Rapporti tra le tribù

a) L'unione delle tribù israelitiche e l'anfizionia dell'antica Grecia

Nella parte dedicata alla geografia degli insediamenti ( Gs 13-19 ), nel racconto sull'origine dei progenitori delle tribù ( Gen 29-30 ), nella benedizione di Giacobbe ( Gen 49 ) e in quella di Mosé ( Dt 33 ), nonché negli elenchi di Nm 1.26, Israele è considerato un'unione di dodici tribù.

La tradizione veterotestamentaria presuppone l'esistenza di raggruppamenti di dodici tribù anche per l'ambiente circostante, come nel caso degli Ararmei ( Gen 22,20-24 ), degli Ismaeliti ( Gen 25,13-16 ) e degli Edomiti ( Gen 36,9-14 ).

Si tratta di una finzione, di una semplice teoria, della raffigurazione di un modello ideale?

O vi sono invece, alla base della concezione di una lega di dodici tribù, dei dati di fatto concreti?

Di questo problema si è occupato M. Noth nel suo lavoro «Il sistema delle dodici tribù d'Israele», del 1930, dove viene enunciata la tesi secondo cui il sistema delle dodici tribù fa pensare a un'istituzione realmente funzionante, a un'unione sacra paragonabile ai vincoli anfizionici delle tribù greche e italiche dell'Asia minore occidentale, della Grecia e dell'Italia etrusca nell'VIII, VII e VI secolo a.C.

Per anfizionia s'intende un'unione spontanea, apolitica, di dodici o sei tribù in una lega sacra.

Elementi essenziali dell'anfizionia sono: un santuario come centro della lega sacra, un diritto sacro comune a cui i suoi membri si vincolavano, feste comuni cui le tribù convenivano a intervalli regolari e comuni tradizioni sacre.

Carattere costitutivo di un'anfizionia è il numero dodici o sei delle tribù, come conseguenza del fatto che, ogni volta, una tribù a turno doveva provvedere per un mese ( nel caso di un'anfizionia di sei per due mesi ) al servizio e alla cura del santuario centrale.

L'analogia col modello dell'anfizionia greca servì a Noth per chiarire l'essenza e la concezione fondamentale dell'unione di tribù dell'antico Israele.

Oltre al numero dodici, egli trovò altri paralleli fra l'anfizionia greca e la lega delle tribù dell'antico Israele:

che l'arca rappresentava il santuario centrale dell'anfizionia israelitica;

che il centro cultuale, sede dell'arca, che si trovava inizialmente a Sichem ( Gs 24 ), venne spostato successivamente a Betel ( Gen 20 s. ), Galgala ( Gs 4; 1 Sam 11,15 ) e Silo ( 1 Sam 1-3; Ger 7 );

che il diritto anfizionico è contenuto nelle norme giuridiche veterotestamentarie formulate apoditticamente,

e che nelle tradizioni del Pentateuco sono contenute le tradizioni sacre dell'anfizionia veterotestamentaria;

che le tre grandi feste ( Es 23,14-17 ), cui convenivano tre volte all'anno i delegati delle tribù, erano secondo Noth il «Sitz im Leben» della proclamazione del diritto anfizionico e dell'annuncio delle tradizioni sacre contenute nel Pentateuco.

L'anfizionia dell'antico Israele era incentrata in Yahweh, il Dio d'Israele: nella fede in Yahweh e nelle tradizioni, ad essa improntate, che si rispecchiarono nel Pentateuco e nel diritto apodittico, Noth vide il «proprium», l'essenza immutabile dell'anfizionia veterotestamentaria.

La tesi dell'anfizionia offre la possibilità di inquadrare in un tutto organico, dando loro unità e senso, le molteplici tradizioni del periodo più antico della storia d'Israele, nonché i molteplici e disparati elementi che possediamo dell'epoca prestatale, destinati altrimenti a restare slegati e senza relazione fra loro.

È proprio in tale possibilità che si manifesta, la consistenza di questa ipotesi, che incontrò un favore crescente e per lungo tempo dominò il campo delle indagini.

In anni più recenti, tuttavia, la tesi dell'anfizionia è stata ora modificata ( R. Smend ), ora criticata ( S. Herrmann ), ora, infine, messa radicalmente in discussione ( G. Fohrer ).

Contro tale tesi S. Herrmann fa valere il fatto che il sistema delle dodici tribù poteva risalire soltanto al primo periodo monarchico e che si trattava di qualcosa di fittizio, cui non corrispondeva nessuna realtà: soltanto all'inizio del periodo monarchico esisteva infatti una struttura statale comprendente le tribù del nord, del centro e del sud.

