14 Ottobre 1998

Il "sigillo dello Spirito" e la testimonianza fino al martirio

1. Nella precedente catechesi ci siamo soffermati sul sacramento della Confermazione come compimento della grazia battesimale.

Ora ne approfondiamo il valore salvifico e l'effetto spirituale espressi dal segno dell'unzione, che indica il "sigillo del dono dello Spirito Santo" ( cfr Paolo VI, Cost. Ap. Divinae consortium naturae [15.8.1971] ).

Per mezzo dell'unzione il cresimando riceve pienamente quel dono dello Spirito Santo che, in forma iniziale e fondamentale, egli ha già ricevuto nel Battesimo.

Come spiega il Catechismo della Chiesa Cattolica, "il sigillo è il simbolo della persona ( cfr Gen 38,18; Ct 8,6 ), il segno della sua autorità ( cfr Gen 41,42 ), della sua proprietà su un oggetto ( cfr Dt 32,34 ) …" ( Catechismo della Chiesa Cattolica, 1295 ).

Gesù stesso dichiara che su di Lui "il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo" ( Gv 6,27 ).

E così noi cristiani, innestati in virtù della fede e del Battesimo nel Corpo di Cristo Signore, ricevendo l'unzione veniamo segnati dal sigillo dello Spirito.

Lo insegna esplicitamente l'apostolo Paolo rivolgendosi ai cristiani di Corinto: "É Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo, e ci ha conferito l'unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori" ( 2 Cor 1,21-22; cfr Ef 1,13-14; Ef 4,30 ).

2. Il sigillo dello Spirito Santo, dunque, significa e attua l'appartenenza totale del discepolo a Gesù Cristo, l'essere al suo servizio per sempre nella Chiesa, e insieme implica la promessa della divina protezione nelle prove che egli dovrà sostenere per testimoniare nel mondo la sua fede.

Lo ha predetto Gesù stesso, nell'imminenza della sua passione: "Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe, comparirete davanti a governatori e re a causa mia, per rendere testimonianza davanti a loro …

E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi di ciò che dovrete dire, ma dite ciò che in quell'ora vi sarà dato: poiché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo" ( Mc 13,9.11 e par. ).

Analoga promessa ritorna nell'Apocalisse, in una visione che abbraccia l'intera storia della Chiesa e illumina la vicenda drammatica che i discepoli di Cristo sono chiamati ad affrontare, uniti al loro Signore Crocifisso e Risorto.

Essi sono presentati con l'immagine suggestiva di coloro sulla cui fronte è stato impresso il sigillo di Dio ( cfr Ap 7,2-4 ).

3. La Confermazione, portando a compimento la grazia battesimale, ci unisce più saldamente a Gesù Cristo e al suo Corpo che è la Chiesa.

Tale sacramento aumenta in noi anche i doni dello Spirito Santo al fine di accordarci "una speciale forza dello Spirito Santo per diffondere e difendere con la parola e con l'azione la fede, come veri testimoni di Cristo, per confessare coraggiosamente il nome di Cristo e per non vergognarci mai della sua Croce" ( CCC, 1303; cfr Concilio di Firenze; Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 11.12).

Sant'Ambrogio esorta il cresimato con queste vibranti parole: "Ricorda che hai ricevuto il sigillo spirituale, 'lo Spirito di sapienza e di intelletto, lo Spirito di consiglio e di fortezza, lo Spirito di conoscenza e di pietà, lo Spirito di timore di Dio' e conserva ciò che hai ricevuto.

Dio Padre ti ha segnato, ti ha confermato Cristo Signore e ha posto nel tuo cuore quale pegno lo Spirito" ( De mysteriis, 7,42; PL 16,402-403 ).

Il dono dello Spirito impegna a rendere testimonianza a Gesù Cristo e a Dio Padre, ed assicura la capacità e il coraggio di farlo.

Gli Atti degli Apostoli ci dicono chiaramente che lo Spirito è effuso sugli apostoli, perché essi diventino "testimoni" ( At 1,8; cfr Gv 15,26-27 ).

San Tommaso d'Aquino, dal canto suo, sintetizzando mirabilmente la tradizione della Chiesa, afferma che mediante la Confermazione vengono comunicati al battezzato gli aiuti necessari per professare pubblicamente e in ogni circostanza la fede ricevuta nel battesimo.

"Gli è data la pienezza dello Spirito Santo - egli precisa - ad robur spirituale ( per la fortezza spirituale ), che conviene all'età matura" ( S. Th., III, 72, 2 ).

Tale maturità va ovviamente misurata non con criteri umani, ma all'interno del misterioso rapporto di ciascuno con Cristo.

Questo insegnamento, radicato nella Sacra Scrittura e sviluppato dalla sacra Tradizione, trova espressione nella dottrina del Concilio di Trento, secondo cui il sacramento della Confermazione imprime nell'anima come un "marchio spirituale indelebile": il "carattere" ( cfr DS 1609 ), che è appunto il segno impresso da Gesù Cristo nel cristiano col sigillo del suo Spirito.

4. Questo dono specifico conferito dal sacramento della Confermazione abilita i fedeli ad esercitare il loro "ufficio profetico" di testimonianza resa alla fede.

"Il cresimato - spiega san Tommaso - riceve il potere di professare pubblicamente la fede cristiana, quasi per un incarico ufficiale ( quasi ex officio )" ( S. Th., III, 72,5, ad. 2; cfr CCC, 1305 ).

E il Vaticano II, illustrando nella Lumen gentium l'indole sacra e organica della comunità sacerdotale, sottolinea che "col sacramento della Confermazione ( i fedeli ) vengono vincolati più perfettamente alla Chiesa, sono arricchiti di una speciale forza dallo Spirito Santo, e in tal modo sono più strettamente obbligati a diffondere e a difendere con la parola e con l'opera la fede come veri testimoni di Cristo" ( LG, 11 ).

Il battezzato che riceve, con piena e matura consapevolezza, il sacramento della Confermazione, dichiara solennemente davanti alla Chiesa, sostenuto dalla grazia di Dio, la sua disponibilità a lasciarsi afferrare, in modo sempre nuovo e sempre più profondo dallo Spirito di Dio, per divenire testimone di Cristo Signore.

5. Questa disponibilità, grazie allo Spirito che penetra e riempie il cuore, si spinge sino al martirio, come ci mostra l'ininterrotta catena di testimoni cristiani che, dagli albori del cristianesimo sino al nostro secolo, non hanno temuto di sacrificare la loro vita terrena per amore di Gesù Cristo.

"Il martirio - scrive il Catechismo della Chiesa Cattolica - è la suprema testimonianza resa alla verità della fede; il martire è un testimone che arriva fino alla morte.

Egli rende testimonianza a Cristo, morto e risorto, al quale è unito dalla carità" ( CCC, 2473 ).

Alle soglie del terzo Millennio, invochiamo il dono del Paraclito per ravvivare l'efficacia di grazia del sigillo spirituale in noi impresso nel sacramento della Confermazione.

Animata dallo Spirito, la nostra vita effonderà il "profumo di Cristo" ( 2 Cor 2,15 ) sino agli ultimi confini della terra.