Nelle varie sezioni dell'Unione

B14-A2

Nella nostra Sede principale.

Il giorno 20 marzo, alla presenza del Rev. Canonico Franco e di un pubblico numerosissimo di Zelatori e Ascritti, un Socio della nostra Sede principale dette notizia, in una bella relazione, delle opere dell'Unione compiute nell'anno 1920.

Dopo la lettura della detta relazione parlo a nome degli Zelatori e Ascritti il prof. Luigi Andrea Rostagno, zelatore.

Qui riportiamo i due discorsi:

Rev.mo Padre, gent.me Signore e signori Zelatori e Ascritti,

Accingendomi a tracciare molto succintamente la storia della nostra Unione durante l'anno 1920, non posso trattenermi dall'esprimere un senso di gratitudine a quanti, Zelatori, Ascritti e Benefattori, coll'opera e coll'aiuto indefesso, pure a costo di non lievi sacrifici e anche da lontani paesi, collaborarono volenterosamente ed efficacemente all'affermazione costante e tenace del nostro programma d'apostolato, ed in modo particolare, a nome dell'Unione ringrazio quanti, con la loro presenza a questa riunione familiare, vollero dimostrare la loro fervente solidarietà, ed animarci a proseguire con perseveranza nella via intrapresa.

Prima d'entrare nel preciso argomento della presente relazione, mi permettano i presenti di compire il mesto ufficio di commemorare, in questa solenne adunanza, un nostro caro Consocio, morto d'orante l'anno in corso: Concetto Tiralongo, uno dei Soci Fondatori della nostra Unione, anima grande e nobile, che alle cure solerti della famiglia seppe congiungere per vari anni, un amore intenso all'Unione nostra, attivissimo nelle sue opere; quale Consigliere della Direzione.

Mentre a lui, da Dio, imploriamo il meritato compenso dell'opera sua, ai suoi familiari desolati giungano le nostre vive condoglianze, e sia a loro motivo di conforto il pensiero che alle anime elette, come quella del loro caro Estinto, Iddio riserva le più elette benedizioni nell'altra vita.

Lo scopo di questa festicciola; che procura a noi tutti la gioia di vederci riuniti in una Comunione Spirituale, qui sotto lo sguardo benedicente di Gesù Crocifisso, non dovrà essere certo quello d'una rigida, sterile relazione statistica, ma ci siamo proposti che questa, anziché irta, di dati e di numeri, sia feconda di un'efficacia morale da animare tutti i presenti e da spronarli a moltiplicare i propri sforai per il raggiungimento del fine della nostra Unione: « Praedicare Jesum Christum et hunc Crucifixum ».

L'opera che la nostra Unione ha avuto campo di svolgere nel corso di quest'anno, non è stata certo improntata a un carattere di esteriorità, ne quindi tale da farsi centro degli sguardi e dell'attenzione del mondo esterno.

Ma questa constatazione non deve essere per noi motivo di sconforto, anzi noi dobbiamo ritrarne sprone e conforto per la nostra attività, fidenti nella protezione e nel soccorso di Colui che ci lasciò scritto: « Il Regno di Dio non viene con apparenza, ne si dirà eccolo qui, eccolo lì, perché ecco, il Regno di Dio è dentro di voi ».

In quest'ultimo tempo la nostra Unione ha potuto riprendere il suo normale andamento, già interrotto dal periodo della guerra, nel quale era stato allontanato buon numero di Soci, e ha potuto rinvigorire e consolidare le iniziative dell'anno precedente, e anzi lanciarli con novello ardore nella via della conquista dei cuori al Santissimo Crocifisso.

La migliore e più evidente prova del prosperare della nostra Unione è l'estendersi continuo del campo suo d'Apostolato, e l'apertura di sempre nuove Sezioni.

Presentemente essa, oltre alle Sezioni della nostra città: S. Pelagia ( con le sottosezioni Borgo Dora e Consolata ) e Collegio S. Giuseppe, conta fiorentissime Sezioni in parecchie parti d'Italia.

