Credo in Gesù Cristo nostro Signore

Scheda N° 18

Il nome "Signore" indica la sovranità divina.

Confessare o invocare Gesù come Signore, è credere nella sua divinità.

Nessuno può dire "Gesù è il Signore" se non sotto l'azione dello Spirito Santo" ( 1 Cor 12,3; Cat. Chiesa Cat. 455 ).

Gesù è Signore perché tutto è suo in quanto come Figlio di Dio

Egli ha posto in essere tutte le cose.

Gesù è Signore perché ha dato la vita per gli uomini meritando per essi il dono dello Spirito che li libera dalla schiavitù dei male e li rende e lì fa vivere da figli di Dio.

L'appellativo Signore dato a Gesù rappresenta la più alta affermazione della Sua grandezza.

Esso comprende i fatti più grandi e importanti della sua vita e cioè l'incarnazione, la Passione, la Morte e la Sua gloriosa Risurrezione.

Il termine Signore, KYRIOS, esprime, soprattutto, la relazione esistente fra Cristo e la sua comunità e fra Cristo e i singoli credenti.

Proclamare Gesù Signore significa accogliere la sua proposta di salvezza, riconoscere che alla fine dei tempi la sua "Signoria" conseguirà la vittoria piena su tutte le forze del male.

A quanti l'accettano Gesù fa dono dei Suo Spirito per mezzo dei quale sono resi suoi fratelli, figli di Dio.

Nella traduzione greca dei libri dell'Antico Testamento, il nome ineffabile sotto il quale Dio si è rivelato a Mosè, YHWH, è reso con "Kyrios" ( "Signore" ).

Da allora Signore diventa il nome abituale per indicare la stessa divinità del Dio di Israele.

l Nuovo testamento utilizza in questo senso forte il titolo di "Signore" per Dio Padre, ma, ed è questa la novità, anche per Gesù riconosciuto così egli stesso come Dio ( Cat. Chiesa Cat 446 ).

Attribuendo a Gesù il titolo divino di Signore, le prime confessioni di fede della Chiesa affermano, fin dall'inizio, che la potenza, l'onore e la gloria dovuti a Dio Padre convengono anche a Gesù, perché egli è di "natura divina" ( Fil 2,6 ) e che il Padre ha manifestato questa signoria di Gesù risuscitandolo dai morti ed esaltandolo nella sua gloria ( Cat. Chiesa Cat 449 ).

La signoria di Gesù non comporta un primato di dominio e di soggiogamento dell'uomo.

Gesù, il Signore, si schiera contro ogni potere umano che miri ad asservire l'uomo e contro ogni idolo che l'uomo erige nel suo cuore.

La signoria di Gesù si esprime nell'umile servizio ai fratelli, nello spendere e nel dare la sua vita per loro.

Vi ho dato l'esempio, perché come ho fatto io facciate anche voi.

Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.

Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita.

Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto.

Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: "Signore, tu lavi i piedi a me?".

Rispose Gesù: "Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo".

Gli disse Simon Pietro: "Non mi laverai mai i piedi!".

Gli rispose Gesù: "Se non ti laverò, non avrai parte con me".

Gli disse Simon Pietro: "Signore non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!".

Soggiunse Gesù: "Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti ".

Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: "Non tutti siete mondi".

Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro:

"Sapete ciò che vi ho fatto?

Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono.

Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.

Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi.

In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato.

Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica ( Gv 13,1-17 ).

Innestati nelle sue piaghe sanguinanti e gloriose, i figli di Dio vivono di lui e condividono la sua vita.

Con la forza del suo Spirito essi possono vivere in pienezza la vita nuova di figli di Dio già in questa terra e poi per tutta l'eternità in cielo.