Fu solo con il jahvista che le singole tradizioni vennero riferite all'intero Israele, è le tradizioni delle tribù settentrionali vennero intrecciate con quelle delle tribù centrali.

Nell'epoca prestatale non poteva esistere un'anfizionia realmente funzionante che comprendesse tutte le tribù, poiché gli sbarramenti costituiti dalle città fortificate dei Cananei separavano le tribù della Galilea da quelle della Palestina centrale e queste ultime dalle tribù meridionali.

Il canto di Debora ( Gdc 5 ) non presuppone l'unità delle tribù, bensì piuttosto la invoca e la comanda.

Non fu l'anfizionia a costituire il presupposto della battaglia di Debora: fu piuttosto quest'ultima, con la vittoria riportata sulle città cananee nella pianura di Izreel, a creare i presupposti perché le tribù settentrionali entrassero in contatto con quelle del centro.

Alla tesi dell'anfizionia Fohrer oppone la constatazione che l'Antico Testamento non conosce nessun termine atto a designare l'anfizionia stessa; afferma inoltre che «Israele» non può essere considerato il nome di un'anfizionia di Yahweh, poiché tale denominazione contiene come suo elemento costitutivo il nome del dio cananeo El; che l'analogia con le anfizionie greco-italiche non regge, poiché si scontra con la difficoltà di ammettere il passaggio di tale istituzione dall'ambito indoeuropeo a quello semitico e dall'ambito di popoli sedentari a quello di popoli nomadi.

Che, ancora, il numero dodici delle tribù non costituisce una prova a favore dell'anfizionia: esso, come numero base del sistema sessagesimale, caratterizzerebbe infatti semplicemente le citate tribù come la totalità d'Israele.

Che il sistema di dodici è « una lista genealogica atta a stabilire i rapporti di discendenza e di parentela...

Per mezzo suo è resa possibile la convivenza di più tribù, l'uso di un santuario comune e, all'occorrenza, un'alleanza militare ».

Che nell'epoca prestatale non sono documentabili azioni comuni di nessun tipo da parte di una tale unione di dodici; che non esisteva ne un centro cultuale ne un santuario centrale comune alle varie tribù; che l'arca va collegata esclusivamente con la casa di Giuseppe, e che solo verso la fine dell'epoca prestatale essa divenne, provvisoriamente, il simbolo di un'alleanza antifilistea, limitata nel tempo, formata dalle tribù della Palestina centrale.

Sichem, Betel, Galgala e Silo non erano, secondo Fohrer, i successivi centri culturali di un'anfizionia, ma santuari locali vicini fra loro, appartenenti ciascuno a una singola tribù: Fohrer non esclude quindi la possibilità che questi luoghi di culto potessero essere frequentati in comune da tribù confinanti.

Esisteva, nell'epoca prestatale, un'unione di tribù realmente funzionante, comunque organizzata?

Nell'affrontare questo problema dovremo approfondire in primo luogo la questione se, quanto al sistema delle dodici tribù, si tratta di una creazione fittizia risalente al primo periodo statale o, piuttosto, a tradizioni dell'epoca precedente, nel qual caso sarebbe lecito supporre che in quel tempo le tribù erano in rapporto le une con le altre.

Dovremo poi rivolgere l'attenzione al problema della religione e del culto, e in particolare a quello circa l'importanza dei santuari e delle feste per la vita comune delle tribù, e alla questione se sia possibile, partendo dallo stato della tradizione e dal processo che sta alla base della sua formazione, ricavare delle notizie circa i rapporti esistenti fra le tribù.

b) Elenchi e comunità di tribù

Nelle diverse parti dell'Antico Testamento in cui vengono enumerate le dodici tribù d'Israele ( Gs 13-19; Gen 49; Dt 33; Nm 1; Nm 26 ), la diversa importanza attribuita a ognuna di esse all'interno dell'unione delle tribù è indicata dalla posizione che ciascuna occupa nell'elenco.

Nei raggruppamenti delle tribù e nella loro associazione a differenti progenitrici ( Gen 29-30; Gen 35,22-26 ) vengono espressi i diversi rapporti esistenti fra le tribù.