Biella, Vercelli, Grugliasco, Tripoli, Parma, Piacenza, Milano e Roma sono altrettanti centri di quell'attività spirituale che, sotto la guida solerte e illuminata dei Reverendi Fratelli delle Scuole Cristiane, a somiglianza della Sezione di Torino, viene svolta a vantaggio di centinaia di giovani Aspiranti, producendo in essi copiosissimi frutti spirituali di apostolato e santificazione.

L'opera che, secondo il fine dell'Unione nostra, viene svolta in tutti questi centri è essenzialmente l'apostolato catechistico, fra i giovani, e, in modo particolare, fra i ragazzi, le speranze e l'avvenire dell'intera società, il campo fecondo in cui il buon seme vigorosamente attecchisce, germoglia e da la più consolante messe di frutti copiosi e durevoli.

L'apostolato fra la gioventù si svolge col mezzo precipuo dell'istruzione religiosa in genere e specialmente con i corsi regolari di catechismo.

Durante lo scorso anno i Soci della nostra Sezione dell'Unione del SS. Crocifisso hanno impartito l'istruzione catechistica ai giovani e ragazzi in otto parrocchie della città, con una media di 210 allievi.

Si contano inoltre tre parrocchie nelle quali fioriscono, sotto la direziono dei nostri Soci, tre oratori festivi, lodevolmente organizzati e frequentatissimi, grazie a ingegnose attrattive che sono state escogitate a fine di procurare una salutare istruzione religiosa al massimo numero di ragazzi della città.

Nel periodo della quaresima venne poi nei locali dell'Unione tenuto un breve corso regolare serale di catechismo a un gruppo di giovani operai, animati, da buona volontà di istruirsi nella Religione e di prepararsi degnamente alla S. Pasqua; mentre d'altra parte un dato numero di Soci, ha avuto una lezione settimanale di catechismo nei singoli quattro corsi tecnico-commerciali e in due corsi professionali serali, pur durante tutto il periodo della quaresima, lasciando in tutti i 300 giovani allievi profonda, e salutare impressione.

Per conferire ai catechisti dell'Unione, che posseggono tutti il diploma di abilitazione, una capacità tecnica e metodica d'insegnamento, d'esposizione, durante tutto l'anno furono da un valentissimo, competente Fratello delle Scuole Cristiane impartite lezioni settimanali di metodologia, dove, con intuito profondo, vennero di mano in mano impostate le questioni più ardue che si presentano al giovane catechista novello e, con meravigliosa chiarezza, sono state man mano risolte al lume dei principi più saggi della scienza metodica.

Come corona e applicazione del corso di metodologia i catechisti, secondo un turno prestabilito, esposero in lezioni pratiche ai propri consoci, e sotto la vigile scorta del Fratello insegnante, delle brevi lezioni svolte precisamente secondo le norme suesposte.

Inoltre dobbiamo rilevare una iniziativa di quest'ultimo anno di vita dell'Unione, avente lo scopo di reclutare anime per il Signore, tra gli elementi che meglio si prestano per l'ottimo fondamento distruzione e d'educazione religiosa ricevuto dai propri insegnanti: intendo parlare degli alunni dei Fratelli delle Scuole Cristiane.

È questo il terreno più eccellente, il campo più fertile da cui nasceranno i migliori soldati di N. S. e i migliori Soci dell'Unione.

La forma adottata per questo nuovo apostolato è molto semplice e modesta.

Si trattava di mettere a contatto coi ragazzi delle ultime classi delle tre scuole dei Fratelli: S. Pelagia, Consolata, Borgo Dora, i giovani dell'Unione, e il Sig. Direttore scelse un mezzo semplicissimo: la spiegazione del Santo Vangelo domenicale fatta in ogni singola classe 3a, 4a, 5a, a e 7a da ciascun Socio.

Il frutto di tale iniziativa si è subito rilevato dalla profonda impressione che ha lasciato nei ragazzi, e per ripercussione, anche nelle loro famiglie.

