT conosceva il tema della parola di Dio e quello della sapienza, che esiste da prima del mondo in Dio ( cf. Pr 8,22+; Sap 7,22+ ), per mezzo della quale fu creato tutto. Fu mandata sulla terra per rivelarvi i segreti della volontà divina. Terminata la sua missione, tornò a Dio ( Is 55,10-11; Pr 8,22-36+; Sir 24,3-32; Sap 9,9-12; cf. anche, sul ruolo creatore, Gen 1,3.6 ecc.; Is 40,8.26; Is 44,24-28; Is 48,13; Sal 33,6; Gdt 16,14; Sir 42,15; sulla missione: Sap 18,14-16+; Sal 107,20; Sal 147,15-18 ). Anche per san Giovanni ( Gv 13,3; Gv 16,28 ), il Verbo era in Dio, preesistente ( Gv 1,1.2; Gv 8,24+; Gv 10,30+ ); è venuto nel mondo ( Gv 1,9-14; Gv 3,19; Gv 9,39; Gv 12,46; cf. Mc 1,38+ ), mandato dal Padre ( Gv 3,17.34; Gv 5,36.43; Gv 6,29; Gv 7,29; Gv 8,42; Gv 9,7; Gv 10,36; Gv 11,42; Gv 17,3.25; cf. Lc 4,43 ), per compiervi una missione ( Gv 4,34+ ), cioè trasmettere al mondo un messaggio di salvezza ( Gv 3,11+; Gv 1,33+ ); compiuta la sua missione, torna presso il Padre ( Gv 1,18; Gv 7,33; Gv 8,21; Gv 12,35; Gv 13,3; Gv 16,5; Gv 17,11.13; Gv 20,17 ). Nel NT toccava a Giovanni rivelare pienamente grazie al fatto dell'incarnazione ( Gv 1,14+ ), la natura personale di questa Parola ( sapienza ) sussistente ed eterna. Ma tale personificazione era già preparata da altri passi ( come Eb 1,1-2; Ap 19,13; 1 Gv 1,1-2 ). |
1,3 | Nell'AT è sottolineata la potenza creatrice della Parola di Dio (
Gen 1,3.6.9; Sal 33,6 ), che è anche rivelazione ( Am 3,1; Ger 1,4; Ez 1,3 ). Probabilmente qui Giovanni vuole suggerire che la Parola – che poi prenderà il nome di Gesù Cristo – è il "progetto" ( Logos può significare anche progetto ) con cui tutta la realtà è stata pensata. Gesù Cristo è il progetto del mondo e della storia. tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste: così anche volg. Le parole « tutto ciò che esiste » possono anche essere riferite al v 4 successivo: « ciò che esiste in lui era la vita »: così BJ. |
1,4 | Giovanni ama parlare per simboli: vita e luce sono due simboli che nel vangelo ricorrono molte volte riferiti a Gesù: vedi Gv 3,15; Gv 5,26; Gv 6,57; Gv 11,25; Gv 14,6. era la vita: con B e altre testimonianze; S, D, vet. lat. ecc. hanno: « egli è la vita ». |
1,5 | Le tenebre sono le potenze del male che si oppongono a Dio e, più in concreto, i malvagi. non l'hanno vinta: il verbo greco può significare "comprendere" e anche "vincere". Giovanni ha inteso ambedue i significati: le tenebre non hanno compreso la luce e l'hanno rifiutata, tuttavia non sono riuscite a vincerla. non l'hanno accolta. Altri traducono « non l'hanno compresa »; BJ: « non han potuto raggiungerla » o « coglierla ». La luce ( il bene, il Verbo ) sfugge alle prese delle tenebre ( il male, le potenze del male, cf. Gv 7,33s.; Gv 8,12+; Gv 8,21; Gv 12,31.32; Gv 14,30; 1 Gv 2,8.14; 1 Gv 4,4; 1 Gv 5,18 ). |
1,6-8 | Giovanni il Battista non era la luce, come forse qualcuno allora pensava. La luce è soltanto Gesù. Il Battista è il testimone. I vv 6-8 costituiscono una parentesi sulla missione di Giovanni Battista ( così anche Gv 1,15; cf. Mt 3,1p, ecc. ). |
1,9 | La luce vera: nel senso di piena, definitiva. Anche altri possono essere luce, ma nel senso della preparazione, dell'avvio: la pienezza è solo Gesù. Con B, S e la quasi totalità delle testimonianze. Altra traduzione possibile ( di senso affine ): « il Verbo era la luce vera, che illumina ogni uomo; egli veniva nel mondo », con BJ; di diverso senso: « egli ( il Verbo ) era la luce vera che illumina ogni uomo che viene nel mondo » con volg. e alcuni padri. |
