Amministrazione e controllo dell'opinione collettiva

Lo sforzo comunicativo esercitato dall'amministrazione di un popolo per mantenerne la coesione ha tradizioni antiche.

Un esempio per tutti fu il popolo ebreo.

Esso subì diverse traversie che culminarono nella deportazione di parte delle tribù originarie per opera degli Assiri ( nel 778 a. C. ) e poi di un'altra grossa fetta condotta a forza in Babilonia nel 586 a. C., eventi questi che misero in serio pericolo la sua coesione sociale.

Avvenne allora un fatto importante:

Tutti gli studiosi sono concordi nel ritenere che l'istituzione della Sinagoga abbia origine dall'esilio babilonese e sia nata in Babilonia.

L'espressione ebraica che la designa, Beth Hakenéseth ( casa di assemblea ) ne indica esattamente lo scopo primitivo.

Era il centro di riunione di una nazione senza patria, nel quale si leggevano e si interpretavano le Scritture.

In progresso di tempo si aggiunsero alcune preghiere e la Sinagoga si trasformò in luogo di culto.

[ ... ] Occorreva all'ebreo una religione che non soltanto lo distinguesse continuamente dal pagano, ma anche gli ricordasse costantemente la sua appartenenza alla razza e alla fede ebraica.

Leggere la Torah, che significa "insegnamento", fu la soluzione adottata dagli anziani di Giuda, riuniti nella casa di Ezechiele, al problema della dispersione del popolo ebraico.

La religione, intesa come corpus di idee che cementano una comunità, fu legata così ad un efficace veicolo di trasmissione raccolto negli scritti letti nelle sinagoghe.

Uno Stato che non si fondi sulla religione utilizzerà altri mezzi per unire i suoi cittadini, enfatizzando prima di tutto la tutela del benessere collettivo.

L'Impero romano - coacervo di razze che adoravano divinità diverse - adottò altri metodi per imporre una certa coesione tra i suoi cittadini edificando un po' ovunque circhi equestri, arene, terme, luoghi insomma di divertimento e ozio.

E questo non fu solo il risultato di un'economia florida, ma il metodo utilizzato da uno Stato non fondato sulla preminenza di una particolare religione al fine di soddisfare l'esigenza di benessere, secondo una strategia mutuata dalla più antica tradizione ellenistica.

Ma l'agiatezza può creare assuefazione e la corsa a passatempi sempre più entusiasmanti allontanava dall'impegno personale e sociale, sfociando in quella deriva dei costumi testimoniata da alcuni scrittori dell'epoca, quale ad esempio Petronio nel suo "Satyricon".

Di più, essa richiedeva continue spese per mantenere questo "luxus", generando inoltre classi meno produttive ma sempre più numerose, che ovviamente esercitavano una crescente pressione sui pochi che fornivano i beni da consumare.

Ecco quindi la necessità di un esercito impegnato alle frontiere ma anche tra le ville produttrici per controllare gli schiavi prima, e i servi della gleba poi.

L'Impero romano non aveva perciò altro sistema di coesione interna se non quello dell'accrescimento del benessere, che però comportava continue guerre per racimolare schiavi e prodotti a basso prezzo, mentre accresceva il numero dei cittadini parassiti.

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