Israele, inteso quale organismo costituito da varie tribù, come viene presupposto in queste parti della tradizione, non può essere esistito nell'epoca precedente la conquista di Canaan: solo dopo essersi stanziati in Palestina, infatti, i vari clan vennero a formare delle tribù, e fu solo dopo il passaggio alla vita sedentaria che alcune di esse ricevettero il loro nome dal luogo in cui si erano stanziate ( Giuda, Efraim, forse anche Neftali ), dalla posizione geografica della loro sede ( Beniamino ) o dalle circostanze in cui era avvenuta la conquista ( Issacar ).

Del resto, le priorità e i raggruppamenti delle tribù presupposti nelle parti della tradizione sopra citate non corrispondono ne ai rapporti di forza del primo periodo monarchico ne all'appartenenza delle tribù ai due stati d'«Israele» ( nord ) e di «Giuda» ( sud ).

Nel racconto della nascita dei progenitori la priorità viene assegnata alle tribù di Ruben, Simeone e Levi: esse, infatti, figurano in testa agli elenchi, e i loro antenati sono i figli primogeniti di Giacobbe.

Nel periodo monarchico, al contrario, la loro importanza era da tempo scaduta: le tribù che avevano assunto il ruolo di guida, e da cui proveniva la dinastia regnante, erano rispettivamente Beniamino nel regno di Saul e Giuda nel grande regno di Davide e Salomone.

Sempre nel periodo monarchico, facevano parte dello stato del nord, fra le altre, le tribù galilee di Issacar e di Zabulon, insieme con le tribù di Efraim, Manasse e Beniamino, stanziate nella Palestina centrale, mentre le tribù di Giuda e Simeone rappresentavano l'elemento predominante dello stato di Giuda.

Nel racconto della nascita dei progenitori, invece, le tribù di Issacar e Zabulon, che erano stanziate nell'estrema parte settentrionale, sono associate, insieme con le tribù meridionali di Giuda e Simeone, al gruppo delle tribù di Lia.

Se questa genealogia fosse stata redatta nell'epoca successiva alla formazione dello stato, sarebbe stato cosa ovvia, conformemente alla situazione del tempo, associare le tribù di Issacar e Zabulon alle tribù di Efraim, Beniamino e Manasse, con le quali costituivano un medesimo organismo statale, invece di collegarle, come avviene in Gen 29-30, con la tribù meridionale di Giuda, che fa parte di un altro stato.

Poiché le posizioni e i raggruppamenti all'interno degli elenchi di tribù contenuti in Gen 29-30 non corrispondono ne alla situazione dell'epoca anteriore alla Conquista ne a quella del periodo monarchico, dobbiamo dedurre che in essi si è rispecchiata la situazione risalente all'epoca compresa fra la conquista di Canaan e la formazione dello stato.

Le parti della tradizione, diverse dal punto di vista dei generi letterari, in cui vengono elencate le dodici tribù d'Israele sono tutte concordi circa il loro numero: variano invece in modo poco significativo quanto alla combinazione e alla sequenza d'elle tribù stesse.

In Gen 29.30.49 e Dt 33 la tribù di Levi è collocata al terzo posto; negli elenchi di Nm 1.26, al contrario, essa manca del tutto, mentre il gruppo che nelle parti della tradizione sopra menzionate viene indicato come «casa di Giuseppe», risulta diviso, in Nm 1.26, nelle due tribù di Efraim e di Manasse.

Le diverse redazioni variano inoltre per la diversa posizione delle piccole tribù settentrionali di Dan, Nettali e Asser, e della tribù di Gad, stanziata in Transgiordania.

Simili varianti ci fanno capire che le relazioni fra le tribù erano mutevoli e che non erano sempre le stesse tribù a far parte della totalità d'Israele.

c) Volendo stabilire dei punti certi nella storia dei rapporti fra le tribù,

occorre partire, innanzitutto, dal fatto che le 6 tribù che in Gen 29-30 sono associate alla progenitrice Lia, e i cui antenati appaiono come i figli più vecchi di Giacobbe, giunsero con ogni probabilità nella regione prima delle altre tribù.

È inoltre probabile che queste tribù formassero un'unione di sei già prima che le restanti tribù si insediassero stabilmente in Palestina.

Federazioni di sei tribù sono documentate, nell'ambito più prossimo a Israele, presso gli Hurriti ( Gen 36,20-28 ), e in una cerchia più ampia e in tempi più recenti nell'ambito della civiltà greca ed etrusca.

All'interno del gruppo di Lia quelle che godevano di maggiore autorità erano le tribù di Ruben, Simeone e Levi, un tempo stanziate nella Palestina centrale: gli antenati di queste tribù appaiono infatti, in Gen 29, come i figli più vecchi di Giacobbe.