Sorse subito una gara fra di essi per poter rendersi meritevoli di appartenere all'Unione nella qualità di Aspiranti alunni dell'Unione.

Come complemento di questa iniziativa, e degli già esistenti tre oratori festivi, e per improntare ogni opera del vero spirito della nostra Unione, venne da qualche Socio messa innanzi la possibilità di procurare anche a questi ragazzi delle Scuole Elementari, a somiglianza di quanto hanno i soci anziani, il Ritiro Mensile.

Sembra troppo ardire il voler pretendere, da ragazzi dagli otto agli undici anni la forza di volontà di raccogliersi durante tutta una giornata, tenere in freno tutte le esuberanti energie della loro età, e resistere alla tendenza di dire anche una sola parolina ai propri compagni.

Ebbene, un risultato veramente insperato ha coronato tale istituzione, e i frutti copiosissimi rendono tanto desiderato il giorno di ritiro, che i ragazzi vi si appressano come a un giorno di festa.

Sono così un centinaio di ragazzi che, mensilmente e in domeniche alternate, nelle varie Sezioni, compiono, sotto la sorveglianza del Sig. Direttore, e la sorveglianza dei Soci, in modo veramente edificante il loro Ritiro.

Nella quarta domenica del mese, e precisamente quando compie il Ritiro la Sezione della Consolata, tutti i ragazzi degli Oratori dell'Unione vengono dai propri Catechisti accompagnati in Pellegrinaggio al Santuario della Consolata, dove, con funzione apposita, si intercede presso la SS. Vergine Consolatrice l'aiuto necessario per potere tutti proseguire alacremente e secondo il vero spirito dell'Unione nella via intrapresa.

Come piccolo premio ai ragazzi che meglio corrispondono all'opera che a loro vantaggio viene svolta dall'Unione, quando se ne presenti propizia l'occasione, vengono organizzati alcuni pellegrinaggi a Santuari fuori del Comune di Torino, affinché possano al sollievo dello spirito unire anche uno svago fisico, che il corpo ha bisogno ogni tanto di dare libero sfogo all'esuberante vita che lo anima.

Venne così effettuato un Pellegrinaggio al Santuario di S. Pancrazio, presso Pianezza, in modo edificante; lasciò a tutti i partecipanti un'impressione profonda, un vero senso di sollievo, un ricordo indelebile.

Ci è grato ora accennare brevemente all'altra Sezione, pur fiorentissima, della nostra città: quella del Collegio S. Giuseppe.

Essa già da oltre un anno ha formato tra i suoi 120 Aspiranti, un gruppo di catechisti volontari che prestano l'opera loro nella Parrocchia di S. Massimo, e da qualche mese, anche in quella della SS. Annunziata.

Una cinquantina di ragazzi furono catechizzati in quest'anno 1919-20, e un'ottantina vengono tuttora istruiti nella scienza sacra della Religione dai 14 Catechisti del detto Collegio, la cui opera è tanto più bella, in quanto che, essendo essi di distinte famiglie, dimostrano, cosi, insussistente quell'avversione che tendenziosamente ai nostri tempi si vuole eccitare fra le varie classi sociali, e come la Religione di Gesù Crocifisso tutti accomuni in un affiatamento cordiale e fraterno all'unico fine della gloria di Dio.

Ottimamente preparati e diretti dai loro Professori Fratelli delle Scuole Cristiane hanno risolto lodevolmente il problema della disciplina, distribuendo al termine di ogni lezione un certo numero di buone note ai ragazzi più docili.

Tali buone note danno il diritto ad assistere a rappresentazioni cinematografiche fatte nel Collegio S. Giuseppe e alla fine del corso meritano loro un libro di pietà che i giovani loro procurano.

Questa è la modesta opera che l'Unione del SS. Crocifisso ha potuto svolgere durante lo scorso anno in mezzo alla gioventù.

Ma per quanto modesta l'opera degli uomini non può mai reggersi senza l'aiuto del Signore, tanto più se essa tende a stabilire il Regno di Dio nelle anime.

