Lo Spirito Santo nella Liturgia

D 26

Sacrificio di Abele

Rif.

Il sacrificio di Abele è, nella più antica tradizione, un semplice sacrificio di nomade.
F 35
All'epoca in cui Israele ha inizio dal punto di vista religioso, è anch'egli nomade; e l'atto stesso della sua nascita non è altro che un atto di nomadismo: l'esodo.
D 24
Il sacrificio di Abele, assunto dalla religione di Israele in esodo, diventa il tipo del sacrificio del deserto, del sacrificio pasquale.
Quando il popolo, fissatosi nella Terra promessa, si corrompe a contatto con i culti di Baal ( il sacrificio di Caino ne è il tipo ), i migliori del popolo pensano all'antico sacrificio del deserto.
Essi esigono soprattutto che il sacrificio esteriore coincida con il sacrificio interiore:
D 25
le buone disposizioni del cuore.
Prendendo esempio dal sacrificio di Abele, fanno vedere che il suo sacrificio è accetto, perché Abele era giusto.
Successivamente, all'epoca in cui i profeti scoprono il sacrificio del Servo sofferente
E 27
E 28
che espia, nella persecuzione, i peccati di Israele, Abele diventa il tipo di questo Servo martire.
Il sacrificio di Cristo completa il sacrificio di Abele, e la messa si pone in questa triplice prospettiva del sacrificio di Abele.

Testi

Rilievi

Rif.

Gen 4
Am 2,10
Am 5,25
Os 2,17
Os 12,10
Sottolineare l'opposizione tra Caino,
D 68
uomo della vita sedentaria: agricoltore ( v. 2 ) e abitante della città ( v. 17 ), e il nomadismo di Abele, sempre errante.
Am. e Os. fanno vedere che Dio gradisce unicamente questo sacrificio, perché ricorda l'esperienza del deserto.

Gen 4,4
1 Re 18,18
Eb 11
Eb 5
Il giudizio, che Dio fa tra il sacrificio di Abele e quello di Caino, può darsi faccia allusione a una pratica corrente per distinguere il sacrificio che piace a Dio.

Gen 4
Os 6,6
Am 5,22
Gd 11
La cura con cui il racconto, di origine jahvista, sottolinea le buone disposizioni di Abele e quelle cattive di Caino, si inserisce nella prospettiva dei profeti contemporanei ( Am. e Os. ), promotori del sacrificio interiore.
D 25

Mt 23,35
Lc 11,51
In questa linea, il N. T. parla di « Abele, il giusto ».

Is 53
Sal 50,8-15
In epoca posteriore, il sacrificio del giusto perseguitato passa in primo piano, per preparare il sacrificio di Cristo.

Eb 12,24
Eb 11,4
Mt 23,35
Lc 11,51
Abele diventa così il « protomartire » il cui sangue grida vendetta
E 69
e serve, nello stesso tempo, di espiazione.
La vittima del sacrificio di Abele non è più la pecora offerta, ma la sua persona, vittima dell'opposizione al Regno.
C 69
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