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Le realtà umane |
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F 42 |
Vedove |
Rif. |
L'A. T. ha sempre ammesso il matrimonio delle vedove, almeno in levirato, perché la vocazione della donna |
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è essenzialmente essere sposa e madre. |
Di più, quelle che restavano vedove si trovavano sovente in condizioni misere: così esse beneficiano della predilezione di Dio per i poveri, che Dio insegnerà al suo popolo. |
In metafora, Gerusalemme sarà chiamata vedova quando, sposa infedele, sembrerà abbandonata dal suo Dio. |
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Nella comunità cristiana primitiva, la carità verso le vedove ha un posto importante, ma la vedovanza consacrata a Dio acquista una nuova dignità, come la verginità; poiché la Chiesa è la comunità escatologica della beatitudine dei poveri, si comprende come le vedove vi tengano un posto importante. |
Testi |
Rilievi |
Rif. |
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Il levirato ha per fine perpetuare il nome del defunto, ed evitare l'alienazione dei beni di famiglia. |
Non è un obbligo assoluto ( salvo in Ge., sembra ). |
Un nuovo matrimonio è possibile fuori della famiglia del defunto ( il più frequente ): Rut. |
Mentre aspetta, la vedova ritorna presso suo padre, ma il suocero conserva una certa autorità. |
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Doveri particolari della vedova. |
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Situazione misera delle vedove che diventano simbolo della povertà; |
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ma alcuni miracoli le predispongono già all'abbondanza messianica. |
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Le vedove fanno parte dei poveri protetti dalla legislazione. |
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Questa metafora insiste più sulla situazione di infelicità che sulla vedovanza propriamente detta ( la sposa abbandonata ). |
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L'offerta delle vedove, simbolo del sacrificio spirituale. |
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La carità verso le vedove. |
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La vedovanza, come la verginità, è preferibile al matrimonio, ma bisogna misurare le proprie forze. |
Scelta severa per l'iscrizione al gruppo delle vedove. |