La composizione della Bibbia

La Bibbia non è solo un insieme di libri, ma ogni libro è un insieme di brani, ricchi ognuno di una propria storia.

L'Antico Testamento si è formato nel corso di sette, otto secoli, più o meno la stessa durata della letteratura in lingua italiana, dal Novellino ai giorni nostri.

Nella Bibbia però i testi non sono disposti uno dopo l'altro, in ordine cronologico o tematico, come faremmo noi in un'antologia.

Ogni libro nella Sacra Scrittura ha una struttura compatta, che copre, pur lasciandola trasparire, la diversa natura ed età delle parti che lo compongono.

Ciò è frutto di un cosciente lavoro di redazione che ha operato collegamenti, fusioni, modifiche di brani più antichi, per ottenere degli insiemi organici.

La Bibbia assomiglia a una cattedrale rifatta in epoca barocca da un grande architetto su un impianto precedente, che lascia intravedere frammenti paleocristiani, strutture romaniche, elementi gotici.

Per questo, la Bibbia può essere studiata valorizzando la sua struttura finale, ma anche isolando i frammenti più antichi e cercando di immaginare la funzione che avevano in un impianto precedente.

In un edificio il ricupero dell'antico esigerebbe la demolizione o la rimozione delle aggiunte posteriori; nella Bibbia, invece, è possibile isolare provvisoriamente le sezioni più antiche e tentarne un restauro che le completi delle parti perdute e poi, dopo essersi immedesimati nelle situazioni più arcaiche, riporre tutto di nuovo entro l'insieme definitivo e gustarne il senso complessivo, che spesso deriva proprio dal fatto di essere composto di preziose reliquie di epoche precedenti.

Lo studio biblico procede perciò sempre in due direzioni tra loro complementari: un cammino a ritroso, teso al ricupero delle fasi più antiche, e una risalita attraverso il tempo fino alla fase conclusiva della redazione finale.

Il ricupero delle forme e delle situazioni originarie non è solo un esercizio erudito.

È vero che talvolta i risultati più importanti sono di ordine storico e culturale, ma non di rado hanno un valore teologico.

Non si deve infatti dimenticare che la rivelazione di Dio è avvenuta nella storia e mediante la storia, cosicché la storia delle progressive formulazioni dell'espressione umana della fede ci fa conoscere la traiettoria e la meta dell'intenzione salvifica di Dio.

Ecco perché ripercorrere la Bibbia avanti e indietro nel tempo, isolare l'antico e collocarlo nella sua epoca e quindi confrontarlo con le fasi successive fino a quella della redazione finale, rispecchia il cammino della divina rivelazione.