Potere ai sacerdoti!

Il ruolo strategico dei sacerdoti è sempre più evidente negli scritti biblici.

Tutto viene infatti giustificato in base a quanto il comportamento del popolo è conforme ai dettati divini, ovvero alle disposizioni cui sovrintendono i sacerdoti.

Le disgrazie vengono giustificate con l'idolatria che porta il popolo ad allontanarsi dal dio nazionale, Yahweh; dove si erigono altari e santuari arriva l'ira del sacerdote che corre a distruggerli.

Non si può non leggere in queste prime guerre di religione la paura di perdere il predominio da parte di una costituenda casta sacerdotale centralizzata.

Potere assicurato soprattutto dalle entrate che pervenivano al Tempio attraverso un sistema di norme che faceva corrispondere ad ogni "peccato" dei cittadini una corrispondete offerta materiale.

Norme che inoltre avevano comportato anche una legislazione specifica per gli addetti al culto, mutuata dalle tradizioni egiziane e che di fatto assicurava loro un benessere particolare.

Per renderci conto di tutto questo dobbiamo fare qualche passo indietro nelle narrazioni che abbiamo a disposizione.

Nel libro dei Numeri troviamo vari esempi di censimenti della popolazione.

Essi non hanno solo un valore storico, ma per ogni epoca hanno sempre significato il poter contare su numeri certi per riscuotere le imposte. Proprio per questo motivo hanno costituito motivo di malumore che anche la Bibbia ci riporta ( 2 Sam 24 ).

Ma, sempre per l'epoca, il censimento significava anche rimpinguare le casse dei sacerdoti in quanto "per il riscatto della sua vita" al Signore, ogni israelita con età maggiore di vent'anni, sia povero che ricco, doveva versare mezzo siclo ( Es 30,13 ) che andava impiegato per il servizio della tenda, cioè per i sacerdoti.

Questi erano scelti tra i figli di Aronne, della casata levita come era Mosè, i cui membri non vennero censiti e quindi non dovettero pagare l'obolo ( Nm 1,49 ), ma verranno contati a parte ( Nm 3,14 ).

Questa figura di officiante responsabile del culto la troviamo citata relativamente tardi nella Bibbia.

Prima infatti l'invocazione del Signore sembrava regolata da alcunché e veniva fatta risalire ai nipoti di Adamo ( Gen 4,26 ).

Il primo sacerdote citato è Melchisedek ( Gen 14,18 ) ma dobbiamo arrivare in Egitto per incontrarne ancora ( Gen 41,45 ) quando Giuseppe sposerà proprio una figlia di un sacerdote egiziano, come farà lo stesso Mosè, quei sacerdoti che in Egitto abbiamo visto godere di privilegi particolari.

Per il popolo israelita l'importanza di questa casta si capisce da questa frase fatta pronunciare al Signore:

"Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa". ( Es 19,6 )

Così quando Aronne e i suoi figli verranno nominati sacerdoti ( Es 28,1 ) non faranno che perpetuare una tradizione fatta risalire a tempi ben più antichi, riservandosi privilegi che già erano propri dei predecessori, o almeno portavano con sé la stessa dose di benessere:

anche se ai leviti vennero date 48 città e il territorio limitrofo ( Nm 35 ).

Perciò, rispetto alla casta sacerdotale egiziana, quelli ebrei non possedevano terra: fatto che però gli permetteva di vivere con entrate di tutto rilievo senza dover faticare ( fortunati loro! ) nel lavoro dei campi per procurarsi di che vivere.

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