1,10 | il « mondo » designa ora l'universo o la terra, ora il genere umano, ora l'insieme degli uomini che rifiutano Dio e perseguitano con odio il Cristo e i suoi discepoli ( Gv 7,7; Gv 15,18.19; Gv 17,14 ). In questo ultimo senso, Giovanni riprende l'opposizione, abituale nel giudaismo, tra « questo mondo » ( Gv 8,23 e passim ), sottomesso al potere di Satana ( Gv 12,31; Gv 14,30; Gv 16,11; 1 Gv 5,19 ) e al male, e « il mondo avvenire », che egli indica forse con il termine « vita eterna » ( Gv 12,25 ). Per ora, i discepoli devono rimanere nel mondo ( Gv 17,11.14s; cf. il senso peggiorativo di « terra » in Ap 6,15; Ap 13,3.8; Ap 14,3; Ap 17,2.5.8; cf. anche Rm 8,16+ ). |
1,11 | i suoi: probabilmente il popolo giudaico. |
1,12 | Credere nel nome di Cristo è aderire alla sua persona, accettare il suo mistero. Il nome è la persona. di diventare: una variante legge: « di essere chiamati ». - a quelli che credono nel suo nome: omesso da molti padri. Quelli che credono nel Figlio di Dio ( Gv 3,15+ ) divengono figli di Dio ( Mt 5,9; Mt 6,9 ecc,; Rm 8,14; Gal 3,26+; Gal 4,5+; Gc 1,27+; 1 Gv 3,1 ). |
1,13 | Con volg. e la quasi totalità delle testimonianze; BJ traduce: « lui che non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio fu generato », basandosi su D ( prima mano ) e poche altre testimonianze. Questa variante fa allusione alla generazione eterna del Verbo, ma forse anche alla nascita verginale di Gesù ( cf. Mt 1,16.18-23 e Lc 1,26-38 ). - non da sangue … né da volere di uomo: la lezione originale è forse il testo breve: « né dal sangue né dalla carne ». |
1,14 | si fece carne: divenne uomo, uno di noi. carne: nel linguaggio biblico non è il corpo, ma l'uomo con tutti i suoi risvolti di caducità, debolezza e divenire. ( cf. Gv 3,6; Gv 17,2; Gen 6,3; Sal 56,5; Is 40,6 ). I due termini grazia e verità sono noti nell'AT ed esprimono l'atteggiamento di Dio verso il mondo e l'uomo: amore gratuito ( grazia ) e fedeltà incrollabile ( verità ). L'uso di questo termine ( cf. Rm 7,5+ ) sottolinea il realismo della venuta del Figlio nell'umanità, che Giovanni mette continuamente in rilievo. Più tardi si parlerà di « incarnazione » ( cf. 1 Gv 4,2; 2 Gv 7; e in Paolo, Rm 1,3; Gal 4,4; Fil 2,7; Col 1,19 ). - e venne ad abitare in mezzo a noi: alla presenza invisibile e temibile di Dio nella tenda o nel tempio dell'antica alleanza ( Es 25,8+; cf. Nm 35,34 ), alla presenza spirituale della sapienza in Israele mediante la legge ( Sir 24,7-22; Bar 3,36-4,4 ), succede, mediante l'incarnazione del Verbo, la presenza personale e sensibile di Dio tra gli uomini. - la sua gloria: la gloria era la manifestazione della presenza di Dio ( Es 24,16+ ), è lo splendore del volto di Dio che si manifesta. Il suo temibile splendore, che nessun vivente poteva vedere ( Es 33,20+ ), un tempo era velato dalla nube, ora è velato dall'umanità del Verbo incarnato. La gloria tuttavia traspare, sia in occasione di episodi come la trasfigurazione ( cf. Lc 9,32.35; se ne fa qui un'allusione? ), Lc 9,32.35; se ne fa qui un'allusione? ), sia attraverso i miracoli, « segni » dai quali risulta che Dio abita e agisce nel Cristo ( Gv 2,11+; Gv 11,40; cf. Es 14,24-27 e Es 15,7; Es 16,7s ), in attesa della piena manifestazione della resurrezione ( Gv 17,5+ ). grazia … verità: cf. Gv 1,17; corrispondono a « grazia ( o amore ) e fedeltà » nella definizione che Dio dà di se stesso a Mosè ( Es 34,6+; cf. Os 2,16-22 ). |