E i Soci della nostra Unione dove hanno attinto la forza e il coraggio?

Come hanno impetrato l'aiuto del Signore per tale compito?

Lo dimostrano evidentemente quelle riviste settimanali di cui l'efficacia è veramente grande; cioè i mazzi di fiori spirituali, i quali, mettendo a raffronto le pratiche di pietà delle settimane successive, fanno sorgere una nobile gara fra i Soci, atta a accrescere, moltiplicare le pratiche di pietà stesse.

Cosi, un consolante incremento ebbero pure i gruppi parrocchiali della mattina, nei quali si riuniscono, sotto la direzione di un Socio effettivo, tutti i Soci appartenenti alla stessa parrocchia.

Ma il sovrano fra i mezzi di santificazione e di riparazione, il più fecondo di risultati quello che è a un tempo lo stimolo alle opere, la tempra dell'animo, il riposo dello spirito, la vera scuola infine della formazione del carattere, è il Ritiro Spirituale Mensile.

Questo ha avuto un incremento notevole, poiché la sua efficacia, sperimentata da tutti i Soci, nel miglioramento individuale e nel rinvigorimento dello spirito di apostolato l'ha reso un mezzo indispensabile, anzi una vera necessità.

Infatti il numero delle presenze al ritiro mensile è andato sensibilmente crescendo in modo da raggiungere una media di circa 20 Soci.

Quelli fra i Soci che, per impegni imprescindibili non poterono partecipare a qualche ritiro per tutto l'intero giorno, procurarono però sempre di passarvi tutti gli istanti liberi della giornata.

Quando fu possibile, il ritiro fu prolungato oltre una giornata; cosi:

il 1° e il 2 Maggio 1920 a Villa S. Croce presso S. Mauro;

il 15 e 16 Agosto alla Villa Nicola;

il 19 e 20 Settembre a S. Maria di Piazza.

Oltre a queste giornate intere di ritiro completo dal mondo esteriore, quando le occupazioni dei Soci l'hanno consentito e le occasioni favorito, i Soci si sono riuniti per compire tridui serali di riparazione alle offese fatte a Dio ( il 12-13-14 Maggio ) in preparazione della festa di San Giovanni Battista de La Salle; negli ultimi giorni di Carnevale; nella Settimana Santa ); e così pure per partecipare a veglie notturne di adorazione: a San Carlo, a San Giovanni Battista, a Santa Maria di Piazza e a Santa Teresa.

Particolarmente efficace e consolante è stato il ritiro mensile che coincise coll'ultima domenica di Carnevale.

Quale contrasto stridente fra il turbinio e il disordine della piazza, del mondo, e la calma e la pace silenziosa del nostro Ritiro!

Quali consolazioni hanno provato i nostri cuori, nel rendersi in quel giorno di peccati e di offese al Signore, vittime volontarie di riparazione e di zelo, e quale consolazione deve aver provata il Cuore Amabilissimo di Gesù Crocifisso nel vedersi amato ancora e non compiutamente obliato!

Un soave, imperituro ricordo ne conserveranno certamente tutti i Soci che vi hanno partecipato, e quali tesori di grazie avranno accumulato per sé e per l'Unione tutta!

A complemento, di quello che ha costituito l'opera di santificazione e di apostolato fra la gioventù e di riparazione, un notevole impulso ha pure avuto la diffusione della buona stampa, che nello scorso anno poté essere effettuata nella misura seguente:

Divozione a Gesù Crocifisso: copie 121.600, distribuite in lingua italiana, francese, inglese e spagnola essendo continue le richieste da ogni paese del globo, mentre negli scorsi anni la pubblicazione si era limitata alle sole lingue italiana e francese.

Bollettino « L'amore a Gesù Crocifisso » e Supplemento, copie 21.700.

