Intervento di Federico Olivero

B1-A5

Siamo lieti di pubblicare il seguente scritto d'un Socio effettivo e il bel Sonetto del Prof. Federico Olivero.

Anzi la Direzione dell'Unione e del Bollettino coglie qui l'opportunità, per dichiarare che ben volentieri accoglierà quanti scritti invieranno al Bollettino attinenti al SS. Crocifisso o alle opere dell'Unione, i Soci, gli Zelatori, le Zelatrici, gli Ascritti e anche semplicemente i pii lettori dei Bollettino, ma si riserva assoluto e inappellabile diritto di non pubblicarli o di pubblicarli in parte o con opportune modificazioni, qualora vedrà necessario ciò fare.

Dal "Diario" di un Socio.

Ore 22,30 - 7 Giugno 1917.

Ritorno ora dall'adorazione.

Mi sono chiuso nella mia cameretta e mi sono inginocchiato innanzi al Crocifisso, pieno d'ardore e di riconoscenza per Lui, e stasera, più che altre volte, sento profondamente quanto sia grande la grazia che Gesù mi ha fatta col chiamarmi all'Unione.

Oggi abbiamo fatto gran festa: una festa d'amore, ed è stato un vero trionfo per Gesù Sacramentato.

Mi trovavo cogli amici a far festa a Gesù ed il loro esempio di fede, di pietà e di carità mi ha commosso fino in fondo all'anima.

Domani mi troverò di nuovo con loro.

Da quando ho conosciuta l'Unione il mio pensiero più forte, l'ideale unico, a cui sono dirette tutte le mie energie giovanili, tutti i miei affetti, a cui si riattaccano tutte le azioni della giornata, è l'Unione stessa.

Si, perché ho trovato in essa il più bel programma di vita e di attività giovanile, perché ogni volta che mi ci sono trovato, ne sono uscito migliore, perché là ho i miei migliori amici, amici veri, esempi di perfezione, giovani di ideali forti e luminosi, perché insomma sento che quello è il mio nido, dove Gesù mi vuole e mi ricolma delle sue grazie: grazie nascoste, consolazioni ineffabili che il mondo ignora, ma che partono direttamente da Gesù Crocifisso.

Quando sono cogli amici e parliamo insieme di queste cose, trovo riflessi in ciascuno di loro tutti questi affetti e profondamente radicate queste convinzioni.

Gesù Crocifisso ci ha chiamati a gustare la soavità delle sue predilezioni: Egli ci tiene uniti con l'affetto di fratelli e ci fa crescere alla sua scuola d'amore!

Quando mi alzo al mattino il primo pensiero è per l'Unione; quando prego non sono mai solo, ma attorno a me ci sono gli amici …; quando incontro uno di loro per via è un raggio di sole che rallegra l'anima; nella gioia, nella prova, sempre il mio unico desiderio è di essere con loro.

E domani li rivedrò tutti, ed intanto posso pregare per loro, per l'Unione tutta, perché si sviluppi sempre più e si dilati il santo regno di Gesù e Gesù Crocifisso.

Il Crocifisso! Per il passato io l'avevo tenuto come divozione buona e santa, ma dacché sono entrato all'Unione, è diventato per me l'oggetto più caro, ho incominciato a gustare nuove consolazioni ineffabili e sconosciute per l'addietro.

Gli ho dato il posto d'onore, lo porto sempre con me …: un'occhiata, un bacio al Crocifisso è la sintesi di tutte le promesse, di tutti gli ideali, di tutto quanto desidero quaggiù!

Sì, o Dio della mia giovinezza! a Voi il fiore della mia vita, tutte le mie forze, tutto l'amor mio!

Questo ad onta di quelli che non vi vogliono, di quelli che si vergognano di Voi!

Accettale, o Signore, questi sfoghi dell'anima e lasciate che ancora una volta vi ringrazi di avermi chiamato all'Unione, dove voi siete il padre, il maestro, il fratello.

Tutto è silenzio qui attorno … è quasi la mezzanotte … al lume fioco della lampada, in alto, nello sfondo oscuro campeggia il Crocifisso bianco …

Implorazione al SS. Crocifisso.

Lascia che ai piedi della Croce, in pianto,
tutto il dolor delle mie colpe effonda,
lascia che in questa tenebra profonda,
scenda della Tua grazia il fulgor santo!

Deh, mi ridona d'innocenza il manto,
del Tuo sangue deterso alla pura onda,
sì che dall'alma consacrata e monda
s'innalzi eccelso di letizia il canto.

Signor, col mite sguardo che perdona,
pietoso a me rivolgi le divine
luci, e ridesta ogni virtù sopita;

dalle Tue piaghe, dalla Tua corona,
intessuta di rovi e d'atre spine,
stilli il supremo balsamo di Vita.

Federico Olivero.