La nazione finita

La fine di una nazione

Ma cosa capitò dopo la morte di Salomone?

Il primo a succedergli, dopo quaranta anni di regno, fu Roboamo che dovette subito affrontare quelli che si lamentavano per le pene che suo padre aveva imposto al fine di erigere templi e palazzi, e che si erano alleati con un altro figlio di Salomone, Geroboamo, da questo fatto fuggire in Egitto.

Ma Roboamo, dando ascolto più ai consiglieri giovani che a quelli anziani, provocò la divisione di Israele da Giuda; frattura prima politica, in quanto Geroboamo fu eletto re d’Israele e Roboamo restò a regnare su Giuda, e poi religiosa, in quanto Geroboamo eresse santuari in vari posti e nominò sacerdoti non di provenienza levita, forgiando come immagine da adorare due torelli che chiamò “il dio che fece uscire Israele dall’Egitto” ( 1 Re 12,28 ).

Regnò per 22 anni, mentre suo fratello Roboamo regnò 17 anni in Giuda.

Seguirono altri re che continuarono a macchiarsi dell’adorazione sempre più spinta agli dei di altre popolazioni, in particolare a Baal dei Cananei.

É durante il regno di Acab su Israele ( 874-853 a.C. ) che incontriamo la figura del profeta Elia, cui seguiranno tutta una serie di altri profeti che risuonano come voci preannuncianti disgrazie e redarguiscono ora questo ora quel regnante per la condotta non sempre ortodossa.

Oggetto di continui anatemi sono tutti gli atti che prefigurano un allontanamento dal culto, unico ammissibile, per Yahweh e che portano questi profeti ad appoggiare pretendenti al trono che siano ortodossi dal punto di vista religioso.

Ad esempio il profeta Eliseo farà consacrare re Ieu, un israelita che si dimostrò ben presto abile nel massacrare senza ritegno re e loro famigliari nonché i sacerdoti che seguivano Baal.

Ma, nonostante il suo regno sia stato piuttosto lungo ( 28 anni ) il narratore gli rinfaccia il fatto che non abbandonò i torelli che erano stati fatti in Betel e Dan da Geroboamo e che rappresentavano un punto di attrazione evidentemente in antitesi con il centro di Gerusalemme.

Nel tempio intanto ritroviamo sacerdoti adagiati sul benessere raggiunto, tanto da accumulare continuamente tesori senza spenderne alcuno per fare la manutenzione dell'edificio.

Così il re Ioas, dovette subire l'affronto di questi sacerdoti che disubbidirono agli ordini di restaurare il tempio utilizzando l’oro ivi depositato, costringendo lui stesso a farne la dovuta manutenzione utilizzando parte delle offerte che venivano dalla popolazione.

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