Come organizzare un popolo ex-novo

Durante il viaggio degli ebrei, avvennero dei fatti importanti che andremo a ricordare.

Mosè fu subito raggiunto da suo suocero, di origine medianita e non ebrea, che gli suggerì come amministrare la gente che stava guidando ( Es 18 ).

Era infatti riuscito a convincere una certa quantità di persone a lasciare un paese in cui dimorava da più di quattro secoli e ora doveva fornirgli anche le nuove norme di convivenza.

Era una fatica immane, perché Mosè si trovava di fronte non a un popolo ma a un gruppo di persone con interessi particolari e personali, cui non bastava la prospettiva di una terra propria per sopportare le fatiche di una fuoriuscita da un luogo dove tutto sommato non moriva di fame.

Teniamo anche conto che l'attraversata nel deserto durerà ben 40 anni e comporterà la morte di tutti quelli che erano partiti; d'altra parte le popolazioni di Canaan non stavano ad aspettare questi stranieri lontani con le porte aperte, ma avrebbero difeso a denti stretti i loro possedimenti.

Per conseguire il risultato voluto, cioè amalgamare le persone e consentire una durevole convivenza, furono stabilite le leggi, di cui il decalogo non era che una minima parte.

Nei tre libri dell'Esodo, Levitico e Deuteronomio troviamo infatti un'immensa legislazione che tocca tutte le fasi dell'esistenza umana.

Come spiegarla con le nostre schematizzazioni?

Dalla teoria dei triangoli abbiamo visto che le relazioni che si instaurano tra gli elementi di ogni sistema ( individui e Terra ) sono influenzate da problematiche non indifferenti, che possiamo così rappresentare:

A cambiare queste situazioni viene in soccorso l'aiuto reciproco tra individui, che comporta una serie di atteggiamenti che non sono identificabili con le "cure" ma significano passaggio di risorse raccolte da un individuo a quello che ne ha bisogno.

Questa forma di aiuto, per il quale modernamente viene spesso utilizzato il termine di "solidarietà", determina una dipendenza vitale uomo-uomo.

Ma essa non è scevra dal poter essere utilizzata a vantaggio di chi è in forze rispetto a quello che si trova in stato di bisogno e viceversa.

Oltre a ciò abbiamo visto che la corsa al benessere inchioda certuni in posizioni di sottomissione ad altri individui fino a situazioni che non solo incidono sul loro benessere, annullandolo, ma ne pregiudicano anche lo stato di salute.

Queste differenze generano tensioni che si tramutano in scontri fino a regredire nell'eliminazione fisica dell'avversario.

Battaglie che però non hanno un risultato scontato: non solo non è detto che prevalga la parte supposta in situazione di vantaggio, ma vi sono anche difficoltà da affrontare per mantenere il predominio.

Conviene perciò intervenire per ridurre le disparità.

Il termine su cui si agisce è l'individuo che, se è manipolabile al punto da indurlo in stato di schiavitù, a maggior ragione gli si può imporre di rispettare alcuni limiti nel proprio agire.

Questi limiti sono tracciati nelle regole della convivenza, che in termini di diritto, vengono chiamate Leggi.

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