Voce dell'operaio copie 1.600

Vangelo della Domenica copie 10.800

Per la gioventù copie 8.500

Foglietti vari e opuscoletti copie 7.000

Totale periodici distribuiti: 27.900

Accanto alle svariate attività svolte dall'Unione, è da rilevarsi anche il soccorso pecuniario che i benefattori spontaneamente hanno elargito per le inevitabili spese che, a vari titoli, ha avuto da sopportare l'Unione nello scorso anno 1920.

Esse possono raggrupparsi in:

Spese per le stampe e per le loro spedizioni ( Divozioni, Bollettini e Supplementi ) L. 5.654,30

Spese per le funzioni religiose e pellegrinaggi L. 209,85

Spese per Ritiri, libri, oratori, Unione L. 2.759,20

Spesa totale nell'anno 1920: L. 8.623,35

Ecco che, brevemente e in veste molto modesta abbiamo passato in rivista lo scorso anno di vita della nostra Unione.

Che impressione tale rivista lascerà in tutti i presenti?

Certo buona, poiché, se anche limitata ha dovuto essere l'opera nostra, pure quest'ultimo periodo ha già senza dubbio segnato un altro buon passo nell'esecuzione del programma d'apostolato e di santificazione che ci siamo proposti, e di questa buona impressione diamo lode al Signore, perché ci ha sorretti, spronati e condotti per la nostra via, impressione che significa serio proponimento di proseguire alacremente e entusiasticamente nella via stessa, di ciò sarà la prova migliore la buona volontà con la quale tutti opereremo nel novello anno.

Perseverando i Soci tutti nella ferma volontà di agire per il bene, con la continua cooperazione efficace degli Zelatori e Ascritti, l'opera nostra non potrà non ottenere sempre maggiore incremento e espansione, poiché l'aiuto del Signore non farà difetto, come mai non ha fatto difetto anche nei periodi più difficili della vita dell'Unione, quando l'aiuto divino si è rivelato sempre in ragione della necessità e delle debolezze a cui l'Unione ha dovuto sottostare.

Animo dunque, o cari Soci, signori Zelatori e Ascritti tutti, l'opera vostra è sempre più necessaria, nessuno deve assentarsi in questi tempi veramente difficili e calamitosi per la società, ognuno nella propria sfera d'azione contribuisca con tutte le forze a quel compito grave e urgente, che solo è veramente necessario e dal quale dipendono tutti i futuri eventi prosperi o avversi degli individui e della società, cioè la ricostruzione dell'edificio sociale sulle salde basi della giustizia e dell'amore cristiano.

Reverendi Padri, Cari Soci, Signori Zelatori e Zelatrici, Ascritti e Ascritte,

S'ebbe il desiderio che in queste annuali assise dell'Unione del SS. Crocifisso e di Maria Immacolata si sentisse anche la voce degli Zelatori e degli Ascritti e, per rompere il ghiaccio, come si dice, si volle, troppo benevolmente, ricorrere al più indegno e inetto degli zelatori quale sono io.

Ma appunto per questo io non potrò aprire che oscuramente il ghiaccio, perché altri negli anni successivi navighi trionfalmente, aprire il solco, perché altri negli anni seguenti fruttuosamente semini; specialmente lo spero che negli anni futuri queste parole possano essere tenute da qualcuna delle zelatrici, così numerose e benemerite e care certo più di noi, poveri uomini tiepidi, ai Signore.

A nome degli zelatori e zelatrici, degli ascritti e ascritte, io dirò a voi, o cari Soci, che ci uniamo nel modo più vivo, più tenero, più ammirativo all'opera vostra!

O giovani figli della luce, le vostre sono opere di luce, che luce danno all'anima vostra stessa e luce diffondono: nelle anime dei fratelli!

E noi, zelatori e zelatrici, vi dobbiamo imitare: oltre l'obbligo di sostenere la vostra opera colla preghiera e col sacrificio, oltre aiutarvi con il concorso anche pecuniario a guisa delle Sante Donne del Vangelo, a guisa di Lazzaro che a Gesù e ai suoi Discepoli sovvenivano, dobbiamo, ciascuno nella rispettiva e propria possibilità, operare nelle vostre direttive: l'opera dei catechismi, l'apostolato eucaristico, la divozione del SS. Crocifisso e del S. Cuore, le divozioni mariane, l'apostolato e la pratica della purezza, l'apostolato e la pratica della riparazione devono essere anche, per noi, rilevandoli da voi e imitando voi, speciali nostri fini e attuazioni.

