Gli Angeli Custodi

B41-A5

Per il mese di Ottobre.

Oggi esulti inneggiando a spiriti nobilissimi e celesti che Dante saluta:

… con le penne sparte

Vidi più di mille Angeli festanti

Ciascun distinto e di fulgor e d'arte.

Bene sventurati e infelici coloro che non hanno fede nella Provvidenza di Dio, che a noi destina i suoi Angeli.

Fragile navicella slanciata nel pelago della vita incontro all'infuriare della tempesta chi li guida, chi li sostiene?

Angosciati chi li conforta? Piangenti, chi terge loro le lacrime?

E quando brancicando nelle fitte tenebre di questa notte che è l'umana esistenza hanno bisogno di lumi chi li consiglia?

Talvolta la miseria piomba loro sopra e spogli e sanguinanti li abbandona come il viandante del Vangelo a boccheggiare sulla pubblica strada.

Dov'è, dov'è il samaritano pietoso che se li prenda in collo, li vesta, li nutrisca, li curi amorosamente e li ritorni alla vita?

… Forse un amico? Ahimè gli amici, ecco che ne dice la sapienza romana: « In tempore felice multi numerandum amici, si fortuna perit nullus amicus erit ».

Ah, crudel, crudel filosofia dei materialisti, tu ci strappi il più soave dogma che è quello della Provvidenza di Dio e fai tanti disperati.

E la tua Provvidenza, possente Iddio ci hai dimostrato dandoci per custode un angelo che sarà il nostro braccio, il nostro occhio, il nostro scudo.

Amiamo e benediciamo questo spirito sublime che Dio ci ha mandato perché ci preceda e ci difenda nel cammino della vita e poi al nostro spirare c'introduca nella patria gloriosa.

Ma chi sono, che fanno gli Angeli nostri? Ariosto poeta ce li delinea nei suoi versi?

Dovunque drizza Michel Angel l'ale

Fuggon le nubi e torna il ciel sereno

Gli gira attorno aureo cerchio quale

Veggian di notte lampeggiar baleno.

« Vita est militia » Poiché vivere è combattere facciamo nostro il detto dei forti guerrieri romani: « Vincere necesse est, vivere non est necesse ».

Ma chi c'è da vincere? se io mi guardo attorno Marte pare riposa e le nazioni armandosi preparano una pace universale.

Ma se anche sul nostro globo vi fosse e vi restasse pace eterna nel nostro cuore di giovani cattolici non è pace … no, ma guerra, e guerra terribile.

Due forti l'angelo delle tenebre e l'angelo della luce si contendono il nostro cuore, e la nostra innocenza.

Innocenza! io vorrei avere le voci del tuono e l'ardore delle fornaci per innamorare, affascinare della tua bellezza tutta la gioventù cattolica nostra.

Giovani non illudetevi « Stultum est dicere Putabam » voi avete un tesoro ed è per questo ch'io suono a martello, che io vi metto in guardia, affinché non chiudiate la stalla quando i buoi sono usciti.

Se io andassi da un avaro e: « Messer, gli dicessi, il tesoro che voi avete sotterrato nell'orto non è sicuro » io gli vedrei tremare le vene e i polsi, nei suoi occhi leggerei il terrore e il misero non avrebbe riposo, ne sorriso sfiorerebbe il suo labbro, finché non si fosse assicurato il tesoro.

Amici, noi non abbiamo per assicurarci la nostra felicità che ad abbandonarci nelle braccia del nostro Angelo Custode, che combatte al nostro fianco per conservarci buoni e innocenti.

Diserteremo noi? Mi pare sentire possente la risposta dei giovani cattolici tutti.

È un mai interminabile che si spegnerà nelle nostre bare.

Noi sappiamo umanamente parlando cosa tocca ai disertori e Nazario Sauro e Battisti e tanti altri, eroi purissimi nostri, sono testimoni eloquenti.

Oh! gli Angeli nostri ci aiutino nei nostri propositi sì che tutti ci conserviamo innocenti e buoni poiché se è forte chi sa, caduto, rialzarsi, è un eroe chi non cade.