1,16 | e grazia su grazia: BJ con volg. traduce: « grazia per grazia », cioè una « grazia corrispondente alla grazia ( che è nel Figlio unico ) » o una grazia ( quella della nuova alleanza ) in luogo di una ( altra ) grazia ( quella dell'antica alleanza ) ». |
1,17 | La Legge non dava la grazia e non era la verità, cioè la pienezza della rivelazione, come invece è Gesù. |
1,18 | Dio, nessuno lo ha mai visto: Giovanni afferma, anzitutto, l'invisibilità di Dio che i soli sforzi dell'uomo non riescono a penetrare. Ma ora Dio si è rivelato in Gesù. il Figlio unigenito: con volg. e molte altre testimonianze; B, S e molti padri leggono: « un Dio Figlio unico ». Gesù è il Figlio unico ( Gv 1,14.18; Gv 3,16-18 ), amato dal Padre ( Gv 15,9; Gv 17,23 ), in intimità perfettamente reciproca con lui ( Gv 10,30-38+; Gv 14,10-11; Gv 17,21 ), nella conoscenza e nell'amore ( Gv 5,20.30; Gv 10,15; Gv 14,31; cf. Mt 11,27p ). Dio è invisibile, oppure è stato visto? |
1,19-4,54 | Prima pasqua 1,19-34 Testimonianza di Giovanni 1,19 Giudei: in Giovanni il termine "Giudei" significa talvolta i membri del popolo d'Israele ( ad esempio in Gv 3,25; Gv 4,9.22 ), alcuni dei quali credono in Gesù ( ad esempio Gv 8,31; Gv 10,42 ). Nella maggior parte dei casi però, il termine "Giudei" indica gli avversari di Gesù, coloro che ne vollero la morte: in questo senso il termine designa particolarmente le autorità costituite ( ad esempio Gv 2,18; Gv 5,10-18; Gv 7,1.13; Gv 9,22; Gv 18,12; Gv 19,38; Gv 20,19 ). Talvolta anche i giudei in generale È da escludere un'interpretazione dei testi in chiave antiebraica, come condanna del popolo d'Israele in quanto tale, tanto meno dell'Israele dei secoli seguenti. |
1,21 | Sei Elia?: sull'atteso ritorno di Elia, cf.
Ml 3,22-23 e
Mt 17,10-13. - Sei tu il profeta?: sulla base di Dt 18,18 ( cf. la nota ), i giudei aspettavano il Messia come un nuovo Mosè ( il profeta per eccellenza, cf. Nm 12,7+ ), che avrebbe rinnovato al centuplo i prodigi dell'esodo ( cf. Gv 3,14; Gv 6,14.30-31.58; Gv 7,40.52; Gv 13,1+; At 3,22-23; At 7,20-44; Eb 3,1-11; cf. anche Mt 16,14+ ). Giovanni il battista era Elia? |
1,23 | Citazione di Is 40,3. |
1,25 | Che cosa era il battesimo di Giovanni il battista? |
1,28 | Betania al di là del Giordano: distinta da Betania vicino a Gerusalemme ( Gv 11,18 ). |
1,29 | Ecco l'agnello di Dio: alcuni vedono in questa immagine l'agnello pasquale di Es 12,7-13 ( il cui sangue asperso sugli stipiti delle porte era segno di liberazione e salvezza ); altri il Servo del Signore di Is 53,7 ( paragonato all'agnello che si offre in silenzio ); altri ancora, un riferimento all'offerta quotidiana di un agnello al tempio. Nella espressione colui che toglie il peccato del mondo, il verbo greco che Giovanni utilizza ha due significati: "prendere sulle proprie spalle" e "togliere via". L'agnello di Dio: uno dei simboli maggiori della cristologia giovannea ( cf. Ap 5,6.12 ecc. ). Fonde in una sola realtà l'immagine del « servo » di Is 53, che porta il peccato degli uomini e si offre come « agnello di espiazione » ( Lv 14 ), e il rito dell'agnello pasquale ( Es 12,1+; cf. Gv 19,36 ), simbolo della redenzione di Israele ( cf. At 8,31-35; 1 Cor 5,7; 1 Pt 1,18-20 ). |
1,31-33 | Se Giovanni il battista e Gesù erano parenti, come mai Giovanni dice che non conosceva Gesù? |
1,32 | come una colomba: una variante omette. |
1,33 | è colui che battezza in Spirito santo: questa espressione definisce l'opera essenziale del Messia ( cf.