Se è vero che gli eventi cui fa riferimento la stele di Merneptah provocarono l'esodo delle tribù di Simeone e di Levi dalla Palestina centrale, se ne deve dedurre che il nome «Israele», che compare sulla stele medesima, si riferisce a queste due tribù.

È tuttavia probabile che il termine «Israele» non fosse o rimanesse limitato a queste due tribù, ma avesse o acquistasse un significato più ampio e si riferisse quanto meno, prima che le tribù di Rachele si stabilissero in Canaan, alle tribù di Lia stanziate nella Palestina centrale e settentrionale, o servisse addirittura ad indicare l'intera unione formata dalle sei tribù di Lia.

L'evoluzione successiva indica che le cose stanno proprio in questi termini.

In seguito, l'unione di tribù che avrebbe portato il nome di «Israele» non restò limitata agli appartenenti alle tribù di Lia.

Dopo l'esodo di Simeone e Levi dalla Palestina centrale, dove si stanziarono le tribù di Rachele, e dopo la conquista di un proprio territorio da parte delle tribù minori di Dan e Nettali, Gad e Aser, che in Gen 29-30 sono associate rispettivamente alle due schiave Bila e Ziipa, le tribù giunte di recente nella regione vennero incorporate nella più vasta unione, già costituita, di «Israele».

Il canto di Debora ( Gdc 5 ), in cui viene celebrata la vittoria delle tribù israelitiche sulle città-stato cananee ( 1100 a.C. circa ), è il più antico documento in cui il nome di Israele viene riferito ad una comunità di tribù di cui non facciano parte le sole tribù del gruppo di Lia.

In questo canto vengono prese in considerazione dieci tribù in tutto: quelle di Zabulon, Issacar e Ruben, discendenti da Lia, quelle di Efraim, Machir e Beniamino, discendenti da Rachele, le tribù di Neftali e Dan, discendenti da Bila, la tribù di Aser, discendente da Zilpa, e infine la tribù di Galaad, stanziata in Transgiordania.

Circa poi il problema della discordanza fra il numero delle tribù menzionate nel canto di Debora e il numero che ricorre negli elenchi di tribù, le spiegazioni proposte dagli studiosi non sono concordi.

Alcuni indizi fanno ritenere che prima del canto di Debora e dell'arrivo delle tribù di Rachele esistesse una più vasta comunità di tribù, chiamata «Israele», formata dalle sei tribù di Lia, e che le tribù, giunte più tardi, di Rachele, Zilpa e Bila siano state incorporate in questa unione di sei già costituita: solo ammettendo tali presupposti diventano comprensibili sia l'ordine sia i vari raggruppamenti del sistema delle dodici tribù.

Il fatto che nel canto di Debora la tribù di Giuda non venga menzionata ha fatto supporre che, prima della formazione dello stato, questa tribù costituisse un'entità a sé, isolata com'era dalle tribù della Palestina centrale dallo sbarramento meridionale costituito dalle città fortificate dei Cananei, e che solo all'inizio dell'epoca monarchica venisse inclusa nella comunità delle tribù d'Israele.

Poiché tuttavia Giuda faceva parte dell'unione di sei costituita dalle tribù di Lia prima che le tribù di Rachele si insediassero in Palestina, e poiché le altre tribù vennero incorporate in questa unione quando già era costituita, è molto improbabile che dopo l'annessione delle altre tribù i contatti con Giuda siano cessati del tutto.

Un elemento a favore di un legame fra le tribù della Palestina centrale e quelle della Palestina meridionale è dato anche dalla formazione e dallo stato delle tradizioni dell'antico Israele.

Alcuni indizi fanno però ritenere che il legame delle tribù centrali con quelle settentrionali sia stato più forte, almeno temporaneamente, che non quello con le tribù meridionali.

Un attento esame degli elenchi e delle genealogie delle tribù, nonché del canto di Debora, ci porta a concludere che nell'epoca prestatale esisteva una più vasta comunità, che portava il nome di Israele, formata dagli appartenenti alle tribù di Rachele e di Lia.

Per poter dare maggiori informazioni sulle caratteristiche di questa unione di tribù e sulla sua concreta attuazione, sarà tuttavia necessario approfondire una volta per tutte il problema della religione e del culto delle tribù israelitiche nel periodo più remoto della loro storia.

Le prime informazioni al riguardo ci sono fornite dal nome stesso «Israele».