I nostri modelli nell'amore a Gesù Crocifisso

B13-A2

La Beata Maria Maddalena Postel fondatrice dell'Istituto delle Suore delle Scuole Cristiane della Misericordia.

È noto che le Costituzioni che reggono le Suore delle Scuole Cristiane della Misericordia sono quelle di S. Giov. Batt. de la Salle e che fra tutte le Congregazioni religiose votate all'insegnamento, la Congregazione fondata dalla Beata Postel è quella che più si avvicina all'Istituto creato dal Santo de la Salle.

Questo tornerà tanto gradito sapere ai lettori del nostro Bollettino.

La B. Maria Madd. Postel ( beatificata nel 1908 da Pio X ) fu una delle più grandi amanti e imitatrici di Gesù Crocifisso.

Quando era nel secolo, essa era l'edificazione di tutto il paese per la modestia e la semplicità del vestire.

Usava portare d'ordinario un vestito nero e il suo unico ornamento consisteva in una reliquia della vera santa Croce, sospesa al collo in una piccola croce d'argento.

Ancora, tuttavia vivendo nel secolo, durante la settimana santa spingeva le sue austerità fino agli ultimi limiti.

Dal mercoledì santo al giorno di Pasqua non prendeva più cibo, né solido, né liquido.

" Come, - diceva ella un giorno - come potrò io prendere cibo, mentre il mio Salvatore sta soffrendo? "

Dormiva su assicelle in forma di croce e non concedeva che due o tre ore al sonno.

Quando sarà Superiora e Fondatrice, dirà alle sue Suore: " Nella casa dei principi si è onorati di portarne la livrea; onoriamoci dunque di portare quella del nostro Re.

Le livree di Gesù Cristo sono la sua povertà, la sua corona di spine e la sua croce; tocca a noi riceverle dalla sua mano.

Si accettano volentieri croci d'oro e di argento; ma le altre si disprezzano".

Il ritornello della Beata a ogni nuova croce che piombava su lei nella travagliatissima sua esistenza, era sempre: " Ancora, Signore, ancora di più; arriva, Croce, ch'io t'abbracci!"

E a una suora abbattuta per una nuova croce aggiunta alle altre: "Ancora una! ringraziamo il buon Dio, figlia mia; Egli ci ama molto: se ci prova è per ricompensarci meglio.

Su, coraggio, coraggio!"

E come S. Teresa, canterà la Beata: "Ancora, ancora! o soffrire o morire!"

E inculcherà alle sue Figlie: " Nel cuore d'una buona religiosa non c'è posto che per Gesù Crocifisso; una religiosa deve sempre essere lieta e tenere gli occhi alzati verso il cielo …

Datemi tutte le vostre pene, io le unisco alle mie, e getteremo tutto nella, fornace del Divino Amore …

Non resterà più nulla … Quando si ama, si trova tanta felicità a soffrire per l'oggetto causa del proprio amore!

Amiamo, amiamo senza limiti …

Se trascinate la vostra croce, cadrete; se l'abbracciate con coraggio, Gesù Cristo la porterà con voi …

Il giogo del Signore è dolce, e il suo peso è leggero …

O soffrire o morire. Che avete figlia mia? - diceva a altra suora, - Voi piangete: Cessate subito!

Via, figlia mia, si tratta d'una piccola croce, ce ne vogliono per andare in Cielo!

Accettatela dalla mano del buon Dio e ditegli: Grazie!

La sera voi direte: Mio Dio, ho accettato tutte le croci che mi avete oggi inviate …

Voi siete troppo piccola da poter, dire: Ancora più, mio Dio: sarà per dopo; ma, intanto, siate ben fedele a dire: Grazie, mio Dio!"

E veramente lo stendardo che conveniva al travagliatissimo Istituto fondato dalla Beata Postel era la Croce, e difatti, monsignor Dancel aveva aggiunto alle primitive Costituzioni ( le quali furono poi sostituite da quelle di S. Giovanni Battista de la Salle, secondo quanto si vide più sopra ) come un supplemento ben conforme ai gusti della Madre fondatrice, una semplice croce di legno dipinta in nero sopra la quale si legge scritto: Ubbidienza sino alla morte.

Felice allusione alle parole della Scrittura sul Divino Modello: È stato ubbidiente sino alla morte e alla morte in croce.

Ai piedi di questo strumento dell'infinita Misericordia, le Figlie della Venerata Fondatrice, dopo averlo rispettosamente portato sulle spalle, dovranno ormai offrire le primizie della loro consacrazione al Signore.

Le alunno dell'Istituto della B. Postel testimoniano: " Ogni venerdì la Madre ci riuniva per l'esercizio della Via Crucis.

Ci sembra ancora di vederla andare da una stazione all' altra.

Le educande avevano il privilegio di recitare le preghiere, ma era lei che leggeva e forse ne commentava le considerazioni.

L'accento della sua voce era cosi energico, così pieno d'amore, che penetrava fino all'intimo delle anime nostre lasciandoci un ricordo indimenticabile".

Ammiriamo la morte dell'innamorata del Crocifisso.

Erano le tre: ora che essa aveva onorata d'un culto speciale, per amore del Salvatore morente.

Essa teneva sempre il Crocifisso, fortemente stretto.

È l'amore della Sposa dei Cantici: " Colui che il mio cuore ama, lo tengo, e non lo lascerò andare".

Aiutata dal cappellano, porta il Crocifisso alle labbra: questo contatto rianima le sue forze ed essa pronunzia distintamente e amorosamente queste parole: " Mio Dio, rimetto l'anima mia nelle vostre mani ".

« Il 16 luglio 1846, ha solennemente dichiarato il Sovrano Pontefice, giorno che essa aveva annunziato come l'ultimo della sua vita, all'ora in cui Cristo rendeva lo spirito, essa, come una bianca colomba, rese l'anima nella pace più perfetta ».

Le sue membra conservarono un leggero tepore e la flessibilità di persona viva ( si noti che era nonagenaria, perché nata nel 1756 ), e la sua mano destra continuò a tenere il Crocifisso così strettamente che sarebbe occorsa la violenza per toglierglielo.

Gli è così che due giorni più tardi discenderà nella tomba.

Le suore avrebbero desiderato che da se stesso il Crocifisso si distaccasse dalle mani in cui riposava: sarebbe stata una così preziosa reliquia!

Desideri inutili: nessuno dei molteplici movimenti provocati dalle ultime cure rese alla salma potè farlo cambiar di posizione.

Una forza misteriosa, evidentemente, lo tratteneva.

Una delle anziane aveva fatto osservare a monsignor Delamare, il superiore ecclesiastico dell'Istituto, che la Beata teneva nella mano destra il Crocifisso, e che per levarglielo si sarebbe dovuto forzare la mano della defunta, ciò che non aveva osato fare.

" Guardatevene bene, rispose, da oltre sessant'anni, vostra Madre non s'è mai addormentata sul suo letto da campo, senza tenere questo segno della salute fortemente stretto nella mano per amore della Croce.

Essa considerava una grazia particolare averlo sempre ritrovato nella stessa mano al suo svegliarsi.

Ripeteva ogni momento durante la sua lunga esistenza: Che la croce sia nella mia mano all'ultima mia ora; che al mio ultimo sospiro io l'abbracci e muoia!

È ben giusto che essa lo conservi nel sonno della tomba".

( Dalla Vita della Beata, scritta da Mons. Arsenio Maria Legoux. Roma, Jonquières e Dati, 1908 ).