Gv 1,1+ ), annunziata dall'AT ( cf.
At 2,33+ ): rigenerare l'umanità nel lo Spirito santo. Poiché lo Spirito riposa su di lui ( Is 11,2; Is 42,1 ), il Messia potrà darlo agli uomini ( battesimo nello Spirito, cf. qui e At 1,5+ ), ma soltanto dopo la resurrezione ( Gv 7,39; Gv 14,26+; Gv 16,7.8; Gv 20,22+; Lc 24,49; At 2 ). Infatti soltanto dopo che sarà stato « elevato » e sarà passato al Padre, Gesù, « venuto nella carne » ( Gv 1,14+ ), sarà pienamente investito, nel suo corpo glorificato, della potenza vivificatrice di Dio: allora da questo corpo, come da sorgente, lo Spirito si espanderà sul mondo ( Gv 7,37-39; Gv 19,34; cf. Rm 5,5+; vedere il simbolismo dell'acqua, Gv 4,1+ ). |
1,34 | il Figlio di Dio: con volg.; BJ traduce: « l'eletto di Dio », con S, alcuni mss della vet. lat., ecc. |
1,35-51 | I primi discepoli Quando furono chiamati gli apostoli? |
1,37 | I due discepoli lasciano il Battista, per seguire colui che egli ha indicato: un modo concreto per dire che Gesù è più grande del Battista. |
1,38 | dove dimori: non significa semplicemente "dove abiti", ma "chi sei veramente". |
1,39 | le quattro del pomeriggio: alla lettera « l'ora decima ». Questo particolare dà a tutto il racconto il carattere di una testimonianza personale. |
1,41 | incontrò per primo: con volg. e la maggior parte delle testimonianze; tre mss della vet. lat. e altri hanno: « sul far del giorno ». |
1,42 | Cefa: in aramaico significa "pietra ", "roccia" (
Mt 16,18 ). Nella Bibbia mutare il nome di una persona significa prenderne possesso, dare una identità, una direzione nuova alla sua vita. |
1,44 | Betsàida: sulla riva nord-orientale del lago di Tiberiade. |
1,45 | Natanaele: è l'apostolo Bartolomeo ( Mt 10,3p; cf. Gv 21,2 ). |
1,46 | Dall'espressione di Natanaele si comprende che Nàzaret non godeva di grande fama. Nell'AT Nàzaret non è nominata neppure una volta. |
1,47 | disse di lui: si registrano le varianti: « di Natanaele », o « gli ( disse ) ». Altre testimonianze omettono. |
1,48 | La conoscenza soprannaturale degli uomini e degli avvenimenti è una delle caratteristiche del Cristo giovanneo ( cf. Gv 2,24s; Gv 4,17-19.29; Gv 6,61.64.71; Gv 13,1.11.27.28; Gv 16,19.30; Gv 18,4; Gv 21,17 ). |
1,49 | re d'Israele: equivale a messia. il figlio di Dio: qui semplice titolo messianico, come « re di Israele » ( cf. Mt 4,3+ ). |
1,51 | Allusione alla visione di Giacobbe in
Gen 28,11-17. Con questo si vuole significare che i discepoli avranno prove ben più grandi riguardo alla divinità di Gesù. Si realizzerà quando il figlio dell'uomo sarà « elevato » ( Gv 3,14+ ). |