Cosi opereremo nello spirito dell'Unione e così l'Unione avrà estese per mezzo di noi le braccia della sua attività santificatrice nei modi più svariati e nei termini più ampi.

In questo campo d'apostolato e di riparazione mi sia appunto lecito fare due proposte che e dall'Unione dei Soci propriamente detta e dagli zelatori, zelatrici, ascritti e ascritte potranno, spero, essere accettate; e amerei che fin da quest'anno si stabilisse come una tradizione di suggerimenti e di desideri espressi dagli zelatori in queste annuali assise dell'Unione.

Prima proposta.

Sapete che il Venerdì Santo s'espone all'adorazione dei fedeli il Crocifisso su un cuscino: il fedele si prostra e bacia le sante piaghe e adora; ma quanta poca gente, io osservo, s'accosta lungo la giornata alla santa adorazione! che sia il rispetto umano che impedisce l'umile e riparatrice adorazione? non so, ma io vorrei che, specialmente quest'anno, dopo la sacrilega campagna contro il Crocifisso di tanti disgraziati e accecati nostri fratelli ( ah, sì fratelli, non con altro nome li designeremo! ) del Novarese e del Vercellese e d'altre parti del Piemonte, quest'adorazione assumesse carattere più grandioso e veramente riparatorio.

Ebbene ecco che l'origine storica, della « Devozione al SS. Crocifisso », che si doveva primitivamente fare appunto nella forma dell'adorazione al SS. Crocifisso propria del Venerdì Santo ci suggerisce il modo.

Soci, zelatori, ascritti, zelatrici, ascritte potrebbero, dandosi il turno o, non potendo fare il turno, sostando ognuno il maggior tempo possibile, inginocchiati sui gradini lateralmente al SS. Crocifisso posato sul cuscino, recitare forte la « Divozione al SS. Crocifisso », lasciando un certo intervallo, ma non troppo lungo tra la fine di un'adorazione completa e il principio dell'altra.

Certamente i fedeli sarebbero attratti e s'unirebbero alle parole dell'adorazione, le reciterebbero e avremmo ottenuto lo scopo dell'adorazione e della riparazione; intanto il socio, o zelatore, ecc. potrebbe, tenendo nelle mani un certo numero di pagelle, distribuirle a quelli che s'accostassero e adorassero.

Per questo si potrebbe prendere accordo colla Direzione dell'Unione del SS. Crocifisso, che so avere privatamente accolto questa proposta.

Ora vengo alla seconda proposta.

Facciamoci gli apostoli della grande Promessa del S. Cuore.

Leggo, se mi permettete, dal caro Libretto del padre Parnisetti, la grande Promessa del Sacro. Cuore:1 « Tra le molte promesse di grazie preziosissime che Nostro Signore Gesù fece a S. Margherita Alacoque, è memoranda quella che per la sua straordinaria grandiosità venne, chiamata la Grande, Promessa.

Ecco le parole stesse con cui Gesù si degnò di esprimerla: « Io ti prometto, nell'eccessiva misericordia del mio Cuore, che il suo amore onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicheranno per nove primi venerdì del mese, di seguito, la grazia finale della penitenza; essi non morranno in sua disgrazia, ne senza ricevere i loro Sacramenti, facendosi il mio Cuore loro asilo sicuro in quell'ultimo momento »

Il senso letterale della promessa è questo: Tutti coloro che con buone disposizioni faranno la S. Comunione nei primo venerdì del mese, per nove mesi di seguito, avranno la grazia della perseveranza finale, cioè la grazia della buona morte; e quindi tutti i fedeli che di buon cuore cercheranno di compiere questa condizione, sono moralmente certi che faranno una buona morte e si salveranno - ( pagg. 3-4, Op. cit. ).

Ebbene, se è molto seguita la pratica della comunione riparatrice del primo venerdì del mese, non è del pari questa pratica dei nove primi venerdì del mese, che forse non tutti conoscono o pensano di fare.

Quindi proponiamo di farla e ripeterla noi e come soci che tutti fanno la pratica del primo venerdì del mese e come zelatori e ascritti, dei quali credo che la massima parte pure faccia la pratica del primo venerdì del mese, ma soprattutto facciamoci apostoli presso gli altri.

C'è stato l'apostolato della Consacrazione delle famiglie al S. Cuore, facciamo, ora, l'apostolato dei nove primi venerdì del mese.

È apostolato tanto conforme allo spirito dell'Unione del SS. Crocifisso quello di salvare le anime, quello di far sì che il Sangue del Cristo non sia perduto per tante anime: uno dei maggiori dolori di Gesù agonizzante nell'orto degli ulivi dovette essere appunto questo pensiero: quae utilitas in sanguino meo? ( Ps. XXIX ).

Ebbene noi siamo sicuri, riuscendo a far fare questa santa pratica dei nove primi venerdì del mese, di salvare le anime, di compiere i voti di Gesù Crocifisso.

Specialmente io mi rivolgo ai nostri Soci Catechisti - quante volte e a voi e ai buoni parroci, davanti alle candide torme dei comunicandi la prima volta, sarà sorto il dubbio: ora sono degli angioli, ma si salveranno tutti?

Ebbene inducete subito questi cuori, ora tanto fervorosi, alla immediata pratica dei nove primi venerdì del mese consecutivi e questa tormentosa domanda avrà una risposta moralmente certa e consolante: si!

È difficile ottenere questa pratica? a mio parere, no.

Sentite: trentacinque anni fa, io facevo la mia prima Comunione a Roma.

Allora, non so se ancor ora, c'era a Roma la santa usanza di far fare ai ragazzi della prima comunione, dopo di questa, le sei domeniche consecutive di comunioni in onore di S. Luigi, pratica indulgenziata da parecchi Pontefici.

Ebbene questa pratica, pure a tanta distanza di tempo dai decreti del Sommo decimo Pio sulla comunione frequente e quotidiana e sulla comunione dei fanciulli, da tutti facilmente si eseguiva, tanto era il fervore e nei ragazzi e nelle famiglie dopo la prima comunione.

E questa dei nove primi venerdì del mese, meno, direi, gravosa delle sei domeniche consecutive, in piena e presente esecuzione dei prelodati decreti pontinci, non sarà possibile, anzi facile?

Oh, ditela, ditela ai vostri alunni, induceteveli, induceteveli, fategliela capire!

E se l'Eccellenza Rev.ma di Monsignor Pinardi fosse stata, come si sperava, qui presente tra voi, le avrei rivolto l'umile preghiera che questo pensiero si degnasse suggerire ai parroci.

Fatelo voi tutte le volte che potrete rivolgervi ai parroci, ditela quest'idea al cuore paterno dei nostri sacerdoti!

Finisco con un'altra esortazione.

Si nota una certa rilassatezza da parte degli zelatori, zelatrici, ascritti e ascritte nell'intervenire alle funzioni della prima domenica del mese, una volta così frequentate.

Adesso l'orario è più comodo: alle 8 non più, alle 7,30 di mattina; c'è anche la funzione serale alle ore 17, tutto in S. Pelagia: che differenza c'è da quando s'interveniva alla cappella di sotto? anzi una ragione di maggior intervento; non più una cappella, ma una chiesa.

Dunque si ritorni all'antico fervore.

Sosteniamo anche con questa nostra presenza i cari soci, che sono e devono essere un po' i figli del nostro cuore, come sono certo tutti e interamente del Cuore di Gesù.


1 G. N. Parnisetti, S. J. - La grande Promessa del Sacro Cuore di Gesù. - Spiegazioni ed esempi - Torino - Libreria del Sacro Cuore, Berruti.