Le rivolte dei Maccabei

Gli ultimi due libri della Bibbia ricchi di eventi sono i due testi dei Maccabei che raccontano del periodo tra il 175 e il 135 a.C.: dopo queste date nulla più ci viene descritto dalla Bibbia fino all’avvento del cristianesimo.

Bisogna poi anche tener conto che neppure questi due libri sono inseriti nel canone ebraico che quindi non li considera ‘ispirati da Dio’.

Ma, almeno per quanto riguarda i commenti delle bibbie in commercio, i fatti narrati sono verosimili e inseriti nel periodo di Antioco Epìfane, imperatore siriano.

In quei tempi i giudei si erano alleati con le genti vicine e a Gerusalemme cominciavano ad infiltrarsi costumi ellenistici, tanto che in quella città fu costruito un ginnasio.

Le sue ricchezze subirono comunque diversi saccheggi: Antioco Epìfane asportò dal tempio il suo tesoro e dopo due anni la città subì un altro saccheggio.

Parte della sua popolazione venne resa schiava, oltre a doversi sottomettere ad un editto reale che imponeva il culto degli dèi greci.

In questo frangente molti ebrei accettarono l’editto: furono infatti costruiti altari pagani e i libri della legge dati alle fiamme.

A ciò si aggiunse però anche una vera e propria persecuzione, se era vero che tutti le madri di figli circoncisi e i loro parenti vennero messi a morte.

Questo fece scatenare una rivolta capeggiata da Mattatia e i suo figli che raccolsero seguaci e circoncisero a forza i bambini che trovavano in giro per il paese ( 1 Mac 2,46 ).

Suo figlio Giuda cominciò a combattere anche battaglie campali contro l’esercito siriano che gli veniva contro, strappando vittorie che gli avrebbero consentito di ristabilire il dominio anche sui costumi adottati dal popolo, primo tra tutti quello religioso con il culto ebraico nel tempio.

La sua collera si rivolse anche contro Edomiti e Ammoniti che trucidò bruciandoli vivi nelle torri in cui si erano rifugiati per scampare alla morte:

Si ricordò poi della perfidia dei figli di Bean, che erano stati di laccio e inciampo per il popolo tendendo insidie nelle vie.

Pressati da lui si rinchiusero nelle torri ed egli si accampò contro di loro, li votò allo sterminio e diede fuoco alle torri di quella città con quanti vi stavano. ( 1 Mac 5,4-5 )

Massacro che ricorda quelli più moderni:

[ … ] Sono stati quasi tutti uccisi i 600 prigionieri che ieri hanno scatenato una violenta rivolta nella fortezza di Qala-i-Jhangi, a Mazar-i-Sharif, nel nord dell'Afghanistan.

Lo ha detto oggi ai giornalisti Olim Razm, il consigliere politico del generale di origine uzbeka Abdul Rashid Dostum, il comandante militare dell'Alleanza del Nord che ha strappato la città' al controllo dei Taleban. [ … ]

Per stanarli, le milizie dell'Alleanza del Nord avevano inondato con gasolio incendiato i rifugi. Molti ribelli sono morti ustionati, racconta un superstite, e i loro corpi sono irriconoscibili.

[ … ] Le fonti del Pentagono hanno confermato l'intervento di aerei americani per "avere ragione della sommossa", che sarebbe stata generata da circa 300 combattenti talebani non afghani "con intenzioni suicide".

[ … ] Stamani il ministro degli Esteri britannico Jack Straw aveva escluso l'apertura di un'inchiesta sulla morte delle centinaia di prigionieri a Mazar-i-Sharif. L'inchiesta era stata domandata dall'associazione per i diritti dell'uomo come Amnesty International.

"Non vediamo il bisogno di un'inchiesta a questo stadio" aveva detto Straw alla Bbc.

"La situazione era terribile, tutti ammettono che c'è stato un massacro di prigionieri.

Ma non stiamo parlando di una comoda situazione occidentale.

Stiamo parlando di una situazione terribile dove non c'erano ordine ne' legge.

L'idea che in queste difficili circostanze possiamo aprire un'inchiesta giudiziaria e' difficilmente applicabile alla realtà sul terreno".

Nel frattempo si formarono dissensi interni ai giudei che venivano attribuiti all’iniquità di alcuni ebrei, sospinti dall’aspirazione al ruolo di sommo sacerdote ( 1 Mac 7 ), che passavano anche attraverso la corruzione e depredazione degli oggetti preziosi del Tempio ( 2 Mac 4 ).

É in questo periodo che gli ebrei vengono a conoscenza dei Romani, citati in maniera importante nel capitolo ottavo del libro, con in quali cominciano a stringere alleanze, e a cui l’autore del libro non risparmia onori e benevolenze, che a noi, lettori del 21° secolo, suonano come melense righe di prostituzione politica.

Ma fu proprio in questo periodo che cadde in battaglia Giuda il Maccabeo, a cui succedette suo fratello Gionata.

La sua impresa cominciò in modo brutale, con un massacro dei partecipanti ad un matrimonio di genti avversarie:

Si ricordarono allora del sangue del loro fratello Giovanni, perciò si mossero e si appostarono in un antro del monte.

Ed ecco alzando gli occhi videro un corteo numeroso e festante e lo sposo con gli amici e fratelli, che avanzava incontro al corteo, con tamburi e strumenti musicali e grande apparato.

Balzando dal loro appostamento li trucidarono; molti caddero colpiti a morte mentre gli altri ripararono sul monte ed essi presero le loro spoglie.

Le nozze furono mutate in lutto e i suoni delle loro musiche in lamento.

Così vendicarono il sangue del loro fratello e ritornarono nelle paludi del Giordano. ( 1 Mac 9,39-42 )

Diventando alleato di Alessandro Bala, Gionata viene nominato anche sommo sacerdote, estromettendo in questo modo la famiglia che fino ad allora aveva fornito i candidati a tale carica.

Aiuta quindi Alessandro contro Demetrio II, ma appena quest’ultimo si unisce a Tolomeo d’Egitto, passa dalla sua parte e ottiene concessioni in merito all’abolizione di gravosi tributi che Giuda doveva pagare fino ad allora.

Nel frattempo compie anche un assedio con incendio e successivo saccheggio della città di Gaza solo perché questa non l’aveva ben accolto.

Ma appena anche Demetrio II comincia a declinare, Gionata passa dalla parte di un regnante in piena ascesa, Antioco VI figlio di Alessandro Bala, e stringe anche alleanza con Roma e Sparta.

Il suo comportamento così incostante nelle alleanze gli procurò comunque una morte per tradimento da parte di Trifone, un altro presunto alleato di Antioco VI.

Al suo posto si instaura Simone suo fratello che ritorna sui passi di Gionata e si allea con Demetrio II.

Ma anche Simone viene ucciso a tradimento, questa volta da parte di un suo generale. Gli succederà Giovanni Ircano, che regnerà fino al 104